Stavolta ha ragione Gazidis. A cosa serve Ibra? Per arrivare 6°? Oramai a gennaio saremo a -12/15 (se tutto va bene...siamo gia'a -8) dalla 4° con altre squadre in mezzo. Sarebbe impensabile recuperare punti a tutte.
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Ibra francamente non lo prenderei neanche io. Di sicuro va pero' immessa esperienza nel gruppo. Davanti segnano poco.
Fare della "linea verde" un dogma non porta da nessuna parte. Serve almeno un esperto per reparto....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioIbra francamente non lo prenderei neanche io. Di sicuro va pero' immessa esperienza nel gruppo. Davanti segnano poco.
Fare della "linea verde" un dogma non porta da nessuna parte. Serve almeno un esperto per reparto.I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Sì, si difende bene....ma di noi
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Si vede che ha ormai fidelizzato un suo zoccolo duro di fans (in gran parte esteri perchè in Italia sono sui 6 milioni, e nei social invece sono di più) che seguono la squadra al di là dei risultati....ma di noi
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Liverpool-Manchester City, perché è la partita più bella del mondo
La sfida (già decisiva) tra la prima e la seconda della Premier League è quella fra le due squadre più forti del momento guidate dagli allenatori migliori: Klopp e Guardiola
Liverpool-Manchester City di domenica 10 novembre è la sfida più bella d’Inghilterra, anzi d’Europa, anzi del mondo. Nessuno, in questa fase storica, è meglio dei Reds e dei Citizens e i motivi sono abbastanza chiari. Uno: sono rispettivamente campioni d’Europa e campioni d’Inghilterra, di più non si può. Due: comandano, divisi da 6 punti (Liverpool 31, Man City 25), il campionato più complicato di tutti, con più squadre di alto livello, le famose «big six». Tre: la partita potrebbe già decidere il torneo, perché se il Liverpool andasse a più 9, hai voglia a dire che la strada è ancora lunga… Quattro: oltre ai grandi giocatori (dalla parte Reds col tridente Salah-Firmino-Mané, il portiere Alisson e il difensore Van Dijk a quella Citizens con De Bruyne, Aguero, Mahrez, Sterling, Bernardo Silva, Gabriel Jesus ecc.), sulle panchine ci sono Jurgen Klopp e Pep Guardiola, al momento i tecnici migliori; i loro sistemi di gioco, differenti ma con alcuni punti di contatto filosofici, sono decisamente quelli più accattivanti su piazza. Cinque: le altre grandi rivali europee sono al momento inferiori, vuoi perché in una fase involutiva (Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Tottenham, Manchester United), vuoi perché in transizione tecnica (la Juventus, che potenzialmente potrebbe raggiungerle presto), vuoi perché sempre incompiute (il Psg, eterno fallimento fuori dalla Francia).
A conferma di questa tesi, Pep Guardiola ha parlato chiaro: «Klopp (che lo ha battuto 8 volte in carriera, ndr) ha in mano la migliore squadra del mondo, il Liverpool nella passata stagione è stato il mio miglior rivale di sempre da quando alleno». L’anno scorso il City vinse il campionato di un solo punto sul Liverpool, all’ultima giornata, e tuttavia in Champions uscì ai quarti col Tottenham, poi finalista. Il cui tecnico venerdì ha aggiunto: «Per me Guardiola è il miglior allenatore al mondo. Ovunque sia andato ha avuto un impatto decisivo sulla sua squadra». Insomma, si gioca in Inghilterra, ma con affaccio sul mondo.
Ma poi come si gioca, appunto? Benissimo, questo è certo. Ma benissimo come? In qualche modo, pur agli antipodi come visione e come approccio al calcio, è come se i due tecnici si osservassero e assorbissero di continuo qualcosa l’uno dall’altro. Guardiola, che ha oltrepassato definitivamente il tiki taka barcellonista completando il processo avviato al Bayern Monaco, ora non disdegna gioco verticale, cambi di gioco, lanci del portiere direttamente sulle punte, fino a fare del City la squadra della Premier che fa più cross. Dall’altra parte, Klopp ha ingentilito con una certa melodia tecnico-tattica il calcio heavy metal dei tempi del Borussia Dortmund: il suo gioco di posizione prevede ora meno verticalità sistematica e più soluzioni corte di passaggio, fluidità dei ruoli, terzini alti e larghi e un falso nove (antica prerogativa del guardiolismo) come il fondamentale Firmino. Gli imprinting restano diversi («La gente vuole vederci giocare come il Manchester City? Non siamo in grado di farlo e poi perché dovremmo? – disse un giorno Klopp — Noi giochiamo il nostro tipo di calcio, abbiamo il nostro stile che è valido e bello»), ma dal punto di vista culturale la capacità di adattare il proprio stile al patrimonio tecnico a disposizione rende Klopp e Guardiola molto più simili di quanto si pensi. Entrambi versatili. Cioè entrambi intelligenti, prima ancora che bravi.
Questa è una rivalità fresca e le opinioni sulla sua natura divergono. È già forte oppure no? Paul Wilson, sul Guardian, ha spiegato così perché no: «Klopp e Guardiola sembrano amarsi l’un l’altro. L’ammirazione reciproca è più credibile dei loro mind game e lo stesso vale per le tifoserie. Tra loro non c’è una storia di rancore o animosità. Più chiara invece la comune antipatia per il Manchester United». La storia però dice che nell’aprile 2018, prima dell’andata dei quarti di finale di Champions a Liverpool (3-0 per i Reds, che poi passarono vincendo anche in trasferta 2-1), il bus del City fu attaccato da una sassaiola: sul tema sono tornati venerdì i due tecnici augurandosi naturalmente che non accada più. Forse, allora, tanto soft la rivalità non è…
Quello che resta è che la partita assomiglia già a un atto finale, e tanto basta a farne un evento planetario. Il Liverpool è imbattuto da 11 partite questa stagione e da 43 partite consecutive in casa. Il City, d’altro canto, ha vinto 11 delle sue ultime 12 trasferte. Equilibrio e pronostico impossibile: non è una novità. «A novembre la stagione non è finita – sostiene Guardiola —. Non so cosa accadrà, ma ci sono molte partite. L’esperienza in questo sport dice che dobbiamo combattere fino alla fine». Vero. Ma per lui sarebbe meglio non farlo a meno 9 dal Liverpool. Che ormai, maturo com’è, difficilmente li sprecherebbe come sprecò i 7 punti che aveva sul City il 3 gennaio 2019: quel giorno il City (in casa) vinse 2-1 e avviò la rimonta che portò Guardiola a conquistare la seconda Premier consecutiva. Il tris, a giudicare da come stanno le cose, sarà molto più difficile.
CorSera...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Grande Pioli.
#KessieMerda
Inviato dal mio SM-N960F utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Verona in vantaggio a Milano su rigore. Handanovic stende Zaccagni....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Adesso è pari: 1-1 con Vecino come marcatore....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Madonna che goal Barella
Inviato dal mio iPhone utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da GoodBoy!modroc - yy
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Originariamente Scritto da Sidius Visualizza MessaggioMadonna che goal Barella
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(e pagato 40mln)Originariamente Scritto da Seanfaccini, kazzi, fike, kuli
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