Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
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    Dovevamo prenderlo lo scorso anno. Quest'anno a gennaio saremo a -15 dalla 4° in classifica con 6-7 squadre davanti. Impossibile arrivare 4° pure con Ibra.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • Sean
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      Che figura in Europa League, sconfitte sia Lazio che Roma, con lo stesso punteggio e subendo il gol del ko a pochi istanti dalla fine del match. La Lazio battuta all’Olimpico dal Celtic Glasgow, la Roma in casa del Borussia Moenchegladbach. Le due romane sono in zona Champions League in campionato, ma in Europa soffrono, e anzi la Lazio è ormai praticamente fuori. Insomma l’Europa League resta una maledizione per i club italiani, che la snobbano e non l’hanno mai vinta

      LAZIO – CELTIC GLASGOW 1-2

      BORUSSIA MOENCHENGLADBACH – ROMA 2-1


      Zero punti in Europa League, Lazio e Roma sconfitte con lo stesso punteggio (2-1), curiosamente il quarto consecutivo identico. E stavolta addirittura col gol del ko allo stesso minuto di recupero: il 95°. Roma e Lazio lasciano tutto in campo internazionale dopo aver infilato bei risultati in campionato, evidente non tanto il calo fisico, quanto il calo di concentrazione.

      La Roma ha lasciato al Borussia Moenchengladbach punti pesantissimi. All’andata per un rigore affibbiatole per una clamorosa papera arbitrale, e al ritorno perché non ha trasformato in gol le occasioni che hanno avuto Pastore, Under ed altri ancora. Mentre Fazio è stato protagonista di un clamoroso autogol ma ha fatto pure il gol dell’1-1, a castigarla Marcus Thuram figlio di Lilian. Sull’azione che porta all’ autogol di Fazio, ci fosse stato il Var, si sarebbe potuto annullare la rete in quanto l’azione prende avvio da un fallo laterale anche abbondante non rilevato dal guardalinee. Ma non può essere una scusa. La Roma non ha compromesso la qualificazione ma l’ha certamente complicata.

      Ko e quasi con le stesse modalità anche la Lazio che è una delle squadre più in forma del momento. In campionato ha vinto tre partite consecutive con avversari di medio livello – Fiorentina, Torino e Milan –, ha conquistato il quarto posto in zona Champions League e appena sotto la Roma, Ciro Immobile è in un momento magico per cui gli basta toccare palla e fare gol (miglior marcatore con 13 gol, più altri due), alcuni giocatori tipo Luis Alberto attraversano uno straordinario momento di forma.

      Ebbene questa stessa Lazio in Europa League ne ha perse tre su quattro, la prima col Cluj e le ultime due col Celtic Glasgow che tutti gli osservatori descrivevano essere meno forte della Lazio stessa. La Lazio (che lamenta un mancato rigore) è sostanzialmente già fuori dall’Europa League, un torneo che le squadre italiane detestano e considerano una maledizione. Una sciagura che ti impedisce di preparare bene il campionato, in quanto giocando il giovedì non c’è mai tempo per il recupero fisico. Ma da adesso in poi non ci sarà più questo problema essendo la Lazio praticamente fuori: posso immaginare quanto sia contento Lotito convinto di aver dato a Simone Inzaghi una Ferrari così maltrattata da avversari teoricamente inferiori. Teoricamente…

      E così da dieci anni, da quando cioè esiste con questa formula, si gioca l’ Europa League con snobismo e sufficienza. E a tale livello di distrazione da giocare contro il Celtic facendo papere difensive clamorose, passando letteralmente la palla agli avversari in entrambi i gol. L’ultimo al 94° di partita, lasciando così indispettito e incredulo l’Olimpico. Perché Chelsea, Atletico Madrid, Manchester United e Siviglia negli ultimi anni abbiano sprecato così tante energie per vincere l’ Europa League resta un mistero. Non gli ha fatto per niente schifo, anzi. Mah…

      EUROPA LEAGUE LAZIO - CELTIC GLASGOW 1-2 BORUSSIA MOENCHENGLADBACH - ROMA 2-1 Zero punti in Europa League, Lazio e Roma sconfitte con lo stesso punteggio (2-1), curiosamente il quarto consecutivo identico. E stavolta addirittura col gol del ko allo stesso minuto di recupero: il 95°. Roma e Lazio lasciano tutto in campo internazionale dopo aver infilato bei risultati in campionato, evidente non tanto il calo fisico, quanto il calo di concentrazione. La Roma ha lasciato al Borussia Moenchengladbach punti pesantissimi. All'andata per un rigore affibbiatole per una clamorosa papera arbitrale, e al ritorno perché non ha trasformato in gol le occasioni che hanno avuto Pastore, Under ed altri ancora. Mentre Fazio è stato protagonista di un clamoroso autogol ma ha fatto pure il gol dell'1-1, a castigarla Marcus Thuram figlio di Lilian. Sull'azione che porta all' autogol di Fazio, ci fosse stato il Var, si sarebbe potuto annullare la rete in quanto l'azione prende avvio da un fallo laterale
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
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      nella necropoli deserta»

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        Napoli, contestazione al San Paolo: cori contro giocatori e De Laurentiis. La squadra venerdì va in ritiro

        In occasione della seduta allo stadio aperta agli abbonati è esplosa la rabbia contro Insigne (tra i più beccati) e compagni dopo il no al ritiro. Striscione degli ultras: "Rispetto"

        "Mercenari", "Andatevene". L'allenamento al San Paolo aperto agli abbonati doveva essere una giornata di festa in casa Napoli, ma così non è stato. Aurelio De Laurentiis non ha voluto abolire l'evento dopo il caos per la vicenda ritiro, esploso alla fine della sfida di Champions con il Salisburgo, e la tifoseria organizzata ne ha approfittato per far sentire il proprio malcontento, senza risparmiare lo stesso presidente. Squadra che venerdì sera andrà in ritiro in vista della gara con il Genoa, peraltro in linea con le abitudini del club prima di una partita di campionato.

        Cento ultrà si sono posizionati all'esterno dell'ingresso del San Paolo mostrando lo striscione "Rispetto". Tanti i cori che si sono alzati, alcuni anche offensivi. "Siete voi, siete voi, i mercenari del calcio siete voi". Poi sono andati anche oltre: "Giocatori senza p...". Sono stati accesi anche dei fumogeni di fronte a un folto schieramento di forze dell'ordine. Ma il peggio doveva ancora arrivare. All'ingresso sul terreno di gioco, infatti, gli azzurri sono stati accolti da una bordata di fischi. "Andatevene" hanno urlato i cinquecento tifosi presenti sugli spalti. Mertens ha applaudito i Distinti e non si sa se per chiedere scusa o ironizzare sulle accuse. Il vicepresidente Edo De Laurentiis si è seduto in tribuna autorità.

        Tra i più bersagliati il capitano Lorenzo Insigne reo secondo la tifoseria di essere stato il capopopolo della protesta. Nel mirino anche Allan e Callejon. La società è pronta a tutelarsi in ogni sede per danni di immagine. Intanto sabato sera al San Paolo arriverà il Genoa e non è escluso che ci siano altre contestazioni. In vista della gara, la squadra ha svolto esercitazioni tecniche e successivamente lavoro finalizzato al possesso palla. Chiusura con partitella a campo ridotto. Allan e Mario Rui hanno svolto in gruppo solo parte dell'allenamento. Ghoulam ha fatto terapie e allenamento personalizzato. Meret ha lavorato in palestra, mentre Manolas non si è allenato per un attacco febbrile.

        Last edited by Sean; 08-11-2019, 08:24:24.
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          Balotelli non convince Mancini, niente azzurro per l’attaccante

          Gruppo ultrà del Brescia (la sua squadra) lo attacca: «Mario è italiano, ma l’arroganza che trasmette è ingiustificabile»

          Mario Balotelli non tornerà in Nazionale. Non adesso, almeno. Oggi, nell’elenco dei convocati per le partite contro Bosnia (15 novembre) e Armenia (18 novembre), le ultime del girone di qualificazione verso Euro 2020, mancherà il nome più atteso. Balo resterà ancora fuori. Roberto Mancini non si è fatto condizionare dall’appello del suo presidente, Gabriele Gravina, che avrebbe rivoluto l’attaccante del Brescia vestito di azzurro per dare un segnale ai razzisti da stadio. Il c.t. ha deciso di andare avanti per la sua strada. Ed è giusto così. Balotelli resta il suo preferito, ma tornerà a Coverciano solo quando avrà ritrovato la condizione e i comportamenti saranno quelli giusti. Farlo rientrare nel giro a tredici mesi dall’ultima volta, solo per mandare un messaggio politico, sarebbe un grave errore. Mario la Nazionale deve meritarsela sul campo. Nessuno vuole trascurare la sua sacrosanta battaglia contro il razzismo, ma non può diventare la scorciatoia per l’Europeo. I piani sono ben distinti e tali devono rimanere.

          Mancini è il primo a fianco di Balotelli contro chi lo insulta. Neppure in azzurro l’ex bad boy ha trovato pace. Nove anni sono passati dalla triste notte di Klagenfurt, il 17 novembre 2010, amichevole Italia-Romania, con l’odioso coro «non ci sono neri italiani». Il tempo non ha cambiato le cose. Forse sono persino peggiorate.

          Ieri il gruppo 1911 del Brescia, in un comunicato social, se l’è presa con il suo centravanti: «Siamo convinti che Balotelli sia italiano, ma l’arroganza che trasmette non è giustificabile. Ciò che conta sono lo spirito di sacrificio, la passione, il rispetto e la maglia sudata, concetti che al momento parrebbero a lui sconosciuti», scrivono gli ultrà manifestando la solidarietà a quelli del Verona e perdendo una buona occasione per tacere. Mancini però deve pensare alla Nazionale. Balo non lo ha convinto: i due gol non bastano. In campo si muove poco ed è troppo nervoso. Il dito medio mostrato agli ultrà dell’Inter, scatenando la loro poco edificante reazione, non è piaciuto. Così il c.t. continuerà con l’alternanza tra Immobile e Belotti, che non lo fanno impazzire. Oggi pomeriggio l’assenza di Balotelli diventerà ufficiale. Ma nell’elenco ci potrebbe essere spazio per due gradite novità: Castrovilli, centrocampista della Fiorentina e Orsolini, esterno d’attacco del Bologna.



          CorSera
          Last edited by Sean; 08-11-2019, 08:24:08.
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            Juventus, rodaggio senza sconfitte. E le altre pretendenti allo scudetto si fanno male da sole

            Nella settimana della clamorosa implosione di Napoli e Inter e con il Milan pericolante in arrivo allo Stadium, le piccole magagne autunnali dei bianconeri sembrano davvero normale amministrazione

            Vero, fino a qui la Juve ha battuto con più di un gol di scarto solo Spal e Leverkusen e per 5 volte su 12 ha trovato lo spunto vincente solo nell’ultimo quarto d’ora. Di sicuro l’1-1 di Lecce grida ancora vendetta per il numero di occasioni da gol gettate al vento. Senza dimenticare che Ronaldo non imbrocca una punizione (32 errori di fila con la Juve) ed è pure stanco, al punto da venire sostituito in Champions. Che dire poi della staffetta fra Dybala-Higuain, in cui uno a turno deve friggere in panchina? Per non parlare di De Ligt (c’è ottimismo sul suo recupero per domenica), che è costato 75 milioni e sembra una specie di Dea Kali dell’area, tra rigori causati e altri non fischiati. E gli scontenti? Emre Can è fuori dalla lista Champions. Tanto felice non è, ma sempre più di Mandzukic, che è fuori rosa in attesa del mercato invernale. Demiral, dopo il saluto militare con la Turchia, invece, non si è visto nemmeno un minuto: andrà via a gennaio?

            Nella settimana della clamorosa implosione di Napoli e Inter e con il Milan pericolante in arrivo allo Stadium, le piccole magagne autunnali della Juve sembrano davvero normale amministrazione, soprattutto per una squadra che ha cambiato radicalmente guida tecnica, deve ancora assimilare i principi di gioco e ha diversi uomini lontani dal top della forma (Douglas, Rabiot, Ramsey, Khedira, Danilo), ma non sbaglia un colpo né in campionato, né in Europa, dove ha già tagliato il traguardo degli ottavi, con il maggior anticipo dell’era di Andrea Agnelli presidente. Questa ennesima versione della Signora d’acciaio innervosisce la concorrenza e le toglie certezze e speranze, nonostante l’Inter sia a un solo punto di distacco in campionato e il Napoli sia in piena corsa in Europa: lo sfogo di Conte sulla ristrettezza della rosa nerazzurra sarà stato accolto a Torino con un sorriso, considerato anche che il divorzio choc del 2014 con l’allenatore della ricostruzione era avvenuto per lo stesso motivo.

            Ma questa Juve cannibale metabolizza tutto, con una solidità di stomaco che non ha equivalenti: le partenze di Marotta e Allegri, le difficoltà sul mercato in uscita, le ripercussioni possibili per chi era stato considerato cedibile (Dybala, Bernardeschi, Higuain, Rugani) e invece è rimasto. Tutto digerito, grazie al cuore antico di una azienda in costante espansione, con il marchio Agnelli a ricordare a tutti le regole ferree della casa sabauda.

            Sarri ha pure un pizzico di buona sorte, perché l’Atletico Madrid ha perso a Leverkusen e deve vincere a Torino per provare ad arrivare prima dei bianconeri, che restano l’unica squadra ancora imbattuta in tutte le competizioni. A dimostrazione che neanche per le grandi d’Europa (vedi Barça, Real o Bayern) fila tutto liscio. Ma per la Juve, che ha già vinto con Napoli e Inter, invece sì. Anzi, più che liscio, perché il meglio per Madama sembra dover ancora arrivare. Non a caso dopo la vittoria di Mosca acchiappata ancora all’ultimo grazie a una magia di Douglas Costa, Sarri non era soddisfatto della prestazione e ha rimarcato i margini di crescita dei singoli «e di conseguenza del collettivo». Una Juve ancora al 70/80% del suo potenziale — ma sempre vincente anche quando gioca male — inquieta gli avversari, già estenuati da 8 anni di dominio: cosa succederà quando il motore bianconero sarà a pieni giri?



            CorSera
            Last edited by Sean; 08-11-2019, 08:24:59.
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              Usa, il numero 1 della Lega annuncia: "Il Milan ha ingaggiato Ibrahimovic"

              Don Graber fa il clamoroso annuncio in un'intervista alla Espn: "Zlatan è un personaggio che emerge dalla massa, come aveva fatto David Beckahm all'inizio. Ha 38 anni e adesso è stato preso dai rossoneri, uno dei top club del mondo". Il club rossonero smentisce, mentre ci sono forti contatti con il Bologna

              Zlatan Ibrahimovic torna al Milan. Almeno secondo Don Graber, il commissioner della MLS, la lega di calcio statunitense in cui lo svedese ha giocato nelle ultime due stagioni con i Los Angeles Galaxy.

              "Zlatan ingaggiato dal Milan"

              Alla giornalista di Espn che gli domandava quale sforzo farà la MLS per trattenere l’attaccante, Graber ha risposto: “Zlatan è un tipo molto interessante, mi tiene molto occupato, mi riempie la casella mail, è un’emozione al minuto. Servono personaggi come lui che emergono dalla massa, come aveva fatto David Beckahm all’inizio – ha detto Graber -. E’ un uomo di 38 anni, che ora è stato ingaggiato dal Milan, uno dei top club del mondo”. L’ipotesi per ora non trova riscontri. Ibrahimovic, ha continuato Graber, “ha quasi fissato dei record con tutti i gol che ha segnato negli ultimi due anni, è uno che crea eccitazione sia in campo che fuori. Ci dà un sacco da fare e ci piacerebbe vederlo tornare ma quello dipende dai Los Angeles Galaxy. Mi sono goduto i suoi ‘momenti Zlatan’ – ha concluso -, in particolare quando parla con me di se stesso in terza persona”.

              Smentita informale del Milan, forti contatti con il Bologna

              Da parte del Milan al momento ci sono smentite informali, mentre sono stati molto intensi i contatti tra il giocatore svedese e il Bologna.

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                  Ibra-Milan vedremo se l'uscita del capo della lega americana troverà qualche conferma da noi. Per ora poco o niente. Potrebbe benissimo aver letto qualche giornale e non sapere nulla di mercato.
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                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

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                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

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