Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Fabi Stone
    Bodyweb Senior
    • Jan 2015
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    Alè Italia (cit)
    Siamo dentro
    Ah no

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    • Sly83
      CAVETTERIA INCLUSIVA
      • May 2003
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      • Sly's GYM
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      Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
      Alè Italia (cit)
      Ce lo abbiamo dentro
      Inda Ah no



      Originariamente Scritto da Giampo93
      Finché c'è emivita c'è Speran*a

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      • Sly83
        CAVETTERIA INCLUSIVA
        • May 2003
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        Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
        Ahahahah per dio che somaro pure Belotti.
        ahahaha ma czzz



        Originariamente Scritto da Giampo93
        Finché c'è emivita c'è Speran*a

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        • fede79
          Stratocaster Addicted
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          • Roma
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          Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
          Io ho fatto femmina apposta.
          Eheheheh mica me faccio frega da sti bastardi!!!
          Maledetto, ne riparliamo quando te porterà il ragazzetto a casa: qua t’aspetto.
          sigpic
          Free at last, they took your life
          They could not take your PRIDE

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          • Fabi Stone
            Bodyweb Senior
            • Jan 2015
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            Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
            Maledetto, ne riparliamo quando te porterà il ragazzetto a casa: qua t’aspetto.
            Anfamoneeeeeeeee

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            • Death Magnetic
              Bodyweb Senior
              • Jan 2009
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              Andiamo a Berlino?

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              • Death Magnetic
                Bodyweb Senior
                • Jan 2009
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                A trovare ponno dico.

                Inviato dal mio Pixel 4a utilizzando Tapatalk

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                • topscorer
                  Lo sborone.
                  • Oct 2012
                  • 19061
                  • 603
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                  • Paradiso Scampia
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                  Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
                  Maledetto, ne riparliamo quando te porterà il ragazzetto a casa: qua t’aspetto.
                  Papà ti presento Mohamed.
                  Originariamente Scritto da BLOOD black
                  per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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                  • sylvester
                    Bodyweb Senior
                    • Dec 2004
                    • 12208
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                    Per non dimenticare...



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                    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                    (L. Pirandello)

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                    • Sean
                      Csar
                      • Sep 2007
                      • 120600
                      • 3,413
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Mondiali Qatar 2022: Portogallo e Ronaldo sì, Ibrahimovic e la Svezia no

                      La Svezia battuta 2-0 dalla Polonia di Lewandowski, il Portogallo elimina la Macedonia del Nord. Fuori Salah (che sbaglia un rigore contro il Senegal).


                      Cristiano Ronaldo sì, Zlatan Ibrahimovic no. Sono le regole del gioco, è il senso profondo di questo playoff: dentro o fuori, senza appello. In Qatar a novembre lo svedese del Milan non ci sarà: per lui sfuma così il sogno di giocare il Mondiale a 41 anni. Ci fosse riuscito, avrebbe centrato l’ennesima impresa di una carriera immensa. Decisiva la sconfitta 2-0 in casa della Polonia di Lewandowski, autore del primo gol su rigore. Del napoletano Zielinski il raddoppio. Entrato al 79’, Ibra non ha lasciato il segno.

                      Vedremo ora come inciderà questa mancata qualificazione sul suo futuro al Milan: non è scontato che in estate possa lasciare il calcio. Dipenderà anche dal finale di stagione.

                      Festeggia invece Cristiano Ronaldo, che giocherà il suo quinto Mondiale: 2-0 del Portogallo alla «nostra» Macedonia del Nord, doppietta di Bruno Fernandes.

                      Anche Salah non va in Qatar: sbaglia il rigore, Egitto fuori col Senegal di Mané. Chi al Mondiale era già certo di esserci è Christian Eriksen: la sua Danimarca aveva già ottenuto il pass, ma martedì per l’ex interista è stata un’altra serata magica. Dopo il ritorno in campo con il Brentford in Premier e la rete segnata con la sua nazionale nell’ultima partita in Olanda, s’è ripetuto anche nell’amichevole contro la Serbia, in cui è stato schierato titolare e con la fascia da capitano al braccio. Si giocava al Parken di Copenhagen, esattamente lo stadio dove il 12 giugno scorso rischiò di morire in campo durante la partita con la Finlandia all’Europeo. Duecentonovanta giorni dopo quel pomeriggio terribile, è come un cerchio si chiude.

                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • sylvester
                        Bodyweb Senior
                        • Dec 2004
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                        Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
                        Papà ti presento Mohamedventidue
                        .









                        "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                        Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                        vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                        (L. Pirandello)

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                        • Sean
                          Csar
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                          Ventura sull’Italia di Mancini fuori dai Mondiali: «Io lasciato solo. E sono uscito con Spagna e Svezia»

                          L’ex c.t. confronta la sua eliminazione con quella di oggi: «Mancini fa bene a continuare, Gravina a Palermo era seduto vicino a lui, lo ha sostenuto. Prima dei playoff la mia Nazionale era già contestata, io sono passato per essere l’unico colpevole»


                          «A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia del Nord, il presidente Gravina era seduto accanto a Mancini. Io a San Siro ero solo, l’unico colpevole. Non l’ho mai trovato giusto».

                          Fa fatica Gian Piero Ventura a parlare della sua Nazionale. È una ferita che lo ha segnato, «un errore che ho pagato». Risponde da Bari, quella che è diventata la sua casa da quando nel 2016 ha sposato Luciana, con la solita voce squillante e forte, che si incrina un po’ quando parla dell’Italia. Un dispiacere che s’è attenuato, eppure fatica a togliersi di dosso. Ma il calcio è il suo fuoco: a novembre ha salutato «solo la panchina», precisa.

                          Fermo dall’estate 2020, 74 anni compiuti a gennaio, Chievo e Salernitana le ultime due esperienze, Ventura è pronto a ripartire: «Non voglio più allenare, ma il pallone è la mia vita. Sarei felice di portare la mia esperienza in qualche società». Ha lanciato tanti talenti, da Darmian a Immobile, ci vuole riprovare ma in una veste diversa: «Era giusto che dedicassi un po’ di tempo alla mia famiglia, e l’ho fatto. Si dovesse creare un’opportunità sarei pronto, competitivo e determinato». Ha metabolizzato l’incubo Svezia, la sua Italia «è il passato».

                          Roberto Mancini, che come lei non si è qualificato per i Mondiali, ha deciso di restare alla guida della Nazionale. Ventura, Roberto fa bene a proseguire?
                          «Penso di sì, ci sono tutti i presupposti per riprendere il discorso interrotto a Palermo».

                          Vi siete sentiti dopo la partita con la Macedonia?
                          «No, non stavolta. Gli ho mandato un messaggio per gli Europei, gli ho fatto i complimenti».


                          Come si passa da un Europeo vinto alla mancata qualificazione al Mondiale?
                          «C’erano stati dei segnali, negli ultimi mesi. Si faceva troppa fatica a far gol. Durante l’Europeo la squadra era coraggiosa, bella in alcune giocate, leggera. Contro la Macedonia quelle sensazioni sono diventate fatica, affanno, timore. Hanno perso certezze».

                          Le è sembrato di rivivere Italia-Svezia?
                          «Per certi versi sì. Ma il contesto era completamente diverso. Prima dei playoff la mia Nazionale era già contestata. Eppure io sono uscito con Svezia e Spagna, ma non mi piace fare comparazioni. Se poi penso a certe immagini: per esempio Gravina a Palermo era vicino a Mancini, al suo allenatore, gli ha dato sostegno».

                          Cosa le rimane di quella notte?
                          «Ho sorriso in questi giorni leggendo alcune dichiarazioni, qualche giornale: “Nel calcio può succedere”, “Caccia ai colpevoli”. Nel 2017 ce ne era solo uno. Trovai scorretto dovermi prendere tutte le colpe. Ma ormai l’ho superato, spero che l’Italia torni presto tra le migliori squadre del mondo».

                          Il calcio italiano sta peggiorando nella sua qualità?
                          «Si è fermato un po’ sul piano delle idee, è meno divertente. C’è stato l’exploit di Gasperini con l’Atalanta, poi qualche anno fa il Napoli di Sarri. Per il resto non mi sembra che sia un momento esaltante».

                          Dove è il problema più urgente secondo lei?
                          «Abbiamo difficoltà a segnare e si criticano le punte, ma tra le prime sei squadre di serie A non c’è nessun attaccante italiano. Ci siamo giocati la qualificazione al Mondiale con giocatori naturalizzati, segno che qualcosa non va, è evidente. Ma ne discutiamo solo dopo un fallimento, tra una settimana saremo di nuovo concentrati su Juventus-Inter. Servono delle riforme concrete, non basta parlarne, e un rapporto diverso tra i club e la Nazionale: non può essere vista come un fastidio, dovrebbe essere il riferimento di tutto il sistema. E poi ci sono troppe partite, spesso i giocatori tornano stanchi o infortunati. È come un gatto che si morde la coda».

                          Quale può essere la soluzione?
                          «Bisogna dare più importanza ai settori giovanili, deve prevalere la tecnica sulla tattica. Prima alle scuole calcio i ragazzini passavano ore col pallone tra i piedi, la tattica era l’ultimo dei problemi. Se non hai la tecnica come fai a giocare?».

                          E poi?
                          «I giovani devono avere tempo e spazio per crescere. Tra gli attaccanti della Nazionale molti non hanno mai giocato in Champions League. L’esperienza internazionale serve, ti dà consapevolezza. Col Decreto crescita sono arrivati tanti giocatori dall’estero, alcuni neanche così bravi. Mettere un freno ai giocatori stranieri nel nostro calcio, e così liberare alcuni ragazzi, può avere senso».

                          Gli allenatori che ruolo hanno in questa transizione?
                          «Sono spesso in difficoltà, costretti ad ottenere tutto e subito perché senza risultati vanno a casa. Il binomio Ventura-Cairo al Torino ha funzionato perché io non avevo l’ambizione di arrivare chissà dove. La mia libidine era lanciare talenti: Zappacosta, Cerci, Immobile, solo per fare qualche esempio. La società era in simbiosi con me. Così ha senso, ma di solito in serie A un allenatore sa che rischia il posto senza risultati, quindi non perde tempo a far crescere i giovani».


                          Le piace la Var?
                          «Utile come concetto generale, ma in alcuni casi è uno strumento strano. Per le valutazioni di episodi evidenti a volte impiegano cinque minuti, mi lascia perplesso anche segnalare un fuorigioco di un millimetro. Ma ha eliminato tante situazioni complicate, portando più equilibrio. Una volta certe partite erano impossibili da giocare, io ho perso dei derby in maniera bizzarra».

                          Chi vince lo scudetto?
                          «Credo sia una sfida a tre. All’Inter manca un vice Brozovic, ma per il resto è la squadra con la rosa migliore. A Torino contro la Juventus è decisiva: se vince può avere un’iniezione di fiducia importante, se perde diventa tutto più difficile. Il Napoli ha un organico di livello: Osimhen è devastante, Anguissa è stata una felice intuizione, Koulibaly è il miglior centrale d’Europa. Ma si è fermata in due scontri diretti. Al Milan invece c’è un connubio totale tra società e squadra: come giocatori sono più giovani, magari si pecca di inesperienza, ma è un gruppo vero. Per questo, dovendo scegliere, dico i rossoneri».

                          Quando la rivedremo in pista?
                          «Spero presto. Non cerco un contratto, non mi interessa, io ho bisogno di adrenalina, credo di poter essere ancora utile». Ne siamo convinti.

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • marcu9
                            Bodyweb Advanced
                            • May 2009
                            • 42137
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                            Okay, sicuramente l'uscita di Mancini è più grave e criticabile di quella di Ventura.
                            L'Italia di Mancini è riuscita perché non ha vinto contro squadre dove la vittoria era scontata, ed ha perso dove la vittoria dell'avversario era sorprendente.
                            Ma al tempo stesso almeno l'Italia di Mancini ha vinto un Europeo storico, Ventura ha vinto una minkia.
                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            • fede79
                              Stratocaster Addicted
                              • Oct 2002
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                              Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                              Anfamoneeeeeeeee
                              Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
                              Papà ti presento Mohamed.
                              Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
                              .
                              Figlia: Ciao pà, ti presento [il nome importa poco, è l'aspetto che conta], gli piace la trap, segue Amici di Maria e tifa Lazio.

                              Ragazzetto brufoloso: Bella zi, come butta? Te la curo io la principessina (con occhiolino finale).

                              Seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
                              sigpic
                              Free at last, they took your life
                              They could not take your PRIDE

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                              • M K K
                                finte ferie user
                                • Dec 2005
                                • 66519
                                • 2,858
                                • 2,632
                                • Macao [MO]
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                                pischello con il ciuffo , permanete e tuta da ginnastica
                                Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                                Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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