L’Atalanta va agli ottavi di Europa League vincendo nettamente contro l’Olympiacos e con una doppietta di Ruslan Malinovskyi, l’attaccante ucraino dei bergamaschi che ha voluto giocare lo stesso nonostante la guerra investa il suo paese. Lazio eliminata dal Porto, ma la sua partita è dignitosa e strappa un pareggio d’orgoglio. Ora Sarri può concentrarsi tutto sul campionato. E si ferma qui anche il Napoli preso a schiaffi dal Barcellona. Dopo l’1-1 dell’andata al Camp Nou è andata molto peggio al Maradona. Insomma, mai dubitare: non ci sarà più Messi, ma il Barcellona è il Barcellona. E per il mesto calcio italiano basta e avanza…
Napoli – Barcellona 2-4
Olympiacos – Atalanta 0-3
Lazio – Porto 2-2
Addio Napoli e addio Lazio, ci resta solo l’Atalanta. Il verdetto è una falce che passa e non perdona. Capita di dubitare del Barcellona, può non piacere e non convincere rispetto al passato, possiamo anche pensare che senza Messi non sia più il Barcellona, ma per il nostro calcio basta e avanza.
Lo avevamo già capito dal campionato che non era il periodo, ci eravamo resi perfettamente conto che in Europa avremmo sofferto. E così è andata. Il Napoli ha resistito molto di più al Camp Nou di quanto non abbia fatto al Maradona, dove la squadra di Xavi invece di prenderle stavolta le lezioni le ha date a Spalletti & C.
Ha tenuto più il campo e si è opposta con maggior fierezza la Lazio di Sarri al Porto di Conceiçao, illudendo tutti che Immobile da solo avrebbe potuto risolvere la pratica, ma la Lazio dopo esser andata in vantaggio ha ben presto perso il filo della qualificazione. L’unica conquista è stata l’applauso convinto e sincero del pubblico per una Lazio che ora è convita di potersi battere per un posto in Champions League.
I due gol di Ruslan Malinovskyi all’Olympiacos sono un piccolo, minuscolo segnale di ribellione e di orgoglio che viene direttamente e indirettamente dalle terre ora martoriate dalla guerra. Una risposta pacifica e pacifista che arriva semplicemente facendo il proprio lavoro. L’ucraino Malinovsky è una colonna dell’ Atalanta e della Nazionale Ucraina: ha 28 anni, da tre stagioni gioca a Bergamo, arrivato dal Genk in Belgio fa parte di quella grande comunità senza confini del calcio.
Per un puro caso quattro giorni prima aveva fatto notizia per un gol annullato a Firenze su un fuorigioco discusso. Oggi fa notizia perché ha una maglietta che dice “No War In Ukraine”, e perché prima di scendere in campo ha scritto “Piango e prego per la mia Ucraina, per il nostro popolo e la mia casa… Questo è un crimine contro l’umanità bisogna fermare questo orrore”.
Napoli – Barcellona 2-4
Olympiacos – Atalanta 0-3
Lazio – Porto 2-2
Addio Napoli e addio Lazio, ci resta solo l’Atalanta. Il verdetto è una falce che passa e non perdona. Capita di dubitare del Barcellona, può non piacere e non convincere rispetto al passato, possiamo anche pensare che senza Messi non sia più il Barcellona, ma per il nostro calcio basta e avanza.
Lo avevamo già capito dal campionato che non era il periodo, ci eravamo resi perfettamente conto che in Europa avremmo sofferto. E così è andata. Il Napoli ha resistito molto di più al Camp Nou di quanto non abbia fatto al Maradona, dove la squadra di Xavi invece di prenderle stavolta le lezioni le ha date a Spalletti & C.
Ha tenuto più il campo e si è opposta con maggior fierezza la Lazio di Sarri al Porto di Conceiçao, illudendo tutti che Immobile da solo avrebbe potuto risolvere la pratica, ma la Lazio dopo esser andata in vantaggio ha ben presto perso il filo della qualificazione. L’unica conquista è stata l’applauso convinto e sincero del pubblico per una Lazio che ora è convita di potersi battere per un posto in Champions League.
I due gol di Ruslan Malinovskyi all’Olympiacos sono un piccolo, minuscolo segnale di ribellione e di orgoglio che viene direttamente e indirettamente dalle terre ora martoriate dalla guerra. Una risposta pacifica e pacifista che arriva semplicemente facendo il proprio lavoro. L’ucraino Malinovsky è una colonna dell’ Atalanta e della Nazionale Ucraina: ha 28 anni, da tre stagioni gioca a Bergamo, arrivato dal Genk in Belgio fa parte di quella grande comunità senza confini del calcio.
Per un puro caso quattro giorni prima aveva fatto notizia per un gol annullato a Firenze su un fuorigioco discusso. Oggi fa notizia perché ha una maglietta che dice “No War In Ukraine”, e perché prima di scendere in campo ha scritto “Piango e prego per la mia Ucraina, per il nostro popolo e la mia casa… Questo è un crimine contro l’umanità bisogna fermare questo orrore”.
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