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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Balotelli e’ uno dei peggiori rimpianti del calcio italiano degli ultimi decenni.
Mettere la testa in ordine e’ improbabile pero’ i numeri e le doti le,possiede.
E alla nazionale serve qualcuno lì davanti, maledettamente.
Su quale specchio stai tentando di arrampicarti,
per l'esattezza?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Balotelli e’ uno dei peggiori rimpianti del calcio italiano degli ultimi decenni.
Mettere la testa in ordine e’ improbabile pero’ i numeri e le doti le,possiede.
E alla nazionale serve qualcuno lì davanti, maledettamente.
Per non parlare del fatto che sono un paio di partite cruciali alla fine, e magari anche con un tiro da fuori può fare la differenza.
Poi per i mondiali si vede.
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando Tapatalk
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Il ct azzurro convocherà SuperMario per lo stage in programma durante la sosta, può essere lui il centravanti per il playoff mondiale
i commenti...Dio santo....
se da bambino mi avessero detto che qualcuno in un futuro avrebbe preferito di non vedere la Nazionale ai mondiali pur di vomitare su di una scelta del CT avrei fatto carte false per un appuntamento con il sindaco per proporre un TSO
Fabi, magari l anno prossimo, vincete lo scudetto, così date fine al ciclo dell Inter (immagino l ultima partita in cui praticamente la Roma è matematicamente campione d'Italia, e i tifosi romanisti che occupano il campo)
Ahahahah Fabi, scherzo eh, però che ne sai, il Leicester vinse la Premier, e non era favorita, quindi.
Inviato dal mio Redmi 8A utilizzando Tapatalk
Ah sì, per carità...ma siamo lontanissimi Nass.
Insomma, questo è un discorso che ad inizio stagione potrebbero fare tutti, ma insomma...me pare veramente roba da poco.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Lasciate ogni speranza voi che inseguite. L’Inter batte il Venezia con una poderosa inzuccata di Dzeko in extremis che ottiene così il gol del sorpasso sugli avversari dopo una partita in buona parte fiacca e anche questa affrontata senza il carattere e la ferocia dell’Inter migliore.Però, evidentemente, l’Inter è grande proprio per questo, nel senso che basta e avanza. Il Milan resta così non solo a distanza di sicurezza ma anche molto sotto pressione, dovendo vedersela con la Juventus. Di cui dovremmo cominciare a cambiare il racconto. Forse…
L’Inter che se ne va verso lo scudetto e l’Atalanta che rischia di cedere il suo posto alla Juventus. Il quartetto di testa è un elastico che si allunga. L’Inter resta per ora una delle pochissime certezze di questo campionato, impressionante nella sua sequenza di risultati. Tutto il resto può essere rimesso in discussione, se la Juventus vincesse a San Siro contro il Milan, dovremmo forse cominciare anche a cambiare la narrazione sulla Juve di quest’anno. Ma adesso più in là non possiamo andare.
Possiamo però constatare la frenata dell’ Atalanta, contro la Lazio al suo secondo 0-0 consecutivo. Gasperini ha chiuso la partita con un gran sorriso considerate le tante assenze e il precario stato dei suoi. Come si dice in questi casi un punto guadagnato – e soprattutto due persi dalla Lazio di Sarri – ma la classifica non sente ragioni e comunque il prezzo da pagare potrebbe essere alto.
L’Inter è la dimostrazione di un teorema classico, anzi forse due. 1) Non c’è necessità di un gioco brillante e feroce se si è più forti. 2) Se hai un grande centravanti non toglierlo mai dal campo, perché può tirarti fuori dai guai. Elementare. Lo dice il protagonista stesso, sottolineando l’atto di fiducia dell’allenatore: “Il mister è stato giocatore, capisce di calcio”. Come se in passato ci sia stato chi non l’abbia capito, e se non ricordo male con Fonseca alla Roma c’era stato qualche contrasto anche pesante.
Chi considerava lo statuario Dzeko un po’ consunto e giunto al tramonto ha ora la risposta: siamo a 12 gol, 9 in campionato e 3 in Champions League. Non sarà Immobile o Vlahovic – che in campionato ne hanno fatti praticamente il doppio – ma come centravanti di rimpiazzo reperito sul mercato l’estate scorsa dopo le note vicende va più che bene.
In queste settimane l’Inter si dimostra più forte delle altre, nonostante le sue partite un po’ traballanti, che comunque sfociano quasi sempre in vittoria: è successo con la Juve in Supercoppa e il gol al 120’ di Sanchez, è successo con l’Empoli in Coppa Italia anche questa finita ai supplementari col gol di Sensi. Alla fine è diventato un successo pure lo 0-0 di Bergamo contro l’Atalanta, essendo il Milan incappato nel pasticciaccio dello Spezia. Si sta consolidando anche la tesi che l’Inter, usando termini educati e politically correct, abbia una gran fortuna: comunque si mettano le cose ci guadagna.
E così quando a Inzaghi parlano di messaggi e segnali, lui risponde più seccamente del solito, più alla Conte che alla Inzaghi appunto. Lui solitamente così gentile, accomodante, comprensivo, misurato E’ come se il nuovo ambiente e l’aria di scudetto che comincia a sentirsi, gli stessero mutando il carattere e il modo di fare. Quello che dice è significativo: “Il segnale è che in campionato abbiamo vinto 9 delle ultime 10 partite – in realtà sono addirittura 10 delle ultime 11 ndr – abbiamo vinto una Supercoppa e conquistato i quarti di finale di Coppa Italia”. Non male no? Questo per mandare lui un messaggio, nemmeno tanto subliminale, a chi sottilizza sul gioco dell’ Inter. Che non sarà indubbiamente il circo del vecchio Barcellona, ma è comunque migliore degli altri. Soprattutto del Milan, addosso al quale l’Inter e il suo manovratore hanno scaricato tutta la tensione possibile di quella già ampiamente accumulata dovendo affrontare la Juventus, senza possibilità di rete di protezione.
Una certa mancanza di brillantezza nel gioco, Inzaghi la scarica sul campo del Meazza, ormai sempre più spelacchiato e definito “ingiocabile”. Come sia possibile che sullo stesso campo a distanza di meno di 24 ore, e dopo un calpestio già eccessivo in queste gelide serate d’inverno, si giochino prima Inter-Venezia e Milan-Juventus il giorno dopo, fa parte di quei misteri del calcio, per cui tutto ciò che ragionevolmente non viene fatto con carta e penna viene lasciato fare tranquillamente da un computer. Tra spezzatini tv e un ritmo di partite ossessivo il campo “ingiocabile” ce lo siamo giocato proprio.
Potrei anche lanciarmi nel sostenere che sarebbe meglio, proprio per evitare questi inconvenienti, che Inter e Milan avessero uno stadio ciascuno, salvando magari il Meazza dalla ruspe, ma sarebbe come tirare un rigore a porta vuota e non vado avanti perché sosterreste facilmente, con qualche ragione, che l’argomento è specioso, dispettoso e inutilmente cavilloso. Il partito della ruspa su San Siro è purtroppo maggioranza e avanza inesorabile.
SERIE A 2021 - 2022 GIORNATA N. 23 Venerdì 21 gennaio 2022 Verona - Bologna 2-1 (14' Orsolini B, 38' Caprari V, 85' Kalinic V) Sabato 22 gennaio 2022 Genoa - Udinese 0-0 Inter - Venezia 2-1 (19' Henry V, 40' Barella I, 90' Dzeko I) Lazio - Atalanta 0-0 Domenica 23 gennaio 2022 Cagliari - Fiorentina 1-1 (47' Joao Pedro C, 75' Sottil F) Napoli - Salernitana 4-1 (17' Juan Jesus N, 33' Bonazzoli S, 45' + 4' Mertens rig. N, 47' Rrahmani N, 53' Insigne rig. N) Spezia - Sampdoria 1-0 (69' Verde Sp) Torino - Sassuolo 1-1 (16' Sanabria T, 88' Raspadori S) Empoli - Roma 2-4 (24' Abraham R, 33' Abraham R, 35' Oliveira R, 37' Zaniolo R, 55' Pinamonti E, 72' Bajrami E) Milan - Juventus 20.45 *** L'Inter che se ne va verso lo scudetto e l'Atalanta che rischia di cedere il suo posto alla Juventus. Il quartetto di testa è un elastico che si allunga. L'Inter resta per ora una delle pochissime certezze di questo campionato, impressionante nella sua sequenza di risultati. Tutto il resto può essere
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Domenica 23 gennaio 2022 Cagliari – Fiorentina 12.30
Napoli – Salernitana 15.00
Spezia – Sampdoria 15.00
Torino – Sassuolo 15.00
Empoli – Roma 18.00
Milan – Juventus 20.45
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Milan-Juventus, formazioni e tv. Pioli si affida a Ibrahimovic, Allegri ha la carta Dybala
I rossoneri provano a riaprire la corsa scudetto, i bianconeri vanno a caccia di punti per la Champions. Preoccupa il campo di San Siro: si gioca due giorni consecutivi
«Non sarà decisiva» assicura Stefano Pioli. Ha ragione quando dice che «bivio e svolta sono termini che piacciono molto ai giornalisti» ma guardando classifica e scenario c’è poco da girarci intorno: fra la Juventus stasera e il derby con l’Inter del 5 febbraio il Milan si gioca un pezzo enorme di stagione. Se non è un bivio o una svolta, siamo lì. Al netto dell’errore dell’arbitro Serra, decisivo, il clamoroso fiasco con lo Spezia proprio non ci voleva: oltre ad aver maledettamente complicato la rimonta scudetto, il rischio è che intacchi la tenuta mentale di un gruppo che resta fra i più giovani dell’intero torneo. Il timore di un contraccolpo psicologico esiste. Pioli è il primo a saperlo e anche per questo ha saggiamente evitato di caricare oltremisura la sfida, almeno in pubblico. Strategia comunicativa condivisibile che però da sola non basterà: il Diavolo (non) visto nelle ultime due uscite rischia davvero grosso contro una Signora in spolvero. Serve recuperare il gioco e il ritmo messi in mostra nel segmento precedente, quello delle tre vittorie con 10 gol segnati fra Empoli, Roma e Venezia.
«La Juve difende molto bene e non riusciremo ad avere dieci occasioni da gol» aggiunge Pioli, mai vittorioso nei 18 precedenti con Allegri. Dopo il caos della vicenda Serra, si dice sereno per quanto riguarda l’arbitraggio. Rocchi aveva scelto il suo uomo più esperto, Orsato, messo però fuori causa dal Covid: al suo posto Di Bello. «Ma questa è un’altra partita, si parte dallo 0-0, l’arbitro dovrà dirigere con serenità» taglia corto il tecnico rossonero, che lunedì insieme i suoi giocatori ha dato una lezione di stile. Due i grandi attesi: Ibrahimovic e Romagnoli. «Credo che Zlatan possa essere determinante» assicura Pioli, che non ha dubbi sulla scelta del centravanti nonostante i numeri a San Siro siano tutti a favore di Giroud, 5 gol su 5 al Meazza. Zlatan invece in casa non la butta dentro da più di quatto mesi: era ancora estate, 12 settembre, contro la Lazio. Sette reti su 8 sono arrivate in trasferta: una maledizione che va sfatata.
L’altro giocatore sul quale saranno accesi i riflettori è capitan Romagnoli, ancora in attesa di rinnovare il contratto in scadenza a giugno. La Juventus lo ha da tempo nel mirino, qualche contatto c’è già stato. Per il giocatore restare al Milan è la prima scelta, ma Maldini gli ha proposto un contratto dimezzato rispetto ai 6 milioni attuali. La trattativa è ferma. E la partita di stasera potrebbe pesare. Giocherà accanto a Kalulu, visti gli infortuni di Kjaer e Tomori. Kessie è in Coppa d’Africa, mentre Bennacer è tornato e andrà almeno in panchina. Di sicuro, dietro, il Diavolo deve rinforzarsi: per Bailly il Manchester United sta aprendo al prestito con riscatto a giugno. In attacco, al posto di Pellegri che sarà prestato al Toro, arriverà Lazetic dalla Stella Rossa: 18 anni, è costato 5 milioni di euro. Ha fisico e talento, crescere al fianco di Ibra e Giroud lo aiuterà. Il Milan guarda al futuro. Ma il presente è adesso. E stasera, decisiva o no, serve una reazione da Diavolo.
Qui Juventus
È uno strano animale questa Juventus che si è guadagnata un’altra Grande Occasione per rientrare nel gruppo delle prime quattro. La squadra di Allegri ha trovato continuità con 8 risultati utili, ha recuperato dal 6 novembre 9 punti al Milan e 14 al Napoli (che ha una partita in meno) eppure ha conquistato fin qui appena 3 punti su 15 contro le quattro avversarie che la precedono (Inter, Milan, Napoli e Atalanta), non ruba mai l’occhio, non ha mai giocato novanta minuti interi ad alto livello, è lontana dal podio in praticamente tutte le statistiche di gruppo e individuali, solo Dybala con 25 tiri in porta è tra i migliori cinque del torneo.
Insomma, il bivio è chiaro: la Juve, che dal punto di vista atletico è in crescita, ha ancora margini di miglioramento e può dare una svolta decisa alla sua stagione con una vittoria a San Siro; perdere invece significherebbe continuare a restare nel limbo e vivere alla giornata, aspettando magari che il vero cambio di marcia arrivi dal mercato, anche se Allegri continua a ripetere che «la rosa è questa e rimarrà questa» e si capirà presto se è una frase di circostanza, come spera il vasto popolo bianconero, oppure no. Allegri butta la palla in tribuna anche di fronte alle critiche espresse da Dybala e De Ligt al gioco della Juve, dopo la vittoria di otto giorni fa con l’Udinese: «Ci sono anche gli avversari» e «Nel calcio vale tutto e il contrario di tutto, ognuno deve fare il suo dietro e davanti» non sembrano grandi aperture a un cambio di passo nella strategia. Non a caso la coppia Locatelli-Arthur, che così bene ha fatto in Coppa Italia con la Samp, non dovrebbe essere riproposta.
Del resto Allegri si muove «un passo alla volta»: ha sistemato la fase difensiva (e stasera ritrova Chiellini titolare), ha iniziato a fare risultati con le squadre che stanno sotto alla Juve e stasera cerca il passaggio al livello successivo, tenendo conto che dopo la sosta lo aspettano Verona, Atalanta e Torino, tre avversarie battagliere. Ma è abbastanza palese che il tecnico conti fino a un certo punto su certi elementi, dato che continua a ripetere che la sua squadra «ha tanti giocatori tra 20 e 23 anni che devono fare esperienza». Tenendo conto che il Milan di Leao (22), Tonali (21), Diaz (22) , ha un’età media inferiore di un paio di anni «ma ha lavorato bene e scelto buoni giocatori, che poi alla fine fanno la differenza», si capisce che Max fatica a ricavare di più da Kean e Kulusevski. E sogna il 22enne Vlahovic.
«Stiamo vivendo un buon momento ma il percorso è ancora lungo — sottolinea Allegri — . Questo è un match importante per la classifica e bisogna fare bene, però non andiamo tanto in là con le cose. Non sarà semplice fare un buon risultato, il Milan è in lotta per lo scudetto, non muore mai, noi invece dobbiamo rimanere attaccati per arrivare a febbraio nella migliore condizione di classifica. Parlare di scudetto significherebbe raccontare cose che non hanno senso». Ma la risalita non si può fermare.
Probabili formazioni
Milano, ore 20.45 Milan (4-2-3-1): 16Maignan; 2 Calabria, 20 Kalulu, 13 Romagnoli, 19 Hernandez; 8 Tonali, 33 Krunic; 30 Messias, 10 Diaz, 17 Leao, 11 Ibrahimovic Juventus (4-4-2); 1 Szczesny; 2 De Sciglio, 4 De Ligt, 3 Chiellini, 12 Alex Sandro; 11 Cuadrado, 27 Locatelli, 25 Rabiot, 14 McKennie; 9 Morata 10 Dybala
Arbitro: Di Bello
Tv: ore 20.45 Dazn
CorSera
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forse, tra mille inverni
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