Il Sarrismo vive e lotta insieme a noi, la Lazio va avanti a raffiche di quattro gol ed è terza in classifica, praticamente con Romagnoli, Milinkovic Savic, Luis Alberto e Immobile sta camminando sullo stesso sentiero del Napoli. Mentre la Fiorentina ha scoperto che Vlahovic non lo sostituisci così, i gol sono proprio spariti. Di fischi però ce ne sono quanti volete…
La Lazio e l’impennata del Sarrismo
Quattro gol a botta. La Lazio ha rifilato quattro gol alla Fiorentina, dopo aver vinto con lo stesso risultato netto (4-0) anche con Cremonese e Spezia. E sempre in ossequio alla legge del 4 è la quarta vittoria consecutiva. La conseguenza è un’impennata verso l’alto, un terzo posto disponibile anche a ulteriore miglioramento, una fiducia mai così forte in Sarri e nel Sarrismo, la scoperta che una buona difesa (la migliore insieme a quella dell’ Atalanta), vale tanto quanto un buon attacco – quando hai certi allenatori in panchina, il ragionamento non è così banale – il gruppo dei giocatori che si compatta intorno ai pilastri: Romagnoli, Milinkovic Savic, Luis Alberto, Immobile. La sensazione è che Sarri stia lavorando ai massimi livelli della sua complessa e onirica esplicazione tecnico-filosofica: “Qui alla Lazio ho ritrovato la voglia di allenare” dice, sottointendendo che alla Juve aveva faticato molto a fare il suo lavoro.
La Lazio cammina abbastanza speditamente sulle stesse strade e con la stessa filosofia del Napoli, i numeri dei gol fatti e subiti sono molto simili (22-7 per il Napoli, 21-5 per la Lazio). Ai meriti della Lazio corrispondono altrettanti demeriti della Fiorentina che una volta partito Vlahovic ha sostanzialmente smesso di fare gol (appena 7 gol fatti): Jovic, Cabral, Kouamé non sono la stessa cosa. Se non si è convinti della differenza di calibro degli attaccanti in questione, se ne potrebbe anche chieder conto a Italiano, il quale però, come si fa in questi casi, imputa tutto alla sfortuna e al caso. “Potevamo fare 3 o 4 gol…”. Ma non sono stati fatti e alla fine lo 0-4 non è molto contestabile. L’unica cosa abbondante nella Fiorentina di oggi sono i fischi dei tifosi.
La Lazio e l’impennata del Sarrismo
Quattro gol a botta. La Lazio ha rifilato quattro gol alla Fiorentina, dopo aver vinto con lo stesso risultato netto (4-0) anche con Cremonese e Spezia. E sempre in ossequio alla legge del 4 è la quarta vittoria consecutiva. La conseguenza è un’impennata verso l’alto, un terzo posto disponibile anche a ulteriore miglioramento, una fiducia mai così forte in Sarri e nel Sarrismo, la scoperta che una buona difesa (la migliore insieme a quella dell’ Atalanta), vale tanto quanto un buon attacco – quando hai certi allenatori in panchina, il ragionamento non è così banale – il gruppo dei giocatori che si compatta intorno ai pilastri: Romagnoli, Milinkovic Savic, Luis Alberto, Immobile. La sensazione è che Sarri stia lavorando ai massimi livelli della sua complessa e onirica esplicazione tecnico-filosofica: “Qui alla Lazio ho ritrovato la voglia di allenare” dice, sottointendendo che alla Juve aveva faticato molto a fare il suo lavoro.
La Lazio cammina abbastanza speditamente sulle stesse strade e con la stessa filosofia del Napoli, i numeri dei gol fatti e subiti sono molto simili (22-7 per il Napoli, 21-5 per la Lazio). Ai meriti della Lazio corrispondono altrettanti demeriti della Fiorentina che una volta partito Vlahovic ha sostanzialmente smesso di fare gol (appena 7 gol fatti): Jovic, Cabral, Kouamé non sono la stessa cosa. Se non si è convinti della differenza di calibro degli attaccanti in questione, se ne potrebbe anche chieder conto a Italiano, il quale però, come si fa in questi casi, imputa tutto alla sfortuna e al caso. “Potevamo fare 3 o 4 gol…”. Ma non sono stati fatti e alla fine lo 0-4 non è molto contestabile. L’unica cosa abbondante nella Fiorentina di oggi sono i fischi dei tifosi.
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