Originariamente Scritto da sylvester
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioIl CorSera riporta articolo e foto di alcuni giocatori del Milan che prima della partita col Napoli se la spassano coi cellulari...ecco, poi uno dice: "prendiamoli giovani"...Siccome poi vanno anche bene, sono tranquillamente in corsa per tutto, ci sta che ci si lasci andare a qualche distrazione, in fondo se lo meritano vincendo una partita dietro l'altra.
Pioli poi ha il completo controllo dello spogliatoio e della disciplina interna:
Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioVabbè dai sean
Può voler dire tutto e niente.
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Inviato dal mio BLA-L09 utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio.
Inviato dal mio BLA-L09 utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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In realtà era uno a caso che ha usato la scusa per farsi offrire, tanto sono tutti uguali
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Originariamente Scritto da sylvester Visualizza MessaggioVabbè dai sean
Può voler dire tutto e niente.
Ps
Quoto Steel insommaI guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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A quanto pare mancava ancora un'ora ad inizio partita...
Insomma, mi pare una cosa un po' gonfiata.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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Alle spalle di Juve e Inter, molti punti più sotto, c’è un altro campionato. La Lazio è una macchina da gol trascinata dal miglior attaccante italiano, Ciro Immobile è già arrivato a quota 15 gol, tanti quanti ne fece lo scorso anno. La Roma fatica un po’ di più ma Zaniolo è il suo gioiello, Dzeko il suo leader e Smalling la sorpresa. Più che la Champions comunque non c’è di che sperare, e anzi per conquistarla bisognerà sudare…
Una decina di punti più sotto la Juve e l’ Inter c’è un altro campionato, dove al momento Roma e Lazio sembrano avere qualcosa in più per conquistare un posto in Champions League. Ma non c’è nulla di certo, tutto è molto provvisorio, l’eventuale ritorno del Napoli, il gioco prepotente del Cagliari e dell’ Atalanta possono rimescolare parecchio quella zona di classifica.
La Lazio è trascinata avanti da Ciro Immobile, oggi miglior attaccante italiano, ogni palla che tocca è un gol: in 13 partite ne ha fatti già 15, tanti quanti ne fece lo scorso anno nell’intero campionato. La Lazio ha un attacco migliore di quello delle big, abbastanza sorprendente considerato il potenziale che possono mettere in campo le altre. La Roma – in sospeso sul futuro che potrebbe riguardare il passaggio di mano a un altro americano, da Pallotta a Friedkin – ha invece in Zaniolo oggi il miglior talento italiano, esploso lo scorso anno, ha rischiato di perdersi per poi trovare una sua maturazione abbastanza improvvisa dopo le famose critiche di Capello. Da allora Zaniolo è diventato determinante, il punto di riferimento della Roma. Dzeko è l’anziano attaccante che dà solidità e certezze, Zaniolo dà grandissima qualità, rompe gli schemi. E richiama sia pure vagamente Totti.
...ma di noi
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Corsa Juve-Inter: è una serie A divisa in due e la distanza è molto forte
Ci sono più campionati in un uno, l’anomlai che è che nella seconda metà della classifica si stanno facendo molti più punti che in passato
di Mario Sconcerti
Parlerei di retrocessione. Ci sono coinvolte a pieno titolo undici squadre, dalla Fiorentina al Brescia, cioè tutte le squadre che hanno una differenza reti negativa. L’anomalia di questo campionato è che nella seconda metà della classifica si stanno facendo molti più punti. Quattro anni fa dopo tredici giornate le ultime tre ne avevano insieme 23, tre anni fa 18, poi 15. Oggi siamo a 24 con due partite ancora da giocare. La spiegazione viene dal maggior equilibrio. Mancano le squadre debuttanti degli ultimi anni, Frosinone, Carpi, Benevento, Crotone. Il Chievo della scorsa stagione aveva un punto reale, 4 virtuali con la penalizzazione. Queste undici squadre stanno facendo un campionato tutto loro, tolgono niente alle prime: solo due punti alla Juve e 1 all’Inter. Cioè tre su 78 punti in gioco. Cosa dimostra questo?
Che ci sono più campionati in uno e che poche volte le squadre di altre fasce incidono sullo scudetto. Non è un buon segno. Dimostra che la divisione tra i due punti di vista è molto forte. Il fattore tecnico altrettanto. Tutta la comunicazione del calcio è brava a far diventare incerta una partita fra le due zone, ma nella realtà quell’incertezza è meno di un dato statistico, rientra nelle varie ed eventuali, un rigore, un errore arbitrale, una situazione eccezionale. In sostanza il campionato diviso in due è prevedibile, ragiona con logica deterministica. E Atalanta-Juve dimostra che anche il destino segue quella logica, tre gol in dieci minuti, un rigore sbagliato, 75 minuti di superiorità dell’Atalanta. Ma vittoria trionfale della Juventus.
Perché il destino si accanisce, guai a non essere nati tra i migliori. Noblesse oblige, qualunque cosa abbiano cercato di dimostrare gli ultimi cento anni. Si ricorda solo un caso di scudetto con una rimonta di oltre 8 punti dopo la tredicesima giornata. Fu l’anno della grande falsa partenza della Juve, quattro stagioni fa. A questo punto aveva 9 punti i distacco dall’Inter, alla fine vinse nettamente. Erano sempre Inter e Juventus, soltanto mescolate in modo diverso. Ricorderei che la storia non si ripete mai, ma è forte il dubbio che sia una sciocchezza. Non è la storia che conta, sono gli uomini, i giocatori. E quelli fanno sempre rima con se stessi. Per cui fate attenzione anche alla Roma, anche alla Lazio.
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Juventus, Douglas Costa si ferma di nuovo: due settimane di stop
Il brasiliano nella gara di Bergamo ha accusato un problema muscolare alla coscia destra. Intanto Ronaldo ha completamente recuperato ed è rientrato in gruppo
Archiviata la vittoria in rimonta con l'Atalanta, arrivata con due reti di Higuain e il sigillo di Dybala, la Juventus si concentra sull'imminente sfida di Champions League con l'Atletico Madrid, 90' per conquistare il primo posto nel girone e affrontare la trasferta di Leverkusen con l'animo leggero. Difficile, in ogni caso, non ritornare al match con i nerazzurri, che tante scorie ha lasciato nella mente ma soprattutto nel corpo dei bianconeri. Il giorno dopo, infatti, le notizie più attese non arrivano dai campi d'allenamento del JTC della Continassa ma dal J Medical.
Douglas Costa out
Il caso più preoccupante, almeno nel breve periodo, riguarda Douglas Costa, infortunatosi ancora una volta e indisponibile per la partita di martedì all'Allianz Stadium. L'esterno d'attacco bianconero si è procurato una "lesione di basso grado del muscolo semitendinoso della coscia destra": in una scala che va da uno a tre, quella delle lesioni muscolari, è di difficile interpretazione il concetto di "basso grado". Le stime della società bianconera, però, sono quantificate in "circa 15 giorni", ennesimo stop nella carriera del brasiliano costellata di infortuni e di problemi muscolari.
Bernardeschi e De Ligt
Alla lista di indisponibili si sono aggiunti anche De Ligt e Bernardeschi, che nel menù domenicale hanno trovato "terapie e recupero". Il difensore centrale olandese, uno dei migliori nella vittoria di Bergamo, ha rimediato una lussazione alla spalla destra che non gli ha comunque impedito di portare a termine l'incontro. Per quanto riguarda Bernardeschi, invece, gli esami hanno evidenziato un trauma all'emitorace destro, che ieri l'ha costretto ad uscire dal campo dopo poco minuti di gioco.
Ronaldo recuperato
Si è invece allenato con il gruppo Cristiano Ronaldo, rimasto a Torino ad allenarsi mentre i compagni giocavano a Bergamo contro l'Atalanta. CR7 ha effettuato la seduta completa, a differenza di Adrien Rabiot e Alex Sandro, entrambi costretti dai problemi muscolari ad un lavoro differenziato in campo. Difficile riuscire a recuperare il laterale per martedì, più probabile che sia il francese il primo a ritornare a disposizione di Maurizio Sarri.
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Infortunio Barella: sarà operato al ginocchio, fuori almeno un mese
Il centrocampista dell'Inter vittima di una distorsione a Torino: gli esami hanno scoperto un distacco di un frammento cartilagineo della rotula.
Nicolò Barella dovrà sottoporsi a intervento chirurgico. Il centrocampista dell'Inter ha effettuato esami clinici e strumentali all'Istituto Humanitas di Rozzano dopo la distorsione al ginocchio destro rimediata durante la gara contro il Torino che lo ha costretto a uscire prima dal campo.
Gli accertamenti, rende noto il club nerazzurro, hanno evidenziato un distacco di un frammento cartilagineo della rotula. Barella dovrà essere sottoposto a intervento di asportazione del frammento in artroscopia. Si ipotizza un mese di stop.
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Napoli, a Milano timidi segnali di ripresa. Ma ora arrivano le multe e il Liverpool
Il pari di San Siro ha allungato a sei la striscia di gare senza vittorie ma ha almeno reso un po' più solida la panchina di Ancelotti. Nelle prossime ore i giocatori riceveranno le raccomandate da parte del club che ha già congelato i pagamenti dell'ultimo stipendio dopo l'ammutinamento post Salisburgo. Mercoledì la sfida di Champions nella tana dei Reds
I numeri continuano a essere molto deludenti, visto che sono diventate 6 le partite consecutive del Napoli senza vittorie, tra campionato e Champions League. Ma nel crocevia di San Siro gli azzurri hanno dato almeno qualche timido segnale di ripresa: sufficiente a rendere un po' più solida la panchina di Carlo Ancelotti e a togliere pure qualche pressione dalle spalle dei giocatori, alla vigilia della durissima trasferta di mercoledì a Liverpool. Anche se la crisi non è stata superata, infatti, il pareggio contro il Milan ha evitato il rischio di un tracollo definitivo e irrimediabile, in cui sarebbe stato coinvolto giocoforza lo stesso allenatore. La continuità tecnica è stata invece assicurata e da Los Angeles ha potuto dunque tirare finalmente un piccolo sospiro di sollievo Aurelio De Laurentiis: già alle prese con l'assurdo scontro frontale con i suoi giocatori, di cui non si intravede per il momento la fine.
Nelle prossime ore Insigne e compagni riceveranno le raccomandate da parte della società, che ha già congelato i pagamenti dell'ultimo stipendio agli azzurri e adesso farà un passo formale per decurtarli: almeno del 25 per 100. È il primo atto di una battaglia legale che minaccia di essere lunga e senza quartiere, visto che De Laurentiis è intenzionato a chiedere ai giocatori anche il risarcimento per il danno di immagine causato al Napoli, con il grave ammutinamento dello scorso 5 novembre dopo la partita contro il Salisburgo al San Paolo. La squadra si rifiutò di andare in ritiro, contravvenendo all'ordine ricevuto dal presidente. Vano il tentativo di mediazione di Ancelotti, che sarà costretto dunque a preparare in un clima di tensione pure la trasferta di Liverpool, ostacolo di per sé difficilissimo.
De Laurentiis sta rientrando dagli Stati Uniti, ma quasi sicuramente non sarà al seguito del Napoli in Inghilterra, nonostante la grande importanza della posta in palio. Gli azzurri si giocano infatti la qualificazione per gli ottavi di finale della Champions, che potrebbe arrivare con una giornata di anticipo e anche in caso di sconfitta a Anfield, se nell'altra sfida del girone il Salisburgo non riuscirà a fare bottino pieno a Genk. In ogni caso però il Napoli dovrà affrontare il Liverpool con grande determinazione: per non farsi stritolare dai campioni d'Europa in carica e per dare continuità ai timidi segnali di ripresa di San Siro. Ancelotti spera di recuperare Mario Rui, Manolas e Fabian, tenuti a riposo con il Milan. Minime invece le chance di rivedere Milik. In attacco ci sarà ancora Lozano, che si sta finalmente sbloccando un po'. La reazione più importante dovrà arrivare tuttavia dai senatori: Insigne, Callejon e Mertens. La guerra interna non conviene a nessuno.
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Smalling-Mancini: muri in difesa e bomber in attacco
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Muri in difesa e goleador in attacco. La coppia formata da Smalling e Mancini, arrivati in prestito in estate per 5 milioni di totali, funziona e Fonseca non può che esserne soddisfatto. Nelle quattro partite in cui l’inglese e il classe 1996 sono stati schierati in coppia dal primo minuto la Roma ha subito soltanto un gol su rigore con il Cagliari, mantenendo inviolata la porta di Pau Lopez nei match con Lecce e Sampdoria, oltre a quello di ieri con il Brescia. I due si completano a vicenda come caratteristiche tecniche e sono entrambi dotati di un’ottima leadership nel guidare il resto della squadra. Anche l’affinità è già delle migliori, come confermato dallo stesso Mancini: “L’intesa è forte, mi trovo bene con Chris. E’ un giocatore fortissimo, ha esperienza, mi guida e io guido lui perché anche a me piace parlare in campo perciò ci troviamo molto bene. Siamo come delle radio”. Il centrale di Pontedera ha trovato la prima gioia del gol in maglia giallorossa proprio su un assist del compagno di reparto, a sua volta autore di una rete e decisivo pure nel gol di Dzeko. La Roma con questi due nuovi acquisti sembra non rimpiangere assolutamente uno come Manolas e ora è al lavoro affinché anche in futuro la coppia non si divida. Se per Mancini non ci saranno problemi visto l’obbligo di riscatto, per Smalling sono in corso le trattative per cercare di acquistarlo dal Manchester United. L’agente arriverà oggi in Italia anche per capire le intenzioni di Petrachi. Fonseca di certo non è inquieto: “Non sono preoccupato. Smalling sta bene qui, è un grandissimo giocatore e io credo che voglia restare con noi”.
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Muri in difesa e goleador in attacco. La coppia formata da Smalling e Mancini, arrivati in prestito in estate per 5 milioni di totali, funziona e Fonseca non può che esserne soddisfatto. Nelle quattro partite in cui l’inglese e il classe 1996 sono stati schierati in coppia ......ma di noi
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