L’analisi di Sconcerti: l’Inter c’è ancora alla grande, Lautaro fuoriclasse
L’Inter non sempre sa riconoscersi, ma è l’unica italiana che può decidere il proprio destino. Lautaro è un uomo da 30 gol che non conosce ancora se stesso. Che ci siano ora due giorni d’intervallo tra Inter e Milan è un bisticcio importante
di Mario Sconcerti
Incredibili gli spazi regalati all’Empoli nella prima mezzora, spazi ingenui, senza grammatica. Oscilla dentro l’Inter qualcosa della disaffezione incontrata a Bologna, un ritmo senza scopo, un abbandono nelle mani della gara senza un bisogno preciso di guidarla. Poi il grande risveglio. Sapesse sempre riconoscersi, l’Inter sarebbe già una squadra di dimensione europee. Ha facilità nel fermarsi e nel ripartire, è forse l’unica italiana che può decidere da sola il proprio destino perché sa giocare di fretta e ha chi conclude. Il recupero è alla fine del primo tempo e si chiude con altri due gol nella ripresa a ritmi quasi travolgenti.
Decide Lautaro che, come tutti i grandi attaccanti, rende facili i gol complessi. Come quello del 3-2, il suo secondo, con un colpo al volo su palla inaspettata dopo un rinvio secco e sbilenco, il massimo dell’intrattabile. Lautaro mette in porta senza controllo, come una mano in tasca. Un colpo da fuoriclasse. Lautaro è un uomo da 30 gol che non conosce ancora se stesso. Ha il miglior tiro breve che io conosca oggi in Europa. Quella è la sua casa, colpire al volo, in corsa, colpire subito. Strappa il tempo, rende imparabili i tiri semplici perché prende alle spalle.
L’Inter ha messo più tempo a capire la partita perché non è adesso una squadra sempre equilibrata. Dimarco è un eccesso di cui non si può fare a meno se devi vincere sempre, ma qualcosa nella difesa a tre toglie alla giustizia degli spazi. In compenso è un libero aggiunto in fase di attacco. Inzaghi forza la mano per restare nella scia del Milan e aspetta il passo sbagliato dell’avversario. Che ci siano ora due giorni d’intervallo tra Inter e Milan è un bisticcio importante dietro cui sembra nascondersi un grosso dilettantismo delle nuove televisioni. Messe accanto le partite di Inter e Milan sarebbero state un grande evento. Così sono due perle raminghe. L’Inter comunque c’è ancora alla grande.
CorSera
L’Inter non sempre sa riconoscersi, ma è l’unica italiana che può decidere il proprio destino. Lautaro è un uomo da 30 gol che non conosce ancora se stesso. Che ci siano ora due giorni d’intervallo tra Inter e Milan è un bisticcio importante
di Mario Sconcerti
Incredibili gli spazi regalati all’Empoli nella prima mezzora, spazi ingenui, senza grammatica. Oscilla dentro l’Inter qualcosa della disaffezione incontrata a Bologna, un ritmo senza scopo, un abbandono nelle mani della gara senza un bisogno preciso di guidarla. Poi il grande risveglio. Sapesse sempre riconoscersi, l’Inter sarebbe già una squadra di dimensione europee. Ha facilità nel fermarsi e nel ripartire, è forse l’unica italiana che può decidere da sola il proprio destino perché sa giocare di fretta e ha chi conclude. Il recupero è alla fine del primo tempo e si chiude con altri due gol nella ripresa a ritmi quasi travolgenti.
Decide Lautaro che, come tutti i grandi attaccanti, rende facili i gol complessi. Come quello del 3-2, il suo secondo, con un colpo al volo su palla inaspettata dopo un rinvio secco e sbilenco, il massimo dell’intrattabile. Lautaro mette in porta senza controllo, come una mano in tasca. Un colpo da fuoriclasse. Lautaro è un uomo da 30 gol che non conosce ancora se stesso. Ha il miglior tiro breve che io conosca oggi in Europa. Quella è la sua casa, colpire al volo, in corsa, colpire subito. Strappa il tempo, rende imparabili i tiri semplici perché prende alle spalle.
L’Inter ha messo più tempo a capire la partita perché non è adesso una squadra sempre equilibrata. Dimarco è un eccesso di cui non si può fare a meno se devi vincere sempre, ma qualcosa nella difesa a tre toglie alla giustizia degli spazi. In compenso è un libero aggiunto in fase di attacco. Inzaghi forza la mano per restare nella scia del Milan e aspetta il passo sbagliato dell’avversario. Che ci siano ora due giorni d’intervallo tra Inter e Milan è un bisticcio importante dietro cui sembra nascondersi un grosso dilettantismo delle nuove televisioni. Messe accanto le partite di Inter e Milan sarebbero state un grande evento. Così sono due perle raminghe. L’Inter comunque c’è ancora alla grande.
CorSera
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