L’analisi di Sconcerti: Napoli-Milan, Spalletti sembra più pronto per il campionato di Pioli
Decisivi saranno i ruoli e le posizioni di Kessie e Zelinski: il primo deve star dietro a Giroud, libero sulla trequarti, il secondo sarà atteso da Kalulu
di Mario Sconcerti
Torna l’idea Kessie avanzato perché il Napoli costruisce gioco dal basso ed è meglio affrontarlo subito. C’è però una differenza fondamentale rispetto alla partita con l’Inter, dove Kessie fu addetto alla marcatura singola su Brozovic. Non andò bene, fu sostituito con Diaz che dette il via alla rimonta. Il Napoli non ha un regista unico, ne ha due che si dividono il campo, Fabian Ruiz e Lobotka.
È esclusa quindi una marcatura a uomo. Kessie dovrebbe semmai rimanere nel mezzo, dietro a Giroud, evitando di entrare troppo in area per non farsi cadere addosso a sua volta la marcatura di Rrhamani. Dovrebbe essere un vero libero sulla trequarti che ha il compito di rompere subito il gioco su Koulibaly e i due registi. È un’idea, ma è complessa, non so se adatta a Kessie, che ha doti impazienti, non molto calcolatrici.
Un imbarazzo del genere capiterà anche nella trequarti milanista con Zielinski. È l’uomo di chiusura di tutto il palleggio del Napoli, è spesso aiutato da Insigne, che quel lavoro lo sa fare e copre il compagno quando diventa attaccante. Zielinski dovrebbe cadere nella zona di Bennacer ma questo è un pericolo. Più probabile che anche Kalulu lo aspetti sul secondo scatto.
Molta sostanza della partita starà in questo elastico allungato tra difensore e trequartista, nei tempi di scelta delle due marcature. Gli altri giocheranno una partita spontanea, quella vera che uscirà oltrepassato quel vicolo stretto. Perché sul campo oltre la tattica, ci sarà molto buon calcio. Non dubito stavolta dell’intensità del Milan. Quasi mai sbaglia queste partite. Contro le sei migliori ha perso solo con il Napoli, ma ha fatto diciotto punti in nove gare. Il Napoli dodici in otto. All’andata il Milan fu messo sotto dal palleggio offensivo di Zielinski e Lozano e dalle migliori idee del centrocampo. Però mancavano Calabria, Theo Hernandez, Kjaer, Leao e Rebic.
Il Napoli ha più qualità complessiva, è meno fisico, subisce mezzo gol a partita. In sostanza, sa fare tutto. Ha il gioco per andare oltre gli avversari che si chiudono, e ha il contropiede di Osimhen e Zielinski quando tocca al Napoli chiudersi. Sbaglia spesso misura della partita, è portato a dare troppo o quasi poco. Saper giocare a calcio gli toglie un po’ di cattiveria. Ma è mediamente la squadra migliore del campionato. Il Milan è più bravo nella singola partita. Per questo fa punti con gli avversari importanti e li perde a sorpresa con altri. E comunque a questo punto non conta nemmeno chi sia più forte oggi, Milan e Napoli non si affronteranno più in stagione.
La loro classifica sarà adesso decisa da altre squadre, quelle che troveranno nelle partite che restano. Spalletti non è migliore di Pioli, è diverso. Pioli è un sacerdote laico, vive di temperanza, è quasi francescano nella sua conoscenza della fatica. Spalletti è vigoroso e ha molte anime. Questo gli fa capire meglio i giocatori. Pioli ha bisogno di bravi ragazzi, Spalletti si trova bene in qualunque cortile. Forse è lui il più pronto per un campionato.
CorSera
Decisivi saranno i ruoli e le posizioni di Kessie e Zelinski: il primo deve star dietro a Giroud, libero sulla trequarti, il secondo sarà atteso da Kalulu
di Mario Sconcerti
Torna l’idea Kessie avanzato perché il Napoli costruisce gioco dal basso ed è meglio affrontarlo subito. C’è però una differenza fondamentale rispetto alla partita con l’Inter, dove Kessie fu addetto alla marcatura singola su Brozovic. Non andò bene, fu sostituito con Diaz che dette il via alla rimonta. Il Napoli non ha un regista unico, ne ha due che si dividono il campo, Fabian Ruiz e Lobotka.
È esclusa quindi una marcatura a uomo. Kessie dovrebbe semmai rimanere nel mezzo, dietro a Giroud, evitando di entrare troppo in area per non farsi cadere addosso a sua volta la marcatura di Rrhamani. Dovrebbe essere un vero libero sulla trequarti che ha il compito di rompere subito il gioco su Koulibaly e i due registi. È un’idea, ma è complessa, non so se adatta a Kessie, che ha doti impazienti, non molto calcolatrici.
Un imbarazzo del genere capiterà anche nella trequarti milanista con Zielinski. È l’uomo di chiusura di tutto il palleggio del Napoli, è spesso aiutato da Insigne, che quel lavoro lo sa fare e copre il compagno quando diventa attaccante. Zielinski dovrebbe cadere nella zona di Bennacer ma questo è un pericolo. Più probabile che anche Kalulu lo aspetti sul secondo scatto.
Molta sostanza della partita starà in questo elastico allungato tra difensore e trequartista, nei tempi di scelta delle due marcature. Gli altri giocheranno una partita spontanea, quella vera che uscirà oltrepassato quel vicolo stretto. Perché sul campo oltre la tattica, ci sarà molto buon calcio. Non dubito stavolta dell’intensità del Milan. Quasi mai sbaglia queste partite. Contro le sei migliori ha perso solo con il Napoli, ma ha fatto diciotto punti in nove gare. Il Napoli dodici in otto. All’andata il Milan fu messo sotto dal palleggio offensivo di Zielinski e Lozano e dalle migliori idee del centrocampo. Però mancavano Calabria, Theo Hernandez, Kjaer, Leao e Rebic.
Il Napoli ha più qualità complessiva, è meno fisico, subisce mezzo gol a partita. In sostanza, sa fare tutto. Ha il gioco per andare oltre gli avversari che si chiudono, e ha il contropiede di Osimhen e Zielinski quando tocca al Napoli chiudersi. Sbaglia spesso misura della partita, è portato a dare troppo o quasi poco. Saper giocare a calcio gli toglie un po’ di cattiveria. Ma è mediamente la squadra migliore del campionato. Il Milan è più bravo nella singola partita. Per questo fa punti con gli avversari importanti e li perde a sorpresa con altri. E comunque a questo punto non conta nemmeno chi sia più forte oggi, Milan e Napoli non si affronteranno più in stagione.
La loro classifica sarà adesso decisa da altre squadre, quelle che troveranno nelle partite che restano. Spalletti non è migliore di Pioli, è diverso. Pioli è un sacerdote laico, vive di temperanza, è quasi francescano nella sua conoscenza della fatica. Spalletti è vigoroso e ha molte anime. Questo gli fa capire meglio i giocatori. Pioli ha bisogno di bravi ragazzi, Spalletti si trova bene in qualunque cortile. Forse è lui il più pronto per un campionato.
CorSera
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