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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioBeNasser, chi ha vinto la coppa d'Africa?
Non ho seguito la Coppa d'Africa; ma da un collega senegalese, mi ha riferito, che la finale è domenica alle 20. Senegal vs Egitto.
Credo che la favorita sia l Egitto.
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioDai che si può fare.
Se la vincete non è detta l'ultima parola.
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Originariamente Scritto da Nasser95 Visualizza MessaggioHahahaha top, questa mi piace, complimenti.
Non ho seguito la Coppa d'Africa; ma da un collega senegalese, mi ha riferito, che la finale è domenica alle 20. Senegal vs Egitto.
Credo che la favorita sia l Egitto.
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioAh, allora sai chi ha vinto S.Remo?
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Ci siamo, torna il campionato col derby Inter – Milan. Un doveroso pensiero commemorativo allo stadio di San Siro che tutti vogliono mandare in polvere, nonostante si sia dimostrato che un campo calpestato continuamente e senza rispetto non resista e non sia in grado di darci un calcio dignitoso. Tutto ovviamente dice Inter, dai risultati in campionato al mercato che per l’Inter è stato frizzante mentre per il Milan di Gazidis assai deprimente. O il Milan vince o addio scudetto. Ma molto in generale – perdonino i tifosi interisti – tira aria di Grosse Koalition e di generalizzata gufata nerazzurra…
Vorrei che entrando a San Siro per il Derby, o anche mettendoci davanti alla TV, rivolgessimo un pensiero doveroso al Meazza. E alla sua maestosità decadente e offesa. Se il Derby di Milano è tutto questo – gran scombussolamento di sentimenti, di ricordi, di flash di Rivera e Mazzola, di calcoli scudetto, di “Va a da via i ciap” e “Cui danè as fa tut”, di ma ce la farà Ibrahimovic?, di filosofia casciavit e bauscia, operai e fanfaroni – è perché da 96 anni il Derby si gioca a San Siro. E siccome le ruspe aspettano parcheggiate lì fuori senza che nessuno alzi un dito, tranne che pochi sfigati, bollati come nostalgici reazionari antimodernisti, beh almeno un pensiero alla Scala del Calcio e al suo prato resuscitato dopo essere stato ridotto a orto da Inter e Milan stessi va fatto.
Già perché siamo di fronte all’unico esempio al mondo di grandi club rivali nella stessa città che non vogliono uno stadio ciascuno, ma uno solo, calcando sempre lo stesso prato. Pur di non accettare che una delle due abbandoni questo luogo sacro per il calcio, ebbene che lo stadio più famoso d’Italia sia sbriciolato. Capisco, anzi apprezzo, che se ne costruisca un altro – facciamo uno stadio per uno, no? – meno perché si voglia a tutti i costi radere al suolo un tale monumento (per me e per molti altri lo è). Forse perché l’ombra lunga e secolare non si allunghi fino alla nuova cattedrale costruita lì vicino.
Non voglio annoiarvi con premonizioni ciarlatane su un Inter-Milan che dicono tutti a senso unico. Dei tanti scontati luoghi comuni salvo solo la più grande ovvietà: questo Derby o lo vince il Milan o è finita (per il Milan). Dopo tanta spavalderia il Milan si è ripiegato su se stesso e Pioli ha perso il filo del discorso. Non saprei perché, forse perché Kessie si è stufato, forse per i troppi complimenti a Hernandez e Leao, l’illusione che il campionato si vinca perché la “catena di sinistra” è eccezionale. Persino Ibrahimovic si è immalinconito e ormai basta un campo spelacchiato a fargli dichiarare forfeit. Nell’attesa, per ricaricarsi, l’avrei mandato anche quest’anno a Sanremo.
Insomma, tirando le somme, proprio dal precedente Derby (1-1) è cominciato un altro campionato. Fino a quel momento la perfezione assoluta (10 vittorie e un pareggio in 11 partite), dal famoso autogol di De Vrij e dal rigore sbagliato di Lautaro, i risultati hanno cominciato a scadere (4 sconfitte e 2 pareggi in altre 11 partite). L’Inter ha cominciato ad allontanarsi e quelli che venivano da dietro hanno cominciato ad avvicinarsi. Quel che è peggio è che credo che già oggi nessuno pensi allo scudetto e abbia già ripiegato su obiettivi più modesti. Primi quattro posti? Coppa Italia?
Il tutto mentre il grande capo Gazidis ha spento i riflettori e chiuso il portafogli di un gennaio tristissimo, per cui i tifosi si sono ritrovati furibondi e pure sommersi dall’onda interista. Del mercato nemmeno a parlarne l’Inter ha già vinto prima di cominciare e Marotta con l’operazione Gosens si è preso dei gran peana. Se non bastasse pure i gol di Sanchez col Cile e di Lautaro con l’Argentina ci sono messi.
Forse è tutto troppo scontato, forse è davvero impossibile che l’ Inter sia così perfetta dopo una stagione di così tanti cambiamenti, di sicuro oggi l’Inter è nella posizione in cui si trovava ieri la Juventus da dominatrice. Annusando si sente un po’ aria di Santa Alleanza, di Grosse Koalition, di Milan in Missione per Conto di Dio. Non se la prendano gli interisti – considerino anche l’insopportabile posizione di sottomissione – direi che tecnicamente soffi aria di grandissima gufata nerazzurra.
Vorrei che entrando a San Siro per il Derby, o anche mettendoci davanti alla TV, rivolgessimo un pensiero doveroso al Meazza. E alla sua maestosità decadente e offesa. Se il Derby di Milano è tutto questo - gran scombussolamento di sentimenti, di ricordi, di flash di Rivera e Mazzola, di calcoli scudetto, di “Va a...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Inter-Milan, Sconcerti: Kessie trequartista su Brozovic è la chiave. Pioli inedito contro l’armonia di Inzaghi
La sfida Kessie-Brozovic è una specie di pressing figurato, di marcatura preventiva sul regista quando l’Inter ricomincia l’azione o di ricerca di spazio finale quando tocca al Milan attaccare. Una pura, semplice novità tattica che avrà peso sul derby
di Mario Sconcerti
Potrebbe essere che Kessie si trovi fuori ruolo in quella posizione, fuori partita. Anche i giocatori importanti hanno bisogno di uno spazio, di una missione e questa per Kessie sarebbe da inventare. Il Milan gioca però sempre con un centravanti stabile, Giroud più di Ibrahimovic. Leao ha una sua corsia e un suo modo di percorrerla. Dunque è sempre servito un riferimento tra centrocampo e difesa, anche perché, quando perde palla, il Milan tiene sempre Tonali tra i due stopper. Se quel riferimento diventa Kessie invece di Diaz cambia molto, in che senso non è chiaro, ma è comunque evidente.
Se questo fosse, la partita girerebbe soprattutto intorno a Brozovic e Kessie che dovrebbero schermarsi a vicenda. È una specie di pressing figurato, di marcatura preventiva sul regista quando l’Inter ricomincia l’azione, o di ricerca di spazio finale quando tocca al Milan attaccare. Comunque vada è qualcosa di non visto, una pura, semplice novità tattica che avrà peso sulla partita. Di sicuro non è un azzardo: in quel ruolo Kessie sostituisce Diaz, molto leggero negli ultimi mesi.
D’altra parte l’Inter pesa molto di più negli ultimi quaranta metri. Lautaro e Dzeko sono più forti dei loro avversari diretti anche se con la complicanza di doverli saltare. Calhanoglu è sotto Tonali nel gioco complessivo, ma ha spunti più importanti. Bennacer è un libero come Barella, potrebbe perfino essere lui ad avanzare al posto di Kessie, ma è quello che ha più senso del gioco. L’Inter è una macchina di armonia globale, per batterla devi trovare qualcosa di non comune. Devi spaventarla, scomporla, e non puoi farlo a lungo perché reagisce in fretta. Capisco il bisogno di pensare una mossa diversa da parte di Pioli. Inter-Milan, se la lasci andare, va sempre da una parte. Per questo Pioli studia deviazioni. Sa che non c’è in palio lo scudetto, ma un anno di lavoro e di giudizi. Restare vivi è quel che chiede. Il resto è già molto vicino all’Inter.
CorSera...ma di noi
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Inter-Milan, formazioni e dove vederla. Derby decisivo: Inzaghi per la fuga decisiva, Pioli per continuare a sognare
La sfida di San Siro è lo spartiacque del campionato: Inzaghi può dare un colpo decisivo alle ambizioni dei rossoneri, che cercano tre punti per restare in corsa scudetto. Le chiavi: l’Inter deve evitare che venga bloccato Brozovic, il Milan rischia con la difesa in emergenza
Inter, Inzaghi: «Ma tutto ancora aperto, c’è anche la Juve...»
Inutile girarci attorno, se l’Inter vince il Milan scivola a -7 (con una partita in più) e va fuori dalla lotta scudetto. Simone Inzaghi dice che non è così, «la partita è molto importante, non decisiva». Una bugia di prassi. Per l’Inter e per la lotta scudetto è una settimana di fuoco, decisiva si può dire, quella inaugurata sabato dal 176° derby di serie A, in un San Siro con un manto tutto nuovo e una capienza al 50 per cento (circa 37 mila spettatori). I nerazzurri vengono da un gennaio placcato oro dalla vittoria della Supercoppa, dai successi con Lazio e Venezia, dal pari spettacolare con l’Atalanta, il tutto ha consolidato il primato e aumentato il vantaggio in classifica, in un mese pieno di trappole, schivate.
Dal mercato l’Inter è uscita rinforzata. Per vedere Gosens servirà ancora un mesetto, poco meno per recuperare Correa, in attacco Caicedo ha un leggero affaticamento e potrebbe rinviare l’esordio. Inzaghi conosce bene l’attaccante dai tempi della Lazio, quando gli ha risolto tante partite nel finale: è un’aggiunta numerica e, in qualche modo, anche di sostanza. All’andata finì pari, con il rigore fallito da Lautaro, dovesse essercene un altro a tirarlo sarà ancora l’argentino che partirà con Dzeko. «Abbiamo una lista di rigoristi: Lautaro è il principale, poi c’è Calha».
Il tecnico interista eccelle nell’arte della negoziazione e della diplomazia. L’ambasciatore Inzaghi ha pochi dubbi, l’undici titolare è al completo, «siamo consapevoli della forza che abbiamo a livello individuale e di squadra». Tra le parole d’apprezzamento per i rivali, maschera il suo pensiero sulle pretendenti allo scudetto. «La classifica dice la verità, tutto è ancora aperto con Milan, Napoli, Atalanta e Juventus nella lotta. La Juve in estate era la mia favorita, negli ultimi due mesi sta facendo un grande percorso risalendo in classifica e ha fatto un gran mercato».
I bianconeri restano la principale rivale da cui guardarsi. Il derby apre una dieci giorni di scontri da pesi massimi. Dopo il Milan, i quarti di Coppa Italia con la Roma e il ritorno a San Siro di Mourinho, a seguire la trasferta di Napoli. Completare il ciclo in modo positivo può cucire mezzo scudetto sulla maglia e preparare nel modo migliore alla sfida di Champions con il Liverpool.
L’Inter viene da 9 vittorie su 10 partite di campionato e l’ultima sconfitta interna in serie A risale all’ottobre 2020 proprio contro il Milan. Si sfidano i miglior attacchi, 53 reti i nerazzurri 47 i rossoneri. Decisivi i duelli a metà campo e sulle fasce, dove resiste un unico dubbio tra Dumfries e Darmian. La visita di Zhang ad Appiano Gentile e la relativa cena con Inzaghi è stata l’ultima tappa di avvicinamento a un derby importante per l’Inter, vitale per la corsa del Milan. Il diplomatico Inzaghi ha un solo piano: far fallire il rientro dei rossoneri nella corsa scudetto.
Milan, Pioli: «Partita che pesa, vincere vale più di tre punti»
Ora o mai più. La classifica non mente, è lì da vedere, parla da sé: Inter 53 e con una partita in meno, Milan 49. Significa, molto semplicemente, che il derby di San Siro è per il Diavolo l’ultima occasione. Non c’è molto da girarci intorno: i rossoneri sono al bivio di una stagione che in base al risultato dello scontro diretto può prendere due direzioni opposte, segnando il resto e soprattutto il senso di questo campionato. Una sconfitta metterebbe la parola fine alla corsa scudetto e costringerebbe Pioli e i suoi, da qui in poi, a lottare punto su punto per guadagnare quel posto Champions che dopo il mercato di riparazione non appare più così scontato.
La concorrenza s’è rafforzata mentre il Milan è rimasto pressoché fermo, col 18enne Lazetic che ha di fatto preso il posto di Pellegri, finito al Toro. «Non è arrivato nessuno ed è stata una scelta condivisa perché non si è creata la situazione adatta per prendere qualcuno che ci migliorasse così tanto, così abbiamo scelto di puntare sui nostri uomini, di cui conosciamo le qualità» ha messo in chiaro Pioli, che però sa bene come da qui in poi il suo Diavolo non potrà più permettersi passi falsi in serie come avvenuto negli ultimi mesi. Una cosa è certa: se l’immobilismo sul mercato è stato un azzardo o un rischio calcolato lo dirà solo il piazzamento finale. Di certo un difensore sarebbe servito, visto che anche sabato sera, nella partita che decide la stagione, andrà adattato ancora una volta Kalulu accanto a Romagnoli: il faccia a faccia con Lautaro sarà una delle chiavi del match, come il duello azzurro a centrocampo fra Tonali e Barella o l’incrocio ad alta velocità in fascia fra Hernandez e Dumfries o Darmian.
«È un derby che pesa tanto, vincere darebbe grandissima fiducia, positività, forza e tre punti importanti» ha ammesso Pioli, che ancora una volta — ormai è una costante — avrà grossi problemi di formazione: oltre al lungodegente Kjaer, mancheranno Ibrahimovic per il tendine infiammato e Rebic che lamenta un dolorino alla caviglia. Il croato, evidentemente, non se la sente di stringere i denti. In attacco tocca a Giroud, che ha un girone di ritorno per scacciare il fantasma della maledizione della maglia numero nove. Tomori? Recupera al massimo per la panchina: dopo un intervento al menisco mediale di 20 giorni fa, accelerare sarebbe un rischio, meglio un po’ di cautela.
«Siamo tornati competivi» ribadisce Pioli, che però in casa in campionato ha vinto solo una partita nelle ultime quattro. Soddisfatto della rizollatura del prato di San Siro costata mezzo milione di euro («ma ci voleva»), lavora da giorni a un piano: avanzare Kessie nel ruolo di trequartista per affidargli un doppio incarico, vale a dire dare la caccia a Brozovic e aumentare allo stesso tempo il peso in attacco. Dovesse funzionare, potrebbe essere la mossa vincente. Per il derby e non solo.
Probabili formazioni
Milano, San Siro, ore 18
Diretta tv su Dazn
INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro. All.: Simone Inzaghi
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kalulu, Romagnoli, Hernandez; Tonali, Bennacer; Saelemaekers, Kessie, Leao; Giroud. All.: Pioli
Arbitro: Guida di Torre Annunziata
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza MessaggioTutti vedono un Milan favorito ma Imho perderà allo scadere
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Incredibile la spocchia di Sconcerti che dalla sfera di cristallo sa leggere in anticipo la tattica delle squadre in campo.
Uno che fra l'altro aveva visto in Bernardeschi una delle più grandi ali di tutti i tempi e che diceva che CR non avrebbe trovato spazio da titolare nella Juventus.
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Sconcerti è un rincoglionito senza egualiOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Che anno sarà stato?
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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".
(L. Pirandello)
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