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Impensabile spendere quelle cifre per un vice. Morata è una riserva, non ha mai fatto il titolare in tutta la sua vita. Lo stesso Atletico lo dette in prestito, così come il Real ecc...
E' stato già due volte alla Juve: credo che possa bastare.
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Dopo certo, se uno mi chiede se è meglio tenersi Kean o prendere Morata, allora la risposta è scontata. Kean non è nemmeno un giocatore...non so cosa sia ma di certo non un giocatore.
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Motivi disciplinari alla base dell’assenza dell’azzurro nell’ultimo test precampionato della Juventus. Sarà comunque fuori alla prima di Serie A col Sassuolo per squalifica
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Raspadori a un passo dal Napoli, Sassuolo blocca Pinamonti (Guendalina Galdi - Redazione gianlucadimarzio.com)Giacomo Raspadori non è mai stato così vicino al Napoli. Per l’attaccante del Sassuolo sono proseguiti anche in giornata i contatti tra i club, tanto positivi da decidere di aggiornarsi nuovamente domani per avvicinarsi in modo ancora più deciso verso la fumata bianca. Il traguardo è vicino, l’operazione adesso può davvero avviarsi alla chiusura. Per quanto riguarda i costi, siamo sui 33/35 milioni di euro più bonus e percentuale sulla futura rivendita. Insomma, la trattativa può chiudersi con un epilogo (ed una formula) molto simile a quella che ha portato Gianluca Scamacca al West Ham. E Raspadori può dunque diventare un’altra cessione eccellente del Sassuolo, destinazione Napoli, per vestire un’altra maglia azzurra. Spalletti è pronto ad accoglierlo mentre Dionisi sta per salutarlo. Ma per un attaccante che lascia Sassuolo, ce n’è un altro pronto a sostituirlo. Il club neroverde infatti ha bloccato Andrea Pinamonti, classe ‘99 di proprietà dell’Inter vicino a iniziare un’altra avventura lontano da Milano.
Juventus, Kostic a un passo (Michele Cappello - Redazione gianlucadimarzio.com) Si riduce la distanza tra Juventus e Eintracht per Filip Kostic. Tra domanda e offerta ballano circa 4 milioni: i club sono al lavoro per arrivare all’intesa tramite l’inserimento di bonus o formule diverse. L’agente del giocatore e l’intermediario Alessandro Lucci sono al lavoro per portare le parti alla chiusura. La volontà dei bianconeri è quella di definire l’affare in queste ore in modo da portare l’esterno in Italia già entro inizio settimana, forse già martedì. L’Eintracht, dal canto suo, potrebbe cercare di rimandare la partenza del giocatore in modo da averlo a disposizione mercoledì 10 agosto per la Supercoppa Europea contro il Real Madrid
CorSera
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L’analisi di Sconcerti: Inter e Milan, poi Juventus e Roma. Ecco le favorite per il campionato
Inter e Milan le più complete: la prima è squadra vera, già fatta, il Milan perché è squadra di grandi giovani, quindi destinata a salire. Juventus non è una squadra, la Roma la vera sorpresa
di Mario Sconcerti
La Juventus è difficile da trovare perché non è un problema di talento, ma di personalità. La difficoltà è nata quando si è scomposto il centrocampo di Khedira-Pjanic-Matuidi, certamente logoro ma di grande peso. Non sono stati mai sostituiti veramente. La Juve cerca ancora quei giocatori, uomini di mondo, di qualunque partita, e pronti a fare gruppo sul campo. Esaurita quella squadra, non è facile ritrovare la stessa personalità. Non a caso Allegri ha cercato solo giocatori di esperienza.
Parto dalla Juve perché la società festeggia in questi giorni i cento anni della stessa proprietà, una cosa quasi inascoltabile in ogni epoca e soprattutto oggi. Sono quei cento anni che hanno dato superiorità alla Juve e le portano spontaneamente i vantaggi che gli altri spesso contestano. È la continuità di guida che costruisce i rapporti con qualunque potere, un saper dare del tu a chiunque che diventa consuetudine e va rispettato perché non è una differenza casuale, ma è confidenza, conoscenza, resistenza, spesa. Se è vero che non siamo tutti uguali, che ognuno è le cose che ha fatto, allora lentamente, con cautela, possiamo capire la diversità della Juve e combatterla con qualcosa di meglio che non sia la moviola. Venendo all’oggi, la Juve non è ancora una squadra, infatti sta facendo disperatamente mercato. Non le manca talento, è un insieme di ottimi giocatori che non hanno uno scopo in comune. Può darsi lo trovino, ma qui si torna alle righe iniziali: aver voglia di crescere insieme è l’argomento basilare del calcio.
La Juve è un treno in transito, treno bellissimo, con destinazione indefinita. Compreso Allegri, che nel frattempo è cresciuto senza capire se era conveniente crescere, diventare un altro. Oggi Allegri è un disegnatore di squadre alla lavagna, ha la pelle dura e molta considerazione di sé, cerca più l’effetto che la causa, una specie di marketing personale che non basta più. Se lo capisce, si evita.
Tornando al quadro generale, a me sembra una partenza a strati. Milan e Inter sono le più complete. L’Inter perché è squadra vera, già fatta, il Milan perché è squadra di grandi giovani, quindi destinata a salire. Il Milan è l’unico in controtendenza. In questo mercato di costi zero, ha speso per crescere continuando sui giovani. I suoi giocatori migliori, Leao, Tonali, Calabria, Kalulu, Bennacer, Hernandez, hanno ancora molto futuro davanti. Peraltro, se non mi sono perso nelle trattative, mi sembra stia acquistando il giovane più cercato d’Italia, Mancini, centravanti di 18 anni con tredici presenze nel Vicenza.
Non c’è niente che faccia pensare a un Milan sazio. Tecnicamente è ancora l’esperimento più interessante d’Italia. Leggo che tanti ex grandi calciatori fanno di Maldini il loro esempio, la dimostrazione di quanto sia essenziale in un club la forza di scelta di un vecchio campione. È una consolazione un po’ troppo vasta. Non c’è nessuna legge che regoli le qualità di un vecchio mestiere con quelle di un mestiere nuovo. Vanno selezionati freddamente anche quelli che vanno a scegliere, qualunque cosa abbiano fatto prima. L’Inter comunque oggi è più forte di un anno fa perché ha la stessa difesa, l’attacco che ha già vinto il campionato e due giocatori che mancavano, entrambi quasi universali, Mkhitaryan e Asllani. Ha perso Perisic, sta crescendo Dimarco, forse presto si capirà meglio anche l’intera situazione di Gosens, acquistato in modo quasi clandestino da una società, l’Atalanta, di solito poco disponibile a vendere i suoi giocatori cardine.
L’unica carenza dell’Inter è nelle riserve di Lukaku e Lautaro. Dzeko è lontano da essere un ragazzo, Correa è lontano da se stesso, giocatore bello e inespresso. Nell’aspettarlo è sopraggiunta un po’ di stanchezza.
Nel secondo strato ci sono Juve e Roma. Della Juve abbiamo detto, mentre la Roma è stata la sorpresa del mercato, quasi una nuova via di pensare calcio. Ha cambiato squadra, si è rinforzata con tutti giocatori sicuri facendo tre grandi acquisti a costo zero (Dybala, Matic, Wijnaldum) e con ingaggi dentro il limite della società. Più Celik, costato 7 milioni, gli unici versati fino a oggi. Non so se sia una strada seguibile, il più giovane dei costi zero è Dybala, gli altri hanno 66 anni in due, ma è l’estensione dell’idea che hanno avuto anche Inter e Juve, con Lukaku, addirittura un prestito, più Pogba e Di Maria. Questo nuovo modo di agire copre un concetto di mercato che si estende a tutti con la corrispondente difficoltà nel vendere. Oggi in realtà non si compra e non si vende, i giocatori si assumono. Dentro questo orizzonte la Roma ha fatto il massimo. È l’unica ad aver solo aggiunto. Ha dato a Mourinho la squadra che voleva e gliel’ha data in fretta. Oggi potenzialmente è all’altezza delle prime, con le difficoltà normali di mettere insieme la squadra. Abraham con Dybala e Zaniolo più l’estro portante di Pellegrini, formano un reparto mescolato che non ha molti uguali in Italia. E Mou è il miglior tecnico che c’è. Una storia così vasta e interessante da diventare quasi ingiudicabile. Però una grande avventura.
Sul terzo scalino metto Napoli, Lazio e Fiorentina. Se prende Raspadori, il Napoli prende il miglior attaccante giovane. La Lazio parte dai 25-30 gol che assicura Immobile da anni. Non è poco. La Fiorentina vincerà e perderà in abbondanza, come ama Italiano. Fossi in lui proverei Jovic appena fuori dall’area. Non si gioca centravanti se si è chiusi da 5-6 centrocampisti che ti giocano a un metro. Aspetto la nuova Atalanta, ma mi fido di Gasperini. Così come mi fido di Juric. La sorpresa può essere il Monza, ma qui entriamo in acque la cui profondità va prima misurata.
CorSera
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Inter: Skriniar, il mercato, i gol subiti, la manovra. Tutti i problemi. Inzaghi: «Non sono preoccupato»
Nuovi equilibri da trovare: per Inzaghi l’Inter è un rompicapo: «Ma i carichi atletici diminuiranno e arriveremo a Lecce in condizione migliore»
L’Inter che si affaccia al campionato è troppo brutta per essere vera? Le squadre sono un po’ come le piante, assorbono l’aria che hanno attorno, l’acqua e la luce che arrivano — o non arrivano — dall’alto: con la preoccupazione costante del mercato che rischia di togliere Skriniar e Dumfries e non si sa cosa potrebbe portare in alternativa, con i guai di uno sponsor di maglia che per adesso non onora un contratto da 80 milioni in tre anni, con un canovaccio per la sua star Lukaku ancora abbozzato, l’avvicinamento della squadra di Inzaghi al debutto di sabato sera a Lecce (qui il calendario completo delle 38 giornate di serie A) è più ricco di incognite che di certezze. Ed è quello di una squadra tutt’altro che spensierata.
La sconfitta con il Villarreal di sabato ha chiuso un miniciclo volutamente severo di cinque partite, nelle quali l’Inter ha battuto solo il Lugano, ha perso anche con il Lens e ha pareggiato in rimonta con Monaco e Lione. Al di là dei risultati, spiccano i 10 gol subiti, mentre Romelu il «figliolone» prodigo, si è sbloccato nelle ultime due uscite, segnando di testa. Ma anche qui, oltre ai numeri che ora hanno un peso relativo, è il quadro complessivo a suscitare interrogativi: la manovra sembra aver perso fluidità, spontaneità e di conseguenza efficacia, perché non c’è più Perisic sulla sinistra con il suo stile unico come fonte di gioco a sé stante e soprattutto il centravanti belga, che si esalta con il pallone in profondità, costringe l’Inter a cercare nuove soluzioni. Il Villarreal è l’avversario peggiore da questo punto di vista e ha fatto emergere i dubbi in modo evidente, anche perché Inzaghi era senza Brozovic, alle prese con un fastidio al polpaccio (oggi si capirà se servono accertamenti).
Il ventenne Asllani si è trovato così nel mezzo di una squadra in cerca di una identità e ancora slegata quando il pallone ce l’hanno gli altri e ha sbagliato parecchio, pur mostrando cose interessanti. Se si dà per assodato che la fase difensiva parte dal lavoro dei propri attaccanti, allora si capisce meglio la frase di De Vrij («C’è tanta strada da fare soprattutto in fase di non possesso»), perché non basta ricongiungere la coppia dei 104 gol in due anni Lautaro-Lukaku per ritrovare in un attimo magia ed equilibri. Di mezzo c’è stata un’annata nella quale il riferimento più avanzato era Lautaro, con Dzeko che gli girava attorno e Calhanoglu bravo a tenere sempre acceso questo meccanismo. Adesso l’argentino è tornato a fare la seconda punta, gravitando di più nell’area di influenza del turco.
Tutto questo mentre l’Inter attaccava una difesa da semifinale di Champions, con lanci lunghi e cambi di campo continui ma un po’ scolastici: logico e salutare che certe lacune si siano viste di più. «Non sono preoccupato per questo — spiega Inzaghi — . Abbiamo una buona condizione, ma abbiamo visto che dobbiamo lavorare ancora. I carichi atletici scenderanno e questo ci aiuterà ad arrivare a Lecce nelle migliori condizioni». Su questo ci sono meno dubbi che sul resto: il tecnico, già scottato un anno fa dall’addio a Lukaku, tiene gli occhi fissi sul tabellone delle partenze, sperando che non compaia mai il nome di Skriniar (per il quale non sarebbe facile rifiutare anche offerte inferiori ai 65-70 milioni) e nemmeno di Dumfries. Nell’attesa però c’è da far rifiorire una pianta come si deve.
CorSera
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Una settimana di lavoro a Trigoria, ma anche di lavoro sul mercato: Tiago Pinto conta di piazzare diverse pedine e finalizzare gli ultimi acquisti. Oggi diventerà ufficiale il passaggio in prestito di Villar alla Sampdoria mentre è in via di definizione l’accordo con il Bologna per Shomurodov, con un obbligo di riscatto condizionato al raggiungimento di alcuni obiettivi individuali dell’uzbeko. La partenza del numero 14 spalancherà le porte a Andrea Belotti, che molti tifosi giallorossi hanno sperato potesse sbucare all’ultimo secondo sul terreno dell’Olimpico. Ancora qualche giorno di attesa e poi il “Gallo” potrà cantare.
(La Repubblica)
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Ieri avrebbe segnato 3 goal anche Petagna. Non si può stare sempre a rigirarsi sui soliti due nomi, non è il modo di andare avanti questo. Come vice Vlahovic andrebbe bene anche un profilo alla Giroud, cioè una prima punta pura, di esperienza, adatta alla bisogna...Morata tra l'altro non è un centravanti di ruolo e a noi serve quello invece, visto che allo stato stai con Kean (...) e che sull'esterno stai prendendo Kostic.
I problemi veri poi risiedono in un centrocampo che non crea (senza Pogba è lo stesso dell'anno scorso) e in una difesa che, se Bonucci declina, stai con al fianco di Bremer uno a caso tra Gatti e Rugani.
Ad oggi questa è una squadra da quarto posto, sperando nel down del Napoli.
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Ieri lo stadio ha dato un chiaro messaggio alla societa' nel caso in cui volessero davvero vendere Zaniolo.
btw, pronti via penso giocheremo con Matic pellegrini cristante a centrocampo
Infermeria piena ancora prima di iniziare il campionato...
E.non riusciamo a cambiare sti caz.zo di preparatori
Boh
Avranno un patto col.diavolo
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Il Milan gli darei una stilla di favore rispetto all'Inter: come dice Sconcerti è una squadra giovane e che non ha perso la fame...e che ha aggiunto (senza togliere) all'impianto campione d'Italia: questo (il possedere lo scudetto) conta, ha un peso.
La Juve è la stessa dell'anno scorso al netto di Di Maria, almeno finchè non rientreranno Chiesa e Pogba. La portanza è quella del quarto posto, terzo se si incastreranno bene alcune cose (passi falsi e momenti down della concorrenza).
La Roma è come minimo in champions.
Attenzione come sorpresa annuale alla Fiorentina: secondo anno di Italiano, buona campagna acquisti, potrà togliere punti a molti.
Il Napoli lo vedremo: Spalletti difficilmente crolla se si tratta di piazzamenti e non di vertice: DeLa gli ha smontato la squadra, ma se prendono Raspadori e Frattesi possono attappare le falle e resta sempre una squadra di cui tenere conto, anche se l'ambiente è in stato di guerra col presidente.
...ma di noi
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