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Kean molto probabilmente ci regala il posto in champions...un anno di niente e si fa vedere adesso. Meglio tardi che mai.
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Certe papere sono ovvie,ma ha più di 40 anni,ormai.
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Ma si ritirasse dai...a parte che viene una tristezza a vederlo rincorrere la palla così..
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ma dai, il posto in Champions non ve lo tocca nessuno..
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
La Juventus vince sul campo del Sassuolo con i gol di Dybala e Kean e si lancia verso il terzo posto. In una situazione molto depressa al di sotto di Milan e Inter, la Juventus è l’unica che si scrolla un po’ di negatività di dosso e riesce a vincere mentre tutti le altre frenano. E così guadagna punti importanti per mettere in sicurezza la qualificazione alla Champions League e soprattutto progetta di scavalcare il Napoli precipitato in crisi. Cambieremmo i nostri giudizi negativi sulla brutta stagione della Juventus con un terzo posto e magari una Coppa Italia? Che raffronto faremmo tra Allegri e Pirlo? Il Sassuolo non avrebbe meritato di perdere così e sul gol di Dybala ci sono state molte proteste per un fallo precedente. Certo poi si possono fare ancora considerazioni sul gioco e sull’ “estetica” bianconera, ma credo che da questo punto di vista ormai nessuno si faccia più delle illusioni e lo chieda a questa Juve. Conta il risultato e basta…
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Champions League, Manchester City-Real Madrid e Liverpool-Villarreal: le semifinali degli allenatori
Duello tra tecnici vincenti. City-Liverpool è la finale più attesa. Il Real di Ancelotti, che vincerà la Liga tra l’andata e il ritorno della semifinale, è la grande variabile
Quattro allenatori, sei Champions, quattro Europa League vinte. Sono semifinali per abbonati ai trionfi europei quelle che si stagliano all’orizzonte: stasera Ancelotti contro Guardiola, domani Emery contro Klopp, Spagna contro Inghilterra, tre certezze e una sorpresa come il Villarreal, che però è l’ultimo ad avere alzato un trofeo, undici mesi fa. Per il basco Emery è la prima semifinale di Champions, per il piccolo club spagnolo è la seconda dopo quella del 2006, persa con l’Arsenal: quella al Liverpool è un’altra sfida ai giganti, dopo le vittorie contro Juventus e Bayern, ancora una volta da Grande Sfavorito.
A differenza di Allegri e Nagelsmann, Jurgen Klopp — anche per il fatto che contro Emery ha perso una finale di Europa League (3-1 nel 2016 con il Siviglia) — non è però tipo da sottovalutare le caratteristiche dei gialli, che con 77 milioni di monte ingaggi (lordo) e tiri in porta che si contano sulle dita di una mano sono arrivati fino a qui a due passi dalla finale.
Per il tecnico tedesco, impegnato in Premier nell’estenuante corpo a corpo con il Manchester City di Guardiola (avanti di 1 punto), è il grande ritorno in semifinale a tre anni dalla prima vittoria della Champions in finale contro il Tottenham: per la prima volta i Reds possono andare fino in fondo anche in Coppa di Lega (già vinta) e Fa Cup (è in finale col Chelsea). Inutile girarci troppo attorno: Liverpool-City, la partita da due miliardi di euro (il valore delle rose) è la finale più attesa di questa Champions, come atto ideale conclusivo di un duello stellare, sublimazione del dominio della Premier.
La Spagna, dominatrice per anni con Messi e Ronaldo, però si è riorganizzata in fretta. Il City ha faticato contro l’Atletico al ritorno e dopo l’attesissima sfida di andata stasera a Manchester dovrà affrontare un livello superiore, quello della gara di ritorno al Bernabeu, dove sono già caduti con modalità clamorose prima il Psg di Messi, Mbappé e Neymar e quindi il Chelsea campione in carica. Ancelotti ha vinto il 74% di gare in Champions alla guida del Real (nessuno ha fatto meglio), con i suoi 62 anni e i suoi tre successi con due squadre diverse (unico nella storia) è il fattore che può scompaginare il dominio inglese a otto anni dalla Decima, suo ultimo trionfo. E pazienza se il Real nei tre precedenti non ha mai vinto all’Etihad, perché Ancelotti nell’unica doppia sfida contro Pep (Real-Bayern) trionfò nel 2014.
Guardiola ha vinto due volte la Champions con il Grande Barça, è tornato in finale un anno fa a dieci anni dall’ultima volta però ha perso facendo mezzo tiro in porta contro il Chelsea. A dimostrazione, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, che la Champions è il regno delle sorprese, il tritatutto dei luoghi comuni, la galleria d’arte pronta ad accogliere sempre nuovi capolavori, grazie ad artisti come Benzema, Salah o De Bruyne. Anche per questo, il Real che vincerà la Liga tra l’andata e il ritorno della semifinale è la grande variabile rispetto all’attesa finale inglese. E farà pesare il suo pedigree: il City, come ovviamente il Villarreal, non si è ancora sbloccato in Champions, mentre nella metà campo di Real e Liverpool ci sono 19 coppe, 13 spagnole e 6 inglesi. Nobili contro parvenu: anche questo luogo comune però prima o poi verrà superato?
CorSera
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