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L'Inter come secondo ha preso Onana mi pare. Handanovic dunque resterà il titolare.
La Juve ha tutto da pensare e da spendere meno che per il portiere. Dybala e Bernardeschi andranno via a zero, per dire, e devi sostituirli...poi qualcosa da fare a centrocampo...qualcosa pure sulla sinistra in difesa...insomma, altro che Donnarumma qua.
Esatto. Anche per la juve il portiere è l ultimo dei problemi
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Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Il Napoli torna a vincere, ma tutti si tolgono qualche sassolino dalle scarpe. Mertens, che della squadra è il leader, dice che “questa stagione è stata la delusione più grande, non c’erano squadre più forti di noi”. De Laurentiis a Spalletti: “Se vuole andare basta darsi la mano, non posso accettare che il Milan rischi di vincere lo scudetto con un monte stipendi molto inferiore al nostro”. L’allenatore battibecca con Mertens, ma non solo: “Il ritiro per una squadra al terzo posto era assurdo, abbiamo giocato un grande campionato, e le proteste del pubblico ci hanno fatto male”. Insomma siamo punto e a capo, al Napoli le tensioni sono altissime. E ora si tratta solo di arrivare fino in fondo
Napoli – Sassuolo 6-1 LE ACCUSE DI MERTENS E LA RABBIA DI SPALLETTI
Dei sei gol che il Napoli ha fatto al Sassuolo non resta quasi niente. Eppure non erano né così scontati né così insignificanti. Il Napoli viene da sconfitte – soprattutto quella clamorosa con l’Empoli – e tensioni interne fortissime che già tenere sotto controllo la classifica e rintuzzare il possibile attacco della Juventus era decisivo.
Ma oggi al Napoli è tutto quello che c’è intorno che conta ancor più della partita. Dries Martens parla apertamente di delusione. Anzi dice anche qualcosa di più .“In nove anni che sono qui questo è l’anno in cui sono più deluso. Non c’erano squadre più forti di noi. Abbiamo sbagliato tutti”. Frase che è un’accusa general, ma che punta dritto su De Laurentiis e particolarmente Spalletti. Che infatti proprio sul finire di stagione e davanti al cupo addensarsi di nuvole su di lui e sulla sua squadra ritorna il fumantino di sempre. “Le altre squadre non sono più forti di noi, ma in alcuni momenti lo abbiamo fatto vedere e in altri no. Sarebbe bene che (Mertens) dica chi è stato insufficiente”. Che significa, beh e voi fenomeni dove eravate?
DE LAURENTIIS AI FERRI CORTI CON L’ALLENATORE
Mettendo sullo sfondo le ripetute frasi di De Laurentiis che vuol tagliare gli ingaggi e rientrare di qualche decina di milioni rispetto al Milan che ha un monte stipendi ben al di sotto dei 100 milioni (mentre il Napoli è ben al di sopra) – “non posso accettarlo” e anche questa è un’accusa a tecnico e squadra – mentre su Spalletti che se potrebbe lasciare afferma gelidamente “basta stringersi la mano”, beh è lampante che siamo davanti a un quadro generale preoccupante. Per contro Spalletti a De Laurentiis risponde che mandare in ritiro una squadra terza in campionato “è assurdo”. Smentendo così dunque anche la dichiarazione del club che dopo Empoli aveva affermato che la squadra sarebbe andata in ritiro su scelta di Spalletti stesso. Il tutto accompagnato anche dalla contestazione di una parte di pubblico.
Insomma senza indugiare troppo in dettagli, sei gol al Sassuolo per ritornare ai classici psicodrammi di cui abbiamo già visto parecchie puntate.
SERIE A 2021-2022 GIORNATA N.35 (clicca sulle partite per leggere cronaca, tabellini e statistiche) Sabato 30 aprile 2022 Cagliari - Verona 1-2 (8' Barak V, 44' Caprari V, 57' Joao Pedro C) Napoli-Sassuolo 6-1 (7' Koulibaly N, 15' Osimhen N, 19' Lozano N, 21' Mertens N, 54' Mertens N, 80' Rrahmani N, 87' Lopez S)
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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Mino Raiola è morto: a dare la notizia la famiglia. Era stato operato lo scorso gennaio. Era uno dei procuratori di calciatori più potenti, ricchi e controversi del mondo: tra i suoi assistiti Ibrahimovic, Donnarumma, Pogba, Haaland, Balotelli, Verratti
Originario della Campania, cresciuto ad Haarlem in Olanda, Raiola a 15 anni aveva scoperto fra i tavoli della pizzeria di famiglia di avere un particolare talento: sapeva come trattare i clienti, sapeva dare consigli.
Poi, a 18, il primo vero affare: compra un McDonald’s che poi rivende molto bene per fondare una società di intermediazioni, la Intermezzo spa. Così era partita la sua scalata. Una lunga carriera che l’aveva portato a diventare un fuoriclasse del mestiere di procuratore, che reinterpreta. Cambia le regole d’ingaggio: non più semplice rappresentante, ma intermediario. Il suo stratagemma è tanto semplice quanto geniale: i soldi del cartellino che fa risparmiare al club li fa prendere ai calciatori.
Affarista nato, non sbaglia un colpo: come quando nel 2016 compra a Miami la villa che fu di Al Capone, spendendo 8 milioni: oggi ne vale il doppio. Nella classifica di Forbes era il quarto agente più pagato al mondo, con 84,7 milioni di dollari, circa 70 milioni in euro, guadagnati in commissioni. «Ma non guardo il mio conto corrente. Odio le banche. Ho un fiscalista di fiducia che si occupa di tutto. Io in banca non ci voglio nemmeno entrare», aveva detto.
«Mino è la mia famiglia», aveva detto di lui, nella sua autobiografia, Zlatan Ibrahimovic, uno dei suoi assistiti, che giovedì era andato a trovarlo in ospedale.
«Mino è il migliore», dicevano di lui Donnarumma, Pogba, Haaland, Balotelli, Verratti.
Parlava sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. «Ma quando penso, penso in dialetto campano: è più veloce», diceva.
Numerose le reazioni del mondo del calcio: il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha scelto un tweet affettuoso scritto in inglese per ricordare Raiola: «Non prendere in giro in Paradiso, sanno la verità. Ti voglio bene Mino». Gli fa seguito l’ad dell’Inter, ed ex bianconero, Beppe Marotta. «Sono affranto e dispiaciuto per la scomparsa di Mino — le parole di Raiola —. È stato un amico e un interlocutore nell’attività lavorativa, una persona di qualità ed elevata competenza. Abbiamo vissuto molti momenti positivi insieme, di collaborazione e intenso lavoro, con qualche contrasto, ma sempre corretto, nel rispetto delle persone e delle professionalità». Marotta ricorda quando Raiola fu artefice della «doppia operazione su Pogba, con il passaggio dal Manchester United alla Juventus e dalla Juventus al Manchester United». «Un grande capolavoro» dice il dirigente del club nerazzurro. Adriano Galliani, storico ad del Milan, oggi al Monza, lo ha invece ricordato così sempre sui social: «Adriano Galliani è affettuosamente vicino alla famiglia e piange la scomparsa del caro amico Mino, grande manager calcistico, innovatore nel suo settore e sempre leale nelle trattative. Riposa in pace».
CorSera
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Mino Raiola è morto: a dare la notizia la famiglia. Era stato operato lo scorso gennaio. Era uno dei procuratori di calciatori più potenti, ricchi e controversi del mondo: tra i suoi assistiti Ibrahimovic, Donnarumma, Pogba, Haaland, Balotelli, Verratti
Originario della Campania, cresciuto ad Haarlem in Olanda, Raiola a 15 anni aveva scoperto fra i tavoli della pizzeria di famiglia di avere un particolare talento: sapeva come trattare i clienti, sapeva dare consigli.
Poi, a 18, il primo vero affare: compra un McDonald’s che poi rivende molto bene per fondare una società di intermediazioni, la Intermezzo spa. Così era partita la sua scalata. Una lunga carriera che l’aveva portato a diventare un fuoriclasse del mestiere di procuratore, che reinterpreta. Cambia le regole d’ingaggio: non più semplice rappresentante, ma intermediario. Il suo stratagemma è tanto semplice quanto geniale: i soldi del cartellino che fa risparmiare al club li fa prendere ai calciatori.
Affarista nato, non sbaglia un colpo: come quando nel 2016 compra a Miami la villa che fu di Al Capone, spendendo 8 milioni: oggi ne vale il doppio. Nella classifica di Forbes era il quarto agente più pagato al mondo, con 84,7 milioni di dollari, circa 70 milioni in euro, guadagnati in commissioni. «Ma non guardo il mio conto corrente. Odio le banche. Ho un fiscalista di fiducia che si occupa di tutto. Io in banca non ci voglio nemmeno entrare», aveva detto.
«Mino è la mia famiglia», aveva detto di lui, nella sua autobiografia, Zlatan Ibrahimovic, uno dei suoi assistiti, che giovedì era andato a trovarlo in ospedale.
«Mino è il migliore», dicevano di lui Donnarumma, Pogba, Haaland, Balotelli, Verratti.
Parlava sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. «Ma quando penso, penso in dialetto campano: è più veloce», diceva.
Numerose le reazioni del mondo del calcio: il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha scelto un tweet affettuoso scritto in inglese per ricordare Raiola: «Non prendere in giro in Paradiso, sanno la verità. Ti voglio bene Mino». Gli fa seguito l’ad dell’Inter, ed ex bianconero, Beppe Marotta. «Sono affranto e dispiaciuto per la scomparsa di Mino — le parole di Raiola —. È stato un amico e un interlocutore nell’attività lavorativa, una persona di qualità ed elevata competenza. Abbiamo vissuto molti momenti positivi insieme, di collaborazione e intenso lavoro, con qualche contrasto, ma sempre corretto, nel rispetto delle persone e delle professionalità». Marotta ricorda quando Raiola fu artefice della «doppia operazione su Pogba, con il passaggio dal Manchester United alla Juventus e dalla Juventus al Manchester United». «Un grande capolavoro» dice il dirigente del club nerazzurro. Adriano Galliani, storico ad del Milan, oggi al Monza, lo ha invece ricordato così sempre sui social: «Adriano Galliani è affettuosamente vicino alla famiglia e piange la scomparsa del caro amico Mino, grande manager calcistico, innovatore nel suo settore e sempre leale nelle trattative. Riposa in pace».
CorSera
Insomma da morto ogni peccato viene perdonato, a me rimane antipatico come pochi, chiaro dispiace per la persona che avrebbe potuto avere altri 30 anni di vita davanti.
Ma fino all'altro ieri tutti questi commenti in favore di Raiola non li avevo mai letti.
Detto questo:
Pace all'anima sua.
RIP
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
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