Juventus, dal mercato di gennaio un centravanti: Vlahovic, Icardi o Scamacca. Com’è la situazione
La Juventus ha segnato venti gol meno dell’Inter: la società corre ai ripari. Il serbo è la prima scelta ma non vuole muoversi a gennaio, il Psg cede l’argentino solo a titolo definitivo o in prestito con obbligo di riscatto
Venti gol in meno dell’Inter, dieci in meno del Verona, perfino quattro in meno dell’Empoli e due della Samp: va bene che gli scudetti si vincono più con la tenuta della difesa che con l’esplosività dell’attacco, ma quest’anno la Juve là davanti sta esagerando. Sono addirittura dodici le squadre che hanno segnato un numero di reti superiore rispetto alle 23 dei bianconeri, troppe perché non scatti l’allarme e non venga predisposto un piano di intervento. Un progetto declinato in vario modo: tattico, psicologico, fisico. Ma i progressi dell’attacco di Allegri non possono prescindere da un altro elemento, ritenuto adesso imprescindibile non solo dall’allenatore — che già aveva insistito in questo senso durante l’estate — bensì anche dalla società: l’acquisto di un centravanti.
La storia è vecchia sei mesi. Tornato alla Juve, Allegri ha individuato nel centrocampista e nel centravanti le carenze da colmare, ma il club bianconero non sguazzava nell’oro e si è concentrato su Locatelli. Quanto all’uomo d’area — al numero 9, si sarebbe detto un tempo — tutto è stato rinviato in attesa di conoscere le decisioni di Ronaldo, benché il tecnico avesse anche indicato l’elemento ideale: Dzeko. Il quale, una volta volato via CR7, aveva però già lasciato la Roma, destinazione Inter (praticamente gratis). In fretta e furia, la Juve ha preso Kean; al di là del costo, 38 milioni complessivi, nemmeno lui è però un vero centravanti. Come non lo è Morata e tanto meno Dybala, il quale se non altro in questi giorni rinnoverà finalmente il contratto (guadagnerà 8 milioni più 2 di bonus per 5 anni).
Ora, a metà stagione, la questione si ripropone. Solo che stavolta di dubbi ce ne sono molti di meno, anche da parte della società: e centravanti sia.
Già, ma chi? La Juve deve confrontarsi di nuovo con gli intoppi finanziari, i quali sussistono nonostante la ricapitalizzazione. Il preferito — quasi scontato — è Vlahovic. L’operazione è difficilissima: il serbo non vorrebbe muoversi a gennaio, la Fiorentina è disponibile a ascoltare le offerte ma le pretese sono elevate (Commisso parte da 70 milioni). È una situazione con equilibri precari e delicati, la volontà del giocatore potrebbe smuovere le acque. La Juve intende provarci in tutti i modi, i contatti con i procuratori di Vlahovic sono continui, l’ipotesi è quella di un affare in stile-Chiesa, con pagamenti dilazionati. Tutto diventerebbe più semplice se il club bianconero riuscisse a incassare dalle cessioni e a risparmiare sugli ingaggi: da Ramsey a McKennie, da Rabiot a Kulusevski, le porte dell’addio sono aperte per (quasi) tutti.
In cerca di un centravanti pronto, la Juve in questi giorni ha contattato l’entourage di Icardi, che lascerebbe volentieri il Psg. Il club francese non vede però di buon occhio l’ipotesi di un prestito: chiede l’acquisto di Maurito a titolo definitivo oppure, al limite, il prestito con obbligo di riscatto a obiettivi raggiungibili abbastanza agevolmente. Al momento la trattativa è incagliata, ma il mercato è lungo.
Alla Juve piace parecchio Scamacca, anche se non viene ritenuto maturo e sicuro come Vlahovic. C’è qualche dubbio sull’effettiva possibilità che mantenga la sua efficacia in un club dalle grandi pressioni, comunque convincere il Sassuolo a privarsene costerebbe almeno 30 milioni, forse più. Rimane sullo sfondo Cavani: il suo contratto con lo United scade a giugno, lui vorrebbe cambiare aria a gennaio, si è offerto chiedendo un accordo per un anno e mezzo. Potrebbe finire al Barcellona.
CorSera
La Juventus ha segnato venti gol meno dell’Inter: la società corre ai ripari. Il serbo è la prima scelta ma non vuole muoversi a gennaio, il Psg cede l’argentino solo a titolo definitivo o in prestito con obbligo di riscatto
Venti gol in meno dell’Inter, dieci in meno del Verona, perfino quattro in meno dell’Empoli e due della Samp: va bene che gli scudetti si vincono più con la tenuta della difesa che con l’esplosività dell’attacco, ma quest’anno la Juve là davanti sta esagerando. Sono addirittura dodici le squadre che hanno segnato un numero di reti superiore rispetto alle 23 dei bianconeri, troppe perché non scatti l’allarme e non venga predisposto un piano di intervento. Un progetto declinato in vario modo: tattico, psicologico, fisico. Ma i progressi dell’attacco di Allegri non possono prescindere da un altro elemento, ritenuto adesso imprescindibile non solo dall’allenatore — che già aveva insistito in questo senso durante l’estate — bensì anche dalla società: l’acquisto di un centravanti.
La storia è vecchia sei mesi. Tornato alla Juve, Allegri ha individuato nel centrocampista e nel centravanti le carenze da colmare, ma il club bianconero non sguazzava nell’oro e si è concentrato su Locatelli. Quanto all’uomo d’area — al numero 9, si sarebbe detto un tempo — tutto è stato rinviato in attesa di conoscere le decisioni di Ronaldo, benché il tecnico avesse anche indicato l’elemento ideale: Dzeko. Il quale, una volta volato via CR7, aveva però già lasciato la Roma, destinazione Inter (praticamente gratis). In fretta e furia, la Juve ha preso Kean; al di là del costo, 38 milioni complessivi, nemmeno lui è però un vero centravanti. Come non lo è Morata e tanto meno Dybala, il quale se non altro in questi giorni rinnoverà finalmente il contratto (guadagnerà 8 milioni più 2 di bonus per 5 anni).
Ora, a metà stagione, la questione si ripropone. Solo che stavolta di dubbi ce ne sono molti di meno, anche da parte della società: e centravanti sia.
Già, ma chi? La Juve deve confrontarsi di nuovo con gli intoppi finanziari, i quali sussistono nonostante la ricapitalizzazione. Il preferito — quasi scontato — è Vlahovic. L’operazione è difficilissima: il serbo non vorrebbe muoversi a gennaio, la Fiorentina è disponibile a ascoltare le offerte ma le pretese sono elevate (Commisso parte da 70 milioni). È una situazione con equilibri precari e delicati, la volontà del giocatore potrebbe smuovere le acque. La Juve intende provarci in tutti i modi, i contatti con i procuratori di Vlahovic sono continui, l’ipotesi è quella di un affare in stile-Chiesa, con pagamenti dilazionati. Tutto diventerebbe più semplice se il club bianconero riuscisse a incassare dalle cessioni e a risparmiare sugli ingaggi: da Ramsey a McKennie, da Rabiot a Kulusevski, le porte dell’addio sono aperte per (quasi) tutti.
In cerca di un centravanti pronto, la Juve in questi giorni ha contattato l’entourage di Icardi, che lascerebbe volentieri il Psg. Il club francese non vede però di buon occhio l’ipotesi di un prestito: chiede l’acquisto di Maurito a titolo definitivo oppure, al limite, il prestito con obbligo di riscatto a obiettivi raggiungibili abbastanza agevolmente. Al momento la trattativa è incagliata, ma il mercato è lungo.
Alla Juve piace parecchio Scamacca, anche se non viene ritenuto maturo e sicuro come Vlahovic. C’è qualche dubbio sull’effettiva possibilità che mantenga la sua efficacia in un club dalle grandi pressioni, comunque convincere il Sassuolo a privarsene costerebbe almeno 30 milioni, forse più. Rimane sullo sfondo Cavani: il suo contratto con lo United scade a giugno, lui vorrebbe cambiare aria a gennaio, si è offerto chiedendo un accordo per un anno e mezzo. Potrebbe finire al Barcellona.
CorSera
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