Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    • Franciacorta
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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
    Il senso di coprire l'Italia e parte dell'Europa?




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    Forse intendono dire che l'Inter domina l'Europa...l'Europa è territorio interista!
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • marcu9
      Bodyweb Advanced
      • May 2009
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      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Monza, arriva Petagna. Simeone al Napoli

        Si è sbloccata la doppia trattativa Petagna-Simeone. L'attaccante del Napoli ha avuto il via libera per andare a fare le visite mediche a Monza. Prestito oneroso con obbligo di riscatto la formula. Dopo Petagna si è sbloccata la trattativa relativa a Simeone: l'argentino domani potrebbe approdare a Napoli, dopo una fase di stallo per il cambio formula voluto dal presidente De Laurentiis.


        Repubblica
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • sylvester
          Bodyweb Senior
          • Dec 2004
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          Tornando al discorso allenatori,
          Quanto ha fatto smiliardare il Pep dal post Barcellona ad oggi?
          E quanto ha raccolto?









          "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
          Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
          vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

          (L. Pirandello)

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          • robybaggio10
            Bodyweb Senior
            • Dec 2011
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            • Franciacorta
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            Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
            Tornando al discorso allenatori,
            Quanto ha fatto smiliardare il Pep dal post Barcellona ad oggi?
            E quanto ha raccolto?
            Poca roba...18 trofei...

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            I SUOI goals:
            -Serie A: 189
            -Serie B: 6
            -Super League: 5
            -Coppa Italia: 13
            -Chinese FA Cup: 1
            -Coppa UEFA: 5
            -Champions League: 13
            -Nazionale Under 21: 19
            -Nazionale: 19
            TOTALE: 270

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            • sylvester
              Bodyweb Senior
              • Dec 2004
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              Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
              Poca roba...18 trofei...

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              intendo QUEL trofeo...









              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

              (L. Pirandello)

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              • robybaggio10
                Bodyweb Senior
                • Dec 2011
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                Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
                intendo QUEL trofeo...
                Quindi Di Matteo lo mettiamo tra i migliori allenatori della storia del calcio.

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                I SUOI goals:
                -Serie A: 189
                -Serie B: 6
                -Super League: 5
                -Coppa Italia: 13
                -Chinese FA Cup: 1
                -Coppa UEFA: 5
                -Champions League: 13
                -Nazionale Under 21: 19
                -Nazionale: 19
                TOTALE: 270

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                • Fabi Stone
                  Bodyweb Senior
                  • Jan 2015
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                  Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                  Quindi Di Matteo lo mettiamo tra i migliori allenatori della storia del calcio.

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                  È regolare (cit).

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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
                    • 120000
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                    • In piedi tra le rovine
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                    L’analisi di Sconcerti: Milan e Inter avanti poi Roma e Juve. Ma i migliori sono Di Maria e Lukaku

                    Di Maria e Lukaku i migliori, Dybala potrebbe tornarci, Osimhen potrebbe andare oltre, Berardi non riempie gli occhi di chi non sa guardare, Vlahovic fenomeno triste, ma sicuro

                    di Mario Sconcerti

                    La prima cosa bella del campionato in arrivo è che per qualche giorno non entreremo nella vita di Totti, Ilary e Noemi lasciando a loro e a noi un po’ di libertà. L’altra è che dopo tanto tempo almeno quattro squadre giocheranno per vincere lo scudetto. Il quarto posto sarà di nuovo una consolazione, ma non un vero traguardo.

                    A me sembra ci siano due squadre pronte, Milan e Inter, più due grandi squadre da finire di costruire, Roma e Juve. Il Napoli è indietro in questa corsa. Ha perso Koulibaly, Insigne, Ospina, Mertens, Fabian Ruiz, i sostituti sono giovani a cui dobbiamo ancora fare l’occhio. Il Napoli oggi va messo alle spalle delle prime quattro. La Lazio è una certezza che non arriva mai a completarsi. La Fiorentina è molto interessante, ma non ha quei livelli nella testa. L’Atalanta ricomincia dal sicuro, ma ricomincia.

                    Le quattro squadre di testa hanno più cose. Non va trascurata nel conto la differenza dei tecnici. Per ridisegnare la Juve non hai mai tempo, sei subito pressato. Il Milan è l’unica squadra davvero giovane, va capito al secondo anno quanto questo porti vantaggio e dove apra qualche limite. Vincere due volte va pensato, impegna mentalmente molto più che vincere la prima volta. L’Inter è quella forse più leggera in panchina. Si può girare intorno all’argomento, ma la sensazione è che Conte non sarebbe arrivato secondo. Cosa avrà imparato Inzaghi dal suo primo anno? Ha soluzioni diverse, una tenuta migliore sui cambi, pensa di aver sbagliato qualcosa nella gestione? E che cosa si è preparato di diverso? Sono problemi che la Roma non ha. La Roma ha uno dei tecnici più vincenti ed esperti al mondo. Mourinho fa confusione e polemiche, ma sbaglia poco. E sa quando blandire un arbitro o quando aprire la rivolta.

                    L’altro aspetto diverso di questo campionato è il suo invecchiamento. I giovani sono andati tutti alle squadre di fascia medio bassa. Le prime si sono nutrite quasi soltanto di vecchiaia illuminata. Il Milan è stato una via di mezzo, fra De Ketelaere e Origi, le altre hanno puntato ai grandi costi zero. La Roma ne ha elevato il mezzo a strategia prendendo Dybala, Matic, Wijnaldum, più Belotti in arrivo. Si apre un campionato di forti riequilibri economici. Era tempo. Ma non so cosa porterà. Il calcio è imprevedibile perché mescola due geometrie opposte, entrambe in arrivo dai ricordi di scuola. Si gioca su una tavola, quindi con le regole del vecchio Euclide. Ma sul piano si maneggia una sfera, cioè lo spazio curvo di Einstein. Per capire la differenza di conseguenze, basterebbe disegnare un triangolo sul pallone. Salterebbe l’eterno teorema di Pitagora, un classico delle nostre gioventù. La somma degli angoli del triangolo disegnato darebbe più di 180 gradi. Riassumendo, la palla è rotonda mentre noi viviamo solo in un mondo piano.


                    Per questo alla fine decideranno i grandi giocatori, cioè gli artisti portati a declinare i trucchi delle due geometrie. I migliori in assoluto sono due, Di Maria e Lukaku, entrambi con un contratto di un anno, a conferma della criticità del nostro calcio. Lautaro si avvia a quel genere d’importanza, Dybala potrebbe tornarci, Osimhen potrebbe perfino andare oltre, Berardi è il più regolare da molti anni ma non riempie mai gli occhi di chi non sa guardare. Vlahovic è un fenomeno triste, ma sicuro. Zaniolo è il più moderno dei fantasisti, con qualità e fisico. La sua modernità non è nella classe, ma nel disordine che porta. È una macchina senza pilota, il suo vantaggio è non sapere dove andrà. Non costruisce, spiana. Pessina potrebbe essere una sorpresa, Jovic gioca come pochi al calcio, ma gli si chiedono solo gol, forse la cosa che ha meno. È quasi un dieci, non un centravanti.

                    Nella strana Juve che non finisce mai di costruirsi, Pogba può essere l’energia che porta equilibrio. Conterà molto Asllani nell’Inter e abbastanza Mkhitaryan. Mi piace a sprazzi il georgiano del Napoli che non so ancora scrivere. Mi piace moltissimo Raspadori, il giovane più completo che abbiamo. Così come si dice un gran bene di Radonjic. Peserà Ederson, brasiliano vero. Crescerà Locatelli. Spero infine di vedere un buon gioco verticale. Faccio fatica a considerare modernità venti passaggi al portiere o un possesso palla di tre minuti che non porta a un tiro. Siamo inquinati da statistiche che hanno poco senso nel mondo delle due geometrie.

                    Chiudo con gli arbitri. Diventeranno ottimi se noi smetteremo di giudicarli a ogni contatto. Perché i primi a non essere obiettivi sono i nostri giudizi di tifosi.

                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Sean
                      Csar
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Inter, Inzaghi blinda Skriniar: «Mercato in uscita chiuso»
                      (Paolo Tomaselli) La sorpresa della vigilia del campionato arriva da Appiano Gentile, dove Simone Inzaghi chiude in modo perentorio il mercato dell’Inter: quello in uscita, che agitava il sonno dei nerazzurri sempre alla ricerca di una sostenibilità economica. Un avviso chiaro e forte ai naviganti, avversari compresi. «La squadra è quella che ho concordato con la società e con la proprietà. E sarà questa — sottolinea Inzaghi — . In entrata ci manca un centrale per sostituire Ranocchia, ma non devo parlarne adesso. Per il reso il mercato in entrata e in uscita è chiuso ed è giusto che non se ne parli più. La squadra deve rimanere questa. E il mio focus è sul Lecce, non sul mercato». Parole chiare, il Paris Saint Germain che voleva Skriniar è avvertito. E forse non solo lui.


                      Juventus, tentativo per Muriel
                      (Simone Golia- Redazione gianlucadimarzio.com) Alla ricerca di un vice Vlahovic. O di un altro attaccante che gli possa giocare accanto. È questa la priorità per quanto riguarda il mercato della Juventus, che in cima alla lista ha messo il nome di Memphis Depay. L’olandese è in uscita dal Barcellona, ma nelle ultime ore sono nate delle difficoltà che hanno un po’ bloccato la trattativa. E i bianconeri hanno cercato una soluzione alternativa, rappresentata da Luis Muriel. Per il colombiano, 14 gol e 10 assist nell’ultima stagione, è stato fatto un tentativo negli ultimi giorni. Con l’Atalanta si è provato uno scambio inserendo Kean nell’affare, ma i nerazzurri hanno detto no.



                      Napoli, il punto tra Navas, Raspadori e Simeone
                      (Valentino Della Casa - Redazione gianlucadimarzio.com) Il Napoli continua a lavorare su Raspadori. La nuova offerta al Sassuolo è di 28 milioni più bonus, ma non è sufficiente: la richiesta è di 30 milioni più 5, di cui la metà facilmente raggiungibile. Capitolo portiere: si insiste per Navas, ma la trattativa con il Psg è slegata a quella che porterebbe Fabian Ruiz a Parigi. Per lo spagnolo, i francesi tengono i tempi lunghi, sperando di mantenere basso il costo del cartellino. Per Navas invece il problema resta legato all’ingaggio e alla buonuscita che il Psg dovrebbe riconoscere al giocatore. Bisognerà continuare a trattare. Infine, Simeone: si aspetta solo l’assenso finale di De Laurentiis dopo l’accordo verbale raggiunto ieri. L’attaccante è molto vicino a vestire l’azzurro.

                      CorSera

                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Claudio Garella morto il portiere degli scudetti di Verona e Napoli

                        Il portiere aveva 67 anni, aveva vinto il titolo con l’Hellas Verona e il Napoli di Maradona. Per l’avvocato Agnelli era «l’unico portiere che parava senza mani»

                        Un giornalista dell’Arena di Verona lo aveva ribattezzato Garellik, per la sua passione per i fumetti e perché in fondo suonava bene: alla Lazio era stato Paperella, Beppe Viola aveva ribattezzato i suoi errori le «garellate», ma Claudio Garella risollevò la sua carriera al momento giusto e nei posti giusti, quelli dove uno scudetto non s’era mai visto: Verona prima, nel 1985, e Napoli due anni dopo, a conservare quello che Diego Armando Maradona creava.

                        Garella se ne è andato venerdì 12 agosto 2022 dopo una lunga malattia e se ne è andato in silenzio: l’ultima volta aveva parlato proprio con l’Arena per il suo 65esimo compleanno, il 16 maggio 2020. Se ne è andato a tre giorni dalla sua partita, Verona-Napoli, prima di campionato, come nell’anno dello scudetto in riva all’Adige, un’impresa alla quale contribuì in maniera decisiva.


                        Finito ai margini del grande calcio come direttore sportivo delle società dilettantistiche attorno a Torino, Garella aveva in qualche modo sofferto questa situazione. Ma lui, a volte ombroso e sempre schietto, anche ruvido ma in realtà molto buono, non era un artista dei compromessi, dato che sia a Verona che a Napoli se ne andò in modo abbastanza burrascoso, per il rapporto con Bagnoli prima e Bianchi dopo (A Napoli fu uno dei quattro «ribelli» a leggere il comunicato contro l’allenatore).

                        La cosa di cui andava più fiero, oltre a due vittorie uniche nel loro genere, era la definizione dell’Avvocato Agnelli , che durerà per sempre. Per lui, sceso negli spogliatoi dopo un Verona-Juve, Garella era «il portiere più forte del mondo senza le mani», perché parava con i piedi, certo, ma anche in sforbiciata, con la testa, perfino con il sedere (in Verona-Udinese). Un corpaccione al servizio della squadra, «un’assenza di stile che era essa stessa il suo stile», come ha scritto Furio Zara.

                        Da dal Junior Casale al Novara, dal Torino ad Avellino, la sua carriera è durata dal 1972 al 1991 passando anche per Sampdoria e Udinese, oltre che per Lazio, Verona e Napoli. Lascia la moglie Laura e due figlie, Claudia e Chantal.

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Nasser95
                          Bodyweb Advanced
                          • May 2013
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                          Ma sebix che fine ha fatto, sta aspettando Bremer e Dybala all'Inter?

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                          (ride)

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                          • Fabi Stone
                            Bodyweb Senior
                            • Jan 2015
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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Claudio Garella morto il portiere degli scudetti di Verona e Napoli

                            Il portiere aveva 67 anni, aveva vinto il titolo con l’Hellas Verona e il Napoli di Maradona. Per l’avvocato Agnelli era «l’unico portiere che parava senza mani»

                            Un giornalista dell’Arena di Verona lo aveva ribattezzato Garellik, per la sua passione per i fumetti e perché in fondo suonava bene: alla Lazio era stato Paperella, Beppe Viola aveva ribattezzato i suoi errori le «garellate», ma Claudio Garella risollevò la sua carriera al momento giusto e nei posti giusti, quelli dove uno scudetto non s’era mai visto: Verona prima, nel 1985, e Napoli due anni dopo, a conservare quello che Diego Armando Maradona creava.

                            Garella se ne è andato venerdì 12 agosto 2022 dopo una lunga malattia e se ne è andato in silenzio: l’ultima volta aveva parlato proprio con l’Arena per il suo 65esimo compleanno, il 16 maggio 2020. Se ne è andato a tre giorni dalla sua partita, Verona-Napoli, prima di campionato, come nell’anno dello scudetto in riva all’Adige, un’impresa alla quale contribuì in maniera decisiva.


                            Finito ai margini del grande calcio come direttore sportivo delle società dilettantistiche attorno a Torino, Garella aveva in qualche modo sofferto questa situazione. Ma lui, a volte ombroso e sempre schietto, anche ruvido ma in realtà molto buono, non era un artista dei compromessi, dato che sia a Verona che a Napoli se ne andò in modo abbastanza burrascoso, per il rapporto con Bagnoli prima e Bianchi dopo (A Napoli fu uno dei quattro «ribelli» a leggere il comunicato contro l’allenatore).

                            La cosa di cui andava più fiero, oltre a due vittorie uniche nel loro genere, era la definizione dell’Avvocato Agnelli , che durerà per sempre. Per lui, sceso negli spogliatoi dopo un Verona-Juve, Garella era «il portiere più forte del mondo senza le mani», perché parava con i piedi, certo, ma anche in sforbiciata, con la testa, perfino con il sedere (in Verona-Udinese). Un corpaccione al servizio della squadra, «un’assenza di stile che era essa stessa il suo stile», come ha scritto Furio Zara.

                            Da dal Junior Casale al Novara, dal Torino ad Avellino, la sua carriera è durata dal 1972 al 1991 passando anche per Sampdoria e Udinese, oltre che per Lazio, Verona e Napoli. Lascia la moglie Laura e due figlie, Claudia e Chantal.

                            CorSera
                            Grandissimo nel suo genere.
                            In un calcio che romanticamente parlando...manca tanto.
                            Senza contare che eravamo per davvero il campionato più bello del mondo, con i più forti di tutti...sia a quei tempi che dopo. (Fino ad Atene 2007 sicuro).

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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
                              • 120000
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                              • In piedi tra le rovine
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                              Memphis Depay update. Juventus are getting closer to an agreement with Depay’s camp, talks are progressing well - positive contact also today. Two year deal discussed - waiting for the official documents in the next days. [Fabrizio Romano]
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                Juve e Depay si avvicinano, la svolta potrebbe arrivare prima del previsto.


                                Sky

                                __________

                                Mi pare un valido vice-Vlahovic e che sa fare anche più ruoli. Dicono abbia un carattere non proprio facile però il mercato questo offriva.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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