Gli arbitri dei gol annullati a Milan e Atalanta assolti dai capi: «Decisioni giuste, seguite le direttive»
Per il designatore Rocchi e il presidente Aia Trentalange gli episodi sono simili e le scelte di Massa e Irrati corrette, in piena linea con i dettami internazionali. Unico neo: la mancata «on field review» a Bergamo
Promossi a pieni voti. Il Milan protesta, il mite Pioli per una volta alza la voce, ma i vertici arbitrali hanno un’idea opposta rispetto ai rossoneri dopo Milan-Napoli 0-1 di domenica 19 dicembre: a loro avviso, è stato giusto annullare il gol di Kessie per fuorigioco di Giroud. Tant’è vero che nessuno dei due protagonisti di quella decisione — né Massa che era in campo, né Di Paolo che si trovava in sala Var — è stato fermato per la giornata di campionato che comincia martedì (saranno entrambi davanti al video, uno per Roma-Samp, l’altro per Venezia-Lazio). Ma com’è possibile che un calciatore a terra, impotente di fronte all’azione che gli si stava sviluppando davanti, abbia potuto interferire? Davvero non ci sono differenze con quanto accaduto a Bergamo sabato 18, dove l’autorete di Cristante è stata cancellata per il fuorigioco di Palomino che incombe alle sue spalle?
Per il designatore Rocchi, gli episodi di Milan-Napoli e Atalanta-Roma sono simili e assimilabili. E, alla fine, è stata presa la decisione corretta in entrambe le circostanze. Il motivo di questa sua convinzione nasce dal fatto che, secondo le linee guida internazionali, un calciatore in fuorigioco interferisce sempre con l’azione nel caso in cui ci sia contatto fisico con l’avversario; in tali circostanze, l’offside va punito. Un indirizzo preso per facilitare il compito agli arbitri, limitando la discrezionalità dei giudizi anche su fuorigioco passivo e attivo.
Il designatore Rocchi è stato convinto della bontà delle decisioni di Irrati a Bergamo e di Massa a Milano fin dal primo momento, ma si è comunque confrontato con i vertici internazionali (Collina per la Fifa, Rosetti per l’Uefa) e con i dirigenti di altri paesi: ha avuto conferma da tutti che le scelte in questi due casi fossero giuste.
Semmai è sbagliato il percorso attraverso il quale si è arrivati all’annullamento del gol dell’Atalanta, perché sarebbe stata necessaria l’«on field review», la revisione dell’azione al monitor da parte dell’arbitro, trattandosi di una valutazione soggettiva e non oggettiva qual è un semplice fuorigioco. Ma qui è intervenuta un’errata comunicazione tra Nasca al Var e Irrati in campo, perché — è questo il retroscena — il primo ha semplicemente comunicato al secondo: «È fuorigioco», senza specificare la dinamica dell’azione.
Da qui nasce l’errore di Irrati, il quale non è andato a rivedere l’azione e poi ha dato una spiegazione non corretta a Gasperini. I vertici degli arbitri, pur se indispettiti per i toni dell’allenatore dell’Atalanta, riconoscono le sue ragioni, non a caso hanno fermato Nasca per questo turno di campionato. Ma l’esito dell’on field review avrebbe comunque portato all’annullamento: percorso errato, risultato giusto.
CorSera
Per il designatore Rocchi e il presidente Aia Trentalange gli episodi sono simili e le scelte di Massa e Irrati corrette, in piena linea con i dettami internazionali. Unico neo: la mancata «on field review» a Bergamo
Promossi a pieni voti. Il Milan protesta, il mite Pioli per una volta alza la voce, ma i vertici arbitrali hanno un’idea opposta rispetto ai rossoneri dopo Milan-Napoli 0-1 di domenica 19 dicembre: a loro avviso, è stato giusto annullare il gol di Kessie per fuorigioco di Giroud. Tant’è vero che nessuno dei due protagonisti di quella decisione — né Massa che era in campo, né Di Paolo che si trovava in sala Var — è stato fermato per la giornata di campionato che comincia martedì (saranno entrambi davanti al video, uno per Roma-Samp, l’altro per Venezia-Lazio). Ma com’è possibile che un calciatore a terra, impotente di fronte all’azione che gli si stava sviluppando davanti, abbia potuto interferire? Davvero non ci sono differenze con quanto accaduto a Bergamo sabato 18, dove l’autorete di Cristante è stata cancellata per il fuorigioco di Palomino che incombe alle sue spalle?
Per il designatore Rocchi, gli episodi di Milan-Napoli e Atalanta-Roma sono simili e assimilabili. E, alla fine, è stata presa la decisione corretta in entrambe le circostanze. Il motivo di questa sua convinzione nasce dal fatto che, secondo le linee guida internazionali, un calciatore in fuorigioco interferisce sempre con l’azione nel caso in cui ci sia contatto fisico con l’avversario; in tali circostanze, l’offside va punito. Un indirizzo preso per facilitare il compito agli arbitri, limitando la discrezionalità dei giudizi anche su fuorigioco passivo e attivo.
Il designatore Rocchi è stato convinto della bontà delle decisioni di Irrati a Bergamo e di Massa a Milano fin dal primo momento, ma si è comunque confrontato con i vertici internazionali (Collina per la Fifa, Rosetti per l’Uefa) e con i dirigenti di altri paesi: ha avuto conferma da tutti che le scelte in questi due casi fossero giuste.
Semmai è sbagliato il percorso attraverso il quale si è arrivati all’annullamento del gol dell’Atalanta, perché sarebbe stata necessaria l’«on field review», la revisione dell’azione al monitor da parte dell’arbitro, trattandosi di una valutazione soggettiva e non oggettiva qual è un semplice fuorigioco. Ma qui è intervenuta un’errata comunicazione tra Nasca al Var e Irrati in campo, perché — è questo il retroscena — il primo ha semplicemente comunicato al secondo: «È fuorigioco», senza specificare la dinamica dell’azione.
Da qui nasce l’errore di Irrati, il quale non è andato a rivedere l’azione e poi ha dato una spiegazione non corretta a Gasperini. I vertici degli arbitri, pur se indispettiti per i toni dell’allenatore dell’Atalanta, riconoscono le sue ragioni, non a caso hanno fermato Nasca per questo turno di campionato. Ma l’esito dell’on field review avrebbe comunque portato all’annullamento: percorso errato, risultato giusto.
CorSera
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