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Se hai la chance di vincere il campionato sì. Col Tottenham che ci fai? Dipende da che budget qua gli metterebbero a disposizione, perchè il Conte versione sposalizio coi fichi secchi è defunto un decennio fa ormai. Lui adesso vuole che si caccino i soldi.
si sean però la premier è la premier.....
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
L’analisi di Sconcerti, Inter-Roma: chi vince si lancia, ma i nerazzurri hanno più fretta
Inizia la seconda parte della stagione: il big match è una trappola perché allontanerà una o entrambe le squadre dalla grande classifica
di Mario Sconcerti
Cominciando oggi la seconda parte della stagione pre Mondiale, l’idea chiara è che non ci sia più tempo da perdere. Le sei squadre migliori, tenendo da parte per un momento Atalanta e Udinese, hanno tutte meno punti di un anno fa. Tanti punti meno. Il Milan 5, il Napoli 4, l’Inter 5, la Roma 1, la Juve 1 nonostante fosse un anno fa appena a metà classifica. Solo la Lazio ha 3 punti in più.
Cosa è successo di così diverso? Eppure poche sono state le cose evidenti. Si parla di un Milan cresciuto, di un Napoli completo, di una Roma che spreca ma esiste. Si dà conto di molte buone notizie che hanno prodotto però una classifica lenta, anomala. In realtà la sorpresa reale viene dall’Udinese il cui gioco attuale può cominciare a dare risposte: l’Udinese è la squadra che segna di più con i centrocampisti, 7 gol (l’Inter 6, il Napoli 2, il Milan 2, la Juve zero). Ne ha 5 più Deulofeu, tutti vanno in verticale, tutti tirano da fuori area, molto all’inglese. L’altra novità è il rovesciamento dell’Atalanta, non più squadra di corsa, ma di pensiero e occupazione del campo. Le altre stanno continuando a essere le stesse di un anno fa.
La differenza tra Milan e Napoli la sta facendo il diverso rendimento di Kvaratskhelia da una parte e De Ketelaere dall’altra. L’Inter ha qualcosa di più profondo, gioca spesso bene e spesso scompare, questo non indica una malattia precisa, ma un problema generale. Non si parla più solo di campo, c’è sempre un mercato che incombe perché incombe la crisi della società. Barella pesa meno, Brozovic anche (ed è pure infortunato), Dumfries è superabile quando fa il terzino, l’intera difesa, senza supporto, balla. Ma se c’è qualcuno che deve aver fretta oggi è proprio l’Inter. La partita è una trappola perché allontanerà una o entrambe le squadre dalla grande classifica. Ma lancerà quella che vince. Se tutti sono indietro, nessuno è indietro veramente. Le difficoltà nel calcio sono spesso circolari. Ma ora è venuto il tempo di vincere.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
(ore 15 su Dazn)
Il Napoli riparte dalla bella vittoria ottenuta contro il Milan a San Siro il 18 settembre (2-1). Una corsa in vetta che Luciano Spalletti non vuole assolutamente arrestare: «Il percorso sarà lungo e difficile e tutte le volte dobbiamo rifare le stesse cose. Serve impegno costante non solo per il risultato, ma per quanto riguarda lo sviluppare ogni singolo allenamento, con gli atteggiamenti corretti per avere continuità nel lungo periodo. Raspadori o Simeone? Entrambi giocheranno, per arrivare a fare quel percorso lungo dobbiamo avere gente in condizione e stimolata», ha detto il tecnico degli azzurri, che si è presentato in conferenza stampa con due rose per ricordare «Mahsa Amini e Hadis Najafi», le due ragazze uccise dalla violenta repressione del governo in Iran. Da parte sua, anche il Torino non vuole fermarsi: «Il Napoli è una delle squadre che giocano il calcio migliore della serie A, è un capolavoro. Ma noi vogliamo tornare a fare risultato», ha detto Ivan Juric.
Inter-Roma
(ore 18 su Dazn)
Non sarà semplice per l’Inter affrontare una squadra come la Roma di José Mourinho, che torna sì a San Siro ma sarà in tribuna perché squalificato. Simone Inzaghi è consapevole di sfidare una grande squadra, «tosta e con un ottimo allenatore», ma vuole dimenticare la sconfitta alla Dacia Arena contro l’Udinese (3-1, 18 settembre) e dedicarsi poi alla sfida di Champions del 4 ottobre con il Barcellona, sempre al Meazza. «La Roma è forte. È l’unica che ha vinto, assieme al Milan e a noi, l’anno scorso. La sconfitta di Udine? È colpa nostra, abbiamo preso gol per disattenzioni nostre. Sappiamo che dobbiamo fare di più già a partire da questa sfida», ha detto il tecnico interista. Non ci sarà Lukaku: «Per Romelu c’è stato un rallentamento che ci toglie un giocatore importante. Lo staff sta lavorando, è passato un mese ma servirà ancora un po’. Brozovic squalificato? Asllani è stato scelto da me e dalla società. Sta lavorando bene». Però, rientra Calhanoglu. José Mourinho non vuole perdere. Ha come obiettivo quello di continuare a restare aggrappato ai piani alti della classifica e per riuscirci dovrà battere la sua amata Inter.
Empoli-Milan
(ore 20.45 su Dazn, Sky Sport, Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K e in streaming su Now)
Per il Milan a Empoli non ci saranno Maignan, Theo Hernandez e Origi a Empoli. Stefano Pioli punterà su Tatarusanu e Ballo-Touré. «Quanto pesano le assenze? Siamo un gruppo coeso e compatto», ha detto il tecnico rossonero facendo il punto sugli infortunati. In attacco ci sarà ancora Giroud, che proprio ieri ha compiuto 36 anni: «Olivier è un grande giocatore. È un campione in tutto. Sta bene, ha grande entusiasmo, deve continuare così». Sfidare l’Empoli non sarà facile: «Le gare che abbiamo visionato ci fanno notare che l’Empoli non ti fa giocare. Tatarusanu sa giocare con i piedi, ma cercheremo soluzioni. Dobbiamo essere preparati a tutto questo». Rientra, però, Rafael Leao dalla squalifica: «Come si può fermare? Una possibilità può essere che a Leao venga l’influenza (ride, ndc). È un campione, ma ragionare sull’individualità è sbagliato e significa dare troppo peso a chi deve marcarlo. Non voglio che la squadra si snaturi per via di un solo giocatore», le parole di Paolo Zanetti.
CorSera
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L'argentino prova a smentire le voci che lo vorrebbero lontano con la testa e con il cuore dai colori bianconeri. ma serve una dimostrazione sul campo
"Dopo pochi giorni sembrava che fossi alla Juventus da 4 o 5 anni. La Juve è una grande famiglia. Per me essere arrivato qui è molto più che importante: mi sento come se fossi a casa"
#SportMediaset
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
La solita solfa che tutti dicono quando arrivano in squadre nuove. Il calcio è un libro stampato col frasario per ogni occasione. Quello che in realtà conta è fare bene il proprio mestiere, e questo automaticamente produce un aiuto al collettivo.
Nel calcio odierno solo ai tifosi stanno parole e pensieri di appartenenza.
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Specialmente voi che avete vissuto quei tempi...che ne pensate di questa diatriba?
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Gli uomini guidati da Ottavio Bianchi che conquistarono il primo storico tricolore della storia azzurra
Garella, Ferrara, Bagni, Renica, Carnevale, De Napoli, Giordano...avercene oggi. Poi chiaramente il fondamentale apporto di un Maradona ai suoi massimi (è la stagione successiva al mondiale vinto, l'86-'87) ma non è che attorno avesse i giocatori di una odierna Salernitana. Sono tutti signori giocatori, dove l'effetto-Maradona ha fatto da moltiplicatore di valore.
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Gli uomini guidati da Ottavio Bianchi che conquistarono il primo storico tricolore della storia azzurra
Garella, Ferrara, Bagni, Renica, Carnevale, De Napoli, Giordano...avercene oggi. Poi chiaramente il fondamentale apporto di un Maradona ai suoi massimi (è la stagione successiva al mondiale vinto, l'86-'87) ma non è che attorno avesse i giocatori di una odierna Salernitana. Sono tutti signori giocatori, dove l'effetto-Maradona ha fatto da moltiplicatore di valore.
Gli uomini guidati da Ottavio Bianchi che conquistarono il primo storico tricolore della storia azzurra
Garella, Ferrara, Bagni, Renica, Carnevale, De Napoli, Giordano...avercene oggi. Poi chiaramente il fondamentale apporto di un Maradona ai suoi massimi (è la stagione successiva al mondiale vinto, l'86-'87) ma non è che attorno avesse i giocatori di una odierna Salernitana. Sono tutti signori giocatori, dove l'effetto-Maradona ha fatto da moltiplicatore di valore.
Adoro averti in questo thread.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Se non ricordo male comparve anche in alcuni episodi dell'Uomo Tigre, anime giapponese anni '70, tanta era la fama di Inoki. Una autentica leggenda nel suo Paese e non solo nel suo Paese.
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