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Il fratello diceva le stesse str0nzate, sulla falsariga de "se avessi un coglione in più e un po' di panna sarei un banana split"
Originariamente Scritto da Alberto84
Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debe
Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
Originariamente Scritto da Zbigniew
Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
Sean, per ipotesi, vlahovic non fosse arrivato a gennaio, avresti preferito a giugno,l'arrivo di vlahovic e il centrocampo attuale,o milinkovic Savic,e l attacco formato da Kean e morata? Domanda difficile.
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Vlahovic alla fiorentina quanti milinkovic savi aveva a supporto?
La Juve credo che nell'intera sua storia non abbia mai esonerato un allenatore che aveva vinto lo scudetto...quindi è chiaro che mandare via Sarri (per prendere Pirlo...) sia stato un errore...ma purtroppo aveva rotto con parte della rosa. Non c'era feeling...fa però anche capire che la dirigenza iniziava a prendere lucciole per lanterne e si sentiva infallibile.
In realtà era successo l anno precedente
Scudetto ed esonero
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
La Lazio di Sarri e degli spagnoli Luis Alberto e Pedro dà una lezione all’Inter dell’ex Simone Inzaghi, un tempo idolo della curva laziale. Bruttissima botta per l’Inter, il 3-1 dell’Olimpico apre scenari foschi per quella che molti pensavano fosse la squadra più forte del campionato. Ma evidentemente non è così, alle spalle di Lukaku e Lautaro non c’è più una squadra così esaltante, anzi. Sarri invece è alle stelle, è riuscito a convincere Lotito a costruirgli la squadra che voleva lui, e ora non è solo la Lazio di Immobile. “Stiamo dando segnali” annuncia il guru. E intanto Luis Alberto addirittura doveva partire e andarsene al Siviglia invece è tornato a essere ancora una volta il protagonista, insieme a Pedro…
Il tarlo che si insinua sull’Inter, e il Fattore C di Sarri
Se volevate il peperoncino sul campionato, eccovelo servito. E pure molto piccante. I tre gol della Lazio all’Inter sono lì scodellati, pronti a farvi discutere e soprattutto sconvolgere schemi e convinzioni. Abbiamo cominciato l’estate del mercato convinti appunto che l’Inter che si stava mettendo in piedi fosse la squadra più forte e completa, in grado di ribaltare subito l’ordine prestabilito e soprattutto il trauma dello scudetto al Milan.
Oggi non abbiamo più tutte queste certezze sull’Inter, abbiamo il sospetto che la coppia Lukaku-Lautaro sia un ingannevole specchietto per le allodole, ci si chiede perché il Chelsea abbia buttato dalla finestra 100 e passa milioni pur di restituire Lukaku al mittente, e per il resto della squadra troviamo poco attraente tutto quello che ci piaceva negli ultimi due anni: da Brozovic a Barella, da Skriniar ad Handanovic. Lo scorso anno campioni, quest’anno bidoni? Il tarlo s’insinua…
Simone Inzaghi, sicuro, dovrà spalar via ulteriore melma di scetticismo nei suoi confronti. Soprattutto ora che Sarri ha regalato alla Lazio questa notte di sogni e luminarie. Quando vinci con i gol di Luis Alberto, che come ogni estate ha cercato di andar via (al Siviglia) ma poi una volta capito che non ci sono chances come sempre si rivela decisivo, e Pedro, fuoriclasse spagnoli in panchina, si può dire che sei stato uno stratega perfetto e geniale, oppure che hai avuto una grandissima fortuna (Fattore C).
Per vincere solitamente serve tutto: i campioni, la strategia, il Fattore C. E se Sarri avesse finalmente trovato l’ispirazione per il mix giusto, potrebbe anche fare il capolavoro della sua carriera. Nell’attesa cominciamo a rimescolare il mazzo di carte.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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Cristiano Ronaldo si propone al Napoli: ecco l’operazione che porta allo scambio con Osimhen
Il Manchester United pronto ad un’offerta per Osimhen di 100 milioni, il Napoli ne chiede 130. Regista dell’operazione l’agente di CR7 Jorge Mendes
Ti aspetti il portiere e ti ritrovi un attaccante. E mica uno qualsiasi! Del resto neanche Keylor Navas lo è, e la trattativa per il portiere del Psg va avanti. Il Napoli irrompe sulla scena degli ultimi giorni di mercato con una idea di quelle folli, che invece non è del tutto fantasiosa: Cristiano Ronaldo. CR7 non è una stella (è proprio il caso di dire) caduta dal cielo all’improvviso. È una concreta (più o meno) possibilità di cui si parla in casa azzurra già da luglio. È una forte tentazione del presidente Aurelio De Laurentiis, che dialoga costantemente con Jorge Mendes (è anche l’agente di Navas del Psg) e ha raccolto la richiesta dell’attaccante portoghese, in rotta con il Manchester United.
Sì, perché è Ronaldo che guarda (anche) in Italia; sempre lui che scalpita per giocare la Champions. E ancora lui che subisce da tempo il fascino della piazza di Napoli. Domanda: l’ingaggio di 24 milioni di euro non è fuori orbita per un club come il Napoli che finora ha intrapreso la strada della decurtazione di stipendi molto meno onerosi? Non c’è alcun trucco nell’operazione, ma una strada che potrebbe essere percorribile. Il Manchester United vuole Victor Osimhen (a segno anche contro il Monza domenica scorsa) al centro dell’attacco, e (secondo Mendes) è pronto a fare un’offerta indecente al Napoli (100 milioni, De Laurentiis ne chiede 130), pagando al portoghese l’85 per cento dell’ingaggio. Dal punto di vista finanziario sarebbe un’operazione perfetta, non proibitiva. Altra domanda: il centravanti nigeriano — che a Napoli sta bene — si trasferirebbe? Difficile dire di no all’opportunità della Premier, per di più in una squadra prestigiosa e competitiva che ha piazzato il colpo Casemiro, pagandolo 80 milioni. Nel gioco delle parti ci sta pure il tweet dell’agente del centravanti nigeriano, Roberto Calenda, che dice: «Nessuna trattativa in corso, nessuno scambio. Osimhen è un giocatore del Napoli e vuole giocare la Champions con il suo club dopo averla conquistata con orgoglio sul campo». Come dire: non sarà mai dipeso da noi.
Ronaldo e Osimhen, l’uno al posto dell’altro: per ora è un gioco di tasselli che devono incastrarsi. Non è certo semplice. Cristiano Ronaldo vuole un grande club, ha provato a vestire la maglia del Bayern di Monaco così come quelle del Chelsea e dell’Atletico Madrid. Ha ricevuto imbarazzanti rifiuti: è un calciatore ingombrante, ritenuto difficile da gestire. Nei suoi sogni resta comunque il ritorno a casa, lì dove tutto è iniziato, allo Sporting Lisbona: la sua città, la sua gente, la sua Champions. I media spagnoli credono di più a questa eventualità, ma l’ultima settimana di mercato non è mai prevedibile e dunque se il Manchester formula l’offerta tutto può accadere, visto che c’è la volontà del calciatore.
Cristiano Ronaldo, 37 anni (altra circostanza che va nel senso opposto al ringiovanimento della rosa che il Napoli sta attuando), rappresenta il grande bagaglio di esperienza e di personalità che Spalletti reclama dopo gli addii eccellenti di Koulibaly, Ospina, Mertens e Insigne. Un gap che già con Navas si colmerebbe, ma l’idea di avere in squadra l’uomo che ha vinto cinque Champions e altrettanti Palloni d’oro e che lo scorso anno in Premier ha messo a segno 18 gol è affascinante. Sportivamente e anche (forse anche di più) mediaticamente.
CorSera
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Mi sa che ricordi male. L'ho sempre definito "il Conte dei poveri" e ho sempre tifato per il ritorno di Allegri. Fai un giretto nell'archivio che aiuta a mettere a fuoco la memoria.
Al massimo in una opzione a 3 (Spalletti, Inzaghi, Pochettino) posso aver scritto di ingoiare lui ma "volerlo alla Juve" vuol dire desiderare che venga...e questo proprio mai, non sono un fan di Inzaghi.
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La Lazio di Sarri e degli spagnoli Luis Alberto e Pedro dà una lezione all’Inter dell’ex Simone Inzaghi, un tempo idolo della curva laziale. Bruttissima botta per l’Inter, il 3-1 dell’Olimpico apre scenari foschi per quella che molti pensavano fosse la squadra più forte del campionato. Ma evidentemente non è così, alle spalle di Lukaku e Lautaro non c’è più una squadra così esaltante, anzi. Sarri invece è alle stelle, è riuscito a convincere Lotito a costruirgli la squadra che voleva lui, e ora non è solo la Lazio di Immobile. “Stiamo dando segnali” annuncia il guru. E intanto Luis Alberto addirittura doveva partire e andarsene al Siviglia invece è tornato a essere ancora una volta il protagonista, insieme a Pedro…
Il tarlo che si insinua sull’Inter, e il Fattore C di Sarri
Se volevate il peperoncino sul campionato, eccovelo servito. E pure molto piccante. I tre gol della Lazio all’Inter sono lì scodellati, pronti a farvi discutere e soprattutto sconvolgere schemi e convinzioni. Abbiamo cominciato l’estate del mercato convinti appunto che l’Inter che si stava mettendo in piedi fosse la squadra più forte e completa, in grado di ribaltare subito l’ordine prestabilito e soprattutto il trauma dello scudetto al Milan.
Oggi non abbiamo più tutte queste certezze sull’Inter, abbiamo il sospetto che la coppia Lukaku-Lautaro sia un ingannevole specchietto per le allodole, ci si chiede perché il Chelsea abbia buttato dalla finestra 100 e passa milioni pur di restituire Lukaku al mittente, e per il resto della squadra troviamo poco attraente tutto quello che ci piaceva negli ultimi due anni: da Brozovic a Barella, da Skriniar ad Handanovic. Lo scorso anno campioni, quest’anno bidoni? Il tarlo s’insinua…
Simone Inzaghi, sicuro, dovrà spalar via ulteriore melma di scetticismo nei suoi confronti. Soprattutto ora che Sarri ha regalato alla Lazio questa notte di sogni e luminarie. Quando vinci con i gol di Luis Alberto, che come ogni estate ha cercato di andar via (al Siviglia) ma poi una volta capito che non ci sono chances come sempre si rivela decisivo, e Pedro, fuoriclasse spagnoli in panchina, si può dire che sei stato uno stratega perfetto e geniale, oppure che hai avuto una grandissima fortuna (Fattore C).
Per vincere solitamente serve tutto: i campioni, la strategia, il Fattore C. E se Sarri avesse finalmente trovato l’ispirazione per il mix giusto, potrebbe anche fare il capolavoro della sua carriera. Nell’attesa cominciamo a rimescolare il mazzo di carte.
Ma chi catso ha scritto questo articolo? Ma si puo' fare il funerale all'Inter dopo una sola partita persa? I giocatori sono i soliti...gli stessi dello scudetto...gli stessi che l'anno scorso sono arrivati 2° per 2 punti...
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I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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