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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPerò mi pare Tuchel il malandrino...cioè vanno per darsi la mano e Tuchel quasi gli stacca il braccio a Conte...la reazione è di conseguenza.
Originariamente Scritto da SergioSei un coglione.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioPerò mi pare Tuchel il malandrino...cioè vanno per darsi la mano e Tuchel quasi gli stacca il braccio a Conte...la reazione è di conseguenza.
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Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza MessaggioDa quanto ho capito Tuchel l'ha trattenuto perché Conte gli ha dato la mano senza manco guardarlo in faccia, infatti il tedesco gli fa subito il gesto di guardarlo negli occhi
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Vabbè, classici nervosismi da fine partita. Ha ragione Pesca: un pò di show estivo...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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5 delle 7 sorelle hanno vinto (inter, mazembe, roma, lazio e fiorentina). Domani le altre 2.
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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'Sono stato accolto come una star, l'invidia è una brutta bestia nello sport, come nella vita.
Chi mi attacca vorrebbe stare qui con me. Non potete immaginare quanti miei colleghi di Serie A mi hanno chiamato perché vogliono venire a giocare qui. Sto parlando di giocatori anche di prima fascia'.
Bernardeschi da Toronto
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio'Sono stato accolto come una star, l'invidia è una brutta bestia nello sport, come nella vita.
Chi mi attacca vorrebbe stare qui con me. Non potete immaginare quanti miei colleghi di Serie A mi hanno chiamato perché vogliono venire a giocare qui. Sto parlando di giocatori anche di prima fascia'.
Bernardeschi da Toronto
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio'Sono stato accolto come una star, l'invidia è una brutta bestia nello sport, come nella vita.
Chi mi attacca vorrebbe stare qui con me. Non potete immaginare quanti miei colleghi di Serie A mi hanno chiamato perché vogliono venire a giocare qui. Sto parlando di giocatori anche di prima fascia'.
Bernardeschi da Toronto
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Nella sfida indiretta tra Lazio di Sarri e la Roma di Mourinho (entrambe vincenti), il solito Ciro Immobile fa più di Dybala e strappa la vittoria sul Bologna. Forse dalla Roma di Mourinho ci si aspetta un po’ troppo…
Più Immobile di Dybala
Dopo Milano, Roma. La prima di campionato si è divertita a giocare dei derby indiretti, puntando sul confronto a distanza. Se vincono tutte, come è successo prima a Milan e Inter e poi a Lazio e Roma, resta difficile stabilire dei punti fissi e uscire fuori con certezze assolute dopo Lazio-Bologna e Salernitana-Roma.
La Lazio di Sarri sembra aver avuto più carattere, è uscita fuori da una situazione parecchio complicata subito a inizio partita, la goffa e ridicola espulsione del portiere Maximiano, arrivato questa estate, che para con le mani un pallone fuori area. Si parla tanto di Sarri, di mercato che per una volta con Lotito è stato ottimo, abbondante e dispendioso, ma alla fine l’uomo che conta più di tutti è sempre Ciro Immobile, i cui gol continuano a pesare tantissimo. E’ lui la certezza della Lazio, più di chiunque altro, dentro e fuori del campo.
Mourinho ha schierato l’attacco con tutte le sue superstar – Dybala, Zaniolo e Abraham – che hanno prodotto delle occasioni, ma non sono state sufficientemente pericolosi. Dybala ha giocato al 50% delle sue possibilità. E alla fine la differenza l’ha fatta Cristante. C’è molta attesa intorno alla Roma, la richiesta di qualità e spettacolo è altissima. Forse pure troppo.
SERIE A 2022-2023 1a GIORNATA Sabato 13 agosto 2022 Milan - Udinese 2-2 (2' Becao M, 12' Hernandez rig. M, 15' Rebic M, 45'+4 Masina U, 46' Brahim Diaz M, 68' Rebic M) Sampdoria - Atalanta 0-2 (26' Toloi A, 90' Lookman U) Lecce - Inter 1-2 (2' Lukaku I, 48' Ceesay L, 90'+5' DUMFRIES
Lunedì 15 agosto 2022Verona – Napoli 18.30Juventus – Sassuolo 20.45
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Il Ferragosto nero di Dazn, al calcio manca una rotella
Domenica surreale per i guai con la app in tutta Europa: partite oscurate e utenti furiosi. Il caso politico unisce Pd, Salvini e Calenda
di Maurizio Crosetti
Nella civiltà dell'immagine, se una cosa non si vede non esiste. Dunque, possiamo affermare che la prima domenica di campionato per buona parte non sia esistita: l'hanno tramandata racconti epici, una tradizione orale che comincia con Omero e finisce (magari finisse) con Dazn. Un'apocalisse tragica e dunque comica, di fronte alle quale persino i grotteschi imbarazzi del passato (pause, interruzioni, lentezze, rotelline) impallidiscono: perché stavolta è crollato proprio tutto. E la rotella è quella che manca.
Di fronte al vuoto di Lazio-Bologna, Fiorentina-Cremonese, Salernitana-Roma e Spezia-Empoli, gli utenti inferociti hanno strabuzzato gli occhi al video, dove stava scritto "problema inaspettato": ma l'unica cosa inaspettata di Dazn sarebbe che funzionasse. Un guaio, a sentire loro, "per un numero circoscritto di utenti": come no, alcune centinaia di migliaia.
Il buio assoluto è precipitato proprio nel calcio di Ferragosto, quello dei tifosi in vacanza, tenuti in vita e nutriti dal cordone ombelicale di tablet, smartphone e pc: per fortuna esiste ancora la vecchia radio. Un'ipotesi che circolava ieri è che Dazn avesse fatto l'aggiornamento della piattaforma per non consentire il doppio utilizzo, la novità di questa stagione che aveva già fatto imbufalire gli abbonati, abituati a condividere l'utenza e dimezzare i costi.
In poche ore il pasticcio Dazn è diventato un caso politico. Il Pd ha inoltrato una segnalazione urgente ad AgCom per accertare eventuali violazioni degli accordi sulla qualità del segnale. Quale segnale? Pure Calenda e Salvini si accodano: così Dazn irrompe in campagna elettorale e mette tutti d'accordo, nella migliore tradizione di non mantenere mai le promesse. Forse vincerà le elezioni chi saprà eliminare per sempre non l'inflazione o la recessione, ma il buffering. Questo infatti è diventato il nostro calcio: un mistero buffering.
Peggio che negli anni Settanta, quando la Serie A in tivù si riduceva a 45', a sorpresa, di una partita e in bianco e nero la domenica sera, ma quelli almeno si vedevano. Il caos Dazn non è primordiale, è mondiale: colpa non della rete, stavolta, né delle eventuali debolezze digitali italiane, ma della app, dunque un problema ben più grave che va dalla Germania al Giappone. E chissà che succede stasera, quando nel campionato piomba la Juve.
Il giorno più surreale nella storia del calcio in tivù ha oscurato scene mitiche: come l'espulsione del portiere laziale Maximiano, il debuttante pagato 10 milioni che ha abbrancato la palla con le mani fuori area, o come l'autorete del povero Radu, lui quasi più recidivo di Dazn nello sbagliare tutto, capace di portarsi il pallone in porta, condannando la Cremonese come già l'Inter l'anno scorso con la papera che costò uno scudetto.
Grazie al link messo in circolo su Twitter, Dazn ha in parte turato la falla, mostrando le gare in versione "lite" (non quelle, presumibili, da tribunale: queste si pronunciano "làit"...). Si sono salvati soltanto gli abbonati a Zona Dazn, cioè coloro che scuciono altri 5 euro al mese e vengono protetti dal satellite o dal digitale terrestre. Andatelo a dire a chi già paga, talvolta invano, gli abbonamenti a Dazn, Sky e Amazon per poter gustare le frattaglie di campionato e Champions.
Ma il pasticcio può travolgere anche la Lega Calcio, che un anno e mezzo fa ha scelto Dazn senza sapere se il servizio sarebbe stato garantito: e a nessuno sfugge che i diritti televisivi siano la principale fonte di guadagno dei club. Eppure viviamo nel flusso dell'informazione orizzontale, istantanea e digitale, dove la tecnologia è al servizio della rapidità. Invece è puro teatro dell'assurdo: oggi Samuel Beckett non aspetterebbe Godot ma Rabiot.
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L'analisi di Sconcerti: Milan, la vittoria più facile; Mourinho-Sarri e la nuova rivalità
La Juventus non ha un regista, dipende tutto da Vlahovic. La prima giornata vede vincere le favorite, ma a inizio anno tutte le squadre sono libere mentalmente.
di Mario Sconcerti
Hanno vinto finora tutte le favorite, ma il Milan con una facilità in più. Non è una grande scoperta. A inizio stagione tutte le squadre sono libere mentalmente, hanno l’intero potere di se stesse. Sarà il tempo a trovare le differenze.
Oggi i piccoli non sanno ancora di esserlo, giocano come se avessero l’universo spalancato. La prima partita ha detto che la differenza già si nota. La regolarità di tanti risultati incerti si deve a questa realtà di fondo che pesa da subito. Perché è tanta, favorisce la logica stessa del calcio, per differenza di ricchezza ormai ben divisa in porzioni.
Nella giornata un fenomeno strano è stato l’accettarsi come avversari diretti di Lazio e Roma. Sarri dice che se Mourinho arriva secondo ha fallito. Mourinho risponde che la Roma ha speso solo sette milioni di mercato contro 39. Non è mai così facile accettarsi. Pioli e Inzaghi non hanno mai dibattuto.
Ognuno ha esplorato il proprio territorio. Questo salto di qualità rappresenta il tracciamento di una diversità, il riconoscimento un po’ peloso dell’avversario. Roma e Lazio giocano lo stesso campionato e si inseguono a vicenda. Non è solo una bandiera pigra, è una novità intellettuale profonda. Significa disporre della prima sfida, quella più interiore, la più ferina. Sinonimo di coscienza, di nessuna volontà di scappare. Vedremo. Ma l’inizio è già spettacolare.
Vuol dire che la corsa è fatta di corsie interne, quelle viscerali e misteriose, però coniugate, non fuggite. Sinonimo di forza o di rabbia, certamente di spettacolo. Juventus e Napoli cominciano stasera. Tutti parlano della nuova Juve, nessuno del nuovo Sassuolo che non ha più Scamacca e ha perso Traore per infortunio, più Raspadori in linea di lancio.
La Juve è stata fino a oggi un po’ confusionaria. La sua reale novità sono i soldi, dover fare i conti fra quel che vuole e quel che può. Se prendi Di Maria per una stagione e Pogba per 4, da una parte hai commesso un errore. Due filosofie opposte non si contestano. Mancava un regista e manca ancora. Quello che si trascura è Vlahovic. Se è uno come gli altri è stato buttato il jolly. È da lui che deve arrivare la differenza. Il grande centravanti è nella regola autonomo. Ma quando si pensa alla Juve si continua a pensare a una squadra che deve portargli palloni. Non è così. Il Grande centravanti realizza quello che trova, inventa nel poco, è un padre da tempo di guerra, trasforma in cibo quello che c’è.
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Inter, Inzaghi e i dilemmi mercato e difesa:«Gli altri comprano ma noi ci saremo»
Mercato, obiettivi e il faticoso successo di Lecce per l'allenatore dell'Inter: «Non mi fa sorridere quando scrivono che vendiamo. Ci manca un centrale»
Simone Inzaghi ha poca voglia di scherzare, sul mercato, sull’asticella delle aspettative, ma anche sulla gestione delle partite dopo lo scampato pericolo di Lecce. E ci mancherebbe: per chi ha perso il campionato per due punti, iniziare con un pareggio sul campo della squadra dal budget più ridotto di tutta la serie A (e anche di diverse squadre di B), avrebbe rappresentato qualcosa di più di una falsa partenza. Il gol scaccia-paure è arrivato sul gong e con una deviazione anche un po’ fortunosa di Dumfries, ma non si può dire che l’Inter non abbia cercato in tutti i modi di vincere una partita che aveva preso una piega inaspettata per meriti dell’avversario, ma soprattutto per demeriti nerazzurri.
Detto questo — e salvato anche l’approccio alla gara con il gol lampo di Lukaku gentilmente confezionato dai due titolari a sorpresa, Dimarco terzo a sinistra di difesa e Darmian — la novità più rilevante del debutto interista è il nuovo piglio di Inzaghi, che al secondo anno di Inter sa che si gioca tantissimo anche a livello personale e manda messaggi forti e precisi, senza voler mollare nulla, come la sua squadra al 95’. Un punto di partenza non banale. Se il messaggio del campo, con gli attaccanti tutti assieme nel finale, può consegnare qualche alternativa offensiva per il prossimo futuro, il terreno su cui si è già visto un altro Inzaghi è diverso e si chiama personalità: «Non rido, perché siamo in una situazione in cui gli altri acquistano e l’Inter deve guardare di tenere i propri giocatori. Sinceramente su questo argomento non mi va di scherzare tanto, l’ho detto anche venerdì in conferenza: lottiamo per vincere su tutti i fronti, ma quando osservo che gli altri acquistano ogni giorno e vedo la mia Inter sui giornali per vendere, questa cosa non mi fa sorridere — ha detto Simone a Sky —. Se ho avuto segnali di questo tipo? No, la squadra è questa, ci manca un centrale, che arriverà».
Tutto chiaro, insomma. Il radar non segnala nuove offerte per Skriniar e Dumfries. E anche se dovessero arrivare, l’allenatore non si aspetta sorprese. Il mercato però è ancora lungo e questa sorta di battaglia di posizione rischia di logorare i nervi e di togliere energie pure al gruppo. Anche per questo Inzaghi tiene il punto, confortato dalla reazione e dalla vittoria nel finale, una scarica di adrenalina che può far bene. Per il resto, quel che si è visto sul campo bagnato del Salento non è stato un granché: di fronte a 7 debuttanti in A e in vantaggio dopo 82”, l’Inter ha abbassato i ritmi confermando di essere vulnerabile, con una tendenza ad allungarsi troppo quando la palla non gira con i tempi giusti. Brozovic, reduce da un colpo al polpaccio è sempre il termometro della squadra: se la temperatura scende, tutto si fa più macchinoso, meno fluido e adesso con Lukaku là davanti — a caccia della profondità — la questione è ancora più evidente.
La bassa velocità, il fatto di subire sempre almeno un gol, l’eredità di Perisic impossibile da raccogliere e quindi Gosens da utilizzare secondo le sue caratteristiche: quando Inzaghi ammette che ci sono diversi argomenti su cui confrontarsi con la squadra ha ragione e la cifra di 137 palloni persi è un po’ l’estrema sintesi di tutto quello che non ha funzionato. Con lo Spezia, per la prima a San Siro,servirà già un’altra Inter. Un altro Inzaghi c’è già.
CorSera...ma di noi
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