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Hai ragione
Ma per come si stanno mettendo le cose....
Tu che alternative vedi?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Vabbè
Intendevo alternative per non fargli perdere il mondiale...
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Se resta Zaniolo, Nass...Nun te passa più, lo sai si?!
Te ce svejo ogni mattina.
Spero trovandolo freddo per la prima e ultima volta.
Intanto:
Secondo quanto appreso dalla nostra redazione, la formula sarà quella del prestito con diritto di riscatto fissato sui 10 milioni.
La Roma 24 Rocchetti
Georginio Wijnaldum-Roma: è fatta! Secondo quanto scritto su twitter dal giornalista Fabrizio Romano, Wijnaldum è finalmente pronto a vestire la maglia giallorossa. L'accordo è stato raggiunto ed arriverà in prestito dal PSG, mancano solo i documenti e poi si potrà definire ufficialmente un giocatore della Roma. Non appena partirà l'olandese, via libera per Renato Sanches al PSG.
Fabrizio Romano
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
La Juventus spinge per Kostic (Simone Golia - Redazione gianlucadimarzio.com) Resta in piedi la pista Filip Kostic per la Juventus, sempre alla ricerca di un esterno sinistro che possa permettere a Chiesa di rientrare con i giusti tempi dall’infortunio al ginocchio. I bianconeri, che stanno valutando anche la possibilità di prendere un attaccante che sappia fare pure l’esterno, tengono sempre in grande considerazione l’opzione di un uomo di fascia puro, come il serbo appunto. Il classe 1992 è in uscita dall’Eintracht Francoforte, con cui ha un contratto in scadenza nel 2023. É stato grande protagonista nell’ultima stagione con i tedeschi, trascinati alla vittoria dell’Europa League anche grazie ai suoi gol (7 in tutte le competizioni) e soprattutto ai suoi assist (15). Su di lui, dopo un iniziale interessamento della Juventus, si era inserito nelle scorse settimane il West Ham, che però non ha mai affondato il colpo. Kostic resta dunque nei radar dei bianconeri, che dopo Di Maria potrebbero regalare un’altra freccia a Massimiliano Allegri, con cui nella giornata di mercoledì è in programma un vertice di mercato. Nel dossier del giorno ci sarà anche il nome del serbo.
Napoli, doppia caccia: Kepa e Raspadori (Filippo Bonsignore) Kepa più Raspadori: il Napoli punta alla doppietta. Continua senza sosta il confronto il Chelsea per il portiere basco. L’intesa per un prestito secco c’è già, manca quella sui bonus che gli inglesi vorrebbero di complessivi 3 milioni e legati ad alcuni obiettivi stagionali del club azzurro, ovvero la qualificazione agli ottavi di Champions League e un piazzamento nelle prime quattro della classifica in campionato. Il Napoli invece intende dimezzare l’esborso a 1,5 milioni totali. Lo sbarco di Kepa avrebbe un riflesso non irrilevante: potrebbe portare all’addio di Meret, nel pieno di un momento di difficoltà come testimoniato dalle recenti amichevoli. Parallelamente, il Napoli prova a sfruttare la posizione di vantaggio nei confronti della Juve nella corsa a Raspadori. L’attaccante del Sassuolo ha già detto sì ad un contratto di 5 anni a 2,5 milioni a stagione; il club emiliano però chiede 40 milioni. Richiesta fuori budget per i bianconeri ma che pure gli azzurri intendono limare.
Per Shomurodov il Torino sorpassa il Bologna
Il Torino si porta in pole per Shomurodov. L'attaccante della Roma, vicino al Bologna, ha trovato l'accordo con i granata: Cairo è pronto ad accontentare Juric con l'arrivo dell'attaccante. Il Bologna rilancerà, mentre il Toro cercherà di chiudere l'accordo in 48 ore.
CorSera-Repubblica
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sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Milan, Renato Sanches si allontana, Diallo prima scelta, per Tanganga è derby con l’Inter
Con De Ketelaere, il Milan ha chiuso il mercato degli attaccanti. Ora serve un difensore (in prestito) e un centrocampista (da 8-9 milioni). Sfumato Chukwuemeka, andato al Chelsea
Il Milan è a metà dell’opera. Forse qualcosa in più. Anzi, l’impressione è che quella rossonera sia oggi la struttura più solida e credibile nella corsa allo scudetto 2022-2023. Con Charles De Ketelaere è stato infatti centrato l’obiettivo numero uno in assoluto del mercato pianificato da Paolo Maldini e Frederic Massara. Un investimento monstre per gli attuali parametri del club rossonero: staccato un assegno da 32 milioni, in generale fra le più importanti cifre a livello di ragazzi nati dopo il 2000. Il 21enne jolly offensivo belga è presente e futuro nelle strategie di Stefano Pioli, che là davanti aveva bisogno di un’ulteriore iniezione di fisicità e qualità pura per dare continuità a un progetto che dovrà dimostrarsi all’altezza anche dell’urto europeo. Leao e De Ketelaere promettono scintille e variazioni imprevedibili su ogni tema tattico dalla trequarti in avanti. Gente che crea con facilità superiorità numerica in territorio nemico: godono a distanza Origi e Giroud. Ieri visite mediche, firme e foto di rito, da oggi il belga sarà a Milanello.
Sono ora tutti molto più sereni a «bordocampo». Pioli sente di avere già in mano una fuoriserie. Maldini e Massara possono quindi dedicarsi agli accessori, senza particolari pressioni, perché nel frattempo sono arrivati segnali molto positivi anche dalle cosiddette alternative, il 22enne Yacine Adli in particolare. Mancano solo due tasselli: un centrocampista e un difensore centrale. Dalla trequarti in avanti non cambierà invece più nulla: niente «sette», si resta così, con Messias e Saelemaekers sulla destra, a ridosso della prima punta. In mezzo al campo, c’è sempre Renato Sanches in cima alla lista di Maldini e Massara, anche se da ieri sembra un po’ calato l’ottimismo attorno al 24enne portoghese del Lille. Forse in via Aldo Rossi sentono vicino l’assalto del Psg, che è sicuramente la prima scelta di Sanches. Detto questo, il Milan non molla la presa, ed è sempre pronto al «contropiede».
Sfumata intanto la pista Carney Chukwuemeka: il nazionale inglese Under 19 è del Chelsea; i Blues hanno versato 22 milioni di euro nelle casse dell’Aston Villa. Occhio invece al 19enne senegalese Pape Matar Sarr: i rossoneri propongono un prestito oneroso con diritto semplice di riscatto; gli inglesi vorrebbero l’obbligo, ma ci sono margini importanti per trattare. Monitorati pure il 25enne Tanguy Ndombélé (Tottenham) e il 24enne Douglas Luiz dell’Aston Villa. Di certo, ciò che rimane a disposizione di Maldini e Massara (non più di 8-9 milioni di euro) verrà investito a centrocampo. In difesa, dunque, caccia solo ai prestiti. Per ora. Salgono le quotazioni di Abdou Diallo, 26enne nazionale senegalese in uscita dal Psg. E resta forte anche la candidatura di Japhet Tanganga (Tottenham), per il quale nelle ultime ore si è mossa con una certa decisione l’Inter. Più fredda la pista Evan N’Dicka (Eintracht).
CorSera
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nella necropoli deserta»
Va da sé, nel tentativo, il giocatore sarà supportato in tutto e per tutto dalla Juventus e dallo staff medico bianconero: sapendo però che, in caso di mancata risoluzione del problema, si renderebbe comunque necessario l’intervento. Quello che, a sbirciare i pareri medici degli ultimi giorni, pareva forse l’opzione dai risultati risolutivi statisticamente più certi, nell’ordine del 99 per cento. L’altra strada dunque, che ieri ha illustrato anche Bertrand Cottet-Sonnery nel consulto di Lione. Alla fine del quale, il chirurgo ortopedico ha spiegato a Pogba ciò che ha ripetuto chissà quante volte a sciatori, rugbisti e calciatori, da ultimo Zlatan Ibrahimovic, rivoltisi a lui (con successo) per le loro ginocchia scricchiolanti: «Caro Paul, ti dovresti operare, ma è giusto che decida tu, percorso e tempi di recupero».
Da quasi dieci giorni, quando Pogba s’era lesionato il menisco laterale, questo era diventato il dilemma interiore del giocatore: operarsi o no? Un quesito cui tutti i medici interpellati finora, dall’esperto negli Stati Uniti ai colleghi dello staff juventino e del J Medical, avevano già dato risposta: consigliando un intervento di meniscectomia, in artroscopia, i cui tempi di recupero dipenderebbero dalle dimensioni del frammento rotto nel menisco esterno. Garantendo però un timing dalle 4 alle 6 settimane, compatibile con gli oneri del campionato e gli onori del Mondiale in Qatar, che Pogba — come tutti i giocatori del pianeta — non vorrebbe perdere. Che l’opzione consigliata fosse l’intervento, il dottor Cottet-Sonnery l’aveva già anticipato al telefono, dopo che i medici juventini gli avevano subito inviato esami e check up del ginocchio. Non del tutto convinto — anzi, pochissimo — il centrocampista francese ha voluto farsi vedere dal chirurgo, che è da tempo un luminare del ramo.
Il fatto è che in questa storia c’è un altro mago, il personalissimo fisioterapista che sta seguendo Pogba da tempo, e con il quale il giocatore ha intrapreso la terapia conservativa, che gli sta alleviando il dolore. Cosa comprensibile, stando lontano dall’attività: ma con l’inizio del campionato — è il timore — senza operazione il dolore potrebbe rispuntare, bloccando l’articolazione e boicottando la stagione.
Nell’attesa, Pogba sceglie l’ironia, di fronte ai telefonini spianati dei cronisti, appena rientrato a Torino dal controllo, su aereo privato: s’è messo a zoppicare, salvo poi ridersela («paparazzi»). In realtà è preoccupato, come ha confidato l’altro giorno a qualche amico d’adolescenza di Le Havre. Del resto, in ballo c’è pure la coppa del Mondo di novembre, motivo per cui appesi ai referti, e alla sua decisione, ci sono anche i medici della Nazionale. Sullo sfondo traspare un clima di apprensione, come testimoniano questi giorni di attesa: come se gli infortuni di Manchester avessero lasciato il segno, più nella testa che nei tessuti. Ma adesso ha deciso: e, si sa, il primo passo per una guarigione cammina nella testa di ogni paziente.
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Va da sé, nel tentativo, il giocatore sarà supportato in tutto e per tutto dalla Juventus e dallo staff medico bianconero: sapendo però che, in caso di mancata risoluzione del problema, si renderebbe comunque necessario l’intervento. Quello che, a sbirciare i pareri medici degli ultimi giorni, pareva forse l’opzione dai risultati risolutivi statisticamente più certi, nell’ordine del 99 per cento. L’altra strada dunque, che ieri ha illustrato anche Bertrand Cottet-Sonnery nel consulto di Lione. Alla fine del quale, il chirurgo ortopedico ha spiegato a Pogba ciò che ha ripetuto chissà quante volte a sciatori, rugbisti e calciatori, da ultimo Zlatan Ibrahimovic, rivoltisi a lui (con successo) per le loro ginocchia scricchiolanti: «Caro Paul, ti dovresti operare, ma è giusto che decida tu, percorso e tempi di recupero».
Da quasi dieci giorni, quando Pogba s’era lesionato il menisco laterale, questo era diventato il dilemma interiore del giocatore: operarsi o no? Un quesito cui tutti i medici interpellati finora, dall’esperto negli Stati Uniti ai colleghi dello staff juventino e del J Medical, avevano già dato risposta: consigliando un intervento di meniscectomia, in artroscopia, i cui tempi di recupero dipenderebbero dalle dimensioni del frammento rotto nel menisco esterno. Garantendo però un timing dalle 4 alle 6 settimane, compatibile con gli oneri del campionato e gli onori del Mondiale in Qatar, che Pogba — come tutti i giocatori del pianeta — non vorrebbe perdere. Che l’opzione consigliata fosse l’intervento, il dottor Cottet-Sonnery l’aveva già anticipato al telefono, dopo che i medici juventini gli avevano subito inviato esami e check up del ginocchio. Non del tutto convinto — anzi, pochissimo — il centrocampista francese ha voluto farsi vedere dal chirurgo, che è da tempo un luminare del ramo.
Il fatto è che in questa storia c’è un altro mago, il personalissimo fisioterapista che sta seguendo Pogba da tempo, e con il quale il giocatore ha intrapreso la terapia conservativa, che gli sta alleviando il dolore. Cosa comprensibile, stando lontano dall’attività: ma con l’inizio del campionato — è il timore — senza operazione il dolore potrebbe rispuntare, bloccando l’articolazione e boicottando la stagione.
Nell’attesa, Pogba sceglie l’ironia, di fronte ai telefonini spianati dei cronisti, appena rientrato a Torino dal controllo, su aereo privato: s’è messo a zoppicare, salvo poi ridersela («paparazzi»). In realtà è preoccupato, come ha confidato l’altro giorno a qualche amico d’adolescenza di Le Havre. Del resto, in ballo c’è pure la coppa del Mondo di novembre, motivo per cui appesi ai referti, e alla sua decisione, ci sono anche i medici della Nazionale. Sullo sfondo traspare un clima di apprensione, come testimoniano questi giorni di attesa: come se gli infortuni di Manchester avessero lasciato il segno, più nella testa che nei tessuti. Ma adesso ha deciso: e, si sa, il primo passo per una guarigione cammina nella testa di ogni paziente.
CorSera
Insomma dovrebbe operarsi ma non ne vuole sapere e sappiamo bene il perché.
Bene lo farà a gennaio, se non si spacca prima
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Mi sa che con la J non ci entrava nella pagina a nove colonne
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