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Buon risultato, anche se nel primo tempo abbiamo sofferto la loro intensita. quarta partita di fila senza subire gol, la squadra comincia ad avere un certo equilibrio tra I reparti.
Buon risultato, anche se nel primo tempo abbiamo sofferto la loro intensita. quarta partita di fila senza subire gol, la squadra comincia ad avere un certo equilibrio tra I reparti.
Ottimo risultato visto il campo di patate in cui abbiamo giocato.
Squadra che ora inizia ad avere una fase difensiva più organizzata anche grazie alla crescita di qualche elemento.
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
Psg, 1,4 miliardi spesi e un’altra sconfitta in Champions. Dopo il Real Donnarumma distrutto
Le conseguenze della sconfitta di Madrid: via Pochettino, se ne andrà anche Mbappè e proprio al Real. Gigio è convinto di aver subito un’ingiustizia. E sente un po’ di nostalgia per Milano
Non è tanto l’avere perso, ma il come. La catastrofe del Bernabeu è grave e forse irrecuperabile perché il Paris Saint Germain contro il Real Madrid ha perso per l’ennesima volta «alla Paris Saint Germain»: ovvero ha buttato una qualificazione già in tasca, si è sabotato da solo, ha avuto paura, ha dimostrato di avere i miliardi ma non i nervi saldi né la personalità per competere a questi livelli. Saranno settimane e mesi difficili per la società e per il QSI, il fondo sovrano del Qatar che dopo quasi undici anni a Parigi e 1,4 miliardi spesi in acquisti strepitosi e talvolta sconsiderati si trova una squadra che sembra alla fine del ciclo, e senza aver mai raggiunto l’unico obiettivo che conta, la Champions.
L’allenatore argentino Pochettino verrà accompagnato alla porta verso la sua amata Premier, e si sapeva, ma il crollo dei giocatori e della società accelerano l’addio anche di Mbappé, unico uomo-squadra che ha fatto di tutto per tenere il Psg aggrappato alle grandi d’Europa, e che adesso finirà per accettare l’offerta del Real. Ecco perché i tre gol di Benzema in quei 16 minuti di follia fanno così male. Perdere a Madrid col Real ci sta, per qualsiasi squadra al mondo, ma non così.
Donnarumma, arrivato a Parigi da pochi mesi, con quell’idea folle di sfidare Benzema palla al piede ha dimostrato di essersi calato subito nell’ambiente, o almeno nei suoi aspetti peggiori: presunzione e poco carattere. Per lo stesso motivo, prendersela troppo con il solo Donnarumma è sbagliato. Dopo la sua papera e il pari di Benzema, il Psg era ancora qualificato ai quarti: il secondo gol è nato dall’ennesimo pallone perso da Neymar, e il simbolo della disfatta totale è l’assist involontario di Marquinhos verso Benzema per il terzo gol che ha chiuso la partita.
Ben prima dell’arrivo di Donnarumma il Psg ha vissuto altre eliminazioni clamorose, sempre agli ottavi: nel 2017 la storica remuntada del Barcellona di Messi, 6-1 dopo il 0-4 patito a Parigi, e nel 2019 l’incredibile sconfitta in casa per 3-1 con il Manchester United (con papera di Buffon) dopo avere vinto 2-0 all’Old Trafford. Con questo pregresso, la tripletta di Benzema fa saltare i nervi: voci poi smentite di rissa tra Donnarumma e Neymar nel dopo partita, il presidente qatarino al Khelaifi e Leonardo che avrebbero inseguito gli arbitri negli spogliatoi (il primo avrebbe detto «ti ammazzo» al cameraman del Real che filmava, la società di nuovo smentisce). Per il Psg ora c’è il supplizio di arrivare in fondo a una stagione già finita, nonostante il probabile decimo titolo di Ligue 1.
Insomma: non tutte le colpe del Psg sono di Gigio, anzi. Guardando in casa nostra, è però innegabile che quanto avvenuto a Madrid rischi di avere ripercussioni in chiave azzurra: fra due settimane l’Italia si gioca i Mondiali e toccherà al c.t. Mancini recuperare mentalmente il portiere che solo otto mesi fa ha vinto l’Europeo da assoluto protagonista. Una cosa è certa: Donnarumma è sotto un treno. È convinto d’aver subito un’ingiustizia — anche se i vertici arbitrali Uefa giudicano corretta la decisione dell’olandese Makkelie — ma sa d’aver sbagliato a cincischiare col pallone. I piedi sono da sempre il suo punto debole.
Di certo le condizioni di salute di Raiola non lo aiutano a restare sereno. Mino, per Gigio, è molto più di un agente: è un amico vero. Dall’entourage del portiere ribadiscono che non c’è alcuna intenzione di interrompere il contratto in scadenza nel 2026. Detto questo, a qualche vecchio amico non ha nascosto di sentire un po’ di nostalgia per la città in cui è cresciuto come uomo e calciatore. Maignan è stato però un grande colpo di Maldini: in pochi mesi è riuscito a scacciare l’ingombrante fantasma del predecessore. Il Diavolo, per Gigio, è un passato che non ritornerà.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Psg, 1,4 miliardi spesi e un’altra sconfitta in Champions. Dopo il Real Donnarumma distrutto
Le conseguenze della sconfitta di Madrid: via Pochettino, se ne andrà anche Mbappè e proprio al Real. Gigio è convinto di aver subito un’ingiustizia. E sente un po’ di nostalgia per Milano
Non è tanto l’avere perso, ma il come. La catastrofe del Bernabeu è grave e forse irrecuperabile perché il Paris Saint Germain contro il Real Madrid ha perso per l’ennesima volta «alla Paris Saint Germain»: ovvero ha buttato una qualificazione già in tasca, si è sabotato da solo, ha avuto paura, ha dimostrato di avere i miliardi ma non i nervi saldi né la personalità per competere a questi livelli. Saranno settimane e mesi difficili per la società e per il QSI, il fondo sovrano del Qatar che dopo quasi undici anni a Parigi e 1,4 miliardi spesi in acquisti strepitosi e talvolta sconsiderati si trova una squadra che sembra alla fine del ciclo, e senza aver mai raggiunto l’unico obiettivo che conta, la Champions.
L’allenatore argentino Pochettino verrà accompagnato alla porta verso la sua amata Premier, e si sapeva, ma il crollo dei giocatori e della società accelerano l’addio anche di Mbappé, unico uomo-squadra che ha fatto di tutto per tenere il Psg aggrappato alle grandi d’Europa, e che adesso finirà per accettare l’offerta del Real. Ecco perché i tre gol di Benzema in quei 16 minuti di follia fanno così male. Perdere a Madrid col Real ci sta, per qualsiasi squadra al mondo, ma non così.
Donnarumma, arrivato a Parigi da pochi mesi, con quell’idea folle di sfidare Benzema palla al piede ha dimostrato di essersi calato subito nell’ambiente, o almeno nei suoi aspetti peggiori: presunzione e poco carattere. Per lo stesso motivo, prendersela troppo con il solo Donnarumma è sbagliato. Dopo la sua papera e il pari di Benzema, il Psg era ancora qualificato ai quarti: il secondo gol è nato dall’ennesimo pallone perso da Neymar, e il simbolo della disfatta totale è l’assist involontario di Marquinhos verso Benzema per il terzo gol che ha chiuso la partita.
Ben prima dell’arrivo di Donnarumma il Psg ha vissuto altre eliminazioni clamorose, sempre agli ottavi: nel 2017 la storica remuntada del Barcellona di Messi, 6-1 dopo il 0-4 patito a Parigi, e nel 2019 l’incredibile sconfitta in casa per 3-1 con il Manchester United (con papera di Buffon) dopo avere vinto 2-0 all’Old Trafford. Con questo pregresso, la tripletta di Benzema fa saltare i nervi: voci poi smentite di rissa tra Donnarumma e Neymar nel dopo partita, il presidente qatarino al Khelaifi e Leonardo che avrebbero inseguito gli arbitri negli spogliatoi (il primo avrebbe detto «ti ammazzo» al cameraman del Real che filmava, la società di nuovo smentisce). Per il Psg ora c’è il supplizio di arrivare in fondo a una stagione già finita, nonostante il probabile decimo titolo di Ligue 1.
Insomma: non tutte le colpe del Psg sono di Gigio, anzi. Guardando in casa nostra, è però innegabile che quanto avvenuto a Madrid rischi di avere ripercussioni in chiave azzurra: fra due settimane l’Italia si gioca i Mondiali e toccherà al c.t. Mancini recuperare mentalmente il portiere che solo otto mesi fa ha vinto l’Europeo da assoluto protagonista. Una cosa è certa: Donnarumma è sotto un treno. È convinto d’aver subito un’ingiustizia — anche se i vertici arbitrali Uefa giudicano corretta la decisione dell’olandese Makkelie — ma sa d’aver sbagliato a cincischiare col pallone. I piedi sono da sempre il suo punto debole.
Di certo le condizioni di salute di Raiola non lo aiutano a restare sereno. Mino, per Gigio, è molto più di un agente: è un amico vero. Dall’entourage del portiere ribadiscono che non c’è alcuna intenzione di interrompere il contratto in scadenza nel 2026. Detto questo, a qualche vecchio amico non ha nascosto di sentire un po’ di nostalgia per la città in cui è cresciuto come uomo e calciatore. Maignan è stato però un grande colpo di Maldini: in pochi mesi è riuscito a scacciare l’ingombrante fantasma del predecessore. Il Diavolo, per Gigio, è un passato che non ritornerà.
CorSera
Sean, punteresti su Donnarumma al posto del polacco, o preferiresti il polacco (per la prossima stagione intendo)?
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Uno a zero. La Roma serve il risultato perfetto per la terza partita di fila e fa un bel passo verso i quarti di Conference League. Nell’andata degli ottavi ad Arnhem, sul malandato campo del Vitesse, dove si fanno anche i concerti e si pensa poco alla salute del terreno di gioco, i giallorossi capitalizzano al massimo il gol di Sergio Oliveira in una partita giocata nel complesso peggio delle precedenti due. Ma nelle coppe conta vincere e la squadra lo ha fatto, rendendo sulla carta più agevole la sfida di ritorno in programma giovedì prossimo all’Olimpico. Un primo tempo di grande sofferenza chiuso con un vantaggio - a detta anche di Mourinho - immeritato.
Una ripresa di controllo, col brivido finale per l’espulsione dello stesso autore del gol. Oliveira croce e delizia di una serata non certo indimenticabile ma alla fine positiva, che proietta la Roma verso la fase finale dell’unico torneo su cui può puntare davvero in questa stagione. Spiazzati dalla partenza aggressiva e intensa degli olandesi, impoveriti dai cambi scelti nella formazione iniziale da Mourinho (Maitland-Niles, Ibañez, Viña, Veretout e Oliveira gli innesti rispetto alla gara con l’Atalanta), i giallorossi hanno faticato più del previsto a entrare in partita su un campo dove si faceva enorme fatica a restare in piedi e a impostare una manovra fluida.
Un paio di parate di Rui Patricio, un errore clamoroso di Openda a due passi dalla porta vuotadopol’erroredelportiere romanista, tanta difficoltà a difendere, ripartire e servire gli isolatissimi Zaniolo e Abraham, i giallorossi hanno messo la testa fuori dal guscio nel finale di primo tempo, guadagnando tre corner che spesso quest’anno sono il viatico per segnare. Detto, fatto: Viña batte, Zaniolo lavora il pallone sporco e Oliveira indirizza sotto al sette una conclusione di potenzachealla fine varràuna vittoria pesante. I tre cambi all’intervallo - dentro Cristante,Karsdorp ed El Shaarawy - sistemano le cose in mediana e sulle corsie.
Il centrocampo inizia finalmente a controllare il gioco e la Roma non rischia più. Anzi, potrebbe raddoppiare con Abraham, fermato sul più bello da Houwen in uscita. Poi Oliveiracommetteduefalli ingenui e va a fare la doccia con 13 minuti d’anticipo, nel frattempo Mourinho ha sostituito Zaniolo con Pellegrini e per blindare il risultato nel finale inserisce anche Smalling. Mancini, fin lì tra i meno peggio, pensa bene di rimediare un assurdo cartellino per proteste, il diciottesimo della sua stagione sommando i gialli a unrosso,consqualifica in arrivo per il ritorno. Superato qualche brivido in area, la Roma porta a casa la posta piena e ora può pensare a Udine. Dove un altro 1-0 andrebbe benissimo.
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Uno a zero. La Roma serve il risultato perfetto per la terza partita di fila e fa un bel passo verso i quarti di Conference League . Nell’andata degli ottavi ad Arnhem, sul malandato campo del Vitesse , dove si fanno anche i concerti e si pensa poco alla salute del terr...
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Sean, punteresti su Donnarumma al posto del polacco, o preferiresti il polacco (per la prossima stagione intendo)?
Inviato dal mio M2101K7BNY utilizzando Tapatalk
No. Ci sono altre priorità. La spesa grossa sul portiere è sempre un lusso...che puoi concederti se stai mezzo bene come squadra altrimenti meglio investire altrove. Noi abbiamo un centrocampo da rifare, trovare un terzino sinistro, non so se anche un centrale...hai voglia
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
No. Ci sono altre priorità. La spesa grossa sul portiere è sempre un lusso...che puoi concederti se stai mezzo bene come squadra altrimenti meglio investire altrove. Noi abbiamo un centrocampo da rifare, trovare un terzino sinistro, non so se anche un centrale...hai voglia
è così.
il portiere è l'ultimo dei vostri problemi ne avete già uno molto forte
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Ora come ora, nessuno,ma era per parlare, anche se onestamente il polacco, ogni tanto anche fa papere
Inviato dal mio M2101K7BNY utilizzando Tapatalk
secondo me ne fa meno di Donnarumma e soprattutto in momenti meno decisivi....
il PSG è uscito dalla champions per colpa sua, è una cosa gravissima....
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
secondo me ne fa meno di Donnarumma e soprattutto in momenti meno decisivi....
il PSG è uscito dalla champions per colpa sua, è una cosa gravissima....
e nel 2019 per colpa di buffon, sono dei fessi che si fanno la squadra con le figurine e questi sono i risultati
Originariamente Scritto da Pesca
lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
Però è sempre comodo scaricare tutte le colpe sull'errore di un singolo, soprattutto se portiere. Le partite tra andata e ritorno durano 180 minuti più recupero, se un gol subito è sufficiente per distruggere tutto vuol dire che ci siano altri problemi
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