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"Avevo avvisato Rabiot e ha sbagliato lo stesso? Su quell'azione c'era un mezzo fallo su Vlahovic non fischiato. Ci siamo fermati, mezzi fermi noi e mezzo fermi loro. Abbiamo commesso una disattenzione. Loro cercavano le imbucate, non crossavano alto non avendo centravanti. Bisognava stare attenti. Eravamo 6 contro 1. Rabiot non è scappato e siamo rimasti fermi. Abbiamo fatto, però, una buona gara, abbiamo rischiato di subire il pari nel primo tempo e basta. Bastava fare passaggi più precisi, siamo andati in fuorigioco troppo spesso, loro avevano la linea alta. Nel secondo tempo abbiamo avuto occasioni, avevamo la partita in pugno e siamo stati troppo leggeri, bellini e meno cattivi. Io preferisco una Juve meno bellina ma vincente che una Juve bellina ma perdente, ma è questione di gusti, eh ... Ora il ritorno, con le nuove regole, è una finale e bisogna solo vincere. Il Villarreal ha tecnica ed esperienza. Non potevamo pretendere di venire qui a vincere 3-0. Un passettino alla volta. Ci vuole molta calma".
M.A.
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meno bellini… più bellini
io non mi capacito di come voi juventini possiate sopportare sta manfrina ad ogni partita
Mister 9 milioni è incapace a proporre gioco, o meglio, il suo gioco è molto semplice, difendere,e in fase di possesso, palla all attaccante,e mazzi vostri a come fate goal.
Mister 9 milioni è incapace a proporre gioco, o meglio, il suo gioco è molto semplice, difendere,e in fase di possesso, palla all attaccante,e mazzi vostri a come fate goal.
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Io e' dal 2012 che Allegri non lo voglio vedere nemmeno dipinto.
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Non basta alla Juve l’1-1 sul campo del Villarreal per avere certezze e garanzia della qualificazione. La squadra di Allegri parte benissimo con il gol lampo del debuttante Vlahovic dopo appena 32” e lui subito entra nel clima con un’esultanza polemica verso chi aveva fatto notare che era ancora fermo a un solo gol da quando si era trasferito a Torino. Poi la squadra di Allegri si affloscia, gioca in maniera timida, subisce il pareggio con una generale topica difensiva e soprattutto l’arbitro grazia la Juve risparmiandole l’espulsione di Rabiot, che ci stava tutta.La Juve resta così in sospeso: al ritorno dovrà vincere e soprattutto convincere, senza più scuse. E intanto ci si fanno molto domande…
Villarreal – Juventus 1-1
Se non fosse per Dusan Vlahovic – lo ammetto – pesteremmo l’acqua nel mortaio. La Juventus è questa e non sappiamo più come raccontarla. Non ha picchi d’entusiasmo, se non per un po’ di tempo quelli dovuti allo sbarco a Torino dei nuovi arrivati, è discretamente grigia, pratica un calcio piatto, che non emoziona e non dà brividi. Però adesso è arrivato questo ragazzone supervitaminico, lesto di cervello e velocissimo di piede, che ogni tanto la scuote e le porta qualche gol prezioso. La fiammata iniziale del centravanti al debutto e che va in gol a 32’’ dall’esordio, al primo pallone toccato in Champions League, avrebbe potuto/dovuto fare da trampolino per una partita straordinaria e finalmente convincente della Juve. Ma la grande partita non c’è stata, o quantomeno ne è stata giocata solo una metà all’altezza del nome del club e dell’occasione internazionale.
Il Villarreal è ancora in corsa dopo aver segnato un gol con Parejo cui la difesa bianconera ha lasciato almeno cinque metri da una parte e altri cinque dall’altra. Non è Allegri che dice sempre che le grandi squadre si costruiscono dalla difesa? Senza contare, anzi contiamolo pure, che la Juve è arrivata alla fine della partita dopo che l’arbitro le ha inopinatamente risparmiato una doverosa espulsione per Rabiot, entrato con i tacchetti a martello sul ginocchio di Chukwueze. Come se la sarebbe cavata una Juve in dieci negli ultimi venti minuti di partita?
L’allenatore dei cinque scudetti e delle due finali di Champions League si rende benissimo conto della situazione che non soddisfa lui per primo tanto da roteare e poi scagliare il solito cappotto a terra. Segno che lo preoccupa come si stanno mettendo le cose. Soffrire contro il Villarreal o quantomeno non riuscire almeno raddoppiare il gol fatto, in Champions League può essere preoccupante. Per andare avanti serve una Juve superiore, più tonica e più squadra di questa. Non ci si può attaccare unicamente a Vlahovic.
Del trio Vlahovic-Dybala-Morata, che tanto aveva ispirato le nostre fantasie, è già rimasto il solo Vlahovic. In attacco quando c’è Dybala non ci si accorge della sua presenza e quando invece manca se ne sente l’assenza. Mentre Morata è in uno dei suoi non rari momenti di tristezza e depressione. Quando per gli attaccanti si comincia a parla di impegno e generosità vuol dire che di gol non c’è nemmeno l’ombra. E gli attaccanti li misuri con quelli, non con altro. Quella di Morata e della Juve è una storia che si trascina avanti senza alcuna attrazione per entrambi. Il prossimo anno col ritorno di Chiesa l’attacco della Juve andrà da una parte snellito e dall’altra ulteriormente potenziato, perché questo oggi fa troppo poco male. Nonostante il supervitaminico Flash Vlahovic.
CHAMPIONS LEAGUE 2021-2022 OTTAVI DI FINALE ANDATA Martedi 15 febbraio 2022 Sporting Lisbona - Manchester City 0-5 (7' Mahrez MC, 17' Bernardo Silva MC, 32' Foden MC, 44' Bernardo Silva MC, 50' Bernardo Silva MC) Paris Saint Germain - Real Madrid 1-0 (90'+4' Mbappé) Mercoledì 16 febbraio 2022 Salisburgo - Bayern Monaco 1-1 (in corso)
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Serie A, Milan, Inter, Napoli e lo scudetto al rallentatore: paura ed errori, ecco perché nessuno scappa
Da dieci anni non si andava così piano in serie A: tre squadre in due punti. L’analisi di calendario, momento, punti deboli e di forza nella corsa verso il titolo
Uno scudetto al rallentatore. Sono dieci anni tondi dall’ultima volta che la prima in classifica, dopo ventisei giornate, aveva raccolto così pochi punti. Anche allora comandava il Milan, in testa con 54, ma la Juve seconda a 52 alla fine vinse il primo dei nove scudetti consecutivi. Una stagione sotto certi aspetti storica. Questa, perlomeno, è appassionante:tre squadre nello spazio di due lunghezze. Per ritrovare un campionato altrettanto ingarbugliato bisogna fare un salto indietro di vent’anni, stagione 2001-2002.
Ci teniamo ben volentieri l’incertezza, che però fa rima con modestia rispetto al resto dell’Europa che conta. Nessuno sembra voler scappare. Una specie di surplace, che ricorda gli anni d’oro del ciclismo su pista. In questo inizio del 2022 nessuna delle pretendenti al titolo ha fatto l’en plein o ci è andata vicina. Il Napoli ha conquistato 15 punti in 7 partite, uno in più del Milan, 7 più dell’Inter che a una manciata di minuti dalla fine del derby sembrava irraggiungibile e adesso si interroga su una crisetta improvvisa ma pericolosa. La squadra di Inzaghi ha una partita da recuperare e virtualmente guarda ancora tutti dall’alto in basso, ma i segnali negativi non mancano: la difesa è diventata di burro e l’attacco non sa più far gol. Lautaro è l’emblema delle difficoltà nerazzurre. L’argentino, una rete (su rigore) nelle ultime 11 partite, si è dissolto. I primi 70 minuti con il Liverpool avevano riempito d’orgoglio gli interisti, ma i campioni d’Italia si sono suicidati contro il Sassuolo. E ora gli amanti delle statistiche fanno notare che Inzaghi, durante i 5 anni alla Lazio, nel girone di ritorno è sempre andato più piano rispetto all’andata.
È un campionato strampalato e forse per questo bellissimo. L’Inter è piena di problemi, ma è favorita da un calendario in discesa: giocherà 12 delle prossime 13 partite contro squadre dal settimo posto in giù e ha una sola vera asperità da superare, la Juventus allo Stadium il 20 marzo. Ma se l’Inter è quella sgrammaticata che si è consegnata al Sassuolo, possono diventare complicate anche le sfide con Torino, Fiorentina, Verona e Roma per esempio.
Il Milan deve recuperare Ibra, il re degli scudetti (11), ritrovare il miglior Brahim Diaz e imparare a evitare i passi falsi contro le provinciali: la sconfitta casalinga con lo Spezia e il pari di Salerno rischiano di lasciare il segno. Il vantaggio è che, a parte il doppio derby di Coppa Italia, Pioli può concentrare le energie sul campionato. La trasferta di Napoli, tra 2 domeniche, ultimo scontro diretto fra le tre aspiranti al titolo, può essere decisiva.
Il Napoli ha molti problemi da risolvere: gli infortuni, la gestione dell’Europa League che porta via moltissime energie e a Cagliari si è visto, il calendario complicato a cominciare dalla trasferta con la Lazio (prima del Milan) e poi quelle di Verona e Bergamo. La forza di Spalletti è la difesa, la migliore della serie A, con appena 18 gol subiti. Osimhen promette di fare la differenza, ma gli ultimi due pareggi, in casa con l’Inter e in trasferta a Cagliari, dopo 4 vittorie di fila, sono occasioni perse. Per lo scudetto bisogna cominciare a correre.
CorSera
...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Infatti alla Juve manca il gioco non i giocatori..si può parlare di rosa deficitaria per la Roma ma non per la Juve
Ni, anche di rosa deficitaria, fino a un certo punto, Sandro e rabiot inguardabili; già togliendo queste due cariatidi, con due innesti di livello, le cose cambierebbero.
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