Originariamente Scritto da robybaggio10
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Conte fa capitolo a parte perchè al primo anno gli riuscì il capolavoro assoluto, sia come gioco che poi anche come risultato...con un materiale in alcuni di primissima scelta ma in altri meno. Altri ancora li plasmò lui (la difesa, Pepe, Matri ecc...).
Oggi sarebbe qualcosa di difficilmente ripetibile. Quel Conte dov'è finito? Non si sa.
quando fai così sei assurdo
quel conte dov'è finito ?!
sta disputando un'inizio stagione eccezionale con l'inter ecco dove è finito
Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioFa ruotare molto i giocatori, per ora direi questo. Inoltre non sputa sugli 1-0.
.
spesso ci si dimentica che il napoli al terzo anno di sarri era diventato una squadra molto cinica.
la stagione migliore (appunto la 3) fu anche la meno spettacolare infatti
Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioInfilatemelooooo, dove sei???
Che voci girano a Napoli?
e' possibile che i giocatori si ammutinino e perdano apposta contro il Genoa?
Il 2 lo pagano ad 8, quasi quasi.
Stranamente paga bene anche l'1 del Cagliari vs Fiorentina 2.87
ciao top
ultimamente non vado oltre i 90 minuti (e a volte nemmeno quelli)
non leggo il giornale sportivo neanche al bar ormaiOriginariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioNon ho i dati sotto ma a media punti / partita mi sa he ne ha fatti piu' lui di Pioli.
Pioli che farà un altro bel 0 contro la Juve.
A livello di gioco con Pioli sono stati fatti 2 passi avanti. Il problema e' che ne servirebbero altri 3 o 4 di passi avanti.I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Miha è in panchina ora?
Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando TapatalkCura il tuo corpo come un tempio
Originariamente Scritto da M K KDesade grazie di esistereOriginariamente Scritto da AK_47si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.
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Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza MessaggioPotrebbe convocare Sara Gama però... Quote rosanere per la gioia di Steel.
Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza MessaggioSi ma anche no... Il Napoli lo ha preso per 3000 lire e ha sempre investito molto meno di quanto ha ricavato dal mercato. Il resto (taaaanto resto) lo ha investito nei suoi progetti industriali... E fin qui ci sta.
Ci sta meno se sistematicamente prendi per il cuxo una città promettendo tramite i tuoi complici giornalisti "nomoni" che non arrivano mai e se sistematicamente carichi la stessa città di aspettative che già sai saranno disilluse.
Fly down (come Lotito) e nessuno ti dice niente... Prometti top players e trofei e sei una merxa.
Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggioinfatti io ho sempre amato i silenzi stampa del napoli a volte lunghi mesi
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Originariamente Scritto da salsa Visualizza MessaggioOrrida??
Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
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Se e' una maglia da collezione (a tiratura limitata) e' normale che sia sold out. Non deve essere per forza bella.I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Inter, per Conte il secondo round: «Porto qualcuno fuori giri? Non mi snaturo»
L’allenatore non arretra: «Sono qui per cambiare le cose. La società è la prima a riconoscere gli errori». Arriva il Verona (ore 18, Sky). Obiettivo: il sorpasso alla Juve
Dopo la bufera continua a soffiare un vento piuttosto freddo in casa Inter. La forma è più morbida, la sostanza resta. Antonio Conte non arretra, conferma. Il pensiero ispiratore è uno. «Sono stato chiamato per cambiare le cose. Dobbiamo alzare i giri se vogliamo riportare l’Inter a essere protagonista. Se dovessi accorgermi che non può essere fatto diventerebbe per me difficile. Ma io non posso snaturarmi».
La sfuriata seguita alla sconfitta di Dortmund non è caduta nel vuoto. A ispirare il tecnico è la voglia di migliorare l’ambiente Inter, anche nella mentalità. «Non era uno sfogo, ma una critica costruttiva, una strategia. Nella costruzione della squadra a livello numerico siamo stati superficiali. I dirigenti sono i primi a riconoscere certi errori. A me vivacchiare non piace. Posso trasferirlo nella maniera giusta o sbagliata, ma il concetto è questo».
Parole da cui traspare una sola idea: Conte vuole vincere, chi non lo segue non può stare all’Inter. «Non posso accontentarmi, non è la mia natura. Se porto qualcuno a giri a cui non è abituato a lavorare mi dispiace, ma io sono stato chiamato per questo».
Ribadito un pensiero già chiaro, Antonio Conte guarda avanti, a come affrontare una strada tortuosa da qui a gennaio, quando arriveranno rinforzi. Sabato sera a San Siro si affaccia il Verona, reduce da due successi consecutivi, di Ivan Juric. Il tecnico croato, contestato per aver negato i cori contro Mario Balotelli, si è scusato e forte della miglior difesa del campionato (insieme alla Juve) punta a sfruttare il momento di emergenza dei nerazzurri: mancherà Sensi. oltre ai vari Politano, Gagliardini, D’Ambrosio e Sanchez.
Il discorso di Conte però non deve alimentare false speranze negli avversari. Chi pensa a una scollatura tra l’allenatore e la dirigenza sbaglia. Il rapporto con Beppe Marotta è forte e solido, come pure quello con la squadra. Lo spogliatoio vede nell’ex c.t. l’uomo capace di guidare il gruppo alla vittoria e i calciatori sono pronti a dare l’anima per il tecnico. Se però si viaggia sempre con l’acceleratore pigiato, la possibilità di slittare esiste. «La delusione per la sconfitta con il Borussia può lasciare strascichi, anche perché ora le percentuali di passare il turno sono molto esigue», ammette il tecnico.
La sconfitta in Germania non ha però scalfito la voglia interista di dare la caccia alla Juve, di sorpassarla magari già sabato in attesa dello scontro di domenica sera tra i bianconeri e il Milan. «Preoccupato? Mi fido molto di questo gruppo, i ragazzi stanno facendo cose straordinarie», sottolinea Conte lanciato all’inseguimento di un altro record: segnare in tutte le prime dodici partite di campionato, un en plein riuscito in nerazzurro solo a Gigi Simoni nel 1997-98. Se davanti l’attacco gira al massimo e Romelu Lukaku può eguagliare il primato di Stefano Nyers (stagione 1948-49) di almeno dieci reti nelle prime 12 giornate, i problemi l’Inter li sta evidenziato in difesa. Troppe le reti subite e quasi sempre allo stesso modo, con la difesa schierata. Una tendenza accentuata nelle ultime nove partite: solo una volta i nerazzurri hanno tenuto la porta inviolata, incassando ben 15 reti.
«Dobbiamo andare alla ricerca dell’eccellenza, solo uniti e compatti possiamo cambiare la storia», ringhia Conte. Tutti insieme, come vuole lui.
CorSera...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Napoli, tre punti e un po’ di pace: con il Genoa è vietato sbagliare ancora
La curva fa sciopero, il San Paolo uno stadio «minato» per Ancelotti e i suoi giocatori. La situazione resta difficile ma il tecnico e De Laurentiis hanno ripreso a parlarsi
Tornare alla normalità del campo quando basta un attimo perché torni la bufera non è semplice neanche per un leader calmo come Ancelotti, che ha vissuto a Napoli una settimana tra le più turbolente della sua carriera. E la panacea dei mali sta anche nel ritrovare la vittoria contro il Genoa al San Paolo. Carletto ha gestito in passato ribellioni e ingerenze, eppure stavolta si è trovato nel mezzo di due fuochi (calciatori e presidente) e ha fatto fatica a non bruciarsi. Ci è riuscito con una mossa tattica pari a quelle dei suoi successi calcistici più importanti: sì è sfilato dalla protesta, ha obbedito al ritiro disposto dal club (mentre i giocatori tornavano a casa) e ha evitato il licenziamento. Se De Laurentiis, a quel punto, avesse voluto mandarlo via, e nella notte dell’ammutinamento magari ci ha pensato, avrebbe dovuto pagargli lo stipendio fino al termine della stagione.
Fine delle ostilità e segnali di pace, per ora. Carlo e Aurelio hanno ripreso le comunicazioni, le ragioni di campo sono prevalenti: e l’uno ha bisogno dell’altro. Si torna a giocare contro il Genoa, mentre il fuoco delle critiche arde sotto la cenere (in città anche ieri striscioni di protesta contro la squadra). Il recupero della normalità è l’obiettivo di un ritiro stavolta voluto dall’allenatore per ritrovare il gol della vittoria e allontanare così nubi che promettono ulteriore burrasca. Finora è stata una partita a scacchi sul fronte dei contratti, anche quelli dei giocatori sui quali ancora pende la sanzione del 5 per cento sullo stipendio. Ma adesso è il campo che determina, mitigare o esasperare i malumori.
La sfida con il Genoa diventa lo spartiacque tra la quiete e la tempesta. Anche e soprattutto per rasserenare una tifoseria, mai così agitata da dieci anni. La contestazione di giovedì scorso potrebbe essere stata soltanto un assaggio. Al San Paolo ci saranno 25 mila spettatori, pronti evidentemente a esprimere ulteriore dissenso. La curva B resta vuota per «sciopero» contro le disposizioni previste dall’ordine pubblico, ma negli altri settori dello stadio chi ci sarà si farà sentire. Una situazione inedita che finisce per rappresentare un’altra incognita. Giocatori abituati a essere sostenuti e incoraggiati, dovranno reggere l’onda d’urto della contestazione e rendere al massimo.
Il leader calmo Ancelotti dispensa serenità, ora ha la squadra dalla sua parte per venir fuori da una situazione di classifica deludente. Il silenzio stampa imposto dal club facilita l’isolamento dal contesto ambientale, il ritiro a Castel Volturno può alzare il livello della concentrazione. Il Genoa di Thiago Motta non è squadra che fa barricate, l’allenatore piuttosto è stimolato all’idea del confronto con Ancelotti. «È una persona fantastica e gli auguro il meglio — ha detto alla vigilia —. Affrontare il Napoli per noi è uno stimolo in più. Mi aspetto una squadra compatta che in campo darà tutto per se stessa, sono giocatori di alto livello che stanno soltanto attraversando un momento non felice, e poi per il loro allenatore. Sarà una grande partita, ne abbiamo voglia anche noi».
Ancelotti ora medita l’altra mossa tattica, con saggezza: la migliore formazione possibile, lasciando fuori dallo spogliatoio i condizionamenti ambientali. Insigne capitano, Mertens e Milik a guidare l’attacco. Per vincere una partita che si gioca su un campo «minato». Il futuro è adesso, per se stesso e per il club.
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Higuain verso Juventus-Milan: ceduto, scartato, invenduto, ma alla fine è tornato
Fatta pace con se stesso ha cancellato l’anno orribile e si è ripreso i bianconeri. 174 giorni dall’altra parte, pagato 9 milioni per metà stagione
Sembra perfino più giovane. A conferma che è vero che a esser tristi s’invecchia prima. Di sicuro è più felice, più sereno, il nuovo Gonzalo Higuain. E più forte. Tanto che in molti sostengono stia addirittura tornando ai livelli di rendimento della mitica stagione dei 36 gol col Napoli, 2015/16. Tutta un’altra storia, rispetto a un anno fa. Non sembra nemmeno lo stesso giocatore, né lo stesso uomo. Come se quell’11 novembre 2018 non fosse mai esistito.
Era sempreJuventus contro Milan, solo che si giocava a San Siro. E Higuain stava dall’altra parte. Con una voglia matta di spaccare il mondo, di dimostrare alla sua vecchia squadra che s’era sbagliata, sul suo conto. Doveva essere la serata della sua personalissima rivincita contro l’ingenerosa Madama che lo aveva scaricato come un vecchio armadio. Si trasformò invece in una notte delle streghe. Dopo la quale nulla è stato più lo stesso. Il rigore sbagliato, la sceneggiata con l’arbitro, la crisi isterica, l’espulsione. La sua storia col Milan di fatto finì quella notte. L’addio di gennaio, dopo 8 gol in 22 partite, fu la conseguenza diretta di quella partita maledetta.
Se quel rigore fosse entrato, forse oggi scriveremmo una storia diversa. Forse. La realtà narra invece di un Higuain che a Torino è rinato. E che la sua rivincita se la sta prendendo ora. Ma con se stesso. E pensare che quando era rientrato dal semestre in prestito al Chelsea da non protagonista, Paratici aveva cercato di piazzarlo ovunque. Per rientrare di quei 36 milioni di euro che Abramovich aveva scelto di non pagare, rinunciando al riscatto. La Roma lo ha atteso a lungo, ma Gonzalo era chiaro: «Io resto». Sapeva che col maestro Sarri, e soprattutto con attorno una squadra ben più completa e strutturata rispetto al Milan, sarebbe potuto tornare ai suoi livelli. I gol fondamentali a Napoli e Inter, ma anche l’assist a Douglas Costa contro la Lokomotiv, dicono che ci sta riuscendo. Grazie al lavoro su se stesso. E a svelarlo è stato Sarri: «Prima era più egoista, giocava per il gol, ora invece aiuta la difesa, fa assist. Ha cambiato carattere». Più altruista, più consapevole, più maturo. Tutto un altro Pipita. Che ora sta facendo la fortuna della sua vecchia nuova squadra. Con la quale ha fatto pace, dopo aver fatto pace con se stesso.
Chi invece i suoi problemi non li ha ancora risolti è il Milan, che allo Stadium varerà la difesa a tre per cercare quantomeno di non perdere, con l’obiettivo di iniziare a raddrizzare una stagione disgraziata. A gennaio serviranno rinforzi, Ibrahimovic è una suggestione che scalda molti cuori, ma non arriverà. Elliott è stato chiaro: mai più stelle sul viale del tramonto. Come sembrava essere anche Higuain, che invece sta vivendo una nuova e luminosissima alba. Ma la forza di Madama è anche questa: non è solo una squadra formidabile, è una macchina del tempo.
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Milan, frenata su Ibrahimovic: no a soldi per stelle sul viale del tramonto
In un passaggio di un recente discorso dell'ad Gazidis la posizione della società sull'eventuale ritorno dello svedese, che sembra più orientato verso il Bologna
Arriva la precisazione della Major League Soccer sulle dichiarazioni del commissioner del campionato di calcio nordamericano, Don Garber, a proposito del passaggio di Ibrahimovic al Milan, che ieri sera hanno fatto in breve il giro del mondo. "Nonostante molte ricostruzioni errate, Don Garber non ha dichiarato che Ibrahimovic ha firmato per il Milan", puntualizza Dan Courtemanche, vicepresidente esecutivo dell'area comunicazione della MLS.
Corteggiamento, non firma
Il concetto espresso da Garber, in un passaggio dell'intervista concessa alla ESPN, è più sfumato: "Il Milan sta cercando Ibrahimovic", è il senso più corretto della frase del dirigente MLS per spiegare perché quasi sicuramente lo svedese non resterà ai Los Angeles Galaxy al termine di questa stagione. L'attaccante di Malmoe, 38 anni compiuti da un mese, è pronto a un'altra avventura da gennaio del prossimo anno. Il Milan nega però di essere sulle tracce del suo ex centravanti decisivo nella conquista dell'ultimo scudetto otto anni fa. Sarebbe un inserimento fuori dalla politica attuale del club rossonero. L'ad Gazidis è stato chiaro in un passaggio del suo discorso all'assemblea dei soci dello scorso 28 ottobre: "Se il nostro primario obiettivo fosse sprecare soldi per stelle sul viale del tramonto, metteremmo il club in una posizione pessima dal punto di vista finanziario e anche la squadra in campo sarebbe in declino. Questo non è accettabile". In controluce, dietro quelle parole, è possibile intravedere il riferimento a un'operazione simile a quella che riporterebbe in rossonero Ibrahimovic (invocato da molti tifosi come un possibile rimedio al momento deludente).
Bologna ci crede
Ecco perché il club rossonero frena sulle frase di Garber. Senza dimenticare che probabilmente lo stesso Ibrahaimovic non è così convinto di riuscire a essere ancora trascinante a 38 anni in una squadra come il Milan. Questa considerazione, alla quale ha fatto cenno Paolo Maldini in una recente dichiarazione, può essere fonte di riflessione perché lo svedese ha lasciato ottimi ricordi sulla piazza rossonera. Quindi è giusto capire in anticipo se la condizione attuale può essere all'altezza delle immagini lasciate a inizio decennio. Non si nasconde invece il Bologna. Il club emiliano pensa a Ibrahimovic, complice la presenza in panchina di Sinisa Mihajlovic vice allenatore di Mancini ai tempi dello svedese con la maglia dell'Inter. E l'attaccante, lusingato dalla chiamata del tecnico serbo, riflette su questa opportunità. Ma da qui a fine anno potrebbero entrare in scena altre pretendenti. La volata a chi vuole Ibrahimovic è stata lanciata.
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De Ligt e Ronaldo sono arruolabili per il Milan.
Sulla maglia di halloween, ha il merito di aver fatto riapparire le strisce. Quindi non escludo un effetto "nostalgia" nel suo essere piaciuta. D'altro canto c'è da chiedersi cosa potrebbe essere peggio di quella che si sta indossando ora....ma di noi
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Dalla Germania a Parma passando per Reggio Emilia
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Allenamento di scarico a Moenchengladbach, rifinitura a Reggio Emilia e partita a Parma. In vista della sfida contro i ducali sono numerosi gli spostamenti che hanno riguardato e riguarderanno la Roma di Fonseca. Ieri mattina i giallorossi hanno svolto una seduta defaticante nel centro sportivo del Borussia, prima di imbarcarsi alla volta di Bologna ed essere poi portati in pullman all’Hotel de la Ville (vicino allo Stadio Tardini) di Parma, che oggi alle 14.30 sarà la sede della conferenza del tecnico. Prima dell’incontro con i giornalisti Fonseca guiderà l’allenamento di rifinitura sul prato del Mapei Stadium, dove ieri sera è andato in scena Sassuolo-Bologna. Sarà regolarmente presente in gruppo Spinazzola, che ha raggiunto i compagni di squadra in ritiro: il terzino ha del tutto smaltito il leggero affaticamento muscolare ed è pronto a tornare titolare. Diversi gli assenti in casa Parma: D’Aversa, che ha recuperato Gagliolo e spera di avere Bruno Alves, dovrà probabilmente fare a meno di Karamoh, Laurini, Grassi e soprattutto di Inglese.
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Allenamento di scarico a Moenchengladbach, rifinitura a Reggio Emilia e partita a Parma. In vista della sfida contro i ducali sono numerosi gli spostamenti che hanno riguardato e riguarderanno la Roma di Fonseca. Ieri mattina i giallorossi hanno svolto una seduta defaticant......ma di noi
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