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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
L'unica possibilita' (molto remota...diciamo il 2%) che ha il Mazembe (ma pure Napoli e Atalanta) di vincere il campionato...e' che l'Inter perda il derby e la sfida contro il Napoli, e nel contempo passi il turno in champions. Alla fine dellaprossima settimana gia' ne sapremo di piu'.
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
È morto Maurizio Zamparini, il miglior presidente da martedì alla domenica (il lunedì esonerava)
Se ne è andato a 80 anni. A capo delle sue squadre recitava la parte del padre padrone ma in realtà aveva idee da Nba
C’è una sola cosa più importante di quello che fai ed è il ricordo di quello che hai fatto. Così è bello pensare a Maurizio Zamparini, scomparso martedì a 80 anni, con le parole di Paulo Dybala che, tra tanti campioni che aveva scoperto, è forse quello a cui Zamparini si era più affezionato (come Walter Sabatini per Javier Pastore): «Sei stato il primo a credere in me, sono arrivato in Italia che ero un bambino e con la tua famiglia mi hai accolto come se fosse casa mia. Presidente, mi hai aperto le porta di una città bellissima dove ho conosciuto tanta gente bella e dove ho avuto tanti e grandi amici. Mi hai dato la possibilità di continuare la mia carriera dove ho voluto, sempre con il massimo rispetto e sempre pensando al mio bene. Per questo e per tante altre cose ti sarò sempre grato, non ti dimenticherò mai Presidente. Grazie mille, di tutto. Il tuo Picciriddu».
Nella stagione 2014-15 Dybala segnò 13 gol e servì 10 assist in 34 partite. Il campionato seguente era alla Juventus. Zamparini sapeva che al Venezia (prima) e al Palermo (poi) non poteva trattenere i giovani talenti che aveva messo sotto contratto. Se li faceva pagare, certo, ma studiava insieme a loro la strada per il futuro. Dava i suoi consigli e poi, come ha scritto Dybala, «la possibilità di continuare altrove la carriera». Come diceva Sting: «If you love somebody, set them free» («se ami qualcuno lascialo libero»).
Nei «coccodrilli» ci sono tre errori da fuggire come la peste: far diventare tutti i morti dei santi; raccontare il passato come il paradiso che non era; trasformare le persone in caricature. Santo Zamparini non lo era: finì anche nei guai per reati societari, fiscali e finanziari. Il calcio in cui ha vissuto non era il Paradiso: tanti guai attuali sono nati allora. Una caricatura, però, non lo è mai stato. Chi lo disegnava così non aveva capito niente di lui. Recitava la parte del padre padrone ma in realtà aveva idee da Nba. A Venezia fuse la squadra con il Mestre («Ma feci una cavolata»), poi voleva costruire uno stadio nuovo e costruirci vicino uno dei suoi Mercatoni. In serie A, per capirci, decenni dopo si gioca ancora al «Penzo».
Propose a Pozzo uno scambio alla pari tra Venezia e Udinese, la squadra del suo cuore. Respinto con perdite. A Palermo, in C, promise la serie A e arrivò addirittura in Europa e in finale di Coppa Italia, persa contro l’Inter. Ha avuto sotto contratto Cavani, Dybala, Pastore, Toni, Balzaretti, Miccoli, Barzagli, Sirigu, Ilicic... Come pensare che non volesse fare anche la formazione? Francesco Guidolin, il suo allenatore preferito, diceva di lui: «È il miglior presidente del mondo dal martedì alla domenica». Il lunedì, spesso, esonerava. Chi li ha contati dice che sono stati 51. Ogni mese però — soprattutto ai tecnici esonerati — il bonifico bancario arrivava puntuale. È stato inutilmente cattivo solo con Luciano Spalletti, che esonerò come tutti gli altri ma che definì anche «lugubre», con una frase che l’allenatore toscano non meritava. A volte, per non perdere una battuta, si accetta il rischio di perdere una persona. A un certo punto vendette la sua rete di supermercati a compratori francesi e si dedicò anima e corpo al calcio. Forse fu questo l’errore più grande: il «lavoro serio» gli faceva vivere meglio la «passione del cuore». Perse lucidità, mai il sentimento. La cronaca dice che era malato da tempo e che sotto Natale era stato ricoverato d’urgenza in ospedale per una peritonite. Aveva iniziato ad allontanarsi dalla vita quando era morto, a 23 anni, l’ultimo dei suoi cinque figli, Armando. Perché il funerale di un figlio è sempre il funerale del padre.
CorSera
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Roma, Pinto gela i tifosi: ''Non posso garantire che Zaniolo resterà''
Il ds giallorosso sul futuro del talento azzurro: ''Dobbiamo pensare al collettivo, ora non è il momento dei rinnovi''. Su Abraham: ''Non sono preoccupato dalla recompra del Chelsea''. Sul mercato appena concluso: ''Ci siamo mossi bene e abbiamo trattenuto i big''
"Non posso garantire la permanenza di Nicolò Zaniolo". Il ds della Roma, Tiago Pinto, gela i tifosi giallorossi sul futuro del 22enne talento azzurro, proprio nel momento migliore della sua stagione dopo un girone d'andata con più ombre che luci.
"Abraham? Sono tranquillo"
Contratto in scadenza nel 2024 e Juventus con un occhio interessato alla finestra, eppure il rinnovo del pupillo di Mancini non sembra una priorità: "Dopo il lavoro che abbiamo fatto, questo è il momento del collettivo, dobbiamo aiutare il mister a concentrarsi sui risultati della squadra - dice Pinto in conferenza stampa -. Gli interessi individuali? A suo tempo parleremo di tutto, ora non è il momento dei rinnovi". A proposito di futuro, in estate si parlerà verosimilmente anche di quello di Tammy Abraham: anche l'attaccante inglese, dopo un inizio opaco, sembra aver trovato la definitiva consacrazione tanto che inizia a far paura il diritto di riacquisto del Chelsea, che può riprendersi il giocatore a 80 milioni fino all'estate 2023. Pinto però è fiducioso: "Non sono preoccupato. Sta giocando bene, e come ha detto il mister può fare anche meglio. Per essere il suo primo anno in Italia sta facendo bene, ma non mi preoccupa il diritto di riacquisto del Chelsea".
"Abbiamo trattenuto i big"
Alla fine dello scorso calciomercato Pinto si è dato un 7.5 un pagella. Ora preferisci evitare i voti, ma il giudizio sulla sessione invernale appena conclusa è sempre positivo: "Nelle ultime tre finestre di mercato siamo sempre riusciti a non permettere che i giocatori più importanti andassero via. Sulle offerte ricevute non dico nulla ma sono soddisfatto che nessuno dei nostri migliori sia andato via. Abbiamo dato alla Roma uno dei migliori direttori d'orchestra al mondo - dice riferendosi a Sergio Oliveira -. Ora è il momento di migliorare gli strumenti e la sinfonia della musica". Sarebbe potuto arriva anche Zakaria, preso invece in extremis dalla Juventus: "Il nostro scouting seguiva questo giocatore e lo conosciamo bene. Ma ci sono tanti fattori in una trattativa che influenzano una decisione". Smentito invece l'interessamento per altri giocatori accostati ai giallorossi: "Qualcuno ha tirato fuori i nomi di Xhaka, Kamara, Grillitsch, Joao Moutinho. Quest'ultimo è stato addirittura uno scherzo che è diventato una notizia sui giornali. Non c'è stata nessuna trattativa per questi giocatori, solo bugie".
"Futuro vincente"
Il lavoro di un direttore sportivo non finisce mai e così si pensa già alla prossima stagione: "Bisogna fare scelte per migliorare, al di là di chi si vende. Vogliamo rendere la Roma una squadra vincente, la prossima finestra di mercato sarà in questa ottica, al di là di chi compriamo o vendiamo". Pinto poi assicura che ci sono ottimi rapporti con la presidenza ("I Friedkin sono sempre molto presenti") e con lo stesso Mourinho: "Questo è il momento di migliorare gli strumenti dopo aver portato nuovi musicisti. Con Jose valuteremo cosa fare nei prossimi mesi".
Il ds giallorosso sul futuro del talento azzurro: ''Dobbiamo pensare al collettivo, ora non è il momento dei rinnovi''. Su Abraham: '…
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Valeva 80 milioni, ora è a quota 50. Se non prolunga...
Zaniolo, all’alba del 2020, era un protagonista anche in azzurro, le grandi facevano a gara per assicurarselo: con il Bayern Monaco, si sussurra a Trigoria, pronto ad investire addirittura 80 milioni di euro. Purtroppo i seguenti mesi di inattività hanno fatalmente minimizzato queste voci. Ora più realisticamente tra gli addetti ai lavori si parla di una quotazione tra i 40 e i 50 milioni. Tra gli acquirenti è ricorrente una considerazione: il prezzo del cartellino può essere stimato con esattezza solo se Nicolò riesce a trovare continuità. E ciò spiega anche l’atteggiamento attendista dell’entourage del giocatore. Da un lato c’è la voglia di risalire posizioni nella virtuale classifica degli stipendi in casa giallorossa. Ora quel contratto in scadenza nel 2024 pesa per circa 2,6 milioni di euro netti, mentre in cima alla graduatoria sono saliti sia il capitano Pellegrini che Abraham. Lo stesso Zaniolo, infatti, può essere interessato a prendere tempo, puntando su una ripresa agonistica costante.
Uno Zaniolo al top potrebbe tornare ai valori del 2020 se davvero emergesse la volontà comune di separarsi prima o poi. Tuttavia in questa partita a scacchi è fondamentale l’effetto temporale. Se la Roma riesce a spuntare un rinnovo entro la fine del 2022, allora tutto rimarrebbe sotto controllo. Invece entrare nel 2023 senza strette di mano significherebbe addentrarsi in un vero e proprio tunnel. Va messo nel conto, infatti, che la Juventus (e non solo la Juventus) aspetta il momento giusto per entrare in scena.
(gasport)
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E' da inquadrare questa uscita di Pinto, diciamo anche irrituale perchè di solito domande scomode si evitano con battute liquidatorie e invece qua il DS è stato brutalmente sincero - col risultato immediato, lo si vede dai giornali, di aver aperto un "caso" Zaniolo.
C'è questo caso o è tutto a posto? In sostanza, Pinto con quella sua risposta lo ha messo sul mercato invitando gli interessati a farsi avanti con proposte concrete? Era un messaggio rivolto all'entourage di Zaniolo? Era niente di più che una uscita poco ponderata? Vedremo.
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