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Durissimo #Conte: "Io mi sono scocciato di dire sempre le stesse cose, magari venisse qualche dirigente a parlare... Non è questione di gennaio, febbraio o marzo: abbiamo programmato e abbiamo programmato male"
Non ho visto la partita ma non capisco il bisogno di Conte di sclerare così contro la società. Siamo solo a novembre.
Pure il Napoli si ammutina. La squadra non torna in ritiro. Il calcio è preda di qualche strano virus.
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Volano gli stracci, tutti contro tutti, è una Champions League bollente (1)– Il Napoli non va oltre il pari col Salisburgo e non riesce a scacciare nubi e polemiche dopo il contrasto tra De Laurentiis ed Ancelotti sul ritiro. Anzi in ritiro allenatori e giocatori non ci tornano proprio: è ammutinamento
NAPOLI-SALISBURGO 1-1
Il bello (o il peggio, dipende) è arrivato dopo, quando tutte le contraddizioni del Napoli sono entrate in conflitto nello spogliatoio, e la mancata vittoria contro il Salisburgo non è riuscita a rinviare la resa dei conti. I giocatori si sono ribellati al ritiro e non ci sono più tornati, rifiutando di obbedire all’ordine di Aurelio De Laurentiis.
Il Napoli ha giocato contro il Salisburgo una buona partita ma troppo ordinaria, in cui si è vista tutta l’ansia di cui soffre in questo periodo. Avrebbe potuto vincerla questa partita se solo avesse trasformato in gol una delle tante occasioni che Insigne & C, hanno scagliato sui pali o oltre la porta. Ma in quella serie di occasioni c’è anche molto di sprecato, di buttato via, di fatto male, di mancanza di concentrazione.
La qualificazione non corre eccessivi pericoli, ci vorrebbe un tracollo totale che non è ancora ipotizzabile e al prossimo match in casa del Liverpool – che sconfisse in maniera imperiosa all’inizio di questa Champions League – ha l’occasione per rimettere in sesto una stagione che sta prendendo una brutta piega. In campo si vedono e si leggono le ansie e le tensioni di questi giorni, dagli scontri tra Insigne e Ancelotti, a quelli tra De Laurentiis e i giocatori in fase di rinnovo contrattuale, a quelli tra il presidente che ha trascinato la squadra in ritiro e l’allenatore che dice di non essere d’accordo.
La partita del San Paolo ha lasciato strascichi pesanti. Dopo l’1-1 la squadra, Ancelotti compreso è entrata in silenzio stampa e non è rientrata nel ritiro obbligato voluto dal presidente. Ancelotti se ne è andato dal San Paolo senza spiegare e la società è rimasta ufficialmente in silenzio, smentita e presa clamorosamente in contropiede. Insomma siamo davanti a un clamoroso ammutinamento. E’ un periodo in cui evidentemente volano gli stracci. Se accade questo pubblicamente figuriamoci cosa accade in privato.
Pur non essendo in presenza – anzi in totale assenza… – di un comunicato e di prese di posizioni ufficiali nella notte del San Paolo, l’ ammutinamento del Napoli, mi ricorda molto il famoso comunicato di Garella & C nel 1988 – stagione post scudetto – quando lo spogliatoio del Napoli di Maradona si ribellò clamorosamente e pubblicamente contro Ottavio Bianchi. Ma erano altri tempi, tempi in cui il Napoli vinceva lo scudetto…
IO LA PENSO (E VOTO) COSì... Penso che abbiano ragione i giocatori ed Ancelotti (che in ritiro ci è tornato ma che pubblicamente non lo ha condiviso), e che anzi la loro clamorosa presa di posizione, ammutinamento o ribellione che dir si voglia, sia una presa di coscienza, uno spunto d'orgoglio che responsabilizza molto la squadra. Paradossalmente potrebbe avere migliori effetti questo ammutinamento del ritiro punitivo stesso. Strumento ormai antico, obsoleto, e che non posso imporre così, umoralmente e dispettosamente. Accettabile il ritiro prepartita, ma imporre un ritiro "punitivo" oggi non si può più fare, non mi puoi obbligare ad andare a dormire o soggiornare dove dici tu, se non c'è una ragione tecnica precisa. Sono cose che faceva Luciano Gaucci venti anni fa e non se ne sente la mancanza. *** AMMUTINAMENTO DEL NAPOLI, GIORNO N. 3 LA CONTESTAZIONE DEI TIFOSI Al terzo giorno è arrivata l'inevitabile contestazione dei tifosi. I giocatori trattati da "mercenari" e insultati
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L’Inter va ko a Dortmund col Borussia, in un match assurdo: avanti per 2-0 ne prende tre nella ripresa e addio. Qualificazione appesa a un filo, la Champions per Conte è sempre un batticuore. Ma quel che è peggio è che nel dopo partita l’allenatore perde il controllo e lancia accusa pesanti alla società “sbagliata la programmazione, venisse uno di loro a parlare”.
BORUSSIA DORTMUND – INTER 2-3
Si sono messe male le cose per l’ Inter. Prima perde in maniera incredibile a Dortmund e poi volano pubblicamente gli stracci tra Antonio Conte e la società. Nella stessa partita, quella col Borussia Dortmund, l’ Inter è salita in paradiso ed è scesa all’inferno, ha messo una seria ipoteca sulla qualificazione per poi buttarla via e rischiare molto a questo punto di restar fuori e di doversi accontentare del terzo posto per l’ Europa League.
Non è stata l’ Inter che tutti aspettiamo, solitamente tosta e imbattibile in trasferta. E’ stata l’ Inter contraddittoria degli scorsi anni, l’ Inter degli incubi e non l’ Inter di una grande riscossa sia in Italia che in Europa. Antonio Conte non è riuscito ancora a strapparsi di dosso il cliché di allenatore che in Champions League si trova a disagio, non riesce a dare il meglio di se stesso, anzi – diciamola tutta – va anche in confusione. L’ Inter ha fatto un primo tempo perfetto, il terzo tempo praticamente dell ’ Inter-Borussia Dortmund giocato e vinto a San Siro, due gol allora, e due gol (Lautaro e Vecino) a farle sfiorare e credere nella vittoria.
Ma è stata un’illusione, nel secondo tempo l’ Inter è sparita, il Borussia ha risalito la china, in 24 minuti è arrivato al pareggio con i gol di Hakimi e Brandt, la difesa che fino ad allora era stata perfetta si è liquefatta, Conte è andato nel panico ha anticipato tutti i cambi e al 73’ (Politano per Lukaku) li aveva già esauriti. Come succede in questi casi, ti copri per la pioggia e finisce che grandina.
Ma Politano dopo appena un minuto è uscito di scena, una brutta entrata sulla caviglia ed è rimasto in campo solo per fare numero, riuscendo appena a camminare. Ancora 4 minuti e sarebbe arrivato il secondo gol di Hakimi a rovesciare il mondo addosso all’ Inter. Borussia ora a + 3 sull’ Inter: all’ultima giornata l’Inter affronterà il Barcellona a San Siro e il Borussia lo Slavia, ultimo, in casa. Per passare l’Inter deve vincere entrambe le prossime partite. Se passa è un’impresa, se non passa dovrà prendersi a schiaffi.
Antonio Conte è apparso molto arrabbiato per la sconfitta. Sappiamo come la pensa, dall’Inter pretende moltissimo, e non solo dai giocatori, soprattutto dalla società. Che accusa di non avergli dato una rosa adeguata agli impegni. Fortissime le sue frasi.
“Dovrei parlare sempre delle stesse cose. Spero che questo tipo di partite facciano capire certe cose a chi deve capire. Mi dà fastidio questo sconfitta, ma noi più che lavorare non possiamo fare. Sono incazzato nero. Che venisse qualche volta almeno anche qualche dirigente a dire qualcosa. Che il club faccia le sue riflessioni. Io dico che tutti quanti abbiamo sbagliato qualcosa nel progettare la stagione. Per me serate come queste sono delusioni e ferite profonde. Sono stati fatti errori importanti. Non possiamo fare campionati e Champions League in queste condizioni. I giocatori mi stanno dando tutto, e sto chiedendo loro fatiche in più quando dovrebbero riposare. C’è poco da nascondersi dietro a un dito”.
Uno scontro interno portato così clamorosamente alla luce del sole difficile che non lasci strascichi e conseguenze pesanti. Si attende ora la reazione di Marotta & C, chiamati così direttamente in causa – abbastanza ingenerosamente, dovessi dire la verità – , dopo un calciomercato comunque molto dispendioso (130 milioni di acquisti), ma evidentemente non perfetto. Potrei pensare anche alle partenze di Icardi e Nainggolan, che certamente a Conte avrebbero forse potuto far comodo. Ma se proprio non ricordo male, anche Conte si spese abbastanza per liquidarli…
IO LA PENSO (E VOTO) COSì... Antonio Conte mi sembra sempre eccessivo, fuori sintonia non tanto con la società, come dice lui, ma col calcio in generale. Vuol godere di uno statuto speciale. Il problema dell'Inter è aver perso male una partita che avrebbe potuto vincere se solo l'avesse gestita meglio, che l'abbia persa per colpa degli errori di programmazione della società non direi proprio. Può essere che sulla composizione della rosa dell'Inter abbia delle ragioni, che rispetto ad altri grandi club ci vorrebbe molto di più, forse, ma questo additare la società come colpevole, dopo che gli ha dato oggettivamente tutto il possibile, lo trovo ingiusto e poco corretto. Ha parlato come se fosse l'allenatore di una piccola squadra - non faccio nomi... - e ha fatto fare all'Inter, come gruppo di lavoro di cui lui fa parte, una brutta figura. Il tutto poi in diretta tv. Fossi l'Inter gliene chiederei fermamente conto. Scusa Antonio, a che gioco stai giocando? *** BORUSSIA DORTMUND - INTER
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Napoli è 'ammutinamento'; Ancelotti e la squadra non tornano in ritiro
Dopo il pareggio con il Salisburgo il tecnico, atteso in conferenza stampa e ai microfoni delle tv, lascia lo stadio rinunciando alle interviste. E la squadra non torna a Castel Volturno
Alla fine sono volati gli stracci, in una delle notti più buie e tempestose della storia recente del Napoli. In campo tutto sommato i conti erano ritornati, visto che il pareggio contro il Salisburgo è stato comunque un passo avanti quasi cruciale verso la qualificazione agli ottavi della Champions League. Ma nel dopo partita allo stadio San Paolo è scoppiato ugualmente il caos, in casa azzurra.
Il primo segnale è stato il gran rifiuto da parte di Carlo Ancelotti, che ha preferito non presenziare alla conferenza stampa organizzata dall'Uefa (multa molto salata in arrivo, per il club) e s'è dileguato in silenzio dallo stadio. La reale gravità di quello che stava succedendo, però, s'è capita in maniera più nitida nei minuti successivi, quando tutti i giocatori hanno deciso con un clamoroso ammutinamento di non salire sul pullman che avrebbe dovuto riportarli a Castel Volturno.
Un vero e proprio schiaffo ad Aurelio De Laurentiis, che aveva invece previsto per la squadra il ritiro punitivo fino a domenica, a prescindere dall'esito dell'attesa sfida internazionale di ieri sera. Il presidente era già andato via ed è stato informato dei clamorosi sviluppi dal figlio Edoardo, affrontato negli spogliatoi con toni aspri dai leader del gruppo, guidati dal capitano Insigne. "Noi torniamo a casa nostra, dillo pure a tuo padre...".
Così ha deciso la squadra, nonostante il tentativo di mediazione di Ancelotti, che si era detto a sua volta molto contrario al ritiro punitivo ordinato da De Laurentiis. Il tecnico alla fine è stato l'unico a dormire comunque nella sede di Castel Volturno e ha dato appuntamento ai calciatori per stamattina (quando è in programma la ripresa degli allenamenti), nella speranza che la notte abbia portato consiglio.
Ora però il pallino passa nelle mani del presidente, la cui leadership è stata clamorosamente sconfessata da Insigne e compagni, che rischiano come minimo di essere multati in maniera pesante dal club. Il Napoli è dunque sull'orlo di una "guerra civile" sportiva, quasi senza precedenti a questi livelli. Ma una via d'uscita dovrà essere trovata, con dietro l'angolo la sfida di sabato sera al San Paolo contro il Genoa. Intanto è quasi un miracolo, in un clima simile, che gli azzurri non abbiamo compromesso il loro cammino in Champions League. Chissà che cosa sarebbe successo senza il gran gol di Lozano.
Dopo il pareggio con il Salisburgo il tecnico, atteso in conferenza stampa e ai microfoni delle tv, lascia lo stadio rinunciando alle interviste. E la squadra …
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Inter, Conte attacca la società: ''Fatti errori importanti in estate, mi sono fidato e ho sbagliato"
L'ira del tecnico nerazzurro dopo la sconfitta di Dortmund: ''Programmazione sbagliata, non possiamo fare campionato e Champions League in queste condizioni''
Antonio Conte, dopo la dolorosa sconfitta per 3-2 di Dortmund, spara a zero contro la società. “Magari venisse anche qualche dirigente a dire qualcosa”, ha detto in tv. Poi, in conferenza stampa, ha rincarato: “La programmazione la ho fatta io con i dirigenti. Mi sono fidato sul alcune cose, ma non avrei dovuto fidarmi. Parlo dei limiti della rosa”.
Ai suoi giocatori, che nel primo tempo hanno dominato il Borussia per poi farsi raggiungere e superare nella ripresa, non imputa alcun errore: “Non posso dire niente a loro. Possiamo mettere in difficoltà chiunque ma Vengono a dirmi: mister io le ho giocate tutte, come faccio? E la Champions League è compromessa. Questa sera per me è una ferita. Mi auguro che anche altri la sentano come me”. Il riferimento è evidentemente sempre ai dirigenti nerazzurri.
Conte glissa invece sul punto tecnico. Quando gli si chiede cosa sia andato storto fra il primo e il secondo tempo, risponde: “Dobbiamo ancora analizzare la situazione”. Il suo obiettivo polemico resta quindi solo la società. Da settimane l’allenatore si dice “preoccupato” per il fatto che – a fronte di infortuni come quelli di Sanchez, Asamoah, D’Ambrosio e dei recuperati Vecino e Sensi – abbiano dovuto giocare sempre gli stessi giocatori, in campionato e in coppa. Uno sfogo, certo. Ma anche un modo di fare pressione in vista del mercato di gennaio. Come già fece a luglio, per spingere l’Inter a comprargli Lukaku, sostenendo pubblicamente che “dalle scelte dipendono gli obiettivi”.
Conte alla società chiede un centrocampista tecnico e fisicamente prestante. E un esterno in grado di coprire entrambe le fasce, nel centrocampo a cinque. Non sembra prioritario invece l’arrivo di un attaccante, visto che la coppia Lukaku – Lautaro macina gol. Resta da capire come le uscite dell’allenatore saranno accolte non solo dai dirigenti nerazzurri, ma anche dalla proprietà cinese. L’Inter è ora terza nel girone di Champions, a 4 punti, dietro al Barcellona, a 8, e al Borussia Dortmund, salito a 7 con la vittoria sull’Inter.
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Ma se Conte avesse voluto un ristorante da 100 euro non aveva che da chiedere scusa ad Agnelli in ginocchio per quella sua fuga di ormai 6 anni fa, fare atto di contrizione e tornare a Torino...solo che non lo avrei voluto comunque, perchè allenatore con limiti palesi (intanto in Europa e poi a livello caratteriale) e non fa "squadra", lega solo con se stesso. Adesso tocca alla società, tra qualche mese se la prenderà coi suoi "ragazzi": è un libro scritto.
Non capisco di cosa si deve lamentare: non sapeva che le possibilità dell'Inter erano queste? Il mercato poi chi l'ha fatto? Marotta è stato solo un pupo manovrato dai piagnistei di Conte.
Inoltre: un Nainggolan in panca non avrebbe fatto comodo? No, spedito a Cagliari aggratis; Icardi regalato al PSG. Tenevi quei due, prendevi Lukaku ed ecco che avevi abbondanza.
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Quando Sebix ci diceva che l'Inter ora fattura come la Juve di "3 anni fa", io gli ricordavo che le cose non stanno così, perchè il calcio muta. Lui ragiona come se nulla cambiasse, come se tutti aspettassero l'Inter.
La Juve di 3 anni fa valeva una finale di champions, con quel fatturato lì: esprimeva una rosa capace di vincere il campionato, andare in finale di coppa campioni. L'Inter lo abbiamo visto ieri sera e con Conte che sbrocca e dice di avere la squadra per una sola competizione (spero per l'Inter che non intendesse la coppa Italia...per quella basta il fatturato della Lazio).
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Ah ecco. Praticamente già adesso, oltre che con la società, se la prende coi suoi "ragazzi": in pratica dà dei poppanti a Sensi e Barella, i quali, dice lui, sono stati presi da Sassuolo e Cagliari, non hanno mai vinto niente e non hanno esperienza. Sistemati pure loro.
Invece Conte di esperienza in champions ne ha molta. Con lui sì che si fa strada.
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In ultimo, ma andrebbe messo in cima a tutto, manca completamente l'analisi calcistica, sostituita dal solito refrain contiano di accolare le sue sconfitte agli altri (società e giocatori).
Ci si aspetterebbe infatti di sapere com'è che da un 2-0 passi ad un 2-3. Credo sia questo che interessi a chi segue le partite. Sarri dopo il 3-3 di Madrid (Juve in vantaggio 3-0) non accollò la colpa al mercato di Paratici ma fece un resoconto delle manchevolezze sul campo, i problemi della difesa, la gestione della partita.
Siamo tutti bravi a dirci bravi quando si vince. Bisogna essere anche bravi a dirci somari quando si perde, altrimenti come si migliora?
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Per chiudere questa surreale nottata, giungono notizie di un possibile, clamoroso divorzio anticipato tra Ancelotti e il Napoli.
Ieri tutta la squadra si è rifiutata di salire sul pullman e tornare in ritiro. Ciascun giocatore se n'è andato via per i fatti suoi (compreso Ancelotti). Completamente sconfessata, anzi ridicolizzata la presidenza e la leadership di De Laurentiis.
Episodio di gravità inaudita che a memoria non ricordo.
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