Commisso querela la Gazzetta dello Sport
Dopo gli scontri delle ultime settimane e gli attacchi, tra gli altri, alla famiglia Agnelli e all’Inter, il patron della Fiorentina Rocco Commisso ora attacca anche la Gazzetta dello Sport. Il quotidiano, edito da RCS Mediagroup di proprietà di Urbano Cairo (proprietario anche del Torino), è infatti finito al centro di uno scontro legale con l’imprenditore statunitense, che lo scorso maggio ha infatti querelato la “Rosea” per un editoriale a firma del vicedirettore Andrea Di Caro.
Come riportato da Il Fatto Quotidiano, a dicembre la Procura di Cagliari (in Sardegna viene stampata la prima copia del quotidiano) ha chiuso le indagini preliminari per il procedimento. Tutto nasce dalla conferenza stampa-show di Commisso il 14 maggio scorso, quando il patron della Fiorentina, in versione fiume in piena, aveva attaccato anche i media e la stessa Gazzetta dello Sport: “Ditemi che ha fatto anche il Torino, che c’è quel genio che capisce di calcio, il proprietario della Gazzetta”. Il giorno seguente, Andrea Di Caro, vicedirettore del quotidiano sportivo, aveva replicato con un editoriale, concluso con la frase: “Commisso non si offenda, faccia come noi che preferiamo riderci su”.
Commisso tuttavia ha scelto una strada diversa. Il patron della Fiorentina ha infatti scelto di querelerare il quotidiano per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa, ritenendo “apertamente denigratori e discriminatori” i toni usati. Un passaggio in particolare, spiega Il Fatto Quotidiano, è quello che ha scatenato la reazione di Commisso, ovverosia quand viene ridotto a macchietta venendo inoltre apostrofato come “don Rocco”: “Più che da un gangster movie di Coppola o Scorsese, sembra uscito da un film poliziottesco all’italiana di Serie B”.
Per Commisso inoltre la Gazzetta ha “offeso la reputazione dell’intera comunità italoamericana, che quotidianamente si batte per sradicare l’orribile stereotipo che associa lo stigma della criminalità organizzata ai nostri connazionali d’Oltreoceano”. Inoltre, la frase “Commisso ricorda una certa brutta Italia, che preferiamo resti solo nei vecchi film”, secondo il patron viola sarebbe un chiaro riferimento alla mafia, in un accostamento “allusivo inaccettabile e offensivo”.
Calcio e Finanza
Dopo gli scontri delle ultime settimane e gli attacchi, tra gli altri, alla famiglia Agnelli e all’Inter, il patron della Fiorentina Rocco Commisso ora attacca anche la Gazzetta dello Sport. Il quotidiano, edito da RCS Mediagroup di proprietà di Urbano Cairo (proprietario anche del Torino), è infatti finito al centro di uno scontro legale con l’imprenditore statunitense, che lo scorso maggio ha infatti querelato la “Rosea” per un editoriale a firma del vicedirettore Andrea Di Caro.
Come riportato da Il Fatto Quotidiano, a dicembre la Procura di Cagliari (in Sardegna viene stampata la prima copia del quotidiano) ha chiuso le indagini preliminari per il procedimento. Tutto nasce dalla conferenza stampa-show di Commisso il 14 maggio scorso, quando il patron della Fiorentina, in versione fiume in piena, aveva attaccato anche i media e la stessa Gazzetta dello Sport: “Ditemi che ha fatto anche il Torino, che c’è quel genio che capisce di calcio, il proprietario della Gazzetta”. Il giorno seguente, Andrea Di Caro, vicedirettore del quotidiano sportivo, aveva replicato con un editoriale, concluso con la frase: “Commisso non si offenda, faccia come noi che preferiamo riderci su”.
Commisso tuttavia ha scelto una strada diversa. Il patron della Fiorentina ha infatti scelto di querelerare il quotidiano per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa, ritenendo “apertamente denigratori e discriminatori” i toni usati. Un passaggio in particolare, spiega Il Fatto Quotidiano, è quello che ha scatenato la reazione di Commisso, ovverosia quand viene ridotto a macchietta venendo inoltre apostrofato come “don Rocco”: “Più che da un gangster movie di Coppola o Scorsese, sembra uscito da un film poliziottesco all’italiana di Serie B”.
Per Commisso inoltre la Gazzetta ha “offeso la reputazione dell’intera comunità italoamericana, che quotidianamente si batte per sradicare l’orribile stereotipo che associa lo stigma della criminalità organizzata ai nostri connazionali d’Oltreoceano”. Inoltre, la frase “Commisso ricorda una certa brutta Italia, che preferiamo resti solo nei vecchi film”, secondo il patron viola sarebbe un chiaro riferimento alla mafia, in un accostamento “allusivo inaccettabile e offensivo”.
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