Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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      Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
      Non scherziamo.
      Pio X aveva faccia.
      La faccia del prete di uccelli di rovo se dopo essere divenuto cardinale fosse salito al soglio:


      E' vero c'è una somiglianza.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
        Prima:

        Lunedì si è intrufolato a Trigoria, con una mazza: motivi ignoti. Vetri rotti e macchine danneggiate, paura per i ragazzi del vivaio. Poi è intervenuta la Polizia


        Ora:

        Follia nella notte a Roma in un bar di Fidene. Come riportato da Il Messaggero, il nonno di Gianluca Scamacca ha aggredito con un coltello un uomo all'interno


        Su wikipedia dicono che abbia una sorella. Speriamo bene.
        Sì ecco appunto mi chiedevo che razza di parenti siano capitati in sorte a sto povero Scamacca. Prima il padre e poi il nonno. Per fortuna sua il giocatore si è salvato col calcio, perchè con quegli esempi non so che strada avrebbe potuto prendere.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
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        forse, tra mille inverni
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        nella necropoli deserta»

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          Perché gli arabi non investono in Serie A

          Le parole con cui Amanda Staveley ha chiuso definitivamente le porte alla possibilità dell’acquisto dell’Inter da parte del Public Investment Fund hanno fatto scalpore. La donna d’affari, proprietaria al 10% del Newcastle con il fondo PCP Capital Partners e braccio destro del fondo sovrano dell’Arabia Saudita nell’acquisto del Newcastle, ha definito la Serie A «un disastro».

          Il Corriere dello Sport, in un articolo a firma di Alessandro Giudice, ha quindi voluto analizzare le ragioni dell’atteggiamento degli investitori arabi nei confronti del nostro campionato, spiegando così il rifiuto da parte di Staveley e del PIF.
          La prima considerazione riguarda le infrastrutture: gli stadi della Serie A sono vecchi, e non consentono di sfruttare i box office. I club italiani incassano in media 14 milioni da questa voce, contro i 28 milioni dei tedeschi, i 29 degli spagnoli e i 38 degli inglesi.

          Un’altra considerazione riguarda i diritti tv. Il fatturato medio delle società di Serie A è 100 milioni di euro inferiore a quello delle controparti inglesi, 74 milioni contro 174 milioni, e risulta inferiore anche a quello delle tedesche (82 milioni) e delle spagnole (91 milioni). Tutto questo si traduce in disparità tecnica, che amplifica a sua volta gli squilibri economici.

          Investire in Serie A: perché gli arabi no, ma gli americani sì?

          La Serie A non è comunque ignorata dai capitali stranieri. Il campionato italiano è infatti oggetto di grande interesse da parte degli investitori americani, come testimoniano le recenti operazioni di Spezia e Genoa. Perché quindi i club italiani attraggono i capitali statunitensi invece che quelli arabi?

          Il motivo risiede nel diverso approccio e nelle diverse culture imprenditoriali delle due realtà. Gli americani sono attirati dalla dimensione ridotta dell’investimento in Serie A, dove con poche decine di milioni ci si può aggiudicare un club (a differenza del Regno Unito), e credono nella capacità di prendere per mano l’azienda e ristrutturarla.

          Gli arabi hanno un approccio differente: provenendo da sistemi economici a bassa mobilità, tendono a a vedere stabili gli equilibri di mercato, quindi vedono scarse possibilità di ristrutturazione e di ascesa economica. In un investimento cercano la tenuta nel valore del tempo, consapevoli di dover ridurre la loro dipendenza dalle risorse naturali, mentre gli americani mirano a risultati economici positivi, da monetizzare rapidamente.


          Infine bisogna considerare l’aspetto “geopolitico”. Per entrare in Italia e in Unione europea, i capitali arabi sono soggetti a grosse limitazioni e complicazioni, che invece non si presentano per l’ingresso nel Regno Unito, con i quali sono più affini e di cui apprezzano l’apertura e la facilità del business.


          Calcio e Finanza
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            Nelle giovanili ci sono anche molte più femmine rispetto ad anni fa
            Cmq parliamo di cose serie, state seguendo #violination?

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              No, cos'è?
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                Una cazzata Sean, uno spazio del Twittercalcio in cui hanno rifatto delle canzoni, prendendo le frasi di marco violi
                Ma se non ci siete dentro non capite
                C'è da morire

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                • Sean
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                  All or Nothing, Amazon racconta una stagione di Juve

                  Non è una docu-serie tantomeno un docu-reality, bensì un documentario e un documento storico che "potrà essere rivisto anche fra 10 anni, perché sono storie universali". Questo è "All or Nothing: Juventus", il terzo capitolo dedicato al calcio della fortunata serie prodotta dagli Amazon Studios e che dal 25 novembre sarà disponibile in tutto il mondo su Prime Video. Dopo Manchester City e Tottenham, tocca dunque alla Juventus aprire le porte di casa per raccontare la stagione 2020-21: 40 settimane di riprese, 7000 ore di girato, almeno 40 giorni di lavoro per montare ogni puntata. "Non è stata una scelta scontata ma un'enorme sfida - precisa Nicole Morganti, Head of Italian Originals Amazon Studios -. Abbiamo iniziato a parlarne a marzo 2019: provare a convincere una società come la Juve a raccontarsi in modo inedito, chiedere di lasciarci entrare e di mettersi in gioco, l'abbiamo potuto fare solo guadagnando la loro fiducia".

                  Un prodotto inedito

                  Anche se qualche anno fa un'operazione simile venne portata avanti da Netflix, il lavoro portato a termine dagli Amazon Studios è stato unico. Oltre ad entrare negli spogliatoio e sul campo da gioco e da allenamento, gli operatori e gli autori di Prime Video hanno avuto accesso alla vita privata dei calciatori, dei dirigenti e dello staff. Per fornire un prodotto unico nel suo genere: "Siamo stati chiari fin dall'inizio, non potevamo fare qualcosa di già visto ma serviva qualcosa di inedito. Abbiamo scelto la Juve perché racconta un Paese, una squadra che va dal nord al sud, che è riconosciuta in tutto il mondo, ha fascino internazionale enorme. Per noi dava la possibilità di aprire oltre i fan dello sport. Juventus è un brand che permetteva di essere locali e internazionali, una sfida enorme dato che volevamo raccontare anche la pancia".

                  La stagione

                  Al centro del racconto c'è la Juventus di Andrea Pirlo, ma anche di Ronaldo e Bonucci, di Chiellini e Buffon. Un concentrato di emozioni che secondo gli autori non è destinato soltanto ai tifosi bianconeri ma, per l'unicità dei contenuti, strizza l'occhio a tutti gli appassionati di sport. Con la Juventus, naturalmente, al centro della scena: "Non è semplice raccontare una stagione di calcio, diciamo che è sempre piena di emozioni - spiega il vicepresidente bianconero, Pavel Nedved -. Una stagione è fatta di rapporti tra dirigenza e calciatori, tra staff e allenatore, si racconta cosa deve fare la società ogni giorno. E il prodotto finale sono le partite, abbiamo avuto tantissime vittorie ma anche sconfitte: un racconto molto bello con un allenatore esordiente, con Ronaldo in squadra, con n focus su come abbiamo affrontato le problematiche di una stagione in cui comunque abbiamo vinto due trofei su quattro". Un'occasione, la presentazione di 'All or Nothing: Juventus', per fare il punto sul momento della Vecchia Signora: "Abbiamo vinto per tanti anni poi è arrivato il momento di ringiovanire la rosa, facendo un mix di esperti come Buffon, Chiellini, Bonucci e affiancandoli ai giovani. Vogliamo proseguire a essere importanti in Italia e in Europa".

                  Entrare nella vita dei calciatori

                  Raccontare il calcio attraverso i calciatori e soprattutto con immagini inedite non è sempre un'operazione semplice. Vincere dà predisposizione, apertura nei confronti dell'esterno, mentre le sconfitte generano malumore e quindi chiusura. È un meccanismo psicologico comprensibile ma che è stato scardinato dalla fiducia conquistata dagli autori e dallo staff di Amazon Studios: "L'accesso che ci ha dato Chiellini è uguale a quello di Morata, Bonucci, Buffon - spiega Dante Sollazzo, Head of Unscripted Originals Amazon Studios -. Quando abbiamo creativamente iniziato a ragionare ci siamo posti un interrogativo: come fare un'edizione che non abbia precedenti? Abbiamo iniziato a pensare che invece di itrarre la Juve da un unico punto di vista volevamo scomporre la realtà all'interno di un grande puzzle. Il rapporto del mister con i giocatori, il rapporto da "mentore" dei senatori con i giovani. Abbiamo raccontato la società Juve, in una miriade di punti di vista da cui non manca l'aspetto dei fan". "La Juve resta un punto di riferimento indipendentemente dalle difficoltà - aggiunge Nedved -. Quale direzione prende la Juve? Il futuro è sempre quello, è nata per vincere, progetta il futuro con i giovani, il motore che ci farà vincere".

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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Amazon: «Abbiamo scelto la Juve perché rappresenta tutta Italia»

                    “Volevamo la Juventus per la docu-serie All or Nothing perché non è solo squadra di una città, per noi racconta l’intero paese. Volevamo raccontare una squadra che riesce a rappresentare tutta l’Italia dal nord al sud, che è parte delle eccellenze italiane perché è riconosciuta in tutto il mondo. È un prodotto locale con appeal internazionale enorme. Per noi Juventus voleva dire anche un certo modo di lifestyle, che va anche oltre ai fan dello sport. Juventus è un brand che per Amazon vuol dire essere locali, internazionali e transgenerazionali”. Lo ha detto Nicole Morganti, Head of Italian Originals, Amazon Studios, durante la conferenza stampa di presentazione di ‘All or Nothing: Juventus’, docu-serie Amazon.

                    “Scegliere la Juventus è tutt’altro che scelta scontata, è una enorme sfida: abbiamo parlato a marzo 2019, in ballo c’era la nostra richiesta di mettersi in gioco e cercare, giorno dopo giorno, di guadagnare la loro fiducia. In questo senso siamo stati chiari fin dall’inizio, abbiamo voluto chiarire che non volevamo fare qualcosa di già visto – ha proseguito -. È una squadra che ha una immagine anche di grande eleganza, ma noi volevamo raccontare anche la pancia, il cuore della società. È uno show che si sa come è andato a finire, è un modo per i tifosi per poter veramente vedere cosa è successo nella scorsa stagione. Le diverse letture permettono anche a chi non è tifoso della Juventus di scoprire qualcosa. Raccontiamo personaggi che saranno nella storia del calcio italiano, come Chiellini e Bonucci, non solo nella storia della Juventus”.

                    “Abbiamo voluto pensare, soprattutto con l’arrivo della Champions, a un contenuto che raccontasse una squadra in modo inedito e potesse essere un contenuto non solo per chi viene su Amazon per vedere la Champions ma che fosse un racconto più ampio. Non è uno show solo per tifosi Juve, ma per tutti. Vogliamo riuscire a creare prodotti che risuonino nel Dna di tutti, che possano piacere a bambini e nonni. Futuro? Avremo tanti altri contenuti che intratterranno i nostri spettatori, non posso dire quali. Andremo avanti con idea di raccontare mondi inesplorati, non solo raccontando passioni ma anche beniamini che sono icone per gli spettatori più giovani ma anche per generazioni più giovani”.

                    “La nostra è stata una invasione di campo”, ha aggiunto Dante Sollazzo, Head of Unscripted Originals, Amazon Studios, Italia. “Abbiamo filmato per oltre 40 settimane, con oltre 7mila ore di materiale selezionato. Per montare ogni puntata 40 giorni di lavoro assiduo. A tutto questa macchina si è aggiunto anche il Covid, che ci ha imposto di vivere in vere e proprie bolle. In un anno sono stati fatti oltre 6mila tamponi per mettere in sicurezza tutti. Una volta messa in moto la macchina produttiva, la cosa che tutti i nostri colleghi dall’estero ci han detto rappresentava la chiave di volta era lavorare sulla fiducia. Per quanto la Juve ci abbia aperto le porte da subito, è qualcosa che ci siamo guadagnati nel tempo. Siamo stati discreti, è facile sorridere in un momento facile, meno quando si arriva dauna sconfitta. Se all’inizio eravamo noi a chiedere accesso, col tempo i giocatori e i dirigenti erano loro ad aprirci le porte. Ogni singolo frame racconta accesso unico, a partire dai giocatori fino all’ultima persona che lavora alla Juventus.

                    “Invece che ritrarre la Juve da un unico punto di vista, abbiamo pensato di raccontare diversi punti di vista all’interno di un grande puzzle. Vedrete il rapporto con il mister ma anche il rapporto di mentore dei calciatori, la dirigenza, le persone che lavorano dietro le quinte, e in questa miriade non poteva mancare un altro tassello: se la Juve è la squadra più seguita in Italia, lo è anche grazie ai tifosi. Abbiamo voluto aprire finestre su vite dei tifosi, oltre al cliché dei tifosi sfegatati. Aver messo insieme tutte queste storie credo restituisca quadro completo, questo prodotto è un documentario, un documento storico, che potrà avere la stessa valenza anche tra 10 anni. Abbiamo raccontato storie universali, non bisogna essere tifosi Juve per amare All or Nothing: Juventus”.

                    Svizzera boicottaggio Mondiali, «Il Qatar ha una delle più orribili legislazioni anti-queer del mondo e più di 6.500 persone sono morte»
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                    • Sean
                      Csar
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                      Obiettivamente un bel colpo no?

                      Caso vuole che sia stata ripresa la stagione meno fortunata delle ultime 10, la prima senza aver vinto il titolo (ma due coppe domestiche sì comunque)...e quindi non me la vedrò su Amazon ma se rilasciano il dvd (o se si potrà acquistare scaricandola, non so come funzioni la faccenda) me la compro.
                      ...ma di noi
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                        Originariamente Scritto da cri pv Visualizza Messaggio
                        nelle giovanili ci sono anche molte più femmine rispetto ad anni fa
                        cmq parliamo di cose serie, state seguendo #violination?
                        so la no!

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                        • CRI PV
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                          Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                          so la no!
                          la raggi ha detto no

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                          • fede79
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                            @Fabi, @Cesko, @Marco83, abbiamo mangiato merda per anni, ma è l'ora del riscatto: fatece largo anfami!!!!!!

                            Il database di Football Manager: la Roma sarà vincente nei prossimi 25 anni


                            Il gioco ha simulato il prossimo quarto di secolo. Tanti saranno i trionfi per i giallorossi

                            Nel videogioco FootballManager, sono stati immaginati i prossimi 25 anni di calcio. Come tutti o quasi tutti sanno, il database di FM è diventato uno strumento vero e proprio nelle mani delle reti di scouting dei principali club. Qualcuno si è addirittura guadagnato una posizione da analista in Serbia, al FK Bežanija, in parte grazie alle sue capacità su FM. Come riporta la gazzetta.it , i nerazzurri vinceranno i prossimi 2 titoli, ma la Roma vincerà nella stagione 23/24 seguita dai rossoneri di Pioli. Poi tornerà ancora la Juventus a vincere, ma i giallorossi vinceranno per altre 10 volte fino al 2025, di cui 7 consecutivamente. Addirittura una Champions nella stagione 2029/2030. Secondo questo giochino virtuale, la Roma tornerà a vincere nel 2045/2046.Come ha fatto la Roma a diventare gigante della Serie A? Può ringraziare in parte Roberto Piccoli (attualmente in forza all'Atalanta), che ha vinto il titolo di capocannoniere per cinque anni.
                            sigpic
                            Free at last, they took your life
                            They could not take your PRIDE

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                            • cesko92
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                              • Dec 2009
                              • 10492
                              • 760
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                              • In da hood (East Coast)
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                              Dajeeee
                              Originariamente Scritto da Sean
                              faccini, kazzi, fike, kuli
                              cesko92 [at] live.it

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