L’analisi di Sconcerti: la Juventus non c’è più, mancano qualità e spirito
La Juventus è oltre la crisi tecnica, sembra ormai quasi irrisolvibile. La sconfitta del Milan è più spiegabile, il rosso a Tomori ha fatto saltare tutti i piani di Pioli, però il rendimento in Champions è diverso da quello in campionato
di Mario Sconcerti
E' subito finita la partita del Milan e non è mai cominciata quella della Juve. Tra le due sconfitte molto più grave quella della Juve, ormai senza parole, tanto che ha sentito il bisogno di intervenire Agnelli confessando l’imbarazzo e la vergogna di tutti. C’è qualcosa di irrisolvibile nella crisi della Juve che non ha giocatori di grande qualità, ma non ha spirito né voglia di giocare.
Nel primo tempo è stata travolta senza vincere un contrasto, senza una vocazione agonistica, un niente ripetuto in modo ossessivo. Siamo oltre la crisi tecnica, siamo ormai all’incomprensione comune, una squadra che si guarda in silenzio mentre si butta via. Il calcio ha molte soluzioni casuali che lasciano sempre aperte probabilità quantistiche, c’è ormai un algoritmo per tutto, ma quello della Juve nasce anomalo, storto, cancella le parti migliori della squadra. La Juve oggi non c’è più.
Più spiegabile la sconfitta del Milan, l’arbitro ci ha messo del suo vedendo un fallo da espulsione che pochi hanno visto, con rigore conseguente. La partita pensata da Pioli ne è rimasta sconvolta. L’idea era quella mancata a Londra, cioè una difesa a tre, con Tomori nella zona di Theo così da concedere al francese di entrare dentro il campo a marcare Mount. Krunic a destra riassestava l’equilibrio tra centrocampisti. L’idea era giusta perché nasceva dall’errore dell’andata quando Mount era stato l’uomo in più. Senza Tomori, tutto è dovuto tornare alle origini lasciando in più al Chelsea un palleggio e una qualità già superiori naturalmente.
In queste condizioni impoverite il Milan avrebbe avuto bisogno del miglior Leao che invece non c’è stato. La differenza così è venuta fuori in tutta la sua forza. La qualità dei giocatori del Chelsea è superiore a quella del Milan, la somma finale, senza Leao, è quasi insopportabile. Siamo tornati alla partita «generosa», aggettivo che nel calcio da tempo significa impotenza. Ma se la Juve è quasi fuori da se stessa, il Milan resta dentro un girone abbordabile. Ma ha fatto 4 punti in 4 partite, un rendimento più che dimezzato rispetto al campionato. Anche questo ha un suo profondo significato.
CorSera
La Juventus è oltre la crisi tecnica, sembra ormai quasi irrisolvibile. La sconfitta del Milan è più spiegabile, il rosso a Tomori ha fatto saltare tutti i piani di Pioli, però il rendimento in Champions è diverso da quello in campionato
di Mario Sconcerti
E' subito finita la partita del Milan e non è mai cominciata quella della Juve. Tra le due sconfitte molto più grave quella della Juve, ormai senza parole, tanto che ha sentito il bisogno di intervenire Agnelli confessando l’imbarazzo e la vergogna di tutti. C’è qualcosa di irrisolvibile nella crisi della Juve che non ha giocatori di grande qualità, ma non ha spirito né voglia di giocare.
Nel primo tempo è stata travolta senza vincere un contrasto, senza una vocazione agonistica, un niente ripetuto in modo ossessivo. Siamo oltre la crisi tecnica, siamo ormai all’incomprensione comune, una squadra che si guarda in silenzio mentre si butta via. Il calcio ha molte soluzioni casuali che lasciano sempre aperte probabilità quantistiche, c’è ormai un algoritmo per tutto, ma quello della Juve nasce anomalo, storto, cancella le parti migliori della squadra. La Juve oggi non c’è più.
Più spiegabile la sconfitta del Milan, l’arbitro ci ha messo del suo vedendo un fallo da espulsione che pochi hanno visto, con rigore conseguente. La partita pensata da Pioli ne è rimasta sconvolta. L’idea era quella mancata a Londra, cioè una difesa a tre, con Tomori nella zona di Theo così da concedere al francese di entrare dentro il campo a marcare Mount. Krunic a destra riassestava l’equilibrio tra centrocampisti. L’idea era giusta perché nasceva dall’errore dell’andata quando Mount era stato l’uomo in più. Senza Tomori, tutto è dovuto tornare alle origini lasciando in più al Chelsea un palleggio e una qualità già superiori naturalmente.
In queste condizioni impoverite il Milan avrebbe avuto bisogno del miglior Leao che invece non c’è stato. La differenza così è venuta fuori in tutta la sua forza. La qualità dei giocatori del Chelsea è superiore a quella del Milan, la somma finale, senza Leao, è quasi insopportabile. Siamo tornati alla partita «generosa», aggettivo che nel calcio da tempo significa impotenza. Ma se la Juve è quasi fuori da se stessa, il Milan resta dentro un girone abbordabile. Ma ha fatto 4 punti in 4 partite, un rendimento più che dimezzato rispetto al campionato. Anche questo ha un suo profondo significato.
CorSera
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