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...ma è giusto il riferimento al patrimonio di punti dilapidato a favore, va sottolineato, di una Lazio comunque fortissima e che ci credette come non mai.
si, ricordo il famoso rigore sbagliato da Salas, allora alla juve
Klopp è bravissimo. L'unico suo problema è che mischia troppo spesso capra e cavoli. Lui era uno del "calcio del popolo" (assieme all'altro finto di Guardiola, si ricorderanno le loro dichiarazioni) quando ha una squadra di proprietari stramiliardari che gli comprano chi vuole...e in conferenza stampa aveva dichiarato che stasera avrebbero giocato per l'Ucraina...ecco, un allenatore bravissimo ma un demagogo.
Forse questi personaggi sarebbe bene che si limitassero a parlare di calcio lasciando le grandi questioni a chi di competenza, perchè poi si rischia un minestrone avvelenato.
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
avere avuto Zidane nel campionato italiano oggi potrebbe essere percepito come un onore da chi non potrebbe capire che in quel tempo era un onore per lui giocare nella nostra serie A.
Questi campioni immensi che deliziavano e arricchivano (si..arricchendosi come giusto che fosse..)l’esperienza calcistica definitiva.
Sarebbe ora che le premiazioni tornassero ad essere svolte in tribuna, con solo dopo la coppa sul prato per la sfilata e la festa. Queste premiazioni sul campo, con coriandoli vari, stanno diventando tutte uguali.
Ha un senso uk perchè fino a ieri si è sempre premiato in tribuna: è nel simbolismo della ascensione dell'atleta verso l'alto, l'innalzarsi verso l'alloro, il salire i gradini della scala, e quindi metaforicamente della gloria, che dal basso ti portano all'acme, fino al trofeo.
Queste premiazioni sull'erba, a livello di terreno di gioco, sono una fisima plebea, sicuro una qualche moda di importazione americanoide, che sviliscono l'evento.
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La bellezza di quelle maglie è abbacinante. Robe di Kappa, azienda italiana. Al confronto degli orrori odierni, che ce le andiamo a cercare pure all'estero poi, siamo ai capolavori assoluti.
Vero....stupenda
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Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
E pure stavolta
Re Carlo mangia in testa ai vari Klopp, Guardiola, Conte, etc...
Quando sei il più grande allenatore della storia è così.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Klopp perde per la terza volta la finale di Champions (su quattro disputate), record negativo per un allenatore insieme a Marcello Lippi.
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando Tapatalk
A me Klopp piace da morire e ritengo che abbia fatto una grandissima stagione, poi si sa in finale deve anche girarti tutto per il.verso giusto, 5 anni fa si era trovato Ramos a fare il maiale, ieri hanno giocato meglio eppure...
Ma quest'anno ha davvero poco da recriminarsi
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
L'analisi di Sconcerti: Real Madrid, il grande calcio dello splendido Ancelotti. Liverpool involuto
La Champions League di Ancelotti, l’uomo di tutti i giorni e di tutti i record. Ha perso Klopp: troppo tempo a giocare a scacchi, tocchi prestigiosi, ma velocità solo quando era già sotto
di Mario Sconcerti
È la notte del Real, di Vinicius che decide, di Courtois che difende, ma resta soprattutto la notte di Carlo Ancelotti, l’uomo di tutti i giorni e di tutti i record, oggi quattro Champions, come nessuno. E anche di suo figlio Davide che gli sta accanto in panchina, tante volte accusato di essere un privilegiato di famiglia, ma che ormai è anche lui da tempo un vero uomo di calcio.
Il lungo ritardo ha fatto per molti momenti ripensare a un’altra partita del Liverpool, un’altra finale di Coppa Campioni, quella dell’Heysel con la Juventus a Bruxelles. Anche lì rimase tutto sospeso per lo stesso tempo in balia della furia senza capire cosa stesse davvero accadendo. Era 37 anni fa ma sembra ancora ieri. Le somiglianze erano impressionanti, come la paura.
Il primo tempo è stato lento, ma non noioso. Il Liverpool ha avuto tre-quattro occasioni chiare, non travolgenti. È mancata sempre la velocità. Quello che colpiva era la qualità tecnica delle squadre anche sul banale. Per avere un palleggio continuo, esatto come questo, con l’avversario sempre addosso, bisogna saper controllare il pallone in modo magistrale. Per Liverpool e Real questo è pane. È la bellezza del semplice che pochi sanno avere. Anche se spesso capita di rimpiangere il vecchio gioco verticale, l’astuzia di un contropiede. Ma non ci sono stati dribbling, pochissima profondità. Un calcio vero, anche se molto orientato, controllato. Come in tutte le grandi finali, l’importanza del risultato ha limitato le intraprendenze.
Il gol di Vinicus a inizio ripresa, molto bello per come parte da Carvajal ed è portato all’assist da Valverde, rompe la partita e spezza in due il gioco. Diventa una diversa partita all’italiana, con quattro attaccanti del Liverpool e il Real che non dimentica il palleggio ma si chiude come fosse un avversario qualunque. È qui che il Liverpool dimostra di aver sbagliato partita, forse stagione, sia pure ai suoi livelli. Troppo tempo a giocare a scacchi, tocchi prestigiosi, ma velocità solo quando era già sotto.
Ha perso Klopp la sua rabbia contadina, ha messo bellezza nel vecchio bisogno di essere essenziale. Grande squadra, ma splendidamente involuta. Il Real domina da oltre 70 anni, come abbia resistito al tempo e al Liverpool stasera, è un destino unico, ma resta il filo rosso del grande calcio, la continuità dell’intelligenza. Con il suo angolo d’Italia stretto al petto.
CorSera
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Milan, Maldini arrabbiato perché non sa che mercato può fare. E intanto arriva Lang dal Bruges
L'intervista del direttore tecnico divide i tifosi. L'obiettivo principale delle parole dell'ex capitano non è il rinnovo del suo contratto, ma l'incertezza sugli obiettivi di RedBird ed Elliott soprattutto per il salto di qualità necessario per una Champions da protagonisti
L'intervista del direttore tecnico divide i tifosi. L'obiettivo principale delle parole dell'ex capitano non è il rinnovo del suo contratto,…
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Juventus, Muriel il dopo Morata. Lo spagnolo tornerà all'Atletico
I bianconeri hanno individuato nel centravanti dell'Atalanta il giocatore ideale per entrare a partita in corso o per giocare insieme a Vlahovic quando Allegri sceglierà le due punte. Su Perisic concorrenza del Tottenham di Conte
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Lukaku corteggia l’Inter, adesso il ritorno in serie A è possibile
Il centravanti è pronto a ridursi l’ingaggio da 12 a 9 milioni per rientrare in nerazzurro, ma deve convincere il Chelsea a cederlo in prestito. La prossima settimana è decisiva
A parti invertite. Di solito è un club a corteggiare un giocatore, con Lukaku e l’Inter la situazione è rovesciata. Il belga è in pressing sui nerazzurri, vuole tornare a ogni costo. La trattativa è difficile, ma l’attaccante è determinato a lasciare il Chelsea. In settimana si è definito il passaggio di proprietà dei Blues da Roman Abramovich a Todd Boehly, nei prossimi giorni parlerà con il club londinese.
I contatti informali con l’Inter non si sono mai interrotti, Lukaku è disposto ad abbassarsi l’ingaggio dagli attuali 12 milioni netti a stagione a 9. Lo scoglio è il Chelsea, la scorsa estate lo pagò 115 milioni ora dovrebbe cederlo in prestito. Il club londinese non è nuovo a operazioni del genere. Accadde con Crespo, acquistato nel 2003 dall’Inter per 26 milioni e girato in prestito la stagione dopo al Milan. Stesso copione nel 2006 con Shevchenko, prelevato per 45 milioni dai rossoneri e restituito in prestito al Milan nel 2008, il tabloid The Sun bollò l’affare «come il peggiore della Premier degli ultimi dieci anni».
La volontà di Lukaku è rientrare all’Inter. Quando l’agente Federico Pastorello si è spinto a dire che «non ci sono trattative», il belga gli ha risposto stizzito via social: «Non lascerò mai che qualcuno parli al posto mio. Se qualcuno da fuori cerca di dire qualcosa su di me e sul club non deve farlo a nome mio». Con il Chelsea andrà trovato un accordo, Lukaku è convinto di poterlo fare. La stagione del 29enne è stata deludente, appena 8 reti in Premier e un rapporto disastroso con il tecnico Tuchel, con cui Lukaku non vuole restare un’altra stagione. Il Chelsea non ha intenzione di tenersi un problema in casa, ma nessuno oggi pagherebbe una cifra importante per Lukaku, una buona stagione all’Inter potrebbe rilanciarlo.
I nerazzurri si muovono con tatto, sono disponibili ma non vogliono infastidire il Chelsea: la questione va risolta tra i Blues e il giocatore, l’Inter è allo stato spettatore interessato nella vicenda.
In settimana è attesa la chiusura per l’affare Mkhitaryan: contratto biennale a 3,5 milioni a stagione. Per Dybala bisognerà attendere, l’Inter non teme di perderlo, l’intesa c’è. Perisic ha rifiutato l’offerta di rinnovo e va al Tottenham.
L’area tecnica del Milan aspetta con impazienza che la trattativa di cessione della società venga definita. Lo stato di incertezza in cui versa il club, oltre ad aver causato il j’accuse di Maldini, ha rallentato le trattative. Il procuratore di Tomori ad esempio ha chiesto tempo prima di siglare il rinnovo volendo conoscere i piani dei nuovi proprietari.
La situazione che preoccupa maggiormente è quella relativa a Leao, decisivo nella volata scudetto avendo inciso con gol e assist nelle ultime sei gare del campionato. La clausola di 150 milioni non scoraggia Psg e Real che si sono fatti avanti con Mendes: di certo l’attaccante si aspetta che la società che si assicura le sue prestazioni contribuisca al pagamento della multa da 20 milioni che dovrà pagare allo Sporting Lisbona, dopo la rescissione unilaterale del contratto del 2018. Affari con il Lille: Botman resta il primo nome per rinforzare la difesa nonostante l’ingresso in scena del Newcastle. In alternativa caccia a Bremer del Torino.
CorSera
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