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Mortacci, ogni volta che scrivevo “vinciamo tutto” me blastavate!
Ammerde! Avemo vinto!
Seeeeeeeeeee seeeeeeeeeee seeeeeeeeeee seeeeeeeeeee
Vabbè dai Fede, lo dicevi pe facce forza...ma quanno lo scrivevi dopo Venezia e roba simile, ce credevi cor cazz000000000!!!!
Dajeeeeeeeeeeee
Sid, secondo te Zalewsky ormai lo vedremo sempre e solo come quinto? A me piacerebbe molto dargli il suo ruolo naturale...dico a proposito della "dipartita" dell' Armeno.
Non mi ricordo se era sempre con te che ne avevamo parlato un po' di tempo fa, cioè di sto ragazzino che da ala sinistra pura (o almeno è quello che abbiamo visto le prime partite che aveva fatto) è stato messo a fare il tornante a tutto campo...
Io ci spero sì, specie con Spinazzola di nuovo arruolabile, ma non mi è mai sembrato un fantasista/palleggiatore come l'armeno
Per me può anche andar bene la sua cessione, sulla trequarti può giocare anche il solo Pellegrini, però a quel punto mi vai a comprare un bel profilo a centrocampo, specie in regia, che è quello che ci manca (tra le altre cose)
Buongiorno dal più forte mai esistito nel suo ruolo.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Era il 1997 e al mercato di paese c'era uno che tra le altre cose vendeva maglie di calcio ovviamente taroccate. Aveva quelle nel cestone a 10.000 lire e quelle più belline appese a 20.000 lire, tra queste quella di Ronaldo del Barcellona. Un mio amico la voleva ma obbiettò sul prezzo dicendo che la maglietta era ormai vecchia perché Ronaldo era passato all'Inter. La risposta del tizio fu "eeeee ma Ronaldo è Ronaldo!".
Ripensandoci in effetti aveva ragione.
Maldini e il Milan: «Il rinnovo del contratto? Nessuno mi ha chiamato, è poco rispettoso»
Intervista alla «Gazzetta dello Sport» del direttore tecnico rossonero: «L’ad ed Elliott fino ad ora non si sono neanche seduti per parlare con me e Massara. Non abbiamo la disponibilità economica per un salto di qualità»
«Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo a parlare». Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, non usa mai giri di parole per spiegare il suo pensiero. Si espone e lo fa durante l’intervista rilasciata a «La Gazzetta dello Sport» per celebrare il 19esimo scudetto del Diavolo. «In questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a un salto di qualità. Anche perché siamo in una fase di passaggio. Vedremo». Tornando al contratto, «loro potrebbero anche dirci “il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare”. O può essere che io dica “la vostra strategia non mi piace”. Come ho detto a suo tempo, a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene».
Perché la questione non diventi spinosa all’interno del club di via Aldo Rossi sarà fondamentale nei prossimi giorni un incontro tra le parti per discuterne. Ma non è questa l’unica divergenza con i vertici rossoneri. L’altra riguarda lo stadio che Maldini vorrebbe più grande di quello da 55mila posti pensato finora. Insomma, non gli dispiacerebbe un impianto grande come San Siro.
Intanto, c’è da festeggiare uno scudetto: «Il mio primo pensiero è andato a mamma e papà, spero che lassù possano essere orgogliosi di me. Cosa mi avrebbe detto papà Cesare? Forse nulla, solo una pacca sulla spalla o un abbraccio. Era di poche parole soprattutto con me. Nel tempo si è molto ammorbidito e ci siamo confrontati di più. D’altra parte sono di poche parole anche i miei due figli. Come lo sono stato io quando giocavo: parlare era una forzatura, cercavo di farlo il meno possibile». Tanti trofei in campo da giocatore, per Maldini questo è il primo da dirigente: «È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Lo considero bellissimo. Capolavoro o miracolo? Capolavoro. È la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro ogni previsione. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio. Si dice che lo scudetto lo abbia perso l’Inter? Sono opinioni. Dico che abbiamo fatto 86 punti. E solo una volta nella storia dei campionati a tre punti il Milan era riuscito a fare di più. Questo inverno avevamo Kjaer fuori per infortunio e Tomori che si è lesionato il menisco. Non c’era budget. Potevamo prendere un giocatore in prestito per tappare il buco. Invece abbiamo dato fiducia ai nostri giovani. Perché sappiamo che ci possono garantire tanto».
E sul segreto del Milan, Maldini ha aggiunto: «Dal 2019 a oggi abbiamo preso 21 giocatori. Un mix di ragazzi esperti e molti giovani. Io e Massara abbiamo raccontato a ognuno di loro la storia di un progetto che poi si è realizzato. Dunque siamo stati credibili e questa è una parte importante del nostro successo. Naturalmente erano storie diverse. A Zlatan, per esempio, abbiamo chiesto di darci quello che in questo momento poteva portare al gruppo. Per un giovane come Kalulu il discorso è stato: “I primi sei mesi guarda e impara. Sei nella patria della difesa, memorizza tutto. Prima o poi l’occasione arriva”». Il 25 febbraio scorso, dopo l’1-1 a San Siro contro l’Udinese Maldini ha deciso di alzare la voce per il gol dubbio convalidato a Udogie: «Ogni tanto dire le cose come stanno serve. Io lo faccio poco perché preferisco chiedere spiegazioni ai responsabili arbitrali in separata sede. E quasi sempre c’è apertura al dialogo. Quella volta non fu così e allora decisi di parlare. Comunque in generale non ci piace lamentarci perché questo può creare degli alibi ai giocatori e rischia di innescare nel pubblico qualcosa di non positivo».
Non solo. Maldini ha parlato di mercato, futuro e dello stratega di questo successo, Stefano Pioli: «I 21 calciatori che sotto la mia gestione diretta abbiamo preso a titolo definitivo hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo, avevo in testa un budget più alto. Poi se posso far risparmiare il club lo faccio. Pioli? Stefano lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. Io gli ho detto più volte: “Puoi cambiare tutti i sistemi di gioco che vuoi ma non perdere questa energia che per noi è vitale”. E guardate che è anche duro nelle cose che dice. Questa cosa mi piace tantissimo. Se può essere l’uomo giusto per aprire un ciclo? Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo. Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza un’idea da Milan rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions». Infine, su Donnarumma: «Se mi ha scritto per complimentarsi? No, ma durante l’anno ci siamo sentiti e poi visti alla festa dei 40 anni di Ibra. Se si è pentito? Non lo so, spero comunque sia felice».
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Pensare che una italiana non vinceva un trofeo europeo da 12 anni fa un certo effetto, spero che le nuove gestioni di Milan e Roma possano portare un po' di nuova linfa. Non parlo di Juve perché è chiaramente una storia a parte, prima o poi la dovranno rivincere una finale.
In futuro cercheremo di impegnarci, tra uno scudetto e l'altro, ad arrivare settimi per poter partecipare alla conference e così portare "nuova linfa".
Nel frattempo auguriamo al Milan, nei prossimi dieci anni, non dico di fare almeno un paio di finali di champions (che non portano linfa), come per caso è capitato a noi, ma anche solo...facciamo due semifinali? E di non aspettare, tra una linfa e l'altra, altri 11 anni per vincere almeno uno straccio di campionato italiano - che a Milano stanno festeggiando da una settimana.
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Seeeeeeeeeee seeeeeeeeeee seeeeeeeeeee seeeeeeeeeee
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Dajeeeeeeeeeeee
No no non ce provà, è proprio in quei momenti che si rafforzava la fede nel "vincemo tutto".
In futuro cercheremo di impegnarci, tra uno scudetto e l'altro, ad arrivare settimi per poter partecipare alla conference e così portare "nuova linfa".
Nel frattempo auguriamo al Milan, nei prossimi dieci anni, non dico di fare almeno un paio di finali di champions (che non portano linfa), come per caso è capitato a noi, ma anche solo...facciamo due semifinali? E di non aspettare, tra una linfa e l'altra, altri 11 anni per vincere almeno uno straccio di campionato italiano - che a Milano stanno festeggiando da una settimana.
Ahhhhhhh che caduta di stile Sean, shame on you!!!
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
No, ma vorremmo anche noi apportare un pò di linfa, e come fare? Se vincere 9 campionati negli ultimi 11 anni, non è sufficiente; se arrivare due volte in finale di coppa campioni non è stato abbastanza per dare "nuova linfa", ci metteremo a fare il contrario sperando di cogliere gli stessi risultati che nello stesso arco di tempo hanno colto le "gestioni di Roma e Milan".
...ma di noi
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Maldini e il Milan: «Il rinnovo del contratto? Nessuno mi ha chiamato, è poco rispettoso»
Intervista alla «Gazzetta dello Sport» del direttore tecnico rossonero: «L’ad ed Elliott fino ad ora non si sono neanche seduti per parlare con me e Massara. Non abbiamo la disponibilità economica per un salto di qualità»
«Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo a parlare». Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, non usa mai giri di parole per spiegare il suo pensiero. Si espone e lo fa durante l’intervista rilasciata a «La Gazzetta dello Sport» per celebrare il 19esimo scudetto del Diavolo. «In questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a un salto di qualità. Anche perché siamo in una fase di passaggio. Vedremo». Tornando al contratto, «loro potrebbero anche dirci “il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare”. O può essere che io dica “la vostra strategia non mi piace”. Come ho detto a suo tempo, a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene».
Perché la questione non diventi spinosa all’interno del club di via Aldo Rossi sarà fondamentale nei prossimi giorni un incontro tra le parti per discuterne. Ma non è questa l’unica divergenza con i vertici rossoneri. L’altra riguarda lo stadio che Maldini vorrebbe più grande di quello da 55mila posti pensato finora. Insomma, non gli dispiacerebbe un impianto grande come San Siro.
Intanto, c’è da festeggiare uno scudetto: «Il mio primo pensiero è andato a mamma e papà, spero che lassù possano essere orgogliosi di me. Cosa mi avrebbe detto papà Cesare? Forse nulla, solo una pacca sulla spalla o un abbraccio. Era di poche parole soprattutto con me. Nel tempo si è molto ammorbidito e ci siamo confrontati di più. D’altra parte sono di poche parole anche i miei due figli. Come lo sono stato io quando giocavo: parlare era una forzatura, cercavo di farlo il meno possibile». Tanti trofei in campo da giocatore, per Maldini questo è il primo da dirigente: «È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Lo considero bellissimo. Capolavoro o miracolo? Capolavoro. È la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro ogni previsione. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio. Si dice che lo scudetto lo abbia perso l’Inter? Sono opinioni. Dico che abbiamo fatto 86 punti. E solo una volta nella storia dei campionati a tre punti il Milan era riuscito a fare di più. Questo inverno avevamo Kjaer fuori per infortunio e Tomori che si è lesionato il menisco. Non c’era budget. Potevamo prendere un giocatore in prestito per tappare il buco. Invece abbiamo dato fiducia ai nostri giovani. Perché sappiamo che ci possono garantire tanto».
E sul segreto del Milan, Maldini ha aggiunto: «Dal 2019 a oggi abbiamo preso 21 giocatori. Un mix di ragazzi esperti e molti giovani. Io e Massara abbiamo raccontato a ognuno di loro la storia di un progetto che poi si è realizzato. Dunque siamo stati credibili e questa è una parte importante del nostro successo. Naturalmente erano storie diverse. A Zlatan, per esempio, abbiamo chiesto di darci quello che in questo momento poteva portare al gruppo. Per un giovane come Kalulu il discorso è stato: “I primi sei mesi guarda e impara. Sei nella patria della difesa, memorizza tutto. Prima o poi l’occasione arriva”». Il 25 febbraio scorso, dopo l’1-1 a San Siro contro l’Udinese Maldini ha deciso di alzare la voce per il gol dubbio convalidato a Udogie: «Ogni tanto dire le cose come stanno serve. Io lo faccio poco perché preferisco chiedere spiegazioni ai responsabili arbitrali in separata sede. E quasi sempre c’è apertura al dialogo. Quella volta non fu così e allora decisi di parlare. Comunque in generale non ci piace lamentarci perché questo può creare degli alibi ai giocatori e rischia di innescare nel pubblico qualcosa di non positivo».
Non solo. Maldini ha parlato di mercato, futuro e dello stratega di questo successo, Stefano Pioli: «I 21 calciatori che sotto la mia gestione diretta abbiamo preso a titolo definitivo hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo, avevo in testa un budget più alto. Poi se posso far risparmiare il club lo faccio. Pioli? Stefano lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. Io gli ho detto più volte: “Puoi cambiare tutti i sistemi di gioco che vuoi ma non perdere questa energia che per noi è vitale”. E guardate che è anche duro nelle cose che dice. Questa cosa mi piace tantissimo. Se può essere l’uomo giusto per aprire un ciclo? Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo. Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza un’idea da Milan rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions». Infine, su Donnarumma: «Se mi ha scritto per complimentarsi? No, ma durante l’anno ci siamo sentiti e poi visti alla festa dei 40 anni di Ibra. Se si è pentito? Non lo so, spero comunque sia felice».
CorSera
maldini ha un unico difetto....
non è proprio un campione di diplomazia
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
maldini ha un unico difetto....
non è proprio un campione di diplomazia
In questo campo certe interviste e dichiarazioni non capitano per caso. Se Maldini ha rilasciato quella intervista in quei termini è perchè prima (di quei temi) ne ha parlato con la proprietà...e non trovando evidentemente accoglienza si è deciso poi a rendere pubblico il disagio...usando la carta stampata come forma di pressione.
...ma di noi
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forse, tra mille inverni
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