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L’analisi di Sconcerti: l’Inter senza leggerezza persa nel grigio. Può ancora vincere ma deve rincorrere
Con il Torino Inzaghi ci ha messo del suo rimettendo Barella regista, che sarà il suo ruolo tra dieci anni, ma non adesso. L’energia del Toro l’ha messo in difficoltà
di Mario Sconcerti
La classifica cambia perché l’Inter si ferma, è tornata nella sua materia scura. La mancanza di Brozovic è stata importante perché è caduta su una squadra vuota. Inzaghi ci ha messo del suo rimettendo Barella regista, che sarà il suo ruolo tra dieci anni, ma non adesso. Questo ha riportato nel centrocampo Vecino, lontano ormai dal sentimento del gioco. L’idea di base era sostituire Brozovic con Gagliardini, il vero centrocampista quasi titolare. Inzaghi però non lo vede, ha moltiplicato la sua diffidenza nel finale mettendo Calhanoglu regista con Vidal e Barella interni.
In mezzo a tutto questo c’è stato il Torino, uscito dal suo periodo buio. Molto semplice la sua partita ma di grande energia, si è trattato di riprendere il pallone e scappare in velocità. Chiusa negli spazi e senza le idee di Brozovic, con Barella un po’ grottesco nel cercare di imitarne i movimenti, l’Inter è diventata presto scolastica e si è abbandonata alla qualità dei singoli. C’è stato poco gioco nonostante la buona serata di Dzeko e Lautaro, solo molti rilanci e molte incursioni in contropiede del Torino. Il pareggio arrivato a due minuti dalla fine del recupero premia la fatica dell’Intere pesa molto su una distrazione laterale del Torino. È un pareggio alla fine meritato che non cambia il senso della serata.
L’Inter resta chiusa bruscamente in un grigio inaspettato per la sua insistenza. Si stacca quasi sfinita da questo gioco in cui non trova più la vecchia leggerezza. Si sono spente le differenze più importanti, quelle di Barella e Perisic, di De Vrij e Dumfries, perfino quella di Darmian, rimane più spesso nel vago Calhanoglu, non basta Dzeko. Una squadra senza un reparto di mezzo, continuamente assaltato dal Torino e con rare potenze di rilancio. Comincia per l’Inter un finale di rincorsa. Tutto è possibile, anche che vinca, ma è una visione rovesciata rispetto a un mese fa. L’altra coscienza forte è la realtà delle quattro che hanno per traguardo la Champions. Sembra un gioco fatto. L’Atalanta si è esaurita, la Roma si è fermata. Darei un’occhiata alla Lazio perché nel mucchio ha più classe di tutti. Molto importante il successo del Napoli e di Osimhen, l’uomo che segnerà una decina di gol da qui alla fine. Vale la pena di capire il senso dell’imbattibilità del Genoa di Blessin.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
LEGGO (F. BALZANI) - Abraham, profeta del gol. Nel deserto però. L'attacco della Roma di Mou, che rischia di scivolare ottava considerando i recuperi delle concorrenti, senza l'inglese è come se non esistesse. Tolti i tredici gol di Tammy, infatti, si contano appena 8 reti egualmente distribuite tra Zaniolo, El Shaarawy, Shomurodov e Felix. Nessun altra squadra in serie A ha un divario così importante tra colleghi di reparto (-11). Le difficoltà aumentano col passare delle domeniche considerato che nelle ultime sei partite di campionato sono arrivati appena 7 gol. Di cui tre su rigore. Quasi la metà (sempre tre) sono opera di Abraham, altri due sono arrivati dai ragazzini Bove e Volpato. Nemmeno uno di Zaniolo che comincia a diventare un caso.
Una miseria considerate le naturali ambizioni di Mourinho che nell'anno del Triplete aveva il miglior attacco del torneo. Un problema di gioco nonostante il cambio modulo, ma sopratutto di qualità degli interpreti visto che la Roma è la seconda squadra della serie A per tiri effettuati (446) verso la porta dietro all'Inter. Solo 47 le reti complessive. Numeri così apatici non si registravano dal 2015 (41) quando però Garcia aveva la seconda miglior difesa della serie A. Oggi la situazione è decisamente diversa: se l'attacco è ottavo, la difesa è settima. E ha ben poco da sorridere nonostante la magra consolazione degli 8 risultati senza sconfitta e il primato di reti segnate nel recupero.
La figuraccia di Udine a sette giorni dal derby non è isolata e rimette sul banco degli imputati pure Pinto. Il mercato invernale, infatti, rischia di essere un altro flop considerate le bocciature di Mou per Oliveira e Maitland-Niles. Per il futuro, oltre a Svilar, si punta a chiudere per il terzino americano (ma nato in Olanda) Dest del Barcellona visto il probabile rinnovo di Dalot con lo United. Un'altra riserva.
Qualche passo in avanti, infine, per il rinnovo di Mkhitaryan. Senza l'armeno la Roma ha registrato solo figure imbarazzanti: da Bodo a Udine, passando per Venezia.
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Milan, non solo lo scudetto: ottimismo sui conti, Maldini e Massara rinnovano
Il deficit continua a ridursi, a metà aprile l'Uefa dovrebbe comunicare eventuali sanzioni nel quadro del settlement agreement. Botman e Sanches i primi obiettivi sul mercato
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Mercato, per Berardi duello tra Napoli e Milan
L'esterno del Sassuolo accende anche fuori dal campo la sfida scudetto. I neroverdi chiedono 35 milioni di euro. Per gli azzurri può essere l'erede di Insigne
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Inter, la crisi in quattro punti: Brozovic, il peso del derby, il mercato e il calendario
Appena 13 punti in 9 partite del girone di ritorno, la squadra che dominava è sparita dopo la sconfitta con il Milan. La sfida con la Juventus deciderà la stagione
La crisi
La crisi mette paura. L’Inter si è fermata aveva lo scudetto in pugno e rischia di buttarlo via. Il girone di ritorno è stato un calvario, appena 13 punti in nove partite e una vittoria, con la Salernitana, nelle ultime sei gare. Restare ottimisti è esercizio difficile in un momento simile, ma l’Inter può tornare a essere quella vista nella fase centrale della stagione, straordinaria. In quel tratto di campionato le aspettative sono cresciute, per questo oggi un calo così pauroso fa più rumore. «A Torino si è vista un’Inter passiva, è un discorso fisico e mentale. Non è tagliata fuori dalla lotta, deve ritrovare quel modo di giocare espresso fino a prima di Natale: in una situazione del genere l’allenatore conta tanto. Per riaccendere la squadra a livello mentale deve sdrammatizzare il momento, non solo a parole, ma lavorando sul campo in modo differente con allenamenti diversi», sottolinea l’ex attaccante Aldo Serena.
Brozovic l’insostituibile
Il pareggio in extremis di Torino ha evitato la sconfitta, non ha nascosto le difficoltà di una squadra con limiti strutturali, azzoppata dall’assenza dell’asse centrale, De Vrij-Brozovic. Ranocchia ha fatto rimpiangere il difensore olandese, ma la pedina chiave resta il regista croato. In campionato ha saltato due partite: contro il Sassuolo l’Inter ha perso, con i granata ha pareggiato negli ultimi minuti. Un sostituto di Brozovic non esiste. Bruciati come vice Barella e Vecino, entrambi naufragati nella sua posizione.
Mercato difficile, manca un innesto
Nello scorso mercato di gennaio si doveva intervenire, ma non si poteva per mancanza di risorse. L’Inter resta finanziariamente con il fiato corto e una capacità di spesa limitata. Si è speso per Gosens, un acquisto giusto e mirato per sostituire il partente Perisic, non vitale per la stagione in corso. Inutile l’innesto di Caicedo.
La crisi dell’Inter ha radici profonde. Le pesanti cessioni estive hanno guarito il conto economico, ma presentano oggi il conto a Inzaghi. Il tecnico continua a ripetere, ed è la verità, che in estate l’obiettivo non era vincere lo scudetto, farselo scippare dopo averlo accarezzato sarebbe una colpa.
Il calendario in salita
Il calendario non è di aiuto, la Fiorentina sabato, la Juventus il 3 aprile, dopo la sosta per la Nazionale, quindi il Verona in casa. Bisogna scavallare il trittico per poi scivolare via tranquilli e in accelerazione nel finale.
Il peso del derby
«La sconfitta nel derby non ci ha tolto certezze», sostiene Inzaghi. Falso. Perdere con il Milan ha traumatizzato l’ambiente e invertito la classifica. Prima del match l’Inter aveva 4 punti di vantaggio sui rossoneri, oggi ne ha 4 meno. La matematica non si discute.
Le possibili soluzioni
Reagire è possibile, va ritrovata la continuità e non avere più impegni europei aiuterà. «Non sono preoccupato. Abbiamo la possibilità di allenarci di più e meglio. Lo status di favorita non ci sta pesando. Siamo contenti», analizza Inzaghi. Ora il lavoro più difficile spetta non solo al tecnico, ma anche all’a.d. Beppe Marotta. Deve garantire pieno supporto e vicinanza all’allenatore, di cui si discuterà il rinnovo a fine stagione: non ci saranno problemi se sarà centrata la qualificazione in Champions, altrimenti...
La corsa allo scudetto non è chiusa. L’Inter vede nel Milan l’avversario più temibile, il Napoli è più portato a sperperare. Vincendo la partita da recuperare con il Bologna, il distacco dai rossoneri sarebbe solo di un punto: un testa a testa fino all’ultima giornata. La squadra di Inzaghi però deve recuperare brillantezza fisica, leggerezza mentale e i gol. Due reti nelle ultime 4 trasferte sono poche. Lautaro però segna come lo scorso anno, Dzeko ha già realizzato 5 reti in più della passata stagione. Mancano gli altri, Sanchez e Correa. Ritrovare loro e il vero Barella è la chiave per giocarsi tutte le carte scudetto.
CorSera
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
In Catalogna ne sono sicuri: Franck Yannick Késsié sarà un giocatore del Barcellona. In scadenza di contratto col Milan a giugno, l'ivoriano ha rifiutato il rinnovo e scelto di sposare la causa blaugrana: decisiva per la fumata bianca una lauta commissione per il procuratore George Atangana. Ormai non sembrano esserci dubbi: dopo Donnarumma e Calhanoglu, anche Kessie lascerà il Milan a parametro zero [emoji3466][emoji35]
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando Tapatalk
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
In Catalogna ne sono sicuri: Franck Yannick Késsié sarà un giocatore del Barcellona. In scadenza di contratto col Milan a giugno, l'ivoriano ha rifiutato il rinnovo e scelto di sposare la causa blaugrana: decisiva per la fumata bianca una lauta commissione per il procuratore George Atangana. Ormai non sembrano esserci dubbi: dopo Donnarumma e Calhanoglu, anche Kessie lascerà il Milan a parametro zero [emoji3466][emoji35]
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Ahia, questo è un brutto colpo, ok,non è un fuoriclasse,ma neanche tutto sto bidone
Ahia, questo è un brutto colpo, ok,non è un fuoriclasse,ma neanche tutto sto bidone
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Se ne andasse affanculo.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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