Dybala, Juve e un contratto che non si firma mai: Marotta e Conte ci pensano
L’accordo tra la società e il numero 10 c’è ma le punzecchiature dell’a.d. Arrivabene possono aprire altri scenari. Anche l’agente anomalo (amico di famiglia ed ex concessionario) ha contribuito a far slittare le firme
Pensavo fosse amore invece era Dybala. Il numero 10 sulla maglia della Juventus, un rendimento condizionato dagli infortuni, un contratto scaduto il 31 dicembre , un altro che è pronto da ottobre ma fino a febbraio non verrà firmato, per il gioco delle parti e delle necessità di bilancio. E poi i grandi gol (vedi Roma), le grandi panchine, come quella di mercoledì sera, dalle quali non è sempre automatico alzarsi con la bacchetta magica. E soprattutto le grandi paternali di Maurizio Arrivabene all’argentino — doverose o mirate a seconda dei gusti — che rappresentano ormai una mini serie a puntate all’interno di uno sceneggiato più grande, quello di una società che per dieci anni ha dominato in Italia dal punto di vista economico e tecnico, ma ha dissipato tutto il vantaggio. Uno dei rischi, in questa fase molto delicata, è quello di fare qualche regalo più grave dell’errore di Alex Sandro al 120’ della Supercoppa, che ha riportato il trofeo nella bacheca dell’Inter. Dybala e il suo entourage sono delusi per il ritardo nella firma del contratto e non sono certo contenti di essere presi di mira in pubblico con questa frequenza, anche se poi arrivano puntuali rassicurazioni in privato.
Tra le due parti c’è stata una stretta di mano a inizio ottobre, ma non c’è nulla di già firmato e Dybala dall’1 gennaio è libero di sottoscrivere un accordo a parametro zero con un’altra squadra. Di questo passo rischia di non essere più solo una questione di un milione in più o in meno (l’accordo di ottobre prevede 8 più 1,5 di bonus) e nemmeno di durata, prevista fino al 2026 con un investimento quindi vicino ai 40 milioni netti.
Per ora, almeno da parte del giocatore, non ci sono ripensamenti. Ma se la Juve dovesse giocare al ribasso, potrebbero subentrare l’orgoglio e soprattutto l’interesse di altre squadre, nessuna delle quali finora si è mai fatta viva a certe cifre. In quel caso lo scenario può cambiare: l’Inter di Marotta, il Tottenham di Conte, due ex juventini innamorati di Dybala e pronti a fare uno sgarbo a Madama, ma anche il Barcellona e l’Atletico, stanno alla finestra. In attesa di capire cosa succede in casa Juve.
L’ultima risposta sul tema da parte dell’a.d. Arrivabene è arrivata mercoledì, alla domanda se si fosse confrontato con Dybala: «Non mi confronto con nessuno, dico quello che penso. Voglio vedere carattere, grinta e voglia di vincere. Chi porta il numero 10 nella Juve deve rendersi conto del peso che ha questo numero per noi. Il discorso che ho fatto su di lui vale per tutti». Anche tre giorni prima all’Olimpico, sul rallentamento per il rinnovo, Arrivabene aveva espresso il suo pensiero senza filtri, che per certi versi sembra una boccata di aria fresca in questo calcio: «Noi abbiamo detto che ci saremmo seduti di nuovo con i giocatori a febbraio, anche per prenderci il tempo di valutare. Ognuno deve guadagnarsi il proprio posto in squadra e deve dimostrare il valore che gli si dà». Prima di Natale invece era arrivata un’altra bacchettata, rivolta anche a De Ligt: «Al giorno d’oggi l’attaccamento alla maglia da parte di molti giocatori è un pochino in forma minore rispetto all’attaccamento che hanno per i loro procuratori».
Dybala mercoledì si è preso una censura da Instagram per una foto sexy con la fidanzata Oriana Sabatini (nipote della grande tennista Gabriela), un fatto che può segnare un passaggio più «aggressivo» nell’uso della propria immagine, già molto popolare: su quel social ha 45 milioni di followers, appena 6 in meno della Juve. Dal 2017 l’argentino è assistito dall’amico di famiglia Jorge Antun, agente anomalo (di mestiere vendeva auto) e con qualche ritardo burocratico da colmare, come la domiciliazione in Italia e il riconoscimento come agente Fifa da parte del Coni: anche questo ha causato lo slittamento delle firme e non è detto che con un altro procuratore tutto sarebbe stato già risolto. Nell’attesa, di fronte a prestazioni intermittenti, è lecito chiedersi se Paulo è all’altezza dell’aumento chiesto. E se la Juve vuole ricostruire la rinascita attorno a lui. C’è un mese di tempo per le risposte. E per capire se è vero amore.
CorSera
L’accordo tra la società e il numero 10 c’è ma le punzecchiature dell’a.d. Arrivabene possono aprire altri scenari. Anche l’agente anomalo (amico di famiglia ed ex concessionario) ha contribuito a far slittare le firme
Pensavo fosse amore invece era Dybala. Il numero 10 sulla maglia della Juventus, un rendimento condizionato dagli infortuni, un contratto scaduto il 31 dicembre , un altro che è pronto da ottobre ma fino a febbraio non verrà firmato, per il gioco delle parti e delle necessità di bilancio. E poi i grandi gol (vedi Roma), le grandi panchine, come quella di mercoledì sera, dalle quali non è sempre automatico alzarsi con la bacchetta magica. E soprattutto le grandi paternali di Maurizio Arrivabene all’argentino — doverose o mirate a seconda dei gusti — che rappresentano ormai una mini serie a puntate all’interno di uno sceneggiato più grande, quello di una società che per dieci anni ha dominato in Italia dal punto di vista economico e tecnico, ma ha dissipato tutto il vantaggio. Uno dei rischi, in questa fase molto delicata, è quello di fare qualche regalo più grave dell’errore di Alex Sandro al 120’ della Supercoppa, che ha riportato il trofeo nella bacheca dell’Inter. Dybala e il suo entourage sono delusi per il ritardo nella firma del contratto e non sono certo contenti di essere presi di mira in pubblico con questa frequenza, anche se poi arrivano puntuali rassicurazioni in privato.
Tra le due parti c’è stata una stretta di mano a inizio ottobre, ma non c’è nulla di già firmato e Dybala dall’1 gennaio è libero di sottoscrivere un accordo a parametro zero con un’altra squadra. Di questo passo rischia di non essere più solo una questione di un milione in più o in meno (l’accordo di ottobre prevede 8 più 1,5 di bonus) e nemmeno di durata, prevista fino al 2026 con un investimento quindi vicino ai 40 milioni netti.
Per ora, almeno da parte del giocatore, non ci sono ripensamenti. Ma se la Juve dovesse giocare al ribasso, potrebbero subentrare l’orgoglio e soprattutto l’interesse di altre squadre, nessuna delle quali finora si è mai fatta viva a certe cifre. In quel caso lo scenario può cambiare: l’Inter di Marotta, il Tottenham di Conte, due ex juventini innamorati di Dybala e pronti a fare uno sgarbo a Madama, ma anche il Barcellona e l’Atletico, stanno alla finestra. In attesa di capire cosa succede in casa Juve.
L’ultima risposta sul tema da parte dell’a.d. Arrivabene è arrivata mercoledì, alla domanda se si fosse confrontato con Dybala: «Non mi confronto con nessuno, dico quello che penso. Voglio vedere carattere, grinta e voglia di vincere. Chi porta il numero 10 nella Juve deve rendersi conto del peso che ha questo numero per noi. Il discorso che ho fatto su di lui vale per tutti». Anche tre giorni prima all’Olimpico, sul rallentamento per il rinnovo, Arrivabene aveva espresso il suo pensiero senza filtri, che per certi versi sembra una boccata di aria fresca in questo calcio: «Noi abbiamo detto che ci saremmo seduti di nuovo con i giocatori a febbraio, anche per prenderci il tempo di valutare. Ognuno deve guadagnarsi il proprio posto in squadra e deve dimostrare il valore che gli si dà». Prima di Natale invece era arrivata un’altra bacchettata, rivolta anche a De Ligt: «Al giorno d’oggi l’attaccamento alla maglia da parte di molti giocatori è un pochino in forma minore rispetto all’attaccamento che hanno per i loro procuratori».
Dybala mercoledì si è preso una censura da Instagram per una foto sexy con la fidanzata Oriana Sabatini (nipote della grande tennista Gabriela), un fatto che può segnare un passaggio più «aggressivo» nell’uso della propria immagine, già molto popolare: su quel social ha 45 milioni di followers, appena 6 in meno della Juve. Dal 2017 l’argentino è assistito dall’amico di famiglia Jorge Antun, agente anomalo (di mestiere vendeva auto) e con qualche ritardo burocratico da colmare, come la domiciliazione in Italia e il riconoscimento come agente Fifa da parte del Coni: anche questo ha causato lo slittamento delle firme e non è detto che con un altro procuratore tutto sarebbe stato già risolto. Nell’attesa, di fronte a prestazioni intermittenti, è lecito chiedersi se Paulo è all’altezza dell’aumento chiesto. E se la Juve vuole ricostruire la rinascita attorno a lui. C’è un mese di tempo per le risposte. E per capire se è vero amore.
CorSera
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