Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
    Bodyweb Senior
    • Dec 2011
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    • Franciacorta
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    Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
    giocatore senza esperienza che non ha vinto niente - cit
    (e pagato 40mln)
    Vabbe'...e' Inter-Verona...mica Inter-Real Madrid...
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • Virulogo.88
      Bodyweb Advanced
      • Nov 2008
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      • Big City
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      Vittoria meritatissima dai

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      Originariamente Scritto da Pesca
      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
        giocatore senza esperienza che non ha vinto niente - cit
        (e pagato 40mln)
        Lo ha detto Conte: "A parte Godin nessuno ha vinto niente. A chi dobbiamo chiedere qualcosa di più? A Barella che arriva dal Cagliari? A Sensi preso dal Sassuolo?". Parole sue.

        Battere il Verona in casa riusciva anche a Spalletti senza Sensi e Barella. Il guaio (secondo Conte) è quando si alza il livello degli avversari.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • Luke91
          Bodyweb Senior
          • Apr 2014
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          • Zimbabwe [ZW]
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          Saluti
          Originariamente Scritto da huntermaster
          tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
          Originariamente Scritto da luna80
          Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Conte ci ricorda per l'ennesima volta che l'Inter ha giocato 7 partite in 20 giorni. Per pietà, che qualcuno gli conceda una medaglia al valore o questo non la pianta più con "l'eroica impresa".
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • THE ALEX
              Bodyweb Advanced
              • Sep 2003
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              • somewhere on planet earth
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Conte ci ricorda per l'ennesima volta che l'Inter ha giocato 7 partite in 20 giorni. Per pietà, che qualcuno gli conceda una medaglia al valore o questo non la pianta più con "l'eroica impresa".
              Mancó la fortuna non il valore.
              « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

              PRESENTI




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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Persiste il momento no del Napoli. 0-0 in casa col Genoa. Fischi dallo stadio.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • GoodBoy!
                  'a carogna.
                  • Feb 2008
                  • 584
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                  • 1,159
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                  Ancelotti povero rimbambito ultima vittoria nel 2009.
                  [

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                  • Pesca
                    Bodyweb Senior
                    • Jun 2009
                    • 2561
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                    • 626
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                    ancelotti vice di fonseca

                    Originariamente Scritto da Sergio
                    Sei un coglione.



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                    • Sean
                      Csar
                      • Sep 2007
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Il Napoli sommerso di fischi per il brutto 0-0 col Genoa, dopo la storia dell’ammutinamento, la squadra si stringe intorno al capitano Insigne ma il San Paolo l’ha già condannata: il giocattolo si è rotto e l’unico gioco che resta è quello allo sfascio

                      NAPOLI-GENOA 0-0


                      Sommerso di fischi all’uscita, non sarà facile ritrovare il Napoli che conoscevamo, forse è addirittura impossibile. Il San Paolo ha già deciso che la squadra merita il peggiore e più duro dei trattamenti ed agisce di conseguenza. Ha deciso che Insigne & C sono colpevoli di tradimento per aver rifiutato di andare in ritiro (ma regolarmente agli allenamenti) e quindi fanno di tutto per affossarli, umiliarli e distruggerli. La squadra oggi è sola e isolata, dovrà cavarsela senza l’aiuto di nessuno, contro tutto e contro tutti.

                      Il Napoli si è mostrato molto unito come squadra, nelle sue scelte, nella sua decisione di ribellarsi alle decisioni societarie ed ammutinarsi così di fronte al ritiro imposto da De Laurentiis, nello stringersi tutti insieme prima dell’inizio della partita, ma la sua situazione già precaria non ne ha trovato giovamento, anzi. Piano, piano il giocattolo si sta rompendo, il Napoli è un insieme di pezzi che si stanno sempre più discostando l’uno dall’altro, allontanandosi in maniera irreversibile. La squadra dalla società e dal pubblico, Ancelotti da entrambi, il pubblico che contesta tutto e tutti. La partenza è la peggiore degli ultimi 12 anni. E in 12 giornate il Napoli si è staccato dalla prima di un punto a giornata, il dato addirittura più triste che negativo, abbraccia e comprende tutto.

                      La partita col Genoa è stata chiarissima sotto questo profilo. In altra occasione il Napoli l’avrebbe vinta abbastanza facilmente, adesso non gli riescono le cose più facili, i tiri in porta si sono rarefatti, il gioco si è fatto incerto, gli resta giusto qualche recriminazione sulle decisioni dell’arbitro ma insomma poca roba, poteva anche andar peggio se Koulibaly non avesse salvato lo 0-0 con un intervento miracoloso a porta vuota.

                      E’ un gioco allo sfascio, la squadra ormai risente troppo dell’ambiente avvelenato. Insigne che esce sommerso dai fischi e va a dare la mano a tutti, fino all’ultimo dei panchinari, è proprio il segno di un Napoli che ha il bisogno di sentirsi il più possibile unito nella bufera. Almeno questo.

                      SERIE A, GIORNATA N. 12 RISULTATI Sassuolo-Bologna 3-1 (34' Caputo S, 68' Boga S, 70' S, Orsolini B, 75' Caputo S), Brescia-Torino 0-4 (17' e 26' Belotti T, 75' e 80' Berenguer T) Inter-Verona 2-1 (19' Verre rig V, 65' Vecino I, 83' Barella I) Napoli-Genoa 0-0 Cagliari-Fiorentina 5-2 (17' Rog C, 26' Pisacane C, 34' Simeone C, 54' Joao Pedro C, 65' Nainggolan C, 75' e 87' Vlahovic F) Lazio-Lecce 4-2 (30' Correa La, 40' Lapadula Le, 62' MIlinkovic La, 78' Immobile rig La, 80' Correa La, 85' La Mantia Le) Samp-Atalanta 0-0 Udinese-Spal 0-0 Parma-Roma 0-2 (68' Sprocati P, 90'+3' Conrnelius P) Juventus-Milan 1-0 (77' Dybala J) *** NAPOLI-GENOA 0-0 Sommerso di fischi all'uscita, non sarà facile ritrovare il Napoli che conoscevamo, forse è addirittura impossibile. Il San Paolo ha già deciso che la squadra merita il peggiore e più duro dei trattamenti ed agisce di conseguenza. Ha deciso che Insigne & C sono colpevoli di tradimento per aver rifiutato di andare in ritiro (ma regolarmente
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
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                        • In piedi tra le rovine
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                        L’Inter batte il Verona con un grandissimo gol di Barella, è prima in classifica e tiene sotto pressione la Juve. Partita di grande fatica, Inter in difficoltà, alla fine ci pensa quel Barella che Conte, dopo il tracollo di Dortmund, aveva snobbato: “A chi devo chiedere qualcosa di più, a Barella che viene dal Cagliari?”. Sì, a Barella che viene dal Cagliari e che non a caso è costato quasi 50 milioni…


                        INTER-VERONA 2-1

                        “Ho fatto il gol più bello della mia vita” dice Nicolò Barella, dopo aver tratto l’ Inter fuori dai guai con un bellissimo colpo da fuoriclasse. Per ironia della sorte, o forse perché il calcio ha un regista occulto e misterioso, il gol del 2-1 per l’Inter, in una partita che i nerazzurri hanno molto sofferto, viene proprio da lui. Che è certamente un ottimo giocatore, ma che Antonio Conte non aveva certo trattato benissimo nel famigerato sfogo post tracollo di Dortmund, quanto meno snobbato:
                        “A parte Godin nessuno ha vinto niente. A chi dobbiamo chiedere qualcosa in più? A Nicolò Barella che arriva dal Cagliari? A Sensi, acquistato dal Sassuolo?”



                        Barella ha fatto un gol da campione, a testimonianza che lui e Sensi nella nuova Inter di Antonio Conte ci stanno benissimo. Non a caso sono costati cifre importanti, sono stati investimenti molto alti per l’ Inter, Barella in particolare è costato quasi 50 milioni al club. Lui e Sensi oggi sono un pilastro della Nazionale.

                        Resta il fatto che l’ Inter ha sofferto molto, si è impegnata questo sì, però è stata inefficace nella fase di conclusione. In particolare con Lukaku che si è mangiato un gol clamoroso davanti al portiere. Al di là di tutto questo e di tutto il reality show intorno ad Antonio Conte, non si può non riconoscere che l’ Inter, al contrario della Champions League, stia facendo un grandissimo campionato, su 12 partite ne ha vinte 10. E’ l’unica che riesca a tenere testa alla Juventus, le metta pressione. Poi sul gioco, lo spettacolo, la sofferenza potremmo fare – e abbiamo fatto… – mille discorsi ma sui risultati, sul rendimento, sullo scatto avanti che l’ Inter ha fatto nella mentalità non c’è discussione. Sono un fatto. Tanto di cappello.


                        SERIE A, GIORNATA N. 12 RISULTATI Sassuolo-Bologna 3-1 (34' Caputo S, 68' Boga S, 70' S, Orsolini B, 75' Caputo S), Brescia-Torino 0-4 (17' e 26' Belotti T, 75' e 80' Berenguer T) Inter-Verona 2-1 (19' Verre rig V, 65' Vecino I, 83' Barella I) Napoli-Genoa 0-0 Cagliari-Fiorentina 5-2 (17' Rog C, 26' Pisacane C, 34' Simeone C, 54' Joao Pedro C, 65' Nainggolan C, 75' e 87' Vlahovic F) Lazio-Lecce 4-2 (30' Correa La, 40' Lapadula Le, 62' MIlinkovic La, 78' Immobile rig La, 80' Correa La, 85' La Mantia Le) Samp-Atalanta 0-0 Udinese-Spal 0-0 Parma-Roma 0-2 (68' Sprocati P, 90'+3' Conrnelius P) Juventus-Milan 1-0 (77' Dybala J) *** NAPOLI-GENOA 0-0 Sommerso di fischi all'uscita, non sarà facile ritrovare il Napoli che conoscevamo, forse è addirittura impossibile. Il San Paolo ha già deciso che la squadra merita il peggiore e più duro dei trattamenti ed agisce di conseguenza. Ha deciso che Insigne & C sono colpevoli di tradimento per aver rifiutato di andare in ritiro (ma regolarmente
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          L’Inter ha carattere, il Napoli ha perso la fiducia. Bel ritorno del Torino

                          Nerazzurri a tratti belli, molto merito a De Vrij mentre Brozovic soffre le marcature. Bene Lukaku e Lautaro. Gli azzurri in totale crisi di fiducia

                          di Mario Sconcerti

                          È stata un’Inter importante, nel secondo tempo anche bella, perché non era facile fare gioco in trenta metri di campo dove correvano insieme venti giocatori. E adesso è di nuovo in testa alla classifica. L’uomo della partita è stato Barella che ha trovato la prodezza unica che ormai serviva per vincere, ma molto merito generale va a De Vrij. Da quando Brozovic è diventato un grande regista viene sempre marcato a uomo, specie dalle squadre meno forti.

                          Questo ha messo in difficoltà l’Inter nelle ultime giornate e causato anche parte di quella «stanchezza» denunciata in modo spettacolare da Conte. Con Brozovic con l’avversario addosso le idee da dietro arrivano lentamente, si normalizzano, tocca alla verticalità di Barella e Vecino arrivare in area e soprattutto ai laterali mettere palloni al centro per Lukaku e Lautaro.


                          Così il compito di ricominciare l’azione capita sempre più spesso a De Vrij, liberato proprio dal marcamento di Brozovic. Il centrocampo gli si apre per una quarantina di metri. È un gioco un po’ elementare ma eseguito con insistenza da giocatori che sono ormai coscienti di poter ricevere sempre dalla partita quello che investono in fatica.

                          Continuano a impressionare Lautaro e Lukaku. Il gigante è stato meno brillante, ma il cinquanta per cento della capacità di tenere basso il Verona è stato sulle sue spalle e nei suoi movimenti. È una vittoria particolare perché il Verona è una squadra complessa, riesce a moltiplicarsi, soprattutto quando non deve fare gioco. Ma è stato travolto fisicamente, chiuso negli ultimi metri, quasi fatale prendere i due gol. Non c’è stato niente oggi di un’Inter stanca. Non di grandissima qualità, ma non stanca. E di grande carattere.

                          Colpisce il ritorno del Torino in una partita da cui ha avuto molto, due rigori iniziali e un’espulsione. Ma la facilità del risultato è una risposta netta, ovvia, a chi ha parlato di lotta per non retrocedere. Non è un problema del Torino. Intanto il Napoli aggrava le sue difficoltà. La partita è quella prevista, piena di trappole mentali.

                          C’è un gradino molto alto tra quello che il Napoli fa e quello che saprebbe fare. La crisi tecnica diventa forse ingiusta nelle dimensioni ma molto evidente. L’errore è dovunque, inutile parlare di calcio giocato. Nessuno ha più fiducia nell’altro, in nessun luogo. Questo toglie importanza anche all’arma del peccato: il ritiro.



                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
                            Csar
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                            La Juventus che colpisce nel finale deve solo gestire l’abbondanza

                            Ronaldo a rischio per il Milan (20.45, Sky), ma le alternative non mancano: Douglas Costa uomo in più. Sarri tranquillizza: «Cristiano ha solo un lieve dolore al ginocchio»

                            Dice Douglas Costa che da quando c’è Cristiano Ronaldo «alla Juventus abbiamo tutti perso un po’ di massa grassa». A dimagrire a vista d’occhio però sono soprattutto gli avversari, specialmente dopo le loro serate allo Stadium: il Milan ci riprova, ma fin qui ha perso otto volte su otto, con una media di oltre 2 gol subiti a partita.

                            Eppure quella rossonera resta la squadra nella storia della serie A ad aver fermato più volte la Juve, sia con i successi (49) che con i pareggi (54). Il tempo però passa e questa Signora sta riscrivendo la storia a colpi di record: se vince anche stasera Maurizio Sarri, oltre a mantenere la testa della classifica dopo il successo dell’Inter, eguaglia con 8 successi di fila in casa sia Allegri che Trapattoni. Ci dovrà provare senza Ronaldo? L’eventualità, dopo la sostituzione nel finale sotto la pioggia di Mosca, c’è. Anche se «Cristiano non ha niente di particolarmente grave, solo un piccolo dolore al ginocchio che un po’ durante le partite lo squilibra dal punto di vista degli appoggi».


                            De Ligt è reduce da un problema più serio alla caviglia, che gli ha fatto saltare la sfida di Champions, ma anche lui va verso il recupero. Le vigilie delle partite casalinghe della Juve sono comunque diverse da quelle della gestione Allegri, con i convocati comunicati solo al mattino della partita e il ritiro in hotel praticamente abolito. Succedeva anche in passato ma adesso, se la gara è serale, è diventato un’abitudine: «I motivi sono evidenti — sottolinea Sarri —: se giocando tanto puoi evitare di spendere meno energie mentali e nervose con i ritiri, lo fai. Comunque è facoltativo e spesso diversi giocatori sono lo stesso in ritiro».

                            Considerato che a Napoli la questione-ritiro ha scatenato una bufera interna senza precedenti, le parole di Sarri assumono un certo peso, anche solo per sottolineare la serenità che si respira in casa Juve. Tutto il contrario di quello che succede dalle parti di Castelvolturno: «Non mi sono fatto nessuna idea di quello che sta succedendo a Napoli — spiega l’allenatore della Juve —. Sono problemi loro, da 700 chilometri di distanza non posso permettermi di capire. Ci sono comunque personaggi di rilievo come Ancelotti e il direttore Giuntoli che sapranno risolverla». L’assenza del presidente De Laurentiis in questa frase dell’ex allenatore del Napoli sarà casuale? Chi pensa il contrario è autorizzato a farlo.

                            Ma i pensieri della Juve, che nelle ultime uscite non ha brillato dal punto di vista dei principi di gioco pretesi dal suo allenatore, sono altri: cinque partite su dodici vinte negli ultimi 15’ cominciano ad essere tante, soprattutto rispetto alle occasioni create. L’irruzione di Douglas Costa nel finale contro la Lokomotiv con un gol spettacolare è però il segnale che il brasiliano è pronto a fare l’uomo in più: come trequartista atipico o nel tridente senza Ronaldo. Un’opzione che tra l’altro potrebbe tornare utile proprio per far riposare un po’ più spesso anche il portoghese. Altrimenti Douglas condividerà con Dybala (o Higuain) la panchina d’oro. Dove si siederà anche uno tra Ramsey e Bernardeschi. A testimonianza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, dell’unico vero «problema» di questa Juve: quello dell’abbondanza.



                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
                              Csar
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                              Milan con la Juve, ecco come Pioli cambia la squadra. Fuori Kessie

                              Rossoneri mai vincenti allo Stadium, il tecnico sceglie la difesa a tre e allontana Ibra: «Non è il momento di parlarne». Kessie non convocato: scelta tecnica

                              La partita più difficile, nel momento peggiore, contro la squadra più forte. Eppure Stefano Pioli non si arrende. Domenica sera il suo Milan è atteso dalla Juventus dei cannibali allo Stadium (20.45, diretta tv su Sky) dove il Diavolo non ha mai vinto.

                              Una maledizione. Che racconta alla perfezione la distanza che ormi da troppi anni esiste fra i due club. Un risultato positivo potrebbe portare la svolta. Ma serve un Milan con la testa lucida fino al 90’. Perché Madama non perdona. «È una grande sfida e anche una grande opportunità. Dobbiamo stare bene in campo, molto attenti, compatti, aggressivi. La Juve fa sempre la scelta giusta, quindi noi dobbiamo saper leggere tutte le soluzioni. Ora è una squadra completa con pochissimi punti deboli. Ha fisicità, qualità, sa attaccare, sa soffrire, dobbiamo mettere in evidenza i loro punti deboli».


                              Cambierà il sistema di gioco: difesa a tre (Duarte-Romagnoli-Rodriguez), quattro centrocampisti (Paquetá rischia di essere escluso), due mezzepunte (Suso e Calhanoglu) e un attaccante, Piatek. Una rivoluzione tattica. «Non penso che ci sia un sistema di gioco migliore di un altro ma cercheremo di mettere in campo la soluzione migliore» dice Pioli. Che non vuol sentire parlar né di Ibrahimovic né di mercato: «Gennaio è lontano, Ibrahimovic è un grande campione. Ma non è il momento di parlare di queste cose, la testa deve andare solo alla Juve. Vincere per noi sarebbe fondamentale, siamo in ritardo e dobbiamo fare tanti punti. Dobbiamo concentrarci su quello che va fatto. Dobbiamo essere pronti a lottare e combattere domani sera. Siamo giovani ma non immaturi. Giochiamo a testa alta. In 4 partite abbiamo fatto pochi punti perché abbiamo giocato alla pari ma ci siamo fatti sorprendere, siamo stati puliti e precisi e siamo stati puniti. Domani sera dobbiamo avere una pressione superiore, dobbiamo avere un livello tecnico più alto. Più precisione e tecnica e meno errori».

                              Quindi allo Stadium bisogna andarci a testa alta, giocandosela con orgoglio malgrado lo scarto tecnico. «Io mi fido dei miei giocatori. Siamo lontani dalla Juventus ma le partite cominciano 0-0 e in 11 contro 11. È una grande sfida ma va giocata a testa alta». E concentrati. Fino alla fine.

                              Sulla lista dei convocati non compare il nome di Franck Kessie. Scelta tecnica. Pioli non lo ha visto brillante né mentalmente né fisicamente. Non ci sarà nemmeno Fabio Borini, che però ha problemi muscolari.



                              CorSera
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                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Napoli: ladri nella villa di Allan, uno dei leader dell’ammutinamento al ritiro

                                I Carabinieri non escludono un atto intimidatorio contro il giocatore: il brasiliano infatti aveva avuto un acceso diverbio con il figlio di De Laurentiis

                                Apparentemente potrebbe sembrare una roba da topi d’appartamento, ed è una ipotesi che i Carabinieri al momento non escludono. Però i ladri che venerdì, intorno all’ora di pranzo, sono entrati al piano superiore di una villa isolata di Pozzuoli e hanno cercato di forzare, senza peraltro riuscirci, la cassaforte, non hanno scelto un obiettivo qualsiasi. Hanno preso di mira la casa dove abita Marques Louriero Allan, centrocampista brasiliano del Napoli.


                                Allan è uno dei giocatori di maggior peso della squadra, fa parte stabilmente della Seleção e l’anno scorso fu corteggiato a lungo dal Paris Saint-Germain, che rinunciò soltanto di fronte alle pretese economiche del presidente Aurelio De Laurentiis.

                                Ma è anche uno dei protagonisti della tesissima serata di martedì scorso, quando i giocatori azzurri, dopo la gara interna di Champions contro il Salisburgo, hanno deciso di tornarsene ognuno a casa propria, anziché rientrare nell’albergo dove la società aveva deciso che sarebbero dovuti rimanere in ritiro fino a ieri sera. Una iniziativa senza precedenti nel mondo del calcio professionistico, ma anche l’epilogo traumatico di una situazione di tensione interna all’ambiente azzurro che evidentemente andava avanti da tempo e della quale le cronache sportive hanno già dato ampiamente conto. Raccontando, tra l’altro, dell’acceso diverbio, avvenuto all’interno degli spogliatoi del San Paolo, tra lo stesso Allan e il vicepresidente Edo De Laurentiis.


                                Forse anche quest’episodio, oltre alla consapevolezza che il brasiliano sia uno dei leader della squadra, ha spinto alcuni gruppi di tifosi a individuare in Allan uno dei promotori della decisione collettiva di boicottare il ritiro. E ciò lo ha fatto finire al centro delle contestazioni che in questo momento non risparmiano nessuno dei giocatori azzurri, ma puntano su qualcuno più che su altri.

                                Chiaro che in questo scenario pure una cosa tutt’altro che rara a Napoli, come un tentativo di furto, possa prestarsi a letture più inquietanti. Anche perché non è la prima volta che momenti critici sul fronte calcistico coincidono con episodi di criminalità contro tesserati del Napoli. Il fatto peggiore risale al novembre 1992, quando alcuni giocatori furono presi a sprangate sul campo di allenamento. Ma non c’è bisogno di tornare tanto indietro nel tempo. Sapeva di intimidazione la rapina dell’orologio subita nel febbraio 2017 dall’allora capitano Marek Hamsik, senza contare gli scippi subiti dalla moglie di Cavani, dalla compagna di Lavezzi e pure da capitan Insigne.

                                Ora l’effrazione in casa Allan, avvenuta in pieno giorno e con la moglie e i figli del giocatore presenti al piano di sotto, e che solo per un caso non si sono trovati a salire mentre i ladri erano ancora dentro. Se c’è altro dietro il tentato furto, cercheranno di stabilirlo le indagini condotte dai Carabinieri di Pozzuoli. Ma lo sfogo della moglie del giocatore dà il senso di come l’intera famiglia stia vivendo in questo momento: «Non ne posso più — scrive la signora Thais sul suo profilo Instagram —. Prima mio marito viene attaccato non per quello che fa in campo ma per presunte accuse create ad arte da chi vuole distorcere la verità...poi io vengo insultata sui social e anche mentre faccio la spesa. Ieri questa paura enorme. Questo non è calcio, questo non è tifo».


                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
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                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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