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Però nel calcio bisogna stare pure attenti a come si parla, perchè se Chalanoglu fosse andato dall'altra parte dei Navigli zitto e buono credo sarebbe stata una cosa...ma siccome ci è andato lasciandosi dietro una scia di dichiarazioni, quegli altri (i suoi ex compagni) se la sono evidentemente legata al dito.
Un riassunto:
Calhanoglu: 'L'Inter? Vinceva derby, scudetto ed è in Champions. Ecco come mi hanno convinto, voglio vincere tutto.
Intervistato da 433 il centrocampista dell`Inter ed ex-Milan, Hakan Calhanoglu ha raccontato la sua avventura calcistica e la scelta di passare dai rossoneri ai.
Calhanoglu, che carica: "Inter, rivinciamo lo scudetto! Champions? Pronti per grandi cose"
Hakan e il mondo nerazzurro: "Arrivo in un top club nel momento migliore della mia carriera. Inzaghi? Abbiamo già parlato, le sue parole mi sono piaciute". Su Pioli: "Con lui ho giocato bene, mi ha impiegato nel mio ruolo"
“Gli obiettivi sono importanti per noi, lasciamo la Coppa Italia da parte perché puntiamo di più sullo Scudetto, lo vogliamo vincere”.
Calhanoglu sullo Scudetto e sulla Coppa Italia: il centrocampista dell'Inter non ha dubbi riguardo le priorità della propria squadra.
...capito il perchè de "la coppa Italia te la puoi infilare in chiulo"?
Cioè, capiamoci, Chalanoglu non poteva dirsi entusiasta della sua nuova avventura? Era una bandiera rossonera? Non mi pare proprio.
Se poi si fosse permesso di prendere per il culo gli altri compagni è un altro discorso, ma non mi pare sia andata così.
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Non potevi rispondermi in modo diverso per dimostrare la mia tesi [emoji23]
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Orgoglioso e fiero di ciò.
E la tua tesi sai dove mettertela...
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Sì, si è capito come vivi il calcio e non c'è bisogno che abbassi ancora di più il livello della discussione, a posto così
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Felice di vivere il calcio (come la vita) così.
Gli infami vanno trattati da infami.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Cioè, capiamoci, Chalanoglu non poteva dirsi entusiasta della sua nuova avventura? Era una bandiera rossonera? Non mi pare proprio.
Se poi si fosse permesso di prendere per il culo gli altri compagni è un altro discorso, ma non mi pare sia andata così.
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Ci sono tante altre cose Venk...a partire dall'esultanza nel derby per arrivare ad altre dichiarazioni sulla scorta di quelle postate da Sean, se non peggiori.
Imho quello striscione lì, però, andava legittimamente esposto da tifosi comuni, non da calciatori professionisti. Mi pare una caduta di stile.
Ah e comunque "Calhamoglie zoccola" è il nuovo inno di Milano
Originariamente Scritto da Alberto84
Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debe
Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
Originariamente Scritto da Zbigniew
Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
"Sapevo che l'Inter fosse una grande squadra, in estate mi hanno esposto gli obiettivi e li ho subito condivisi. È stato un ottimo trasferimento e ho fatto la scelta giusta".
“In sei mesi di Inter ho già vinto un trofeo”
"All'Inter mi sento a casa"
Durante il derby esulta così, e tanto altro !!
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Nelle dichiarazioni postate non ci vedo niente di scandaloso, le classiche di un giocatore al primo anno in una nuova squadra.
L'esultanza era anche arrivata in risposta a fischi e insulti arrivati dal pubblico rossonero ogni secondo che toccava palla, mi pare. Poteva evitare anche lui, ovviamente.
Io non vivo il calcio "nell'odio del traditore" anche perché il 99% dei calciatori in base ai soldi cambia maglia. Oltretutto sono cose che molti vivono a intermittenza, non mi pare che tanti tifosi rossoneri che ora si comportano così ai tempi dessero dell'infame a Bonucci quando arrivò al Milan (dopo ovviamente sì).
A dimostrazione di ciò non dirò mezzo insulto a Dybala quando diventerà interista.
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"Sapevo che l'Inter fosse una grande squadra, in estate mi hanno esposto gli obiettivi e li ho subito condivisi. È stato un ottimo trasferimento e ho fatto la scelta giusta".
Nelle dichiarazioni postate non ci vedo niente di scandaloso, le classiche di un giocatore al primo anno in una nuova squadra.
Forse dovresti capire che veniva dal Milan (dichiarando amore al Milan e cagate varie) ed è andato all'Inter.
La rivale Italiana n.1 praticamente.
Non arrivare da qualsiasi altro team, ma dal Milan, ripeto.
E si è messo a stra-parlare quando doveva portare rispetto e stare zitto, specialmente per come se n'è andato.
E invece no, ha fatto l'infame a 360°.
E allora ora si prende ciò che si merita.
Fine.
Poi pensala come ti pare.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Forse dovresti capire che veniva dal Milan (dichiarando amore al Milan e cagate varie) ed è andato all'Inter.
La rivale Italiana n.1 praticamente.
Non arrivare da qualsiasi altro team, ma dal Milan, ripeto.
E si è messo a stra-parlare quando doveva portare rispetto e stare zitto, specialmente per come se n'è andato.
E invece no, ha fatto l'infame a 360°.
E allora ora si prende ciò che si merita.
Fine.
Poi pensala come ti pare.
Roba che se lo vedi per strada, lo pesti di botte. Hahahah
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Scaroni-Milan: «Anche i Singer sul pullman. È lo scudetto dei professionisti»
Il presidente del Milan: «Abbiamo vinto con uno stile che è caratterizzato dall’avere tante competenze che rispettano i ruoli. Lo stadio da soli a Sesto? Non è la nostra intenzione, io tengo aperte le due opzioni, San Siro o Sesto»
La maglietta celebrativa sopra la camicia (per qualche minuto, giusto per vedere l’effetto che fa), il bagno di folla sul campo di Reggio Emilia («Ho portato anche mia moglie, una santa ad accompagnarmi»), persino il giro in pullman scoperto per Milano in compagnia di Paul e Gordon Singer, padre (con cappellino del Milan) e figlio proprietari del fondo Elliott, in genere superschivi, arrivati a Parma in aereo dalla Florida e poi coinvolti anche nella festa notturna davanti a Casa Milan. Scene (mai viste) di uno scudetto.
Presidente Paolo Scaroni anche i fondi di investimento hanno un cuore? «Sicuramente hanno un cuore sportivo!».
Con la Coppa al piano di sotto, la disposizione d’animo è quella migliore per parlare di come siamo arrivati fin qui e di dove il Milan e, forse, il calcio italiano possono andare. Partiamo dalla fine. Non siamo abituati a vedere i Singer così coinvolti. «È stata un’esperienza, direi excited, per loro, Gordon era più abituato, Paul non aveva mai visto il Milan. Sono arrivati dalla Florida con grande fiducia, erano molto ottimisti di vincere lo scudetto, noi italiani eravamo più scaramantici... Io continuavo a dire che volevo arrivare quarto, come ho detto tutto l’anno, anche domenica che non era più possibile...».
A mente più fredda secondo lei qual è stato il segreto del Milan? «Io direi che il Milan di oggi ha un suo stile e il suo stile è caratterizzato dall’avere professionisti in ogni ruolo. Elliott è un campione mondiale degli investimenti: non ci ha mai fatto mancare supporto finanziario (il Milan non è indebitato), ha fissato limiti di spesa, senza mai voler decidere come dovessimo investire. Gazidis è un amministratore delegato che ha girato il mondo del calcio dopo una laurea in Legge ad Oxford. Paolo Maldini è stato un grande professionista tutta la vita. E poi Stefano Pioli, bravissimo. Un mondo di professionalità, ognuna con il suo ruolo e la sua libertà d’azione, nel rispetto di quelli degli altri. Questo è un modello manageriale che funziona in tutte le aziende: andava trasportato nel calcio».
È stato soprattutto lo scudetto della sostenibilità, un concetto innovativo. «Vero. Quest’anno lo chiuderemo con la gestione ordinaria che genera cassa, per dire».
Un punto importante per la sostenibilità è stato il no a certi rinnovi, Calhanoglu e Donnarumma per primi: all’esterno hanno generato molto dibattito, dentro la società com’è andata? Tutti d’accordo? «Non ho visto il minimo tentennamento su entrambi. La sostenibilità è una rotta da cui non si transige, ed è quella che mi faceva dire che volevo arrivare quarto, il minimo per mantenerla».
Per essere sostenibili bisogna anche aumentare i ricavi. E qui entra in gioco il tema stadio. Cresce la convinzione che alla fine lo farete da soli a Sesto San Giovanni... «Questa non è la nostra intenzione. Io tengo aperte entrambe le opzioni, San Siro e Sesto San Giovanni. Poi c’è la variabile che riguarda le proprietà: Elliott ha intrapreso un percorso in cui sta sondando opportunità di vendita, che comunque richiederà del tempo, almeno tre mesi. Poi deciderà il nuovo proprietario, RedBird o chi sarà».
Avete vinto in Italia, ma il gap con l’Europa di tutto il calcio italiano sembra ancora enorme. Suggerimenti per colmarlo? «Nel nostro bilancio è fondamentale la vendita dei diritti tv. Nel mondo l’Italia perde terreno: la Premier incassa 2,1 miliardi l’anno, la Liga 897 milioni. La serie A ne prende 139 da Infront per Europa, Africa, Asia e Sud America, e 57 da Cbs per gli Usa: totale fanno 196 milioni. Il calcio è uno sport, ma anche uno show, per entrare nel mercato dell’intrattenimento devo attrezzarmi perché nel mondo guardino le mie partite».
Per vendere il proprio prodotto serve anche l’organizzazione giusta. La Lega di A, con tutte le sue divisioni, non sembra molto attrezzata. «È un mestiere difficile per super professionisti. Tra Pakistan, India, Indonesia e Cina ci sono tre miliardi di persone: per conquistarli devo vincere la concorrenza con gli altri sport e all’interno del calcio con le altre Leghe».
Come si fa? «Tutte le componenti devono concorrere a migliorare lo show. Gli stadi: devono essere pieni, moderni, ben illuminati, come in Premier League. Il campionato deve essere più appassionante possibile, quindi a 18 o 16 squadre. Gli orari delle partite di cartello devono essere pensati per Shanghai o New York. E le partite devono essere meno noiose. Solo a me la Champions sembra un altro calcio?».
No, ma l’obiettivo è ambizioso. «Da noi ci sono troppe pause, troppi giocatori che perdono tempo, troppi fischi dell’arbitro, 26,8 falli fischiati a partita contro i 20,4 della Premier, per dire. Una partita da noi ha un tempo effettivo inferiore ai 50’. Anche arbitri e giocatori devono capire che fanno parte dello show. È una questione esistenziale per noi perché i soldi sono la benzina del calcio, ma non è un problema solo di soldi. Così non riusciamo a trattenere i nostri giocatori migliori. Vorranno sempre andare in Premier».
Abbiamo parlato di tutti ma non di lei: cosa ha dato al Milan e cosa ha imparato da questa esperienza nel calcio? «Adesso se vado in un salotto e parlo di calcio li affascino tutti, scherzo... Ho imparato molte cose nuove. Non mi prendo meriti al Milan, ho dato il mio contributo quando ho fatto l’ad e quando Ivan è stato via. Ho dedicato tanto tempo alla Lega calcio, almeno 10 ore alla settimana: ho imparato molto, e concluso poco. Non è facile con questa governance».
Lei è stato prudente ma l’arrivo del nuovo proprietario RedBird sembra certo: cosa cambierà? Proseguirà nel processo di trasformazione del club in media company? «Io credo che chiunque compri il Milan compra un gioiello, una macchina che funziona bene, con un pubblico formidabile. Poi se chi compra aggiunge le sue competenze, e RedBird ne ha, ben venga».
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Milan, sul pullman torna lo striscione sfottò all'Inter e scoppia la polemica
Partendo da casa Milan, compare uno striscione «La Coppa Italia mettila nel c...». La Figc apre un'inchiesta. Poco dopo, Rebic espone uno «Spiaze» dedicato a Simone Inzaghi
Non poteva mancare la polemica nei festeggiamenti per lo scudetto. Sul pullman scoperto rossonero, in giro per Milano per celebrare il tricolore, è apparso uno striscione sfottò «La Coppa Italia mettila nel c…». Tra l'altro, tenuto dai giocatori che se lo sono passati di mano. La Procura della Federcalcio ha prontamente aperto un'inchiesta «per presunta violazione dell'art 4 del Codice di giustizia sportiva» che impone il rispetto dei principi di correttezza e lealtà.
Insomma, passano gli anni ma non cambiamo le polemiche. Nelle prime immagini dalla festa scudetto a impugnarlo sono stati Maignan e Krunic, in mezzo a Giroud e Rebic, prima che venisse rimosso dal mezzo che era appena partito da Casa Milan al Portello. Ma poco dopo in viale Certosa in mano a Rebic, recidivo, è apparso un altro cartellone di sfottò, stavolta all'allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi. Si vedeva la sua immagine e la scritta «Spiaze». Tutto questo era da evitare in un momento di festa.
CorSera
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[h=1] Ma poco dopo in viale Certosa in mano a Rebic, recidivo, è apparso un altro cartellone di sfottò, stavolta all'allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi. Si vedeva la sua immagine e la scritta «Spiaze». Tutto questo era da evitare in un momento di festa.
CorSera
Ahahahaha, che cattivoni.
SPIAZE TANTO.
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Originariamente Scritto da Sean
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