Nel calcio europeo da cui tutto il calcio italiano è fuori c’è ancora la Roma di Mourinho che si batte e resiste con un certo orgoglio e un grande seguito di pubblico in Conference League. Il dignitosissimo pareggio di Leicester rimanda tutto alla partita dell’Olimpico. La squadra sia pure tra molte difficoltà e un piazzamento ancora incerto in campionato, appare in crescita. Soprattutto con Smalling, leader della difesa, e il giovane esterno Zalewski, la migliore delle novità dei giallorossi. Mourinho e i tifosi sognano non solo la finale ma addirittura di vincere il trofeo. Non avrà il valore della Champions League, certo, ma significherebbe almeno che il calcio italiano non è completamente sparito…
MOURINHO IL MEZZO, NON IL FINE
Non è facile dare un giudizio della stagione della Roma. Da una parte hai Mourinho, un totem del calcio internazionale, per cui ti aspetti molto, forse troppo. Diciamo che spesso si tende ad accontentarsi del suo show, come se lui stesso facesse parte del bilancio dei risultati e dei traguardi raggiunti. Ma Mourinho, per quanto molto ingombrante e determinante per il successo o meno della Roma, in linea di massima, dovrebbe essere il mezzo, non il fine.
GIOCATORI DI SPESSORE E LA NOVITA’ ZALEWSKI
Dall’altra parte hai una squadra ancora fortemente lacunosa per giocare ad altissimi livelli, ma comunque con giocatori anche di un certo spessore, posso pensare ad Abraham, Zaniolo, Mkhitaryan, Pellegrini, Smalling. Il ventenne Nicola Zalewski è sicuramente un giovane emergente di grande qualità, con ottime capacità tecniche, spregiudicatezza, un bel dribbling e anche una certa iniziativa.
Nato a Tivoli, figlio di genitori polacchi, Zalewski ha già scelto di giocare per la nazionale polacca, con un pizzico di rammarico per l’Italia di Mancini, che comunque avrebbe bisogno di talenti del genere in un panorama fin troppo depresso.
IL CALCIO ITALIANO POTREBBE RICOMINCIARE DALLA CONFERENCE LEAGUE
L’1-1 di Leicester, tra molte luci e anche qualche ombra, dice che la stagione è arrivata al momento decisivo, si fa presto a ottenere qualcosa di buono ed è ancora possibile buttare via tutto. Il piazzamento in campionato è sospeso tra il buono e l’insufficiente, la Conference League resta comunque un bel regalo e una bella esperienza. Il pubblico romanista la segue con entusiasmo e chiede non solo la finale, ma addirittura la vittoria del trofeo. Da cui mancherebbero teoricamente appena un paio di partite.
Darebbe un senso e una motivazione alla prima stagione di Mourinho alla Roma e non sarebbe così disdicevole soprattutto per un calcio italiano che si ripiega sempre di più su se stesso. Non sarà la Champions League, ma da qualche parte bisognerebbe pure ricominciare.
MOURINHO IL MEZZO, NON IL FINE
Non è facile dare un giudizio della stagione della Roma. Da una parte hai Mourinho, un totem del calcio internazionale, per cui ti aspetti molto, forse troppo. Diciamo che spesso si tende ad accontentarsi del suo show, come se lui stesso facesse parte del bilancio dei risultati e dei traguardi raggiunti. Ma Mourinho, per quanto molto ingombrante e determinante per il successo o meno della Roma, in linea di massima, dovrebbe essere il mezzo, non il fine.
GIOCATORI DI SPESSORE E LA NOVITA’ ZALEWSKI
Dall’altra parte hai una squadra ancora fortemente lacunosa per giocare ad altissimi livelli, ma comunque con giocatori anche di un certo spessore, posso pensare ad Abraham, Zaniolo, Mkhitaryan, Pellegrini, Smalling. Il ventenne Nicola Zalewski è sicuramente un giovane emergente di grande qualità, con ottime capacità tecniche, spregiudicatezza, un bel dribbling e anche una certa iniziativa.
Nato a Tivoli, figlio di genitori polacchi, Zalewski ha già scelto di giocare per la nazionale polacca, con un pizzico di rammarico per l’Italia di Mancini, che comunque avrebbe bisogno di talenti del genere in un panorama fin troppo depresso.
IL CALCIO ITALIANO POTREBBE RICOMINCIARE DALLA CONFERENCE LEAGUE
L’1-1 di Leicester, tra molte luci e anche qualche ombra, dice che la stagione è arrivata al momento decisivo, si fa presto a ottenere qualcosa di buono ed è ancora possibile buttare via tutto. Il piazzamento in campionato è sospeso tra il buono e l’insufficiente, la Conference League resta comunque un bel regalo e una bella esperienza. Il pubblico romanista la segue con entusiasmo e chiede non solo la finale, ma addirittura la vittoria del trofeo. Da cui mancherebbero teoricamente appena un paio di partite.
Darebbe un senso e una motivazione alla prima stagione di Mourinho alla Roma e non sarebbe così disdicevole soprattutto per un calcio italiano che si ripiega sempre di più su se stesso. Non sarà la Champions League, ma da qualche parte bisognerebbe pure ricominciare.
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