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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Napoli-Inter 1-1, apre subito Insigne su rigore, pareggia Dzeko a inizio ripresa: praticamente un tempo per uno. Il Napoli perde l’occasione di mandare ko l’Inter, che non poteva sopportare il secondo ko consecutivo dopo il derby. La squadra di Inzaghi (in tribuna perché squalificato) mostra comunque carattere, soffre, poi si riprende. E alla fine è un punto guadagnato. L’assist però è tutto per il Milan che ora può andare in testa da solo. Insomma per lo scudetto è bagarre piena.

    La Lazio si riprende dopo lo shock dell’eliminazione dalla Coppa Italia, sospeso il processo a Sarri.

    GIORNATA N. 25
    Sabato 12 febbraio 2022
    Lazio – Bologna 3-0
    Napoli – Inter 1-1
    Torino – Venezia 1-2

    Domenica 13 febbraio 2022
    Milan – Sampdoria 12.30
    Empoli – Cagliari 15.00
    Genoa – Salernitana 15.00
    Verona – Udinese 15.00
    Sassuolo – Roma 18.00
    Atalanta – Juventus 20.45

    Lunedì 14 febbraio 2022
    Spezia – Fiorentina 20.45
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Napoli poco 'garibaldino', ma l'impronta di gioco dell'Inter fa paura

      di Massimo Mauro


      Il risultato tra Napoli e Inter mi sembra giusto. Non vorrei parlare delle solite cose, ma sono costretto dagli eventi: il calcio non è la playstation e ormai le partite vengono falsate dalla preoccupazione che hanno i calciatori di non poter difendere nella maniera tradizionale, ma muovendosi come burattini. Il contatto su Osimhen c'è, come in tanti amano dire in questi casi: però il rigore si chiama massima punizione proprio perché è una cosa seria. Diciamo che il rigore dato al Napoli mi ha ricordato tanto quello dato alla Juve, sempre contro l'Inter. Il contatto c'è, ma insomma... Per non parlare poi di quello dato alla Lazio contro il Bologna: una cosa incommentabile. Un calcio diverso dunque, che però inizia a non piacere anche a qualche protagonista eccellente. Non poter avere contatti fa parte di altri sport, tipo il calcio a 5. Ma non del calcio.

      Andando alle squadre, il Napoli è stato bravo ma non è riuscito ad affondare. La squadra di Spalletti ha fatto un possesso palla un po' fine se stesso, l'Inter ha dimostrato la sua forza anche se poi Handanovic - che si è riscattato dopo l'errore nel derby sul secondo gol di Giroud - è stato molto più decisivo di Ospina. Nel complesso da questa partita era lecito attendersi altro: era una sfida per vincere lo scudetto e da parte del Napoli, che partiva dietro in classifica, mi sarei aspettato un atteggiamento più garibaldino rispetto a una prestazione 'controllata'. Certo, l'Inter ha una impronta di gioco che fa paura: sta lì, ti tiene in apprensione e poi mette la palla in mezzo dando la sensazione di poter colpire sempre.

      Circa il futuro, bisognerà vedere se l'impegno su tre fronti dell'Inter inciderà. Secondo me no, perché quella nerazzurra è una rosa pazzesca:in questo Simone Inzaghi avrà un ruolo fondamentale nella scelta degli uomini più in forma.

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        Spalletti su Napoli-Inter 1-1: «Siamo troppo leggeri». Farris: «Scudetto? Consapevoli della nostra forza»

        Inzaghi sostituito da Farris in panchina: «Nel secondo tempo abbiamo dominato, potevamo anche trovare l’episodio per vincere la partita»

        Alla fine è una perla di Dzeko a rendere amaro il sorriso di Spalletti, che nella memoria ha conservato il ricordo delle prodezze del centravanti ai tempi in cui lo allenava alla Roma. Big Luciano prova a dissimulare l’amarezza ma sa che quel gol ha dato linfa all’Inter, quanto probabilmente ammazzato le speranze del Napoli di poter ambire realmente allo scudetto. C’è ancora strada da fare ma la sfida del Maradona racconta che il peso del centravanti bosniaco evidenzia ancor più la leggerezza e il potenziale ancora acerbo del nigeriano Osimhen. Il duello tra i due era atteso e non ha deluso le aspettative: il centravanti del Napoli ha il merito di procurarsi il quarto rigore della stagione; ha la fame del guerriero per dar fastidio costantemente alla difesa dell’Inter. Però ha anche la sfortuna di trovare sulla sua strada Handanovic che gli dice di no d’istinto, con il piede. Dzeko è un campione collaudato, lotta su ogni palla e gli basta un guizzo per ferire a morte l’avversario. Osimhen è un «campione del futuro», così come lo ha definito Spalletti. «Ha forza, strappo. Ma quando va troppo da solo non siamo nelle condizioni di supportarlo. Fa parte della sua esuberanza, il percorso di crescita deve ancora completarsi», ha aggiunto.


        Spalletti recrimina, certo. Ma tutela la sua squadra che per un tempo ha messo sotto l’Inter, ci va misurato nell’analisi della gara. Voleva che venisse fuori la qualità e così è stato. «Noi siamo così — ha detto l’allenatore dei partenopei — abbiamo talento e fin quando siamo stati capaci di farlo vedere è andata come volevamo. Siamo anche leggeri, però. E questa è una condizione penalizzante con una squadra come l’Inter». Il pareggio, ufficialmente e formalmente, accontenta i due allenatori. La strada è lunga e il bottino pieno avrebbe dato un forte segnale alla stagione.

        Inzaghi è squalificato, tocca al suo vice Farris: «Nel secondo tempo abbiamo dominato, potevamo anche trovare l’episodio per vincere la partita. Mi è piaciuta la maturità della squadra. Scudetto? Non eravamo preoccupati quando eravamo a meno sette, oggi c’è la consapevolezza di dover affrontare le gare tutte alla stessa maniera. Ci resta soltanto lo scontro diretto con la Juve». Un punto che va meglio all’Inter ma che non demoralizza il Napoli, che ha ritrovato Koulibaly. L’eroe della Coppa d’Africa vede positivo, nonostante sia stato proprio lui a servire l’assist involontario per Dzeko: «Peccato per il gol preso, ma contro l’Inter resta un punto importante. Giusto continuare a credere allo scudetto».


        CorSera
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          Milan-Sampdoria, formazioni e dove vederla in tv. Giroud centravanti per l’operazione sorpasso

          Contro l’ex Giampaolo, i rossoneri devono vincere per andare al primo posto da soli. Pioli: «Ora siamo maturi». In difesa rientra Tomori

          Il triello continua. Colpo su colpo, giornata dopo giornata. La lotta scudetto come un film western di Leone o Peckinpah: oggi tocca al Milan, che se batte la Sampdoria va in testa da solo. Un mezzogiorno (e mezzo) di fuoco, in un San Siro sold out, con un duello nel duello, quello con Giampaolo, che sulla panchina rossonera durò solo sette partite. Una breve illusione, un progetto mai decollato, non esclusivamente per colpa sua. Nell’ottobre del 2019 fu proprio Pioli a prendere il suo posto: il resto è cronaca, col Diavolo che dopo il secondo posto dello scorso campionato continua il suo percorso di crescita, dentro e fuori dal campo. Lo scudetto non è un obbligo, non lo era in estate e non lo è adesso che la classifica è tornata apertissima, ma il Milan s’è guadagnato il diritto-dovere di provarci. Proprio questa leggerezza, questa pressione diversa, potrebbe anche rappresentare un vantaggio decisivo, forse anche più del fatto di non avere partite di coppa a metà settimana.

          Lo snodo è di quelli fondamentali
          , basta un’occhiata al calendario per capire che se c’è un momento buono per scappare è questo: la Samp, poi Salernitana e Udinese prima dello spareggio col Napoli, che anticiperà un altro trittico alla portata con Empoli, Cagliari e Bologna. Vincendo, i rossoneri migliorerebbero la classifica di un anno fa, quando alla 25ª giornata avevano 53 punti.

          «Siamo più consapevoli e maturi» assicura Stefano Pioli, che ritrova Tomori al centro della difesa. Un recupero preziosissimo, anche se va detto che durante la sua assenza il giovane Kalulu se l’è cavata: resta più un terzino destro che un centrale, ma ha mostrato affidabilità. In attacco invece spazio ancora a Giroud, che dopo i quattro gol in 96 ore fra derby e Coppa Italia ha il revolver caldo e non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi. I dieci centri complessivi — tutti a San Siro, ma per Pioli è «una casualità» — gli hanno permesso di scrollarsi di dosso la maledizione della maglia numero nove, che fin qui ha colpito tutti gli eredi di Inzaghi.

          «La strada per lo scudetto è lunga ma noi ci crediamo» ha detto forte e chiaro il francese, che sta compensando alla grande la prolungata assenza di Ibrahimovic, fuori fino a fine mese a causa dell’infiammazione al tendine d’Achille, che non passa. La nuova leadership di Olivier è una delle chiavi della ripartenza del Milan, che dopo l’impresa nel derby sembra davvero aver svoltato. Il 4-0 alla Lazio di mercoledì è stato il secondo indizio, oggi serve il terzo, quello che vale una prova.

          Chi di certo non ci sarà è Hernandez, squalificato, che non potrà celebrare sul campo il prolungamento del contratto fino al 2026. «Un bellissimo segnale di un club che ha una visione per il presente e per il futuro» dice Pioli, che coprirà il buco con Florenzi. «Non partiamo battuti» dice Giampaolo, che cerca continuità dopo l’esaltante 4-0 al Sassuolo. Con Sensi è tutta un’altra storia, oggi vedremo se il debuttante Giovinco sarà all’altezza oppure se il Canada lo ha invecchiato. Gli ultimi due Milan-Samp sono finiti con altrettanti deludenti pareggi per i rossoneri, che stavolta però non possono fallire. Il triello continua e sarà lungo. Ma alla fine saranno i dettagli a fare la differenza.

          Milan: (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Romagnoli, Florenzi; Tonali, Bennacer;Messias, Diaz, Leao; Giroud. Allenatore: Pioli.
          Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Bereszynski, Ferrari, Colley, Murru; Candreva, Ekdal, Thorsby; Sensi; Quagliarella, Caputo. Allenatore: Giampaolo.
          Arbitro: Chiffi
          Tv: ore 12.30 Dazn, Sky 202

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            Atalanta-Juventus, formazioni e dove vederla: tridente pesante per Allegri, che crede nel ciclone Vlahovic

            Il bianconero non ha mai battuto Gasperini, lo sfida per il 4° posto e crede nella crisi nerazzurra

            Non è solo cambiato il vento: la Juventus il vento nuovo se l’è direttamente comprato e ha cominciato subito a sfruttarlo . Per capire fin dove la squadra di Allegri si può spingere in campionato grazie e questo ciclone di nome Vlahovic, il confine di Bergamo è il luogo più adatto: l’Atalanta, superata dai bianconeri al quarto posto domenica scorsa, ha una partita da recuperare e staccarla avrebbe per Madama un significato profondo. Senza contare la possibilità di rosicchiare 5 punti in 2 gare anche all’Inter, nonostante Allegri continui (conti alla mano) a chiamarsi fuori dalla lotta scudetto.

            La banda Gasperini è stata l’ultima a battere la Juve (il 27 novembre), è reduce da due vittorie di fila contro i bianconeri e Allegri nelle ultime quattro sfide contro Gasperini ne ha perse due e pareggiate due («Magari ci tocca la vittoria» chiosa Max): in sostanza da un anno intero i bergamaschi guardano dall’alto i bianconeri, anche se quando c’è stato in palio un trofeo (la Coppa Italia a maggio), la Juve ha fatto valere la sua esperienza nelle partite secche. E quella di stasera lo è più che mai.

            I gasperiniani hanno perso in casa con il Cagliari e poi con la Fiorentina in Coppa Italia, hanno fuori il portiere Musso per squalifica (Sportiello è in vantaggio su Rossi) e hanno perso il bomber Zapata, decisivo all’andata, che con la Juve si è sempre esaltato, segnando 9 gol in 12 gare. Al contrario, Muriel in 15 partite non ha mai segnato ai bianconeri. Quanto basta per autoconvincersi che il vento nuovo, sotto forma di Vlahovic che a settembre con la Fiorentina ha già vinto a Bergamo segnando una doppietta su rigore, possa davvero spazzare anche questo ostacolo.

            Contro le altre quattro squadre di testa, la Juve non ha ancora vinto (4 punti in 6 scontri diretti) e il salto di qualità deve arrivare adesso. Il tecnico si sforza di dire che stasera «non è decisiva», ma allo stesso tempo ripete che è «molto, molto importante» e chiede ai suoi giocatori uno sforzo da tre punti: «Per arrivarci ci vuole una prestazione di alto livello. Ma sarà difficile perché loro sono una squadra fisica, molto arrabbiata dopo l’eliminazione dalla Coppa. L’equilibrio è sottile. Non dobbiamo pensare, altrimenti perdiamo attenzione su ciò che si deve fare».

            Con appena due partite alle spalle nella nuova era Vlahovic, vinte con Verona e Sassuolo, per smorzare gli entusiasmi Allegri è costretto a ricordare che «non abbiamo ancora fatto niente, la normalità alla Juve è vincere le partite». I detrattori del tecnico, sempre numerosi tra gli juventini, lo pungono per la sua passione per i cavalli, ma per cavalcare questa Juve dalla forza selvaggia come il suo nuovo centravanti e farla galoppare di nuovo sulle lunghe distanze, l’esperienza di Max può fare la differenza.

            Sarà la stessa Atalanta a fare il tagliando al tridente «pesante», quello con Morata e Dybala assieme e Vlahovic, supportato da un centrocampo reso più tosto da Zakaria, con Locatelli e Rabiot. Un assetto che può esaltarsi soprattutto in contropiede, a patto di non farsi schiacciare troppo e di non giocare, come accadeva con Ronaldo, solo nell’attesa del colpo risolutore: «Stiamo lavorando con un entusiasmo diverso — osserva Allegri — con un punto di riferimento come Vlahovic gli altri traggono giovamento».

            La differenza sembra già evidente, anche se servono altre controprove: con CR7, come spiegato da Bonucci, Chiellini e Buffon, tutti finivano per dare qualcosa in meno. Con DV7 tutti volano. Come spinti da un vento nuovo.


            Atalanta (3-4-1-2): Sportiello; Toloi, Demiral, Djimsiti; Maehle, De Roon, Freuler, Zappacosta; Pessina; Malinovskyi, Muriel. Allenatore: Gasperini
            Juventus (4-3-3): Szczesny; Danilo, De Ligt, Bonucci, De Sciglio; Zakaria, Locatelli, Rabiot; Dybala, Vlahovic, Morata. Allenatore: Allegri
            Arbitro: Mariani di Aprilia
            Tv: o re 20.45, Dazn

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              Mourinho e il Sassuolo: un bivio che imbarazza la Roma

              Per lo Special "La squadra di Dionisi ha più qualità della nostra". Ma la frase offre due letture possibili: o è un alibi preventivo, oppure è una ciritica (voluta o no cambia poco) a chi ha costruito la sua squadra. Il club emiliano costa un quarto rispetto ai giallorossi che in un'estate hanno speso la cifra spesa per costruire l'intera squadra avversaria

              "La Roma ha meno qualità del Sassuolo". La frase con cui Mourinho ha benedetto la vigilia del match al Mapei Stadium non può non stridere. Ma subito dopo la prima, istintiva reazione, costringe anche a pensare. "Noi non possiamo costruire dal basso come fanno loro con Maxime Lopez e Ferrari: sono bravissimi", ha detto lo Special, citando due calciatori che, sommati, sono costati quanto Bryan Reynolds, il terzino americano arrivato a Roma a gennaio 2021 e già scartato.

              Il problema è che la frase di Mourinho mette la Roma di fronte a un bivio: due sole le interpretazioni possibili. O José ha esagerato per mettere le mani avanti, e quindi la sua frase va letta come un alibi preventivo. Oppure, se ha ragione, la Roma soffre un drammatico sbilanciamento tra costi e risultati. Perché i giallorossi spendono in stipendi, da Bilancio 2021, 169 milioni di euro. Cifra a cui aggiungere i 7 milioni all'anno netti che guadagna Mourinho. È il 4° monte stipendi della Serie A, mentre il Sassuolo costa ogni anno meno di 40 milioni, un quarto di quanto spendono a Trigoria. Dove, molto recentemente, la proprietà ha alzato ulteriormente il monte spese, accordando stipendi da sei milioni netti sia a Tammy Abraham che a Lorenzo Pellegrini, e si appresta a firmare a oltre 3 milioni netti all'anno con Gianluca Mancini. Perché spendere cifre del genere, se Mou dice di preferire Gianmarco Ferrari, che guadagna 600 mila euro netti?

              Il Sassuolo è costato, tutto, una novantina di milioni negli ultimi 5 anni, in termini di acquisti. La Roma ha speso quella cifra solo nell'ultimo anno, e quasi tutta nell'ultima finestra di mercato. Implicitamente, quindi, Mourinho ha espresso - a prescindere che fosse voluta oppure no - una evidente critica nei confronti dell'uomo che quei 90 milioni li ha spesi. Lo stesso che sta trattando i rinnovi milionari dei giocatori già in rosa: il general manager Tiago Pinto. Di contro, cosa avrebbe pensato Mourinho in estate se per soddisfarne le richieste, Pinto avesse acquistato Ferrari e Lopez? Domande legittime e tutt'altro che pretestuose, anzi figlie delle parole dell'allenatore romanista. Dalla risposta, potrebbe dipendere il futuro della Roma, e degli uomini che dovranno provare a riportarla a lottare per qualcosa di importante.

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                Napoli-Inter, Sconcerti: Dzeko ha pesato più di Osimhen. L'eccezione Dimarco

                Una bella partita poco italiana, con poche interruzioni, tra due squadre equivalenti: Napoli più veloce, Inter più strutturata. Un risultato corretto che fa un po' male a entrambe ma non interrompe niente

                di Mario Sconcerti

                Napoli-Inter è stata una gran bella partita tra due squadre diverse ed equivalenti. Il Napoli ha possibilità di gioco in velocità che all’Inter mancano, l’Inter ha una struttura di squadra che ancora manca al Napoli. Se dovessimo tentare una sintesi estrema direi che Dzeko ha fatto più di Osimhen, ha pesato di più nella sostanza. Osimhen ha inciso molto, ma quasi sempre in modo disunito. Molte scintille, poco fuoco. Dzeko ha fatto meno ma in modo universale, ha giocato per tutti e per se stesso.

                È stata una partita inusuale, niente falli, niente interruzioni arbitrali, Sanchez ha aspettato 7 minuti a bordo campo prima di entrare perché non arrivava nemmeno un fallo laterale. Una partita poco italiana che ha avuto due ritmi. Primo tempo abbastanza dominato dal Napoli, secondo dalla parte dell’Inter. Sono mancati in generale Calhanoglu e Barella, a disagio con Fabian Ruiz e Lobotka. Brozovic è stato meno lucido del solito perché impensierito dalla velocità tecnica di Zielinski. C’è stato un disagio delle due squadre sparso tra le loro virtù diverse, che ha proibito l’eventualità di superarsi.

                L’Inter ha finito dominando, ma ha tirato pochissimo in porta. De Vrij ha sofferto quasi intellettualmente Osimhen, ma alla fine lo ha tenuto. È stata una partita condotta, più che arbitrata, benissimo da Doveri, in cui né Napoli né Inter hanno saputo andare sopra le righe. Sono diversamente alla pari, ma l’Inter resta ancora tra uno e quattro punti avanti. Così alla fine è stata una partita che aiuta il Milan nel suo rientro. Non c’è stato sul campo un messaggio prevalente. Il Napoli ha attaccato meglio e si è tenuto nella ripresa il contropiede. L’Inter in quel tratto ha spesso dominato ma senza concludere. L’unica eccezione tattica che ho visto è stata la posizione di Dimarco per lunghi periodi del secondo tempo, molto profonda, quasi centrale, spesso pericolosa. Un uomo in più. Il resto si sintetizza in un risultato corretto che fa un po’ di male a entrambe senza interrompere niente del loro dialogo sulla stagione.

                CorSera
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                  Quello di ieri è un risultato importantissimo per l'Inter e chi tra le inseguitrici (il Milan) tifava per il pareggio dovrebbe forse (ri)guardarsi la classifica e imparare a leggerla, perchè quel punto conquistato a Napoli potrà essere decisivo nella economia complessiva del campionato: intanto se oggi il Milan vince invece di +2 andrebbe a +1 con l'Inter con una partita in meno, che, se vincesse, la riporterebbe a +2 e non avanti di +1 come sarebbe accaduto se ieri avesse perso: se non recuperi punti sulla capolista quando ha gli scontri diretti, speri forse di prenderli quando incontra lo Spezia?

                  Considerando che a Napoli ci deve andare anche il Milan, ecco che si capisce bene come l'1-1 sia stato ottimo per Inzaghi ed i suoi.

                  Il momento per le avversarie per recuperare punti era questo, perchè adesso l'Inter avrà partite meno complicate e chi insegue non potrà permettersi nemmeno un pareggio: è questo dato sostanziale e ineludibile che fa pendere i favori del pronostico ancora tutti dalla parte dell'Inter.

                  Per quanto riguarda Mourinho sì, sta diventando un pò imbarazzante con queste sue continue uscite surreali. Imbarazzante per i manager e la proprietà romanista: Pinto viene disegnato come una macchietta che mette su squadre più scarse del Sassuolo investendo 100 milioni. I Friedkin, che quei soldi ce li mettono di tasca propria, non so per quanto ancora saranno contenti di continuamente sentire questo cane sciolto, che pagano 7,5 milioni l'anno, distribuire insulti e picconate a tutti e a tutto tranne che a se stesso: i miliardari sono anche suscettibili ad un certo punto, è un dettaglio da non sottovalutare.
                  Last edited by Sean; 13-02-2022, 09:18:53.
                  ...ma di noi
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                    Il campionato lo vincera' l'Inter perche' e' la piu' forte. Poi vedremo se sara' meritato (e' piu' facile vincere se le altre pretendenti, Napoli e Mazembe, sono falcidiate dagli infortuni.
                    I SUOI goals:
                    -Serie A: 189
                    -Serie B: 6
                    -Super League: 5
                    -Coppa Italia: 13
                    -Chinese FA Cup: 1
                    -Coppa UEFA: 5
                    -Champions League: 13
                    -Nazionale Under 21: 19
                    -Nazionale: 19
                    TOTALE: 270

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                      L'inter in un mese ha avuto Lazio Atalanta Napoli e Milan

                      Più in coppa Juve e Roma...

                      E ne abbiamo persa 1 pure non si sa come... poco da dire.

                      Però siamo letteralmente scoppi e le punte davanti non si capisce che ***** hanno. Non so Inzaghi come non veda che Lautaro e Dzeko assieme non riescono proprio a giocare

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                        Originariamente Scritto da sebix Visualizza Messaggio
                        L'inter in un mese ha avuto Lazio Atalanta Napoli e Milan

                        Più in coppa Juve e Roma...

                        E ne abbiamo persa 1 pure non si sa come... poco da dire.

                        Però siamo letteralmente scoppi e le punte davanti non si capisce che ***** hanno. Non so Inzaghi come non veda che Lautaro e Dzeko assieme non riescono proprio a giocare
                        Ora e' tutto in discesa. Potete perderlo solo voi.
                        Cmq pure il Mazembe ha avuto Roma, Juve, Inter (e Lazio in Coppa italia)...e con 3-4 titolari fuori in ogni partita!
                        Last edited by robybaggio10; 13-02-2022, 09:57:27.
                        I SUOI goals:
                        -Serie A: 189
                        -Serie B: 6
                        -Super League: 5
                        -Coppa Italia: 13
                        -Chinese FA Cup: 1
                        -Coppa UEFA: 5
                        -Champions League: 13
                        -Nazionale Under 21: 19
                        -Nazionale: 19
                        TOTALE: 270

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                          Comunque era meglio il calendario uguale tra ritorno e andata.
                          Così non si capisce nulla

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                            L'inter non doveva perdere con il milan...
                            era una partita che doveva vincere, potrebbe costar cara quella sconfitta
                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

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                              Originariamente Scritto da laplace Visualizza Messaggio
                              Comunque era meglio il calendario uguale tra ritorno e andata.
                              Così non si capisce nulla
                              Io invece lo preferisco cosi'...mischia un po' le carte...
                              I SUOI goals:
                              -Serie A: 189
                              -Serie B: 6
                              -Super League: 5
                              -Coppa Italia: 13
                              -Chinese FA Cup: 1
                              -Coppa UEFA: 5
                              -Champions League: 13
                              -Nazionale Under 21: 19
                              -Nazionale: 19
                              TOTALE: 270

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                                Vincereee e vinceremo!

                                Inviato dal mio SM-G998B utilizzando Tapatalk
                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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