Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Qui c'era da mettere dentro Dybala e Costa, o la partita stasera non si portava a casa. Chi levavi? Il portiere?

    Preferisco ragionare sui malumori di Ronaldo coi 3 punti in saccoccia, che pensare che esce tranquillo a partita finita ma con la Juve che prende un punto. In quel caso il malumore verrebbe a me.
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Come si applica il regolamento uefa...
      Insulti razzisti, in Ucraina Taison reagisce come Balotelli: espulso https://a.msn.com/r/2/BBWyyyF?m=it-i...rID=InAppShare
      « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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        La Juventus batte il Milan (a fatica) e resta prima in classifica, ma esplode il caso Ronaldo sostituito un’altra volta dopo la Champions. E stavolta non la prende bene, anzi… Insomma non è tutto oro quel che luccica, avere tanti campioni è un grande vantaggio, come dice Conte, ma gestirli può diventare un grosso problema

        JUVENTUS – MILAN 1-0

        Si era pensato, fino a quasi un quarto d’ora dalla fine che la svolta del campionato fosse arrivata. Che Antonio Conte e l’ Inter avessero portato a termine il loro piano perverso, e cioè nell’impossibilità di lottare ad armi pari con la Juve, quantomeno metterle pressione, innervosirla, starle addosso per indurla all’errore. E il piano era quasi riuscito fino alla clamorosa sostituzione di Ronaldo, che addirittura squassava la Juve di presumibili polemiche. Senonché il gol di Dybala, nella fattispecie il sostituto di Ronaldo, ha materializzato gli incubi più neri di Antonio Conte: la Juve ha vinto ancora una volta con lo straordinario potenziale della panchina. Che a oggi fa la differenza tra Juve e Inter, pur essendo in classifica veramente minimale (un punto) e il numero di vittorie addirittura lo stesso (dieci).

        La Juve ha risolto così una partita sofferta, contro un Milan insolitamente tonico ma dalla classifica preoccupante (4 punti sulla zona retrocessione) e dalla sequenza di risultati troppo negativi (terza sconfitta su 5 partite della gestione Pioli). Sulla strapotenza della Juve abbiamo molto discusso, ma oggi possiamo aggiungere che il fatto che la Juve non sia ancora riuscita a scavare un solco tra lei stessa e l’ Inter possa essere un problema. Anche se entrambe hanno tirato finora al massimo e la sosta arriva per far tirare il fiato almeno a qualcuno.

        La sosta servirà alla Juve soprattutto per risolvere l’intrigo Ronaldo che è esploso in tutto il suo fragore. Stavolta, a differenza della partita di Champions League a Mosca, il campione non ha fatto finta di aver preso bene la clamorosa decisione di Sarri, ha imboccato direttamente la via degli spogliatoi e ha lasciato lo stadio prima ancora che la squadra rientrasse, mormorando anche qualche frase spiacevole all’indirizzo della panchina. Fatti che ad altri costerebbero probabilmente una multa e dei bei rimbrotti ufficiali, ma a lui probabilmente no.

        L’allenatore non ha potuto nemmeno addurre molti altri problemi fisici. Ha detto che qualche dolore Ronaldo ce l’ha, ma che è stato sostituito perché non sta giocando bene. E del resto se Ronaldo l’ha presa come l’ha presa, inutile nascondersi dietro a un dito.

        Già per il match di Mosca avevo affermato che il mito dell’ “insostituibilità di Ronaldo” era stato ormai intaccato e che dunque adesso CR7 doveva sottostare alle stesse regole degli altri. Avevamo anche scherzosamente detto che “la prossima volta Ronaldo incenerirà l’allenatore con i raggi X”. E infatti così è andata.

        Sarri ha già cercato di stemperare lo scontro, né ha alcun interesse ad inasprirlo ulteriormente. Però un colpo al mito di CR7 è stato inevitabilmente dato, e per uno che cerca il suo sesto Pallone d’Oro per stabilire che lui è il più grande di sempre, la botta non sarà facile da assorbire. Bisogna vedere come reagirà e a quali conclusioni arriverà. Potrebbero essere anche ancor più clamorose di quanto avvenuto a Torino.

        La Juventus batte il Milan (a fatica) e resta prima in classifica, ma esplode il caso Ronaldo sostituito un’altra volta dopo la Champions. E stavolta non la prende bene, anzi… Anche perché il gol vittoria lo segna Dybala che ha preso il suo posto. Insomma non è tutto oro quel che luccica, avere tanti campioni è un grande vantaggio, come dice Conte, ma gestirli può diventare un grosso problema. E adesso cosa succederà?

        *** AUDIO REP: I TRE FRONTI APERTI DAL CASO DYBALA  Il gol di Dybala ha aperto clamorosamente tre fronti sul campionato di calcio. 1) Il caso Ronaldo rischia di destabilizzare la Juventus. 2) Antonio Conte ha avuto clamorosamente ragione nel sostenere che la strapotenza della Juve è troppo per l'Inter. 3) Il Milan in zona retrocessione è difficile da accettare… *** JUVENTUS - MILAN 1-0 Si era pensato, fino a quasi un quarto d'ora dalla fine che la svolta del campionato fosse arrivata. Che Antonio Conte e l' Inter avessero portato a termine il loro piano perverso, e cioè nell'impossibilità di lottare ad armi pari con la Juve, quantomeno metterle pressione, innervosirla, starle addosso per indurla all'errore. E il piano era quasi riuscito fino alla clamorosa sostituzione di Ronaldo, che addirittura squassava la Juve di presumibili polemiche. Senonché il gol di Dybala, nella fattispecie il sostituto di Ronaldo, ha materializzato gli incubi più neri di Antonio Conte: la Juve ha vinto
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          Clamoroso Cagliari, batte la Fiorentina 5-2 e vola lassù. La squadra di Maran, Nainggolan e Simeone continua a entusiasmare e riaccende il cuore della Sardegna. La Fiorentina di Commisso invece continua a essere indecifrabile, per Montella da una squadra giovane (e senza Ribery) ci si possono aspettare anche tracolli del genere. Sarà… Tutto sta capire bene però che Fiorentina voglia Commisso e se anche Montella non debba dare molto di più

          CAGLIARI-FIORENTINA 5-2
          Non c’è limite al Cagliari, l’ascesa in alta classifica è impressionante, la rabbia con cui ha sommerso di gol la Fiorentina potente. Lampante il salto di qualità che hanno fatto fare alcuni giocatori alla squadra, Rog, Simeone, un Nainggolan tornato alle migliori stagione della Roma e ora leader indiscusso, uno Joao Pedro come non si era mai visto. Per ora il Cagliari è la dimostrazione perfetta come la cessione del tuo miglior giocatore (Barella) sia un’occasione per fare un salto di qualità, non succede sempre e non è così sistematico che ti riesca un mercato così perfetto, però al Cagliari l’operazione è riuscita.

          Rolando Maran è bravo perché cavalca la tigre, apprezza l’entusiasmo della gente, vuole che la squadra goda del momento particolarmente favorevole e della straordinaria comunione col pubblico, il Cagliari incarna molto di più della squadra di calcio di una città, rappresenta tutta la Sardegna. E quindi quasi una nazione. Far coincidere il tutto poi col 75° compleanno di Gigi Riva, significa riportare e riaccendere i riflettori sul fenomeno Cagliari.

          Di contro c’è l’imperscrutabilità della Fiorentina, la sua fragilità di cuore e di carattere. Montella imputa certe brutte figure alla gioventù della squadra e indirettamente, così ,alla mancanza di Ribery, alla sua esperienza e capacità di trascinamento. I tifosi cominciano anche a chiedersi quanto Montella abbia responsabilità di questa situazione, ma da anni tutti gli allenatori in viola prima o poi si ritrovano in questa situazione.

          C’era da aspettarsi, soprattutto, quest’anno, un maggior contributo da Federico Chiesa, ma una volta obbligato a restare si è fermato e non è più cresciuto in capacità di gioco e di fare la differenza, si affida troppo a se stesso e ha perso i collegamenti col resto del gruppo. Ci si chiede anche che squadra voglia realmente Commisso, ufficialmente vuole una Fiorentina che pensi in grande, sia ambiziosa, si ponga come obbiettivo a medio-lungo termine una vittoria. Per ora siamo in fase di costruzione, come si dice in questi casi. I lavori, se mai siano davvero partiti, subiranno qualche ritardo…

          SERIE A, GIORNATA N. 12 RISULTATI Sassuolo-Bologna 3-1 (34' Caputo S, 68' Boga S, 70' S, Orsolini B, 75' Caputo S), Brescia-Torino 0-4 (17' e 26' Belotti T, 75' e 80' Berenguer T) Inter-Verona 2-1 (19' Verre rig V, 65' Vecino I, 83' Barella I) Napoli-Genoa 0-0 Cagliari-Fiorentina 5-2 (17' Rog C, 26' Pisacane C, 34' Simeone C, 54' Joao Pedro C, 65' Nainggolan C, 75' e 87' Vlahovic F) Lazio-Lecce 4-2 (30' Correa La, 40' Lapadula Le, 62' MIlinkovic La, 78' Immobile rig La, 80' Correa La, 85' La Mantia Le) Samp-Atalanta 0-0 Udinese-Spal 0-0 Parma-Roma 0-2 (68' Sprocati P, 90'+3' Conrnelius P) Juventus-Milan 1-0 (77' Dybala J) *** CAGLIARI-FIORENTINA 5-2 Non c'è limite al Cagliari, l'ascesa in alta classifica è impressionante, la rabbia con cui ha sommerso di gol la Fiorentina potente. Lampante il salto di qualità che hanno fatto fare alcuni giocatori alla squadra, Rog, Simeone, un Nainggolan tornato alle migliori stagione della Roma e ora leader indiscusso, uno Joao Pedro come non si era
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            Juventus, gioco troppo accademico. A questo Milan serve Ibrahimovic

            I rossoneri avrebbero bisogno di uno choc, Ibrahimovic potrebbe essere l’uomo della svolta: con lui tutti i giovani crescerebbero molto più in fretta

            di Mario Sconcerti

            Il Milan ha giocato bene a Torino, ma è un dato non reale. Contro la Juve giocano tutti bene, danno tutto durante la settimana e in partita. Perdono poi tutti eroicamente. L’ha fatto il Genoa, gol di Ronaldo al minuto 96, il gol più tardivo del campionato; l’hanno fatto Bologna e Verona.

            La buona prestazione del Milan è stata predisposta dalla sufficienza della Juve, sempre più vicino a un gioco accademico. Non c’è più cattiveria, c’è presenza, il carattere che non ti spinge in avanti ma ti permette di aspettare il colpo di uno degli artisti. Se contro il Milan giochi con gentilezza vai in difficoltà perché la gentilezza è l’unica qualità di questo Milan. Il simbolo sono i tiri di Calhanoglu, bellissimi e troppo corretti. Sono dipinti da un righello, il portiere li prenderà sempre perché sono tutti uguali e sa già dove arrivano.


            Nemmeno a Torino è stato un Milan di carattere, ha fatto quello che sa fare meglio, tenere un buon calcio, qualcosa che con la Juve non basta mai, a nessuno. Credo che al Milan sarebbero molto utili sei mesi di Ibrahimovic. Non so più come giochi, ma ha dentro la rabbia che manca al Milan. I giovani crescerebbero anche solo spiando come si allaccia le scarpe nello spogliatoio, quando e come si arrabbia, cosa dice agli arbitri.

            Il Milan deve regalarsi una soluzione scioccante, altrimenti vivrà solo nelle promesse dei giornali. Non deve più vincere, deve da qui in avanti interrompersi e aiutarsi a crescere. Ibrahimovic darebbe forse una grande mano. Cresce quello che potenzialmente è il vero caso dell’anno. Domenica Sarri ha sostituito di nuovo Cristiano Ronaldo e ha avuto fra l’altro ragione a farlo. Sono un po’ di partite che Ronaldo è diverso, scuro, non decisivo. Come sentisse di non avere la mente per fare la sua solita corsa da protagonista. Intorno poi gli girano adesso fuoriclasse in forma, Higuain e soprattutto Dybala, adesso anche Douglas Costa.

            Ma in una Juve così infastidita dagli avversari facili il senso di Ronaldo per il gol manca moltissimo. Stupisce la piccola confusione del suo gioco, la velocità delle gambe c’è, ma va a sbattere sull’avversario. A volte sembra addirittura chiudersi dietro il suo marcatore, come in un piccolo castigo. Cose banali ma non da lui, per questo stupiscono. L’impressione generale dopo 12 turni è che la Juve sia un po’ viziata da se stessa e che l’Inter creda nel paradiso come uno stilita. Questo in fondo Conte porta, la bellezza dell’ascetismo tecnico, la concretezza di un convento. È sorprendente lo spazio che hanno già preso a tutti gli altri. I terzi sono a 8 punti, Atalanta e Roma a 10, il Napoli a 13, tutto in poco più di due mesi.



            CorSera
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              Turnover complicato e sgradito al tecnico: così Dzeko & Co. hanno pagato la fatica


              IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - E' sempre una pessima notizia quando perdi la partita e il tuo miglior uomo in campo è stato il portiere. In questi casi, lo suggerisce la logica, non puoi, anzi non devi accampare alcun tipo di alibi per spiegare la sconfitta. A Parma, la Roma ha infilato il secondo ko consecutivo della stagione, il terzo in totale, pagando la bravura degli avversari e, soprattutto, le proprie debolezze. Fisiche, soprattutto. I giallorossi sono apparsi stanchi, assai poco brillanti, scarsamente reattivi. Prima o poi, la fatica per i tanti impegni ravvicinati si doveva far sentire e a Parma se ne è avuta l'amara conferma. Troppi elementi, non solo quelli meno giovani, hanno infilato una prestazione insufficiente non tanto per l'impegno quanto per la (in)capacità di incidere sulla partita.

              Paulo Fonseca non ama il turnover e, quindi, al Tardini ha confermato per dieci undicesimi la squadra che giovedì sera aveva perso a Moenchengladbach, con il solo Spinazzola al posto di Santon. Solo che l'ex atalantino si è presto (ri)fatto male, e così Santon è stato costretto a entrare già nel primo tempo. La stessa Roma di Germania, insomma. E pensare che il portoghese, vista la gente che aveva in panchina per ogni reparto, avrebbe potuto optare per una soluzione diversa: invece si è fidato dei soliti noti, ma non è stato ripagato. Ci si aspettava molto di più da chi era delegato a far gol, ma anche da chi avrebbe dovuto aiutare il gruppo a preparare la fase di finalizzazione. Sono mancate tante cose contro un Parma basso e abile nelle ripartenze. E soprattutto con una forza nelle gambe nettamente superiore a quella della Roma. Alla quale si chiedeva un ultimo sforzo prima della sosta, dopo il tanto giocare delle settimane precedenti, ma forse le si è chiesto troppo.

              VECCHI E GIOVANI - Ovviamente nessuno sa cosa sarebbe accaduto se la Roma si fosse presentata al Tardini in una veste diversa, ma il dubbio che la squadra abbia pagato tanto (troppo...) i propri limiti di tenuta atletica resiste con forza. Dzeko, ad esempio, si è visto solo quando ha ripreso duramente questo o quel compagno, ma lui non può riposare non essendoci alternative. Kolarov è in debito di ossigeno, Pastore non è sembrato quello scintillante di una settimana fa: i meno giovani, dicevamo, hanno faticato più di altri che non possono e non devono sentirsi esenti da responsabilità. Anzi, proprio per essere più giovani avrebbero dovuto dare un contributo diverso, maggiore. Ha perso la Roma, in sintesi; non hanno perso questi o quelli. Ed è complicato nascondere la delusione.

              IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - E' sempre una pessima notizia quando perdi la partita e il tuo miglior uomo in campo è stato il portiere. In questi casi, lo suggerisce la logica, non puoi, anzi non devi accampare alcun tipo di alibi per spiegare la sconfitta. A Parma, la Roma ha infilato il secondo ...
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                Napoli, fiducia a tempo per Ancelotti: Milan e Liverpool per passare la nottata

                Dalla vittoria sui Reds alla nuova sfida ai campioni d’Europa: in 2 mesi la squadra si è persa, travolta da un insolito destino. Per curare il malessere, occorre capire il malanno


                In una notte di Coppa il Napoli raggiunse il punto massimo di esaltazione. Dopo quasi due mesi, un’altra notte ha decretato invece il punto più basso della gestione di Carlo Ancelotti. Liverpool sconfitto a settembre e Salisburgo contenuto a malapena a novembre, eccoli gli avversari delle due notti: per il Napoli l’inizio e la fine di un’epoca breve in cui le belle speranze hanno lasciato il posto alle inquietudini e alla paura.

                Nel mezzo ci sono risultati negativi in campionato, record di pali e traverse, infortuni inaspettati, ritiro imposto dal club e disatteso dai calciatori, ammutinamento e contestazioni. E ancora, il giallo del furto tentato nella villa abitata da Allan percepito dalla sua famiglia come una minaccia.

                Il castello delle certezze è crollato ma non all’improvviso, e chissà che i segnali di cedimento non siano stati allarmi sottovalutati, dal club e dall’allenatore. E ci può stare di tutto nel frullatore che ha compromesso la fusione di un gruppo forte e in certe notti anche autorevole: i continui rinvii dei rinnovi dei contratti, i mal di pancia dei giocatori con ambizioni di squadre europee, qualche esclusione eccellente.

                In campionato i partenopei sono inaspettatamente settimi, la società di Aurelio De Laurentiis aspetterà la sfida di fine novembre con i campioni d’Europa in Champions prima di tirare le somme, anzitempo, di una stagione diversa da quelle degli ultimi dieci anni. Un’altra chance, fiducia a tempo anche per Ancelotti.

                Dall’entusiasmo alla depressione il passo è stato tutto sommato breve, anche se prevedibile. L’ambiziosa idea tattica di Re Carlo, attratto dal fornire una proposta di calcio all’altezza dei top team europei, implica ritmo e intensità: si è scontrata talvolta con la vulnerabilità degli interpreti (qualità alta, ma «normalità» caratteriale) che si sono lasciati travolgere dal vortice dei risultati negativi.

                La notte di metà settembre contro il Liverpool fu l’applicazione puntuale di quella idea; sabato la sfida contro il Genoa è stata la resa del gruppo, partito per imprimere un cambio di rotta ma che si è ritrovato a non sapere tenere più palla (il 40 per cento del possesso è il minimo storico) e a non trovare la forza di tirare in porta. Travolti tutti da un destino insolito, di fronte al quale adesso si è alla disperata ricerca di un rimedio.

                Le cure però diventano efficaci quando è chiara l’origine del malessere. Quando si conosce il virus da combattere. Perché la squadra ha avuto un rendimento così altalenante? Fragilità mentale oltre che tattica, un assist per l’irruzione a gamba tesa di De Laurentiis che obbligò il ritiro. Ancelotti contrario, squadra ribelle. Il presidente del Napoli è partito per gli States, ha confermato fiducia al suo allenatore. E aspetta il Liverpool. Lì dove era iniziata la bella speranza di una stagione competitiva. Ad Anfield, stavolta, per ritrovare il talento, l’energia e la passione calcistica.

                Diciassette giorni in cui Carlo Ancelotti dovrà attingere a tutte le sue conoscenze calcistiche per rivedere la luce. C’è il Milan prima, poi la terza notte. Che non avrà appello, sarà di verità e di certezze.


                CorSera
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Ci sarà Ancelotti libero a giugno.

                  Magari...sperem!

                  Ps. Ah vero la prossima è con ilNapoli, quindi ne perdiamo un'altra.









                  "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                  Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                  vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                  (L. Pirandello)

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                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                        Per carità..

                        Ci serve qualcuno che sia al vertice della parabola, non chi sta scendendo...
                        da Giampaolo a Re Carlo...
                        Ti farebbe schifo?









                        "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                        Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                        vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                        (L. Pirandello)

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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            da Giampaolo a Re Carlo...
                            Ti farebbe schifo?
                            fatevate prima a spendere per il pelato invece di fare i pidocchi per due spicci
                            Originariamente Scritto da Pesca
                            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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