Una finale mediocre con due squadre appena sufficienti.
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Al momento solo smentite su un possibile scambio Rugani-Acerbi. [Giovanni Albanese - Juventibus]...ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioAl momento solo smentite su un possibile scambio Rugani-Acerbi. [Giovanni Albanese - Juventibus]
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Pogba e Di Maria nella lista di Allegri: alla Juve i giovani non bastano più
Il tecnico vuole almeno due uomini pronti e già competitivi: Perisic costa troppo, Paredes del Psg resta un’opzione
La Juve ha capito di non poter avere ancora pazienza. È stato Allegri, dopo aver soppesato il bilancio di questa stagione disastrata, a spiegarlo per bene e a convincere la società: d'accordo i giovani, ma per tornare a vincere servono almeno tre elementi di esperienza, di spessore internazionale e con una frequentazione consolidata con il successo. Sarà accontentato, d'altronde è stato richiamato un anno fa anche per orientare le strategie tecniche del club: avrà almeno due giocatori, o più probabilmente tre, che verranno ingaggiati a prescindere dalla carta d'identità e dai piani di svecchiamento impostati due anni fa e che in un certo senso erano già stati traditi con la cessione di un formidabile talento giovane come Kulusevski.
Allegri ha bisogno di rinforzi in linea con la sua natura e li avrà: è per questo che la Juve si è messa a discutere di e con Pogba e ha schiuso la porta a Di Maria, che bussava invano da un pezzo. Un terzo uomo navigato potrebbe arrivare tra difesa e centrocampo (piace molto Paredes del Psg, che potrebbe essere scambiato con Kean). I giovani serviranno a completare la rosa (Raspadori è considerato il jolly d'attacco ideale, se non si riuscisse a trattenere Morata), mentre si è raffreddata la pista Zaniolo. Va specificato che alla Juve si considerano giovani anche i 24enni Chiesa e Locatelli.
Allegri vuole personalità e attitudine al successo. Di Maria andrebbe benone, anche se ha ormai 34 anni e a Parigi è scivolato in secondo piano. Si è proposto lui: vorrebbe venire un anno e poi chiudere la carriera in Argentina. La Juve gli ha mostrato disponibilità, ma i vantaggi del decreto crescita scattano dalla seconda stagione. L'alternativa nel ruolo sarebbe Perisic, che ha però ha pretese fuori budget. Ma Allegri stravede per il croato. E Allegri è l'uomo chiave per il ritorno di Pogba, con il quale ha conservato intatto il feeling che avevano quando lo allenava a Torino. Se il Polpo guardasse ai soldi, firmerebbe per il Psg o rinnoverebbe con lo United, che manterrebbero il suo salario ben oltre i 10 milioni. Ma se capisse che la sua urgenza è rilanciare una carriera che a Manchester si è accartocciata tra infortuni, capricci tattici, litigi, ed espulsioni, il ritorno sarebbe la soluzione ideale: non c'è stata una Juve più bella di quella con Pogba e non c'è mai stato un Pogba migliore di quello bianconero.
Rimettersi insieme sarebbe una sorta di mutuo sostegno per dare un colpo di spugna a queste ultime disgraziate stagioni. Dal 2019, Pogba è stato titolare in appena il 44% delle gare di Premier. Tra caviglie cosce e polpacci, è stato più infortunato di Dybala, ma conserva una scorta di talento speciale che Allegri è convinto di riuscire a tirar fuori di nuovo. A Parigi Pogba farebbe prima di tutto il testimonial, l'uomo immagine: in un attimo rischierebbe di diventare il parafulmine. A Manchester c'è stanchezza reciproca. A Torino è pronto un contratto meno lungo (triennale) e meno ricco (8 milioni l'anno), ma la voglia di ricominciare che c'è qui non la troverebbe da nessuna parte.
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Inter, Vidal ai saluti. E Perisic spaventa: per lui c'è anche la Juve
Il cileno dopo la partita con la Sampdoria andrà al Flamengo, mentre per l croato la partita è aperta: il club proverà a trattenerlo, ma tra coloro che gli fanno la corte ci sono i bianconeri
Non succedeva dall'ultima pausa delle nazionali. Ai giocatori dell'Inter, Simone Inzaghi ha concesso due giorni pieni di riposo. Passate le quarantottore di relax, domani torneranno ad allenarsi alla Pinetina per preparare gli ultimi 90 minuti più recupero della stagione, in casa contro la Sampdoria, di fronte a più di 70mila tifosi. Di biglietti non se ne trovano. E non si trovano più, nel tifo interista, nemmeno i critici di Simone Inzaghi, che un mese e mezzo fa abbondavano. Dopo la conquista della Coppa Italia, con la corsa scudetto ancora virtualmente aperta fino alle ore 20 di domenica, la preoccupazione del mondo nerazzurro riguarda ormai solo il destino dei giocatori simbolo della rosa, in vista del mercato estivo.
Vidal ai saluti, Perisic si vedrà
Ivan Perisic, dopo la stoccata alla società sui tempi del rinnovo di contratto fatta in campo all'Olimpico dopo la vittoria sulla Juve, potrebbe lasciare la Pinetina a fine stagione da svincolato. I dirigenti di via della Liberazione faranno un ultimo tentativo di trattenerlo, ma non mettendo sul piatto i 6 milioni netti l'anno fino almeno al 2024 che l'entourage del giocatore vorrebbe. Il sostituto è già in casa, Robin Gosens, e l'augurio è che durante la lunga estate lo staff medico e i preparatori atletici possano riportarlo allo stato di forma delle passate stagioni atalantine. Per il croato vice campione del mondo i possibili approdi non mancano. Piace in Premier League come in Bundesliga, dove ha vinto la Champions col Bayern, e si è aperta la pista juventina, che a Milano ovviamente viene vista con paura. Con sollievo, invece, il tifo interista ha accolto l'ennesimo indizio social del trasferimento di Arturo Vidal al Flamengo: la partenza del costoso centrocampista cileno libererebbe spazio per nuovi ingaggi.
La Milano nerazzurra tifa Sassuolo
Per quanto riguarda gli altri fuoriclasse in rosa, da Bastoni a Barella fino a Lautaro, al momento non ci sono indizi su un possibili trasferimenti. Offerte vere per il Toro, dopo quella del Barcellona dell'estate del 2020, non ne sono arrivate. Ma nella Serie A del 2022, campionato di passaggio per i campioni e non più destinazione definitiva, con offerte "fuori mercato" (parola di Marotta, e il riferimento è ai 115 milioni incassati per Lukaku nove mesi fa) potrebbe partire chiunque. Vale ormai anche per i top club, non solo per società come Udinese, Atalanta e Sassuolo. Ed è proprio nei neroverdi, impegnati domenica a Reggio Emilia col Milan, che il tifo interista ripone le ultime flebili speranze di potersi tenere lo scudetto cucito sulla maglia. Anche se dichiarazione dell'allenatore Dionisi "vinca il migliore, e probabilmente non saremo noi" dalla Milano nerazzurra sono state percepite come una sorta di resa preventiva. La partita è comunque da giocare, la storia dei campionati vinti o persi all'ultimo miglio insegna.
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioDalle dichiarazioni il Sassuolo si sta scansano in maniera indegna
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Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioDalle dichiarazioni il Sassuolo si sta scansano in maniera indegna
Inviato dal mio SM-G970F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Juventus, Di Maria accordo a un passo. Ecco perché è cambiata la strategia sul mercato
Dopo una stagione negativa si punta a giocatori di esperienza. Per Pogba l’offerta sarà di 8 milioni a stagione più due di bonus. L’altro nome in lista è Milinkovic-Savic ma servono almeno 70 milioni
Tra John Elkann e Andrea Agnelli, ieri pomeriggio alla Continassa, si parlava delle opportunità d’investimento internazionale di Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla anche la Juve, e l’oggetto delle riunioni (cui hanno partecipato diversi manager) è la metafora per lo shopping estivo che attende il club bianconero. In realtà già iniziato, se per l’arrivo di Angel Di Maria, 34 anni di classe e trionfi, basta un ultimo incontro con Jorge Mendes, l’agente: al giocatore, in uscita dal Psg per scadenza di contratto, è destinato un accordo annuale (con opzione per il bis) sui 7 milioni di euro a stagione. Nell’essenziale ricetta di Massimiliano Allegri l’argentino sarebbe il lievito per migliorare la fase offensiva, con piedi buoni ed esperienza (internazionale, anche).
Al momento, l’idea progettuale della società è questa: giocatori full-optional, senza bisogno di rodaggio, meglio se a parametro zero. Curioso, per lo meno, visto che l’ultimo ordine di servizio all’allora capo dell’area tecnica Fabio Paratici suonava come l’esatto contrario: abbassare età (degli acquisti) e stipendi. Sulla virata strategica ha ovviamente influito una stagione peggiore delle due precedenti, con Sarri (scudetto) e Pirlo (quarto posto e due trofei). Poi certo, Allegri ha pescato imprevisti peggiori di quelli del Monopoli: s’è ritrovato senza Cristiano Ronaldo (a fine agosto) e Chiesa (rotto a gennaio). Resta che da lui il club si aspettasse un valore aggiunto, in linea con la busta paga da chef stellato. Morale: il ds Federico Cherubini cercherà di fornirgli ingredienti per variare il buffet. Da qui la scelta di affidarsi agli slalom (e alle ripartenze) di Di Maria, giusto per non essere appesi alle giornate di Cuadrado, da anni il regista occulto.
Altra richiesta di Allegri, un radar in mezzo al campo, per captare rilanci e allacciare il gioco: da qui che è partita la narrazione su Paul Pogba, che da sogno è diventato desiderio e da eventualità a possibilità. Detto brutalmente: se sarà solo questione di vil (e umanissima) pecunia, il francese andrà al Psg, se ballerà invece altro, i bianconeri sono convinti di avere non poche chance. L’altro giorno è stato illustrato il depliant: a Torino Pogba sarebbe la star (con il numero 10 sulle spalle) e, come si dice in questi casi, al centro del progetto. Sullo sfondo uno scenario da nostalgia hollywoodiana, cui l’ex non è indifferente. Venendo al sodo, nonostante la ferrea vigilanza dell’ad Maurizio Arrivabene, il club può arrivare a un accordo da 8 milioni a stagione, più due di bonus.
L’altro nome in lista fin dai tempi di Beppe Marotta è quello di Sergej Milinkovic-Savic: sarebbero tutti felici e contenti, non fosse che per strappare un sorriso pure a Claudio Lotito servono non meno di 70 milioni. Insomma, un’operazione da oltre cento, il doppio di quanto serva per Pogba. Allestito il casting per la difesa: indiziati per la corsia mancina Emerson Palmieri (Chelsea) e Udogie (Udinese), la sorpresa sarebbe Alessio Romagnoli. Segni particolari, mancino e parametro zero.
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Inter, mercato: Dybala intesa, Skriniar o Bastoni possono partire
Un big andrà sacrificato e si preferirebbe privarsi di un difensore: gli altri giocatori appetibili sono Lautaro e Barella. Perisic tra Chelsea e Juventus, la trattativa con Lukaku continua sotto traccia
Il sogno scudetto è ancora vivo, anche se le chance sono davvero poche. L’Inter però programma già il futuro. La dirigenza avrà parecchio da lavorare una volta concluso il campionato. La pietra su cui costruire la prossima stagione è il tecnico: Simone Inzaghi sarà confermato, per lui contratto prolungato fino al 2024 con ingaggio ritoccato dagli attuali 4 a 5,5 milioni netti l’anno, un premio per la stagione chiusa con due trofei, in attesa di capire come finirà domenica lo scudetto.
Il tecnico l’anno prossimo allenerà una rosa profondamente rinnovata, partiranno in tanti, almeno 7 di sicuro, ma potrebbero essere di più. Il caso spinoso riguarda Ivan Perisic. Il croato aveva fatto esplodere la polemica dopo la vittoria della Coppa Italia. «I giocatori importanti non si trattano così, non si aspetta l’ultimo momento per rinnovare». Il prolungamento è molto difficile. Il 33enne giocatore chiede un biennale, con opzione per il terzo anno, da 6 milioni netti a stagione. L’Inter ne offre 4,5 e da lì non intende schiodarsi: se accetta bene, in caso contrario è libero di accasarsi con chi vuole. Un incontro con il club è in programma la prossima settimana.
La Juventus ha bussato alla sua porta e potrebbe accontentarlo. Perisic non ha ancora firmato, ma ci sta pensando perché non vorrebbe lasciare l’Italia. L’altra pista è il Chelsea, dove le acque si sono calmate dopo l’arrivo della nuova proprietà. La stella polare dell’Inter è l’equilibrio finanziario, cercare di abbassare il monte ingaggi e chiudere il mercato con un attivo di 60 milioni. Sette giocatori saluteranno, alcuni sono in scadenza, Ranocchia, Kolarov, Vecino, mentre Radu, Vidal e Sanchez saranno piazzati e a Caicedo scadrà il prestito. Un risparmio lordo sul monte ingaggi di 32 milioni, anche se poi bisognerà dare una buonuscita di 3 milioni ciascuno a Vidal e Sanchez. In sostanza saranno circa 25-26 i milioni di spese tagliati. Ai 7 giocatori che saluteranno se ne possono aggiungere altri, Gagliardini è tra questi.
Il mercato dei sicuri partenti è parallelo a quello delle uscite pesanti per mettere in cassa i famosi 60 milioni. I giocatori vendibili per l’Inter sono quattro: Bastoni, Skriniar, Barella e Lautaro, tutti valgono dai 60 milioni in su. In linea teorica si preferisce cedere un difensore, il motivo è semplice, sostituirlo è meno costoso. Bastoni per l’età (23 anni) e Skriniar hanno mercato in tutta Europa, soprattutto in Premier League. Il metro di paragone è stata la cessione di Romero, la scorsa estate, passato dall’Atalanta al Tottenham per 55 milioni. I due interisti di sicuro non possono valere meno. Si tenterà di conservare Lautaro e Barella, la loro permanenza è legata a un’eventuale offerta: se ne arriva una irrinunciabile non ci sono incedibili. Un po’ quello che accadde lo scorso anno con Lukaku.
Il ritorno del centravanti belga all’Inter è un’ipotesi difficile, ma da non scartare. L’attaccante non vuole restare al Chelsea con Tuchel, l’Inter però può prenderlo solo in prestito. L’ingaggio di 12 milioni è un altro scoglio, non insormontabile. Trattativa complicata, sempre viva.
La prima settimana post campionato potrebbe essere quella giusta anche per il matrimonio tra Paulo Dybala e l’Inter. Le firme non ci sono, l’intesa di massima sì, un quadriennale a 6 milioni a stagione più bonus. Con lui e Lautaro l’Inter ripartirebbe con la coppia d’attacco della Nazionale
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