Milan-Inter, formazioni e dove vedere il derby di Coppa Italia: Kessie vice Tonali, Lautaro-Dzeko per Inzaghi
Per Pioli ballottaggi Florenzi-Calabria e Messias-Saelemaekers; Correa si siede in panchina e si rivede anche Gosens nei piani di Inzaghi
Qui Milan: la strada l’ha tracciata Ibra, qualcosa bisogna pur vincere
Serve un trofeo. L’ha spiegato bene Zlatan Ibrahimovic domenica sera in Triennale, alla sua maniera, senza girarci intorno, andando dritto al punto: «Non mollo finché non vinco qualcosa col Milan». Vincere. La parola chiave è quella. Solo e soltanto quella. Perché nel calcio, alla fine, ciò che conta sono i trofei, soprattutto se ti chiami Milan e non vinci nulla dal 2016. Era la Supercoppa italiana, sono passati sei anni: troppi. La svolta di squadra e club è sotto gli occhi di tutti, la gestione Elliott ha intrapreso un percorso ambizioso, moderno e sostenibile, il progetto è serissimo e ha enormi potenzialità, ma per dare un’accelerata non c’è nulla di meglio che alzare qualcosa. Vincere aiuta a vincere. Ecco perché questa Coppa Italia, arrivata ormai al suo snodo decisivo, assume per il Milan un significato fondamentale, un percorso alternativo alla corsa scudetto che da qui alla fine di maggio ci terrà tutti col fiato sospeso. Sembra proprio che in campionato l’entusiasmante triello si deciderà solo alla fine e solo sui dettagli, proprio per questo la Coppa potrebbe rivelarsi tanto per il Diavolo quanto per l’Inter il vero piano B di stagione.
«Il passato non conta, abbiamo seminato tanto e ora bisogna raccogliere» concorda Stefano Pioli alla vigilia della semifinale d’andata. «Manca l’ultimo step, quello di essere vincenti» spiega il tecnico rossonero, che negli ultimi giorni a Milanello s’è fatto sentire con i suoi dopo le due ultime negative prestazioni in campionato, i pareggi di Salerno e in casa con l’Udinese. I punti persi con le squadre del lato destro della classifica sono 12, troppi per chi punta al massimo, ed è esattamente sotto quell’aspetto che occorre migliorare in queste ultime undici giornate di campionato. «La classifica dice che è un campionato molto equilibrato, sono convinto che siamo una squadra forte, ora bisognerà dimostrare di esserlo» aggiunge Pioli.
L’Inter martedì sera e il Napoli domenica al Maradona sono però due partite diverse: l’adrenalina non mancherà, impossibile cadere almeno stavolta nella trappola della sottovalutazione dell’avversario, come avvenuto nelle ultime due gare. Servirà però una doppia grande prestazione, a partire dal derby, che il Milan dovrà affrontare senza il suo leader di centrocampo: Tonali è squalificato.
Al suo posto ci sarà Kessie, che a San Siro viene ormai sistematicamente fischiato da quelli che a giugno saranno i suoi ex tifosi. Ormai è chiaro che non rinnoverà il contratto in scadenza: il suo futuro è al Barcellona, pronto a offrirgli un contratto da 6,5 milioni di euro a stagione. Non saranno tre mesi facili dal punto di vista ambientale. A Pioli il compito di gestire la situazione, cercando magari di ripetere quanto fatto un anno fa con Donnarumma, divenuto poi decisivo per la conquista del piazzamento Champions.
Due i dubbi di formazione, entrambi sulla fascia destra: Florenzi o Calabria in difesa, Messias o Saelemaekers in attacco. Il solido Krunic avrà il compito di marcare l’uomo chiave nerazzurro, Brozovic, mentre davanti toccherà ancora a Leao e Giroud. Dopo la doppietta show del derby di campionato, il francese sogna il bis. «Voglio fare la storia del Milan» ha detto invece a Dazn il portoghese. Alzare una coppa è l’unico modo per riuscirci, figliolo (Carlos Passerini).
Qui Inter: il problema di Inzaghi si chiama gol, bisogna risolverlo
Operazione rilancio, con il brivido però. Il derby offre la chance di riscatto all’Inter, dopo un febbraio nerissimo, pieno di inciampi e una collezione di tre sconfitte. L’occasione va a braccetto con un alto rischio, perdere significa uscire spezzati e può avere riflessi nefasti sulla corsa scudetto.
La semifinale d’andata di Coppa Italia è il punto di svolta della stagione di Simone Inzaghi, giunto a un bivio imprevisto su quella che sembrava un’autostrada asfaltata da un calendario agevole dopo il Liverpool. L’Inter si è complicata la vita, perdendo il derby di campionato a inizio febbraio, buttandosi via con Sassuolo e Genoa, dilapidando il vantaggio e capovolgendo il suo status, da fuggitiva a inseguitrice.
Tra le ultime competizioni rimaste a utilizzare la regola del gol doppio in trasferta, la Coppa Italia in versione vintage è il salvagente cui si aggrappa Inzaghi. «Fare un gol in trasferta per noi sarebbe molto importante: sarà una battaglia e una vetrina bellissima per Milano». L’altro modo per arrivare a dama è recuperare brillantezza fisica e mentale, ritrovare sicurezza in difesa e, soprattutto, i gol degli attaccanti avvitati in una spirale di crisi.
Dal derby del 5 febbraio a questo, in un mese il mondo nerazzurro è andato sottosopra. La doppietta di Giroud ha ribaltato l’Inter, le ha fatto perdere certezze e punti: da un possibile +7 è passata al -2 in classifica di oggi, sempre con la partita da recuperare contro il Bologna. Non è stata appena una sbandata per i nerazzurri, ma un fuorigiri in piena regola.
La difesa non sta più chiusa, solo in 3 partite su 11 non ha subito gol. Il centrocampo è piatto, Barella e Calhanoglu in calo, le riserve incapaci di offrire alternative di livello. L’attacco rimane il nervo più scoperto e doloroso. Inzaghi dovrebbe dare fiducia a Dzeko e Lautaro, dopo la pausa imposta all’argentino nella trasferta di Genova. Il «Toro» non segna dalla finale di Supercoppa del 12 gennaio con la Juve, quando realizzò il momentaneo pari su rigore. In campionato digiuna da oltre due mesi, con un rendimento quasi sempre insufficiente. Dzeko è l’unico ancora acceso del reparto offensivo. Il bosniaco non si è mai fermato, ha segnato in Coppa Italia contro la Roma e nel confronto con il Napoli. Inzaghi spera che l’aria di Coppa rivitalizzi Sanchez, smaterializzato appena è stato promosso titolare.
Il ritorno di Correa aiuterà, dando un’opzione in più. L’argentino è atteso in panchina, vicino a Caicedo (lontano dalla forma) e soprattutto a Gosens, l’ultimo acquisto di gennaio. Il recupero dell’esterno tedesco è un’ottima notizia per Inzaghi, il gioco sulle fasce è linfa vitale per i nerazzurri.
Dell’Inter è tornata a occuparsi la Uefa che ha inviato un’informativa al club, ed altri 35 in Europa tra cui Juve, Milan e Roma, in merito al Fair Play finanziario. Tra il 10 e l’11 marzo i dirigenti saranno ascoltati a Nyon. La situazione non è quella pesante del 2015, non c’è un intento sanzionatorio della Uefa. Bisognerà costruire un piano di rientro che riallinei i conti dei club, provati dalla pandemia, al nuovo fair play finanziario che entrerà in vigore nel 2024-25. C’è tempo e, per ora, non si vedono all’orizzonte rischi. Quelli sono tutti nel derby, da vincere per rilanciarsi
Probabili formazioni
Milan (4-2-3-1): Maignan; Florenzi, Tomori, Romagnoli, Theo Hernandez; Bennacer, Kessie; Messias, Krunic, Leao; Giroud. Allenatore: Pioli.
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Brozovic, Barella, Calhanoglu, Perisic; Lautaro, Dzeko. Allenatore: Simone Inzaghi.
Arbitro: Mariani di Aprilia.
Tv: ore 21, Canale 5.
CorSera
Per Pioli ballottaggi Florenzi-Calabria e Messias-Saelemaekers; Correa si siede in panchina e si rivede anche Gosens nei piani di Inzaghi
Qui Milan: la strada l’ha tracciata Ibra, qualcosa bisogna pur vincere
Serve un trofeo. L’ha spiegato bene Zlatan Ibrahimovic domenica sera in Triennale, alla sua maniera, senza girarci intorno, andando dritto al punto: «Non mollo finché non vinco qualcosa col Milan». Vincere. La parola chiave è quella. Solo e soltanto quella. Perché nel calcio, alla fine, ciò che conta sono i trofei, soprattutto se ti chiami Milan e non vinci nulla dal 2016. Era la Supercoppa italiana, sono passati sei anni: troppi. La svolta di squadra e club è sotto gli occhi di tutti, la gestione Elliott ha intrapreso un percorso ambizioso, moderno e sostenibile, il progetto è serissimo e ha enormi potenzialità, ma per dare un’accelerata non c’è nulla di meglio che alzare qualcosa. Vincere aiuta a vincere. Ecco perché questa Coppa Italia, arrivata ormai al suo snodo decisivo, assume per il Milan un significato fondamentale, un percorso alternativo alla corsa scudetto che da qui alla fine di maggio ci terrà tutti col fiato sospeso. Sembra proprio che in campionato l’entusiasmante triello si deciderà solo alla fine e solo sui dettagli, proprio per questo la Coppa potrebbe rivelarsi tanto per il Diavolo quanto per l’Inter il vero piano B di stagione.
«Il passato non conta, abbiamo seminato tanto e ora bisogna raccogliere» concorda Stefano Pioli alla vigilia della semifinale d’andata. «Manca l’ultimo step, quello di essere vincenti» spiega il tecnico rossonero, che negli ultimi giorni a Milanello s’è fatto sentire con i suoi dopo le due ultime negative prestazioni in campionato, i pareggi di Salerno e in casa con l’Udinese. I punti persi con le squadre del lato destro della classifica sono 12, troppi per chi punta al massimo, ed è esattamente sotto quell’aspetto che occorre migliorare in queste ultime undici giornate di campionato. «La classifica dice che è un campionato molto equilibrato, sono convinto che siamo una squadra forte, ora bisognerà dimostrare di esserlo» aggiunge Pioli.
L’Inter martedì sera e il Napoli domenica al Maradona sono però due partite diverse: l’adrenalina non mancherà, impossibile cadere almeno stavolta nella trappola della sottovalutazione dell’avversario, come avvenuto nelle ultime due gare. Servirà però una doppia grande prestazione, a partire dal derby, che il Milan dovrà affrontare senza il suo leader di centrocampo: Tonali è squalificato.
Al suo posto ci sarà Kessie, che a San Siro viene ormai sistematicamente fischiato da quelli che a giugno saranno i suoi ex tifosi. Ormai è chiaro che non rinnoverà il contratto in scadenza: il suo futuro è al Barcellona, pronto a offrirgli un contratto da 6,5 milioni di euro a stagione. Non saranno tre mesi facili dal punto di vista ambientale. A Pioli il compito di gestire la situazione, cercando magari di ripetere quanto fatto un anno fa con Donnarumma, divenuto poi decisivo per la conquista del piazzamento Champions.
Due i dubbi di formazione, entrambi sulla fascia destra: Florenzi o Calabria in difesa, Messias o Saelemaekers in attacco. Il solido Krunic avrà il compito di marcare l’uomo chiave nerazzurro, Brozovic, mentre davanti toccherà ancora a Leao e Giroud. Dopo la doppietta show del derby di campionato, il francese sogna il bis. «Voglio fare la storia del Milan» ha detto invece a Dazn il portoghese. Alzare una coppa è l’unico modo per riuscirci, figliolo (Carlos Passerini).
Qui Inter: il problema di Inzaghi si chiama gol, bisogna risolverlo
Operazione rilancio, con il brivido però. Il derby offre la chance di riscatto all’Inter, dopo un febbraio nerissimo, pieno di inciampi e una collezione di tre sconfitte. L’occasione va a braccetto con un alto rischio, perdere significa uscire spezzati e può avere riflessi nefasti sulla corsa scudetto.
La semifinale d’andata di Coppa Italia è il punto di svolta della stagione di Simone Inzaghi, giunto a un bivio imprevisto su quella che sembrava un’autostrada asfaltata da un calendario agevole dopo il Liverpool. L’Inter si è complicata la vita, perdendo il derby di campionato a inizio febbraio, buttandosi via con Sassuolo e Genoa, dilapidando il vantaggio e capovolgendo il suo status, da fuggitiva a inseguitrice.
Tra le ultime competizioni rimaste a utilizzare la regola del gol doppio in trasferta, la Coppa Italia in versione vintage è il salvagente cui si aggrappa Inzaghi. «Fare un gol in trasferta per noi sarebbe molto importante: sarà una battaglia e una vetrina bellissima per Milano». L’altro modo per arrivare a dama è recuperare brillantezza fisica e mentale, ritrovare sicurezza in difesa e, soprattutto, i gol degli attaccanti avvitati in una spirale di crisi.
Dal derby del 5 febbraio a questo, in un mese il mondo nerazzurro è andato sottosopra. La doppietta di Giroud ha ribaltato l’Inter, le ha fatto perdere certezze e punti: da un possibile +7 è passata al -2 in classifica di oggi, sempre con la partita da recuperare contro il Bologna. Non è stata appena una sbandata per i nerazzurri, ma un fuorigiri in piena regola.
La difesa non sta più chiusa, solo in 3 partite su 11 non ha subito gol. Il centrocampo è piatto, Barella e Calhanoglu in calo, le riserve incapaci di offrire alternative di livello. L’attacco rimane il nervo più scoperto e doloroso. Inzaghi dovrebbe dare fiducia a Dzeko e Lautaro, dopo la pausa imposta all’argentino nella trasferta di Genova. Il «Toro» non segna dalla finale di Supercoppa del 12 gennaio con la Juve, quando realizzò il momentaneo pari su rigore. In campionato digiuna da oltre due mesi, con un rendimento quasi sempre insufficiente. Dzeko è l’unico ancora acceso del reparto offensivo. Il bosniaco non si è mai fermato, ha segnato in Coppa Italia contro la Roma e nel confronto con il Napoli. Inzaghi spera che l’aria di Coppa rivitalizzi Sanchez, smaterializzato appena è stato promosso titolare.
Il ritorno di Correa aiuterà, dando un’opzione in più. L’argentino è atteso in panchina, vicino a Caicedo (lontano dalla forma) e soprattutto a Gosens, l’ultimo acquisto di gennaio. Il recupero dell’esterno tedesco è un’ottima notizia per Inzaghi, il gioco sulle fasce è linfa vitale per i nerazzurri.
Dell’Inter è tornata a occuparsi la Uefa che ha inviato un’informativa al club, ed altri 35 in Europa tra cui Juve, Milan e Roma, in merito al Fair Play finanziario. Tra il 10 e l’11 marzo i dirigenti saranno ascoltati a Nyon. La situazione non è quella pesante del 2015, non c’è un intento sanzionatorio della Uefa. Bisognerà costruire un piano di rientro che riallinei i conti dei club, provati dalla pandemia, al nuovo fair play finanziario che entrerà in vigore nel 2024-25. C’è tempo e, per ora, non si vedono all’orizzonte rischi. Quelli sono tutti nel derby, da vincere per rilanciarsi
Probabili formazioni
Milan (4-2-3-1): Maignan; Florenzi, Tomori, Romagnoli, Theo Hernandez; Bennacer, Kessie; Messias, Krunic, Leao; Giroud. Allenatore: Pioli.
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Brozovic, Barella, Calhanoglu, Perisic; Lautaro, Dzeko. Allenatore: Simone Inzaghi.
Arbitro: Mariani di Aprilia.
Tv: ore 21, Canale 5.
CorSera
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