Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Totti attacca ancora: «Alla Roma non torno. Il nuovo americano? Dubito che arrivi...»

    L’ex campione boccia Pallotta e manifesta i suoi dubbi su Friedkin. Poi parla di Zaniolo: «Basta paragoni con me, lasciamolo crescere. Non credo resterà in giallorosso a lungo»

    Al bersaglio per la via più diretta. Così era in campo e così Francesco Totti è rimasto fuori. Le parole di venerdì a Radio Radio del simbolo romanista (307 gol in 786 presenze, poi, nel giugno scorso, le dimissioni dal ruolo di dirigente) hanno fatto rumore perché su argomenti scottanti.

    Il rapporto con Pallotta e i dubbi su Dan Friedkin: «Quando prendo un percorso lo porto a termine. Se mi chiedessero di tornare alla Roma direi di no per rispetto della mia decisione. Voglio fare una nuova esperienza. Spero che quest’altro americano possa venire ma ne dubito, quando ci metti le mani dentro capisci la realtà di Roma».


    Il futuro di Nicolò Zaniolo: «Ora faccio questa battuta: in quella casa dove sono stato per 15 anni ci ho messo Alisson che è diventato il più forte del mondo e poi Zaniolo. Ora sarà una casualità, però… Dargli la numero 10? Per il suo bene eviterei questi paragoni. Se continuasse così meriterà tutto il bene che il calcio potrà riservargli. Cerchiamo di farlo crescere, che è ancora giovane. Spero rimanga a Roma il più possibile, ma credo che non sarà così».

    Parole dolci per Marcello Lippi: «Vincere la Coppa del mondo è il coronamento di un sogno, ma ancor più bello è stato il rapporto umano che si è creato con il mister».



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      Napoli, supermulte per i «ribelli». De Laurentiis sceglie la linea dura

      Rifiuto del ritiro: tagli dal 25 al 50% dello stipendio lordo mensile. Il rischio della battaglia legale

      NAPOLI C’è il campo e c’è il timore fondato di una battaglia legale; c’è il Milan dietro l’angolo ma anche una scadenza che pesa come un macigno sui giocatori del Napoli protagonisti, il 5 novembre scorso, di una rivolta storica.

      Lunedì sarà il termine ultimo perché gli ammutinati della notte contro il Salisburgo ricevano la raccomandata, l’avviso della multa per aver rifiutato il ritiro imposto dal club. Arriverà, senza alcuno sconto. Aurelio De Laurentiis ha deciso per la linea dura: ai calciatori verranno contestate più infrazioni e, rispetto alle singole responsabilità, le sanzioni varieranno dal 25 al 50 per cento sullo stipendio lordo mensile.


      Una stangata che evidentemente colpirà non soltanto le tasche ma rischia di incidere sul morale e sull’umore di una squadra chiamata a raddrizzare una stagione finora molto al di sotto delle aspettative. Ma per la società sarà probabilmente questo il punto da cui ripartire, azzerando divisioni e polemiche. Prendendo ciascuno coscienza delle proprie responsabilità. Le sanzioni seguiranno un criterio di gradualità, in base alle disposizioni dell’articolo 11 dell’accordo collettivo: più pesanti per i calciatori individuati come protagonisti della sommossa e colpevoli, per il club, di un numero maggiore di infrazioni. Nel ventre dello stadio San Paolo accadde ciò che nella storia del calcio professionistico non si era mai verificato. L’inosservanza, il rifiuto del ritiro, ma anche diverbi accesi nello spogliatoio, atteggiamenti irriverenti e inopportuni sui quali il presidente De Laurentiis non ha mai inteso soprassedere. E allora, da Los Angeles (il presidente rientrerà proprio lunedì) ha coordinato le mosse legali con i suoi avvocati.

      La stangata non arriva inaspettata: i giocatori pure hanno consultato i rispettivi avvocati e la vicenda seguirà il suo iter davanti al collegio arbitrale, ciascuno potrà evidentemente opporsi entro quindici giorni dal momento in cui riceverà la raccomandata.

      La squadra nei giorni successivi la rivolta, obbligata peraltro al silenzio stampa, ha provato a rimediare, con segnali di scuse e anche di pace, intuendo evidentemente la gravità di quanto successo il 5 novembre al San Paolo. De Laurentiis è stato però irremovibile, soprattutto rispetto al danno di immagine ricevuto. Accetterà le scuse ma ha scelto di dare un segnale duro.

      Sabato sera c’è il Milan e sarà un’altra battaglia. Ancelotti ha provato a recuperare serenità, cercando di ricompattare la squadra in vista di un impegno sul campo delicatissimo. Il Napoli è settimo in classifica e deve recuperare terreno, non c’è distrazione che tenga. Prima c’è San Siro, poi verranno le sanzioni. E non è soltanto un ordine temporale, piuttosto la priorità di un allenatore che vuole andare oltre la crisi di risultati, ha bisogno di invertire la rotta. E soprattutto la necessità di ritrovare la qualità del suo gruppo.



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        Atalanta-Juve, Cristiano Ronaldo non convocato. «Ma torno presto»

        CR7 dà l’impressione che per lui giocare con il Portogallo sia più importante che farlo con la squadra che gli dà 31 milioni netti l’anno. Sarri: «L’Atalanta? Come andare dal dentista»

        La Juve va dal dentista. Ronaldo rimane dal fisioterapista, lasciando l’impressione che giocare con il Portogallo sia più importante che farlo con la squadra che gli elargisce 31 milioni netti a stagione: «Sono concentrato sul mio recupero per tornare presto!» twitta lui, che in Nazionale aveva detto di stare benissimo, salvo poi ammettere il contrario.

        Il paragone odontoiatrico che riguarda l’Atalanta lo ha azzardato Guardiola e Sarri lo prende in prestito: «Perché è una bella definizione di una squadra forte, pericolosa, tecnica: dalle sfide con Gasperini ne puoi uscire bene, ma con il dolore, come dal dentista...». Perché quindi aggiungere altri patimenti al ginocchio destro di Ronaldo? Il portoghese non è tra i convocati e in attacco Sarri potrebbe puntare su Higuain-Dybala ma anche affidarsi al vecchio tridente con Costa e Bernardeschi. In difesa De Sciglio dovrebbe sostituire Alex Sandro, unico terzino sinistro di ruolo, ai box dopo l’affaticamento col Brasile.


        Sarri liquida in fretta l’uscita anticipata di Cristiano dal campo contro il Milan e relativo smoccolamento. E anche quella più imbarazzante dallo stadio, senza salutare la squadra: «Di chiarimenti non c’è bisogno. Anche tra i dilettanti le reazioni ai cambi erano le stesse. O passavo la vita a chiarire o mi abituavo che i giocatori vanno lasciati sbollire in certi momenti. Non è un problema».

        Il problema è la condizione di Ronaldo, sulla quale l’allenatore bianconero tradisce un po’ di preoccupazione: «Nella riunione di martedì è emerso che nella prima partita in Nazionale era stato meglio e nella seconda ha avuto gli stessi problemi delle ultime gare. Abbiamo preparato un programma per cercare di togliere questo acciacco che lo sta condizionando, anche mentalmente, cercando di farlo allenare allo stesso tempo. L’obiettivo è diventato la partita con l’Atletico martedì».

        Peccato che quella sfida, dopo la sconfitta degli spagnoli a Leverkusen sia diventata meno delicata per la Juve rispetto allo snodo di Bergamo, dove in inverno arrivò l’eliminazione dai quarti di Coppa Italia, con un 3-0 che resta il k.o. recente più pesante. Per il brand Ronaldo comunque nessun problema: meglio una notte di Champions che una seduta nello studio dentistico Gasperini (dal quale resta fuori Zapata).

        «Giocherei solo le grandi partite» ha confessato qualche settimana fa a France Football l’aspirante Pallone d’Oro. Ma non è del tutto vero, come testimoniano i 173 minuti giocati in Nazionale contro Lituania e Lussemburgo, nel secondo caso su un campo che definire di patate (e quindi pericoloso) è un eufemismo. Nessuno nega che il Portogallo dovesse vincere tutte e due le partite per andare all’Europeo senza passare dai playoff di marzo. Ma contro la Lituania dopo 20’ la sfida era già chiusa, con doppietta ovviamente di Ronaldo (magnifico il secondo). Che però ha voluto stare dentro fino all’83’, per segnare anche il terzo gol personale e il sesto del Portogallo.

        Contro il Lussemburgo, nonostante il risultato già indirizzato, Ronaldo è rimasto in campo fino alla fine e all’86’, con un tap-in facile, ha segnato ancora: per la patria certo, ma anche per l’ennesimo record. CR7 infatti è arrivato a quota 99 gol con la Nazionale, ad appena 10 reti dall’iraniano Ali Daei: tra i tanti primati inseguiti da Cristiano questo è uno dei più importanti, anche perché è uno dei pochi in cui l’odiato Messi (a 70 gol) è in netto ritardo.

        Adesso invece è meglio fermarsi e curarsi. A riprova che Sarri ha fatto bene a sostituire il suo campione contro Lokomotiv e Milan, nonostante il disappunto di Cristiano. Ma è anche l’occasione giusta per chiedersi se l’interesse di Ronaldo coincida sempre — e soprattutto coinciderà in futuro — con quello della Juve.


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          Totti non vuo’ fa' l’almericano

          IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «No, non torno. Nemmeno con Friedkin». Coerente e giallorosso, come sempre e da sempre. Ieri, oggi e domani, è Francesco Totti. Che azzera il sogno di chi, con il possibile cambio di proprietà, si augura di rivederlo dentro Trigoria, operativo e magari anche stimato e coccolato. Se è (e sarà ancora) a stelle&strisce, la Roma proprio gli non piace. Anzi, non la riconosce come tale. Senza togliere niente a chi c'è adesso e a chi può presto arrivare a gestirla. Niente da fare, insomma. L'ex capitano, lasciato a giugno l'incarico da dirigente (e 3 milioni di euro sul tavolo), non fa marcia indietro. Non si ingolosisce neanche quando rivolge lo sguardo al cielo cupo sopra la società che sembra improvvisamente gonfio di pioggia di milioni (di dollari) del potenziale acquirente californiano, spostatosi mercoledì a Londra, dopo il soggiorno nella capitale (con visita al Bernardini), per riunirsi con i manager del suo advisor Jp Morgan e pianificare con loro le prossime mosse per prendersi il pacchetto di maggioranza. A metà dicembre il nuovo step, cominciando dai 130 milioni (su 150) dell'aumento di capitale.

          PRESA DI POSIZIONE - L'intervista fa rumore. Proprio per la chiarezza del protagonista, invitato da Radio Radio, nella trasmissione FoodSport, all'orario giusto: metà pomeriggio, alle 17. La gente, uscendo dal posto di lavoro, viene accompagnata a casa dalla simpatia di Totti. Che, e non è una novità, sa dare spettacolo anche con le parole come ha sempre fatto con le giocate. Intrattenitore, in questo caso. A lui si sovrappone la voce di chi gli ha voluto bene e davvero: Marcello Lippi che la scorsa settimana ha dato le dimissioni da ct della Cina e che nel 2006 alzò la Coppa del Mondo insieme con il numero 10. Francesco, al momento di dare la risposta più attesa, quasi mette in imbarazzo chi gli ha appena posto la domanda. Se Friedkin lo chiama... La replica è inequivocabile, anche perché è consapevole di non essere una priorità per il californiano. È come se avesse capito che non è intenzione del possibile nuovo acquirente di coinvolgerlo: «Ho un carattere abbastanza forte, permaloso, rosicone. Quando prendo una strada la porto a termine in tutto e per tutto. Se venisse qualcuno a chiedermi di tornare alla Roma mi metterebbe in difficoltà, ma direi di no. Devo rispettare la decisione che ho preso. Voglio fare una nuova esperienza. Spero che questo americano possa venire, ma ne dubito».


          PREVISIONE INQUIETANTE - «Una volta che metti le mani dentro capisci che cosa c'è nella Roma. Io ne so qualcosa. E, comunque, mi auguro per i tifosi che la società possa tornare ad alti livelli con un presidente che metta tanti soldi e vinca tutto quello che si può vincere, senza nulla togliere a Pallotta». Totti non regala ottimiso. Ecco perché protegge Zaniolo. Ma sa che potrebbe non bastare. Lo vede già in partenza: «Io per il suo bene smetterei di fare i paragoni con me. Se continuerà così, e spero che lo faccia, meriterà tutto quello che il calcio può riservare. Cerchiamo di lasciarlo crescere, è ancora giovane. Ha capito la mentalità romana e spero che possa rimanere a Roma il più possibile anche se penso non sarà così. Se Zaniolo continuerà così meriterà tutto il bene nel calcio. Spero che possa rimanere più a lungo possibile anche se per me non sarà così. Potrebbero venderlo, poi non so se da qui a giugno possa succedere qualcosa a livello societario. Lui è un giocatore papabile. La differenza con me e De Rossi? Che noi eravamo anche romani e romanisti». A Nicolò ha affittato casa: «Lì ho messo prima Alisson che è diventato il portiere più forte del mondo. E adesso Zaniolo che da quando è entrato là dentro ha cominciato a fare gol».

          DOSE DI VELENO - Francesco non dimentica come è stato trattato negli ultimi anni della carriera. «Avercene di Totti in squadra. Penso che i problemi li creavano i giornalisti o alcuni tifosi che remavano contro Totti o contro la Roma. Io giocavo solo per la Roma, anche con una gamba sola. Non permetto a nessuno di dire che Totti abbia messo se stesso davanti al bene del club». Il futuro è la Stellar Group, agenzia inglese con cui cercare talenti per metterli su mercato. Scouting, dunque. Ma nella nuova avventura a Londra, nessun contatto con Baldini che vive lì: «Collaborerò da solo. Sarò con la mia società e basta, nessun intermediario».

          IL MESSAGGERO (U. TRANI) - « No, non torno. Nemmeno con Friedkin ». Coerente e giallorosso, come sempre e da sempre. Ieri, oggi e domani, è Francesco Totti . Che azzera il sogno di chi, con il possibile cambio di proprietà, si augura di rivederlo dentro Trigoria , operativo e magari anche ...
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            Niente Ramsey, niente Costa, c'è Bernardeschi e De Sciglio al posto di Cuadrado:

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            Szczesny
            Danilo Bonucci De Ligt De Sciglio
            Khedira Pjanic Matuidi
            Bernardeschi
            Higuain Dybala
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              Niente Ramsey, niente Costa, c'è Bernardeschi e De Scioglio al posto di Cuadrado:

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              Esulti come un bambino a Natale vedo...
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                Capisco che Bergamo non è il campo più adatto per proporre novità (Ramsey, Costa) dall'inizio, pero' abbiamo due calciatori (Ramsey e appunto Costa) che sono in forma, sono bravissimi, portano qualità e goal...e stanno in panchina...mentre Bernardeschi gioca, un giocatore che dopo 10 minuti ti dimentichi che sta in campo.

                A me sembrano scelte conservative. Va bene che poi ci sono 3 cambi, pero' pure questo Ramsey perchè non gioca mai?

                Partita comunque difficilissima e assai rischiosa. Poi è non solo contro l'Atalanta ma anche dopo la sosta e alle 15, orario infame...insomma match da allerta rossa.
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                  Inter, Conte: ''In grande emergenza, ma deve essere uno stimolo''

                  Contro il Torino out Sensi, Gagliardini, Asamoah, Politano e Sanchez. Il tecnico chiede alla squadra di stringere i denti: ''Sappiamo che bisognerà tirare fuori ancora di più del massimo dai calciatori. La lettera minatoria? Meno ne parliamo meglio è''

                  La lista degli indisponibili all'Inter resta sempre corposa: Sensi, Gagliardini e Asamoah, oltre a Politano e Sanchez. Tradotto: i nerazzurri restano in piena emergenza in vista della sfida contro il Torino in programma domani alle 18. Nonostante le defezioni Antonio Conte sottolinea come uscire da questa delicata situazione: "Dobbiamo stringere i denti, siamo ancora in grande emergenza. Questo deve essere uno stimolo ulteriore. Al tempo stesso sappiamo che bisognerà tirare fuori ancora di più del massimo dai calciatori per sopperire a questa situazione".

                  Come ha trovato la squadra dopo la sosta?
                  "Ieri abbiamo rivisto tutti i giocatori che erano in giro per le nazionali. E' inevitabile che durante la sosta diventa difficile lavorare e preparare la sfida di campionato. Oggi, nonostante il tempo non sia dei migliori, dovremo cercare di preparare bene la partita. Per quel che riguarda i recuperi rimangono indisponibili Sensi, Gagliardini e Asamoah, oltre a Politano e Sanchez".

                  Questo mini-ciclo può farvi capire il vero valore della squadra?
                  "Intanto dobbiamo ancora stringere i denti, siamo ancora in grande emergenza. Questo deve essere uno stimolo ulteriore. Al tempo stesso sappiamo che bisognerà tirare fuori ancora di più del massimo dai calciatori per sopperire a questa situazione che speriamo possa alleggerirsi dando anche a me la possibilità di fare delle scelte senza avere dei rischi. Abbiamo sette partite importanti prima di Natale e dovremo cercare di fare del nostro meglio in campionato e in Champions, sapendo che non sarà semplice passare il turno in Europa. Sapevamo però dall'inizio che non sarebbe stata una stagione semplice".

                  L'esclusione di Sensi è ancora per una questione di prudenza?
                  "Ha saltato tutto l'ultimo mini-ciclo, ora stiamo cercando di riportarlo alle migliori condizioni per poterlo far stare con noi stabilmente una volta che sarà rientrato".

                  Ha qualcosa da dire riguardo alla vicenda accaduta questa settimana (in riferimento alla lettera minatoria)?
                  "Come ho detto anche in passato, penso che dobbiamo cercare di trasmettere valori positivi per chi ci segue, per le generazioni a venire. Avevo parlato anche di come ero rimasto sorpreso dopo essere tornato in Italia. Penso non sia giusto dare spazio a questi episodi che sono negativi, diseducativi. Più spazio si dà a queste situazioni, più messaggi negativi mandiamo ai giovani. Meno ne parliamo e meglio è".

                  C'è il rammarico di non essersela potuta giocare a pieno a causa degli infortuni?
                  "Sicuramente per infortuni traumatici di D'Ambrosio, Politano e Sanchez c'è poco da fare, ma se andiamo a parlare di infortuni muscolari ci sono solo Gagliardini e Sensi. Non stiamo parlando di infortuni numerosi. Sicuramente in alcune zone della rosa se si sommano uno-due infortuni ci creano problemi perché forse non siamo così numerosi in quel reparto".

                  La partita Torino-Inter è anche un derby tra lei e Mazzarri. Cosa vi unisce e cosa vi divide?
                  "Con Walter i rapporti sono ottimi. In Inghilterra ci siamo anche affrontati e abbiamo avuto modo di stare a parlare delle nostre esperienze. Poi in campo simo avversari lui cercherà si superare l'Inter e io di superare il Torino. Ho stima in lui e di quello che ha fatto in carriera. Sta facendo molto bene al Toro, è un professionista serio che lavora moltissimo".

                  Nella gara di domani farà dei calcoli in vista della partita di Champions?
                  "Dobbiamo pensare di partita in partita, la prossima è la più importante. Siamo in emergenza e pure volendo fare dei calcoli non possiamo".

                  Quali sono le tempistiche di rientro di Gagliardini, Asamoah e Sensi?
                  "Bisogna chiedere al medico per i dettagli. Stanno lavorando e recuperando, ma hanno tempistiche differenti, andare nel dettaglio per me diventa difficile. Spero di recuperarli quanto prima".

                  Aver recuperato Lazaro può far sì che D'Ambrosio potrà essere utilizzato più da centrale che da esterno?
                  "Danilo è un giocatore recuperato. Deve trovare la migliore condizione e questa la si può ottenere solo allenandosi, però è un jolly. Può ricoprire diversi ruoli sia da esterno che da centrale. E' un giocatore importante per le caratteristiche che ha, perché ti dà la possibilità di intervenire in diversi ruoli".

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                    Capisco che Bergamo non è il campo più adatto per proporre novità (Ramsey, Costa) dall'inizio, pero' abbiamo due calciatori (Ramsey e appunto Costa) che sono in forma, sono bravissimi, portano qualità e goal...e stanno in panchina...mentre Bernardeschi gioca, un giocatore che dopo 10 minuti ti dimentichi che sta in campo.

                    A me sembrano scelte conservative. Va bene che poi ci sono 3 cambi, pero' pure questo Ramsey perchè non gioca mai?

                    Partita comunque difficilissima e assai rischiosa. Poi è non solo contro l'Atalanta ma anche dopo la sosta e alle 15, orario infame...insomma match da allerta rossa.
                    Credo che il discorso "cambi" sia fondamentale proprio per i motivi che hai scritto.
                    « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                    PRESENTI




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                    • DR. CACARELLA
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                      Vinciamo facile.
                      Cura il tuo corpo come un tempio
                      Originariamente Scritto da M K K
                      Desade grazie di esistere
                      Originariamente Scritto da AK_47
                      si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                      • THE ALEX
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                        • somewhere on planet earth
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                        La smetti???
                        « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                        PRESENTI




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                        • DR. CACARELLA
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                          Non hanno Zapata ilicic ha perso col Cagliari pareggiato con la Samp suvvia
                          Cura il tuo corpo come un tempio
                          Originariamente Scritto da M K K
                          Desade grazie di esistere
                          Originariamente Scritto da AK_47
                          si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                          • Sean
                            Csar
                            • Sep 2007
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Tre partite di particolare importanza e complessità in questo sabato: si comincia alle 15 con Atalanta-Juve di cui abbiamo detto; si prosegue alle 18 con Milan-Napoli e si finisce alle 20,45 con Torino-Inter (i giornali insistono sull'emergenza-Inter, ma l'unica vera assenza è quella di Sensi in pratica.

                            Sia il Milan che il Napoli sono più o meno in crisi e dunque una sconfitta sarebbe grave per la classifica e anche per gli umori interni.
                            Last edited by Sean; 23-11-2019, 13:03:54.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Marotta possibile testimone sul caso Petrachi

                              IL TEMPO (A. AUSTINI) - Prove, accuse, memorie difensive e testimoni. Come ogni indagine che si rispetti, il caso di Petrachi all'esame della Procura Figc si arricchisce di giorno in giorno di nuovi elementi. Dopo l’acquisizione da parte degli inquirenti dei contratti di Freddi Greco e Bucri, ceduti gratuitamente dalla Roma al Torino, in cambio del via libera di Cairo per i il direttore sportivo ancora è sotto contratto coni granata, a breve si potrebbe allargare la lista dei testimoni. La Roma vorrebbe infatti che venissero ascoltati, in difesa di Petrachi sentito in audizione lo scorso 21 ottobre, anche l’ad giallorosso Fienga, il segretario generale Longo, l'ad dell’Inter Marotta e il procuratore di Dzeko, Martina. Questi ultimi due potrebbero infatti spiegare alla Procura tempi e modi della trattativa che poteva portare l'attaccante bosniaco al club nerazzurro. Che è poi l'origine dell’indagine, nata da un’incauta dichiarazione di Petrachi che parlò in conferenza stampa di un incontro fatto con l'Inter «a maggio», quando Cairo non lo aveva ancora liberato nonostante le dimissioni presentate: qualora fosse accertata, sarebbe una violazione al regolamento dei direttori sportivi che poterebbe al deferimento dinanzi al Tribunale di giustizia federale con possibile squalifica del dirigente più ammenda alla Roma stessa. La Procura ha già ascoltato i dirigenti del Torino, ha puntato i fari anche sul viaggio del 4 giugno di Petrachi insieme a Fienga a Madrid per incontrare Fonseca - anche quello avvenuto prima del passaggio ufficiale del diesse ai giallorossi - e ora deve decidere se accogliere la richiesta dei legali della Roma. L'avvocato Antonio Conte è in attesa di capire se verrà chiesta, come è ormai assai probabile, una proroga delle indagini visto che i termini scadono martedì prossimo.

                              IL TEMPO (A. AUSTINI) - Prove, accuse, memorie difensive e testimoni. Come ogni indagine che si rispetti, il caso di Petrachi all'esame della Procura Figc si arricchisce di giorno in giorno di nuovi elementi. Dopo l’acquisizione da parte degli inquirenti dei contratti di Freddi Greco e Bucr...
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Hai invertito orari tra milan ed Inter
                                Cura il tuo corpo come un tempio
                                Originariamente Scritto da M K K
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                                Originariamente Scritto da AK_47
                                si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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