Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
    Bodyweb Senior
    • Dec 2011
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    • Franciacorta
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    Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
    Robybaggio<bimbiditerzaelementare

    Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
    Non ho capito...Chiellini puo'scherzare e io no? Pensi che io dopo aver letto le parole di Chiellini mi sia arrabbiato e sia qua a rosicare? Io mica vivo per il calcio. Non me ne frega relativamente niente. Non mi.faccio nemmeno rovinare la giornata dalla sconfitta della mia squadra...cosa che succede a molti pure qui dentro. Io la vivo serenamente.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
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      • In piedi tra le rovine
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      Originariamente Scritto da fransisco1 Visualizza Messaggio
      Mi hanno davvero steso
      Ecco la nostra Cam sulla partita Juventus Milan vinta dai bianconeri con gol di Dybala...➜ ISCRIVITI: http://bit.ly/GliAutogolYouTube➜ SECONDO CANALE: http:/...

      una delle migliori che hanno fatto

      Non mi si apre il link.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • CRI PV
        Mufasa
        • Nov 2007
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        • esperto a 360°
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        Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
        Non ho capito...Chiellini puo'scherzare e io no? Pensi che io dopo aver letto le parole di Chiellini mi sia arrabbiato e sia qua a rosicare? Io mica vivo per il calcio. Non me ne frega relativamente niente. Non mi.faccio nemmeno rovinare la giornata dalla sconfitta della mia squadra...cosa che succede a molti pure qui dentro. Io la vivo serenamente.
        Perché il mio ti sembra un post serio?
        Per altro di una riga, al quale hai risposto con un pippotto infinito

        Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk

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        • Giampo93
          Mangiatore di vite altrui
          • Jan 2015
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          Che belle queste catene di scherzi, mattacchioni
          Originariamente Scritto da Alberto84
          Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano


          Originariamente Scritto da debe
          Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
          Originariamente Scritto da Zbigniew
          Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
          Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.

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          • Virulogo.88
            Bodyweb Advanced
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            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
            Non ho capito...Chiellini puo'scherzare e io no? Pensi che io dopo aver letto le parole di Chiellini mi sia arrabbiato e sia qua a rosicare? Io mica vivo per il calcio. Non me ne frega relativamente niente. Non mi.faccio nemmeno rovinare la giornata dalla sconfitta della mia squadra...cosa che succede a molti pure qui dentro. Io la vivo serenamente.
            dai roby, sappiamo che cripv vive " intensamente " il gioco del pallone
            Originariamente Scritto da Pesca
            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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            • fransisco1
              Bodyweb Advanced
              • Mar 2017
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Non mi si apre il link.
              Ecco la nostra Cam sulla partita Juventus Milan vinta dai bianconeri con gol di Dybala...➜ ISCRIVITI: http://bit.ly/GliAutogolYouTube➜ SECONDO CANALE: http:/...


              niente,non so perché non me lo fa mettere.
              comunque è la parodia di juve milan degli autogol

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                Il Milan migliora, ma resta spuntato. A gennaio occorre una soluzione

                L’attacco è il 15° della serie A, Piatek è un caso, dal mercato arriveranno rinforzi. Voci su Xhaka dell’Arsenal

                Qualche luce, sì. Ma anche tante, troppe ombre. La sconfitta dello Stadium, per quanto di misura, ha messo in mostra una volta di più le due facce del Diavolo. Quella bella di una squadra che pian piano, grazie al buonsenso di Pioli, sta progredendo nel gioco e nella personalità. L’altra sera in casa della Juve s’è visto indubbiamente il miglior Milan di stagione. Capace di scendere in campo senza paura, per giocarsela finalmente a testa alta, con orgoglio e determinazione.

                Ha funzionato il 4-3-2-1, chissà che non sia l’impianto giusto. Vero che quando non hai molto da perdere è tutto più facile. E che paradossalmente è più complicato giocare col Sassuolo a San Siro che in casa della Juve. Ma Madama è sempre Madama, anche quando non è in giornata. E se il calcio fosse meritocratico, i rossoneri un punto non l’avrebbero affatto rubato. Lo dicono le statistiche — una per tutte: 7 parate di Szczesny, 4 di Donnarumma — ma lo si è visto anche a occhio nudo. Da lì bisogna insomma ripartire, da una prestazione incoraggiante che ha dimostrato come questo Milan non può davvero essere scarso come le 7 sconfitte in 12 partite sentenzierebbero.


                Eccola, l’altra faccia del Diavolo. Cupa e impaurita per una classifica che fa spavento: quattro punti sulla zona retrocessione fanno venire i brividi. Anche se sei il Milan, soprattutto se sei il Milan. La classifica non è un dettaglio e Pioli ha fatto bene a sottolinearlo: «A Milanello voglio che sia appesa a tutti i muri». Diversi i problemi. A partire da una difesa che tradisce anche in quelli che dovrebbero essere i punti di forza, come Romagnoli: evidenti le sue responsabilità sul gol sentenza di Dybala. La crescita tecnica e caratteriale del capitano sembra essersi interrotta. Incertezze che si ripercuotono su tutto il gruppo. Quello era il 10° gol su 16 subìto nell’ultima mezz’ora. La «zona Milan» è la prova più chiara del fatto che esiste un problema di tenuta mentale: quando s’intravede il traguardo, la squadra finisce prigioniera dei suoi fantasmi. Effetti collaterali della gioventù: senza qualche innesto di esperienza, succederà ancora. Ieri dalla televisione svizzera rimbalzava il nome del centrocampista 27enne Granit Xhaka, che è in rotta con l’Arsenal, ma da Casa Milan smentiscono.

                È però un altro il principale (e più grave) problema: l’attacco non esiste. Gli 11 gol in 12 partite sono il 15° reparto del campionato. Un anno fa i gol erano 10 in più. E 8 i punti in più. Una crisi che ha molti colpevoli, ma uno più di tutti: Kris Piatek, che anche allo Stadium ha rimediato solo figuracce. Inguardabile un colpo di testa uscito di tre metri. L’ormai ex Pistolero è un caso dichiarato. E dietro di lui stenta anche il giovane Leao. Il Milan non può attenderli per sempre. Ecco perché per gennaio serve trovare una soluzione. Che non sarà Ibrahimovic. Né Mandzukic, che sarebbe perfetto ma che con i suoi 6,2 milioni netti di stipendio è fuori budget. A gennaio mancano però ancora due mesi. E dopo la sosta ci sono il Napoli in casa più due trasferte in fila, Parma e Bologna. Servono punti, i complimenti non fanno classifica.


                CorSera
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  Milan, ecco cosa va e cosa no (ma la classifica continua a far paura)

                  A Torino, la squadra di Pioli ha mostrato carattere, organizzazione e un Bennacer in più a centrocampo. Ma l’attacco invece è ancora da bocciare e non mancano i blackout

                  Servono punti

                  Bisogna partire da quello che non va. Inevitabile. Perché la situazione del Milan resta disgraziata. La classifica non va. Per niente. I 4 punti sulla zona retrocessione fanno venire i brividi. Non sono un dettaglio, sono la sostanza. Al Milan i complimenti non servono, servono i punti. Il resto viene dopo.

                  Attacco da bocciare


                  Il Milan ha segnato 11 gol. Meno di uno a partita. Una media tremenda, è il 15esimo reparto del torneo. Rispecchiano in sostanza la classifica. Piatek è un’ombra. Sbaglia anche le cose più semplici. Ma anche chi gli sta accanto non lo aiuta. E Leao continua a non incidere. È ora di iniziare seriamente a pensare a un attaccante per gennaio. Non si può attendere per sempre che questi si sveglino. Perché non è detto che succederà. Ma Mandzukic?

                  La tenuta mentale

                  Dybala ha fatto un capolavoro. Ma Romagnoli quanto è stato ingenuo? E in generale, come è possibile prendere sempre gol nel finale di partita? Il Milan ha un evidente problema di tenuta mentale. Non è solo una questione tattica, o di reparto: quando intravede il traguardo, il Diavolo crolla. Tanto con le grandi quanto con le piccole. La paura della paura.

                  A testa alta, finalmente

                  Passiamo ai segnali positivi. Che sono secondari, ma non mancano. Contro la Juve dei cannibali, il Milan ha giocato la sua miglior partita di stagione. A testa alta, senza paura, almeno per 75 minuti. Vero che la Juventus era giù di corda, ma non era scontato che il Diavolo la affrontasse senza timore, giocandosela alla pari. Da lì, dallo spirito dello Stadium, si deve ripartire.

                  Bennacer padrone del centrocampo

                  Comanda Bennacer. L’algerino è il regista che ragiona in orizzontale ma anche in verticale e che sa far girare la squadra come occorre. Ha ancora qualche difetto, tiene palla spesso per più di due-tre secondi, ma ha stoffa da vendere. Se cresce lui, crescerà anche il Milan. Funziona il dispositivo a tre con Paquetà e Krunic. Peccato solo che con il Napoli alla ripresa Bennacer non ci sarà per squalifica. Un’assenza che sarà molto pesante. Non ci voleva. Mancherà anche Calhanoglu, sempre per squalifica.

                  La guida funziona

                  «Siamo in crescita, lo spirito è stato ottimo, abbiamo giocato alla pari contro un avversario più forte di noi, purtroppo ci è mancata un po’ di attenzione e qualità» ha detto Pioli. La terza cosa che va, in questo Milan, è proprio l’allenatore. La sua media punti (0,8) è più bassa di quella di Giampaolo (1,29) ma il dato non inganni: la squadra inizia ad avere un senso, una quadratura, una compattezza. Il suo lavoro inizia a portare frutti. I giocatori sono quello che sono, ma lo seguono. Non è un dettaglio. Un po’ di luce in fondo al tunnel s’intravede. Occorre però tramutare i progressi tecnici in risultati. Dopo la sosta per le Nazionali e prima delle feste natalizie ci sono Napoli, Parma, Bologna, Sassuolo e Atalanta. Si riparte ora o non si riparte più.



                  CorSera
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
                    Csar
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                    Juventus, cosa va (oltre a Dybala) e cosa no (oltre al Ronaldo furioso)

                    L’abbondanza a disposizione di Sarri fa la differenza: così la Juve è l’unica squadra in Europa imbattuta. Pjanic però è opaco e Bernardeschi è stato ancora fischiato: pochi i tiri in porta

                    Dybala nato pronto

                    «Nato pronto». Con questo messaggio Paulo Dybala ha festeggiato sui social il gol da tre punti al Milan. La Joya è tornato a fare la differenza e alle prestazioni ha unito i gol pesanti. All’Inter, alla Lokomotiv Mosca (doppietta) e ora ai rossoneri, stavolta entrando dalla panchina. Pronto, appunto, appena chiamato in causa. Un valore aggiunto, insomma. L’estate turbolenta è ormai un ricordo lontano; il numero 10 è di nuovo nel cuore della Juve. La staffetta con Higuain funziona, così come il dialogo in campo. C’è vita oltre Ronaldo.

                    Viva l’abbondanza

                    Basta guardare i componenti della panchina della Juve contro il Milan per comprendere la potenza di fuoco dei bianconeri. Al via, Sarri aveva accanto a sé un’altra squadra quasi al livello di quella titolare (senza contare Chiellini ai box per infortunio e Mandzukic ormai fuori dal progetto). La schieriamo con l’ormai consueto 4-3-1-2: Buffon in porta; difesa con Danilo-Demiral-Rugani-De Sciglio; Khedira-Emre Can-Rabiot a centrocampo; Ramsey alle spalle di Dybala e Douglas Costa. Logico che poter pescare tra tutte queste alternative alla lunga possa fare la differenza. Nell’ultima settimana sono arrivati due esempi. A Mosca Douglas ha firmato la qualificazione agli ottavi di Champions e Dybala ha riportato i bianconeri in vetta al campionato in una serata decisamente complicata contro il Milan.

                    Vince (praticamente) sempre

                    La Juve vince (praticamente) sempre. Alla sosta di novembre è l’unica squadra imbattuta in Europa in tutte le competizioni. Prima in campionato nell’appassionante testa a testa con l’Inter, con il nuovo controsorpasso ai nerazzurri, e già qualificata agli ottavi di Champions con due giornate d’anticipo. Anche in serate storte come quella di ieri contro il Milan, la squadra di Sarri riesce a trovare sempre il guizzo vincente. E il tecnico applaude la «voglia di soffrire e di sacrificarsi».

                    I fischi a Bernardeschi

                    A stridere non c’è solo la furia di Ronaldo: ci sono pure i fischi dello Stadium verso Bernardeschi. Il fantasista ha deluso ancora e il pubblico lo ha sottolineato, rumoreggiando ad ogni errore e accompagnandolo in panchina con i fischi. Sarri punta molto sull’ex viola, titolare per la settima volta da trequartista: «Forse fa arrabbiare perché non sempre tira fuori quelle qualità tecniche che si vorrebbero vedere con continuità. Questo è l’aspetto negativo ma ci permette di reggere un modulo che altrimenti faremmo fatica a reggere». La maglia azzurra farà bene anche stavolta a Federico per ritrovarsi?

                    Pjanic opaco

                    Averlo o non averlo fa tutta la differenza del mondo. Lo si è visto con il Genoa, quando la Juve ha dovuto rinunciare a Pjanic per infortunio, faticando tremendamente per vincere. E pure contro il Milan, alla terza partita in una settimana dopo il recupero dall’acciacco fisico, il bosniaco non è stato quello di sempre. Appare un po’ in riserva; una volta ritrovata la brillantezza di un tempo, la manovra bianconera decollerà nuovamente. E il discorso della condizione vale per molti nel gruppo, dopo sette partite in 21 giorni.

                    Errori non «sarriani»

                    La Juve torna capolista nella notte in cui appare poco sarriana. Tanti errori di misura in palleggio, circolazione lenta del pallone, poca pressione alta e, soprattutto, meno tiri in porta rispetto all’avversario (7 a 5 per il Milan). Situazioni davvero insolite, se combinate tutte insieme, per i bianconeri che, ancora una volta, vincono con il minimo scarto.



                    CorSera
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                    • Sean
                      Csar
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                      Florenzi azzurro ma il capitano va verso l'addio


                      LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La nazionale per Alessandro Florenzi è ossigeno puro in un momento molto delicato per la sua carriera. Il momento probabilmente più delicato, tolto il pesante periodo del doppio infortunio al ginocchio, che l'aveva costretto lontano dai campi per quasi un anno. Roberto Mancini gli ha ribadito la sua grande fiducia ("Sara più riposato" ha detto it ct), che non sarà però a oltranza, con il reale pericolo che il ragazzo esca dalle convocazioni per l'Europeo se non troverà spazio in maniera continuativa nella Roma. La squadra giallorossa ha mostrato a Parma evidenti segnali di stanchezza, eppure Florenzi è rimasto per la sesta volta consecutiva in panchina. Paulo Fonseca non lo vede come terzino, e continua a preferirgli Spinazzola (che si è infortunato alla coscia) e Santon. E non lo considera neanche nelle rotazioni degli esterni d'attacco, visto che continua a fare altre scelte, ribadendo che ci sarà spazio per lui in futuro.

                      Alessandro ha ereditato la fascia di capitano da Daniele De Rossi e questo sembra essere un peso enorme agli occhi dei tifosi, nei confronti dei quali non vive un grande periodo di popolarità. La situazione è pesante per il numero 24, che non sta vivendo bene tutta la situazione, anche se ha scelto di non fare polemica e di sostenere i compagni. Ma Florenzi sta valutando la dolorosa possibilità di lasciare la capitale a gennaio. In ballo c'è la sua carriera e, nell'immediato, l'Europeo con l'Italia. Al rientro dalla nazionale il suo manager, Alessandro Lucci, incontrerà Gianluca Petrachi per capire le intenzioni del club e se con Fonseca sia possibile ricucire lo strappo oppure sia meglio separarsi. Le squadre interessate non sarebbero poche: Inter, Fiorentina, Milan, ma qualsiasi discorso è al momento prematuro.

                      Nel frattempo Fonseca dovrà arginare i danni fatti dalla doppia sconfitta con Borussia e Parma, sfruttando la sosta. Alcuni giocatori potranno adesso riposare - tra gli altri, Veretout, Smalling, Fazio - altri recupereranno dagli infortuni (Mkhitaryan e Pellegrini), per molti è invece tempo di nazionale (Kluivert, Kolarov, Dzeko, Pau Lopez, Florenzi, Mancini, Zaniolo, Cetin, Under, Fuzato).

                      LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La nazionale per Alessandro Florenzi è ossigeno puro in un momento molto delicato per la sua carriera. Il momento probabilmente più delicato, tolto il pesante periodo del doppio infortunio al ginocchio, che l'aveva costretto lontano dai campi per quasi un anno. Robe...
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                        Sarri-Ronaldo, pianeti distanti. Caratteri e metodologie di lavoro diversi. Sarri non è il modello di allenatore che soddisfa il narcisismo di CR7. A caccia del giusto equilibrio

                        Sarri non ha intenzione di ingigantire l’accaduto in pubblico, anche se è deciso nell’andare a fondo in privato. Con la sua concezione “ugualitaria” del gruppo, che non va poi così a genio a Cristiano, poco incline all’idea di essere “primus inter pares”. L’equilibrio tra i due non è dei più semplici, ma da questa intesa sottile tra campione e allenatore passa il futuro dei bianconeri. Di certo, però, ora la Juve è un rullo e se ne sono accorti più o meno tutti: “Sarri è fantastico e migliorerà ancora la sua squadra”, ha detto ad esempio a Nyon Unay Emery, tecnico Arsenal che col toscano ha da poco perso una finale. E i metodi sarristi hanno pure convinto i tifosi ,un tempo annegati nello scetticismo: in tanti sui Social hanno apprezzato il cambio della discordia.

                        Cristiano, però, appartiene a una categoria unica, abita un microcosmo diverso: in lui ego e talento si nutrono reciprocamente. Dal primo giorno a Torino, almeno a parole, Sarri ha infatti provato a coccolarlo come si fa col migliore della classe. «Ho solo un indispensabile», ha detto subito. Del resto sa che, quando tornerà al top, sarà pur sempre CR7 a dover spostare le montagne. Al di là dello psicodramma di domenica, qualcosa covava già sotto la cenere: non è certo Sarri il modello di allenatore che soddisfa il narcisismo di Cristiano. Un po’ per quel rigore democratico anche in allenamento, un po’ perché al 7 diverte più l’agonismo che le lunghe sedute tattiche.

                        Si tratta di differenti punti di vista in partenza, ma avvicinabili per strada e per il bene della Juve. Lo sa soprattutto quel signore con sciarpa e cappotto, elegantissimo come Signora richiede: ha lasciato Nyon alla stessa maniera in cui era arrivato, col sorriso sornione.


                        La Gazzetta dello Sport
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • sylvester
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                          io un pò di curiosità di vedere Ibra con piatek ce l'ho...
                          Secondo me si sbloccherebbe.









                          "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                          Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                          vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                          (L. Pirandello)

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                            Roma, un attacco più Dzeko che mai


                            IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il rendimento dell'attacco della Roma, con 20 reti in 12 partite di campionato (le stesse della Juve capolista), non fa felice Fonseca che, solo 1 gol nei ko in Germania e in Emilia, si è ritrovato al 3° posto nel gruppo J di Europa League e al 6° in serie A. In 3 giorni, perse 5 posizioni nelle 2 competizioni: oggi non sarebbe qualificato per i sedicesimi e nemmeno per la Champions, obiettivi di oggi e di domani. Al portoghese, però, mancano, soprattutto le reti di Dzeko. Che ha fatto cilecca negli ultimi 4 match.

                            FINALIZZAZIONE INSUFFICIENTE - L'involuzione di Edin è tattica. In area non entra quasi mai da quando si è infortunato contro il Cagliari (6 ottobre). Non gioca per se stesso, ma per i compagni. Che a parte Zaniolo, non sfruttano però il suo lavoro. Nè riescono a favorirne le conclusioni in porta. Solo 3 nello specchio in 6 partite: gol contro il Milan, i tiri contro l'Udinese e il Borussia. Al Tardini, nervoso e fiacco, ha calciato due volte verso Sepe: a respingere, i difensori del Parma. Sulle sue prestazioni hanno sicuramente inciso la maschera, tolta solo a Moenchegldbach, e la stanchezza. E la scarsa collaborazione di chi avrebbe il compito di assisterlo: il ritorno di Mkhitaryan e di Pellegrini dovrebbe riportarlo in quota.

                            PARAGONE SCOMODO - Dzeko (5 gol, senza rigori) è al 9° posto nella classifica dei marcatori della serie A. Ha davanti Immobile (14), Lukaku (9), Muriel (8), Belotti e Berardi (7), Zapata, Correa e Joao Pedro (6). Centravanti e non solo. Più efficace pure qualche seconda punta o esterno offensivo. E tra chi ha realizzato le sue stesse reti, solo Lautaro e Mancosu sono sempre scesi in campo (12 presenze su 12) come Edin. Media gol migliore per Milik (6 gare), Cornelius (8), Caputo (9), Ronaldo (10) e Koaumè (11).

                            SENZA VICE - Il centravanti di scorta della Roma sarebbe Kalinic. Che, fermatosi a Marassi contro la Sampdoria (l'unica in cui Dzeko, in questo torneo, è partito dalla panchina), è subito uscito di scena: solo 76 minuti e 3 presenze in campionato, senza mai fare centro (nemmeno in Europa League: 1 gara da titolare e l'altra da subentrato per un totale di 106 minuti). Su 16 partite, Fonseca lo ha avuto a disposizione per 8: la metà, essendo arrivato in corsa dopo la seconda giornata. Il colpo last minute di Petrachi finora è stato a salve. La Roma ha quindi bisogno, in panchina, di un attaccante capace di farsi sentire in area di rigore. L'obiettivo del ds, nella sessione invernale del mercato, è chiaro: se Kalinic a gennaio non sarà utile, andrà scelto un altro centravanti. Magari giovane, da far crescere dietro a Dzeko. L'acquisto è stato scadenzato a giugno, ma potrebbe essere fatto in anticipo. Offerto Seferovic, 27 anni, centravanti svizzero del Benfica (in Italia ha già giocato con la Fiorentina, il Lecce e il Novara).

                            SOLUZIONE TAMPONE - L'unico possibile sostituto di Dzeko è al momento Zaniolo. Lo ha detto in pubblico Fonseca che non ha abituato la platea a bluff di parola. L'allenatore è stato sempre sincero quando ha dovuto spiegare le possibili mosse da fare in emergenza. Come utilizzare, dunque, alcuni giocatori della rosa giallorossa, tenendo conto delle caratteristiche dei singoli. Zaniolo, quando Dzeko è stato operato per la doppia frattura allo zigomo, ha spesso fatto le esercitazioni da centravanti, alternato in allenamento proprio con Kalinic che poi è stato scelto per la gara di Genova, dove però è finito ko in meno di un tempo. Proprio dopo la partita di Marassi, si è scatenato il ventenne, 4 reti di fila prima di fermarsi contro il Borussia e il Parma, confermando di essere il più ispirato in area e anche fuori. E dando ragione al tecnico che se lo tiene stretto come centravanti. Non si sa mai.

                            IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il rendimento dell'attacco della Roma, con 20 reti in 12 partite di campionato (le stesse della Juve capolista), non fa felice Fonseca che, solo 1 gol nei ko in Germania e in Emilia, si è ritrovato al 3° posto nel gruppo J di Europa League e al 6° in serie A. In 3 gior...
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
                              io un pò di curiosità di vedere Ibra con piatek ce l'ho...
                              Secondo me si sbloccherebbe.

                              Un attaccante va comprato, il Milan ha uno score realizzativo mediocre...e senza goal non si vincono le partite.

                              Piatek è in crisi, Leao è giovane e spaesato. Occorre una punta di esperienza. Un Immobile da solo ha segnato più goal di quei due - e di tutto il Milan: 14 vs 11 reti.

                              Come si vede non serve il nome altisonante...basta un nome che segna. Chi e dove trovarlo pero'?
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                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Sarri ad oggi è stato praticamente perfetto alla Juventus. Si è inserito a meraviglia, non sbaglia un passaggio mediatico, ha il pieno controllo della squadra...e se deve cambiare Ronaldo lo fa, con tanti saluti ad ogni altra e collaterale considerazione.

                                Per il resto occorre che in questa sosta si apra una tavola rotonda interna al club, con al centro il tema: "la gestione di Ronaldo": quanto e quando farlo giocare.

                                Bisogna stabilire tutto prima perchè, come si vede, il giocatore ha un portato mediatico così pesante che per uno starnuto scrivono enciclopedie...figuriamoci per una sostituzione.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
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