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CR7 non è che ha perso la testa, ma aveva capito che la juve quest'anno sarebbe stata poca cosa e quindi ha manifestato la volontà di andarsene
Ma proprio perchè una squadra è un composto di giocatori che con lui, se fosse rimasto, la Juve sarebbe stata meno "poca cosa" perchè certo avrebbe aiutato...ma ha deciso diversamente e ormai è acqua passata.
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Comunque non riuscire a limitare lammerda (intesa come roba che non ti aiuta, altrimenti è bona e grazie ar cazz0), da professionisti e in un calcio dove ormai la parte fisica è dominante...vor dì che sei veramente stronzo.
Sottolineo "limitare" eh, non diventare dei monaci o Cristiano Ronaldo.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Le grandi manovre del calcio TV e l’operazione di DAZN che vuol far aumentare gli abbonamenti, impedendo la doppia visione su apparecchi diversi per la stessa utenza. La realtà è che il calcio tv è da anni una giungla impercorribile, dove l’utente si perde ed è costretto ogni volta a cambiare abbonamento e pagare assai più del necessario. La politica ha lasciato che tutto questo avvenisse e alla fine l’utente è il più penalizzato. Ma il calcio non è un bene necessario, è un bene superfluo. Il boom degli anni 80 avvenne senza che ci fosse il campionato in diretta TV, e se è vero che oggi DAZN ha due milioni di abbonati vuol dire che ci sono almeno altri dieci milioni di appassionati e tifosi che tutto sommato riescono ancora a farne a meno e si accontentano delle sintesi delle tv generaliste. Compriamo dieci partite a settimana per guardarne alla TV due o tre al massimo. Insomma, DAZN fa quello che vuole, ma anche noi abbiamo siamo diventati parecchio viziati…
Nessuno di noi, credo, possa fare a meno del calcio, ma tutti, credo ancora, si possa fare a meno del calcio in diretta TV a ogni minuto. E’ una grande rinuncia, certo, ma il calcio non è un bene necessario, è un bene superfluo, e se ne può usufruire comunque in maniera ridotta. Il periodo più importante e brillante del calcio moderno – mi riferisco agli anni 80 – è stato attraversato con una enorme passione popolare, senza vedere tutte le partite del campionato in diretta TV. Anzi, nemmeno una.
Non è una notazione nostalgica è semplicemente un dato di fatto ancora molto attuale. Le ricerche fatte negli ultimi anni hanno evidenziato come i giovani non si sentano particolarmente attratti in TV da spettacoli di calcio lunghi 90?, ma preferiscano magari ampie sintesi. E se è vero che DAZN ha circa 2 milioni di abbonati, vuol dire che ce ne è almeno il quintuplo o anche molto di più, che di tutto il campionato in diretta TV fa già a meno.
A me non stupisce molto che DAZN faccia manovre sulle clausole del contratto in corso, le pianifichi o anche solo le pensi (vediamo come va a finire questa storia), mi scandalizza di più come l’intero settore del calcio TV sia la giungla del liberismo più sfrenato e rapace e che la politica sotto questo profilo non abbia fatto assolutamente nulla. L’utente viene sbattuto da un fornitore di servizi all’altro, il tifoso rimane invischiato in una sabbia mobile di abbonamenti vecchi e nuovi, per cui alla fine lascia soldi un po’ a tutti. A DAZN, a Sky, ad Amazon e così via. Perché tanto ognuno ti dà un pezzo di calcio e l’utente paga molto, ma molto di più del necessario.
Detto questo se non siamo capaci di fare a meno di Tutto il calcio in diretta TV minuto per minuto, non c’è salvezza. Per guardare una, due, tre partite buone a settimana – quante ne può guardare una persona normale, che non abbia un interesse maniacale o professionale sul calcio? – paghiamo per intero almeno altre sette o otto partite che non vedremo mai, ma delle quali – pur avendole già pagate – ci informeremo tramite i normali highlights che forniscono quasi tutte le TV generaliste e ormai anche molti siti internet. Gratuitamente. In cambio di pubblicità ovviamente.
La concorrenza tra fornitori telefonici ha fatto scendere negli anni le tariffe, nel calcio TV no. La concorrenza tra i vari network esiste, ma senza beneficio alcuno per il tifoso. Proprio perché il servizio fornito è unico e viene fatto furbescamente rimbalzare dalla Lega di Serie A da un network tv all’altro, per lucrarne di più ma esponendolo anche a rialzi di tariffe, scomodità, défaillance tecniche, disservizi e manovre che penalizzano sempre più l’utente. Se ti capita con la linea internet o il telefono cambi fornitore e amen, cercando un servizio e una tariffa migliore. Nel calcio è molto più complicato, rischi di non riuscire a guardare la partita che ti interessa e quindi finisci per pagare un prezzo assolutamente fuori mercato. Semplicemente perché compri qualcosa di molto superiore al tuo necessario.
Dunque prendiamocela sicuramente con DAZN se ci chiede di raddoppiare l’abbonamento per il solo fatto di voler guardare la stessa partita insieme a un figlio che abita lontano, condizione che inizialmente aveva consentito e addirittura pubblicizzato esplicitandolo nel contratto. Ma prendiamocela anche con noi stessi che non sappiamo rinunciare al superfluo, che siamo diventati così viziati. La maggior parte del calcio TV lo paghiamo senza mai guardarlo. E’ come se ogni giorno comprassimo dal fornaio dieci michette (o rosette) di pane per poi mangiarne due, una pranzo e una a cena. E tutte le altre buttarle via.
Nessuno di noi, credo, possa fare a meno del calcio, ma tutti, credo ancora, si possa fare a meno del calcio in diretta TV a ogni minuto. E' una grande rinuncia, certo, ma il calcio non è un bene necessario, è un bene superfluo, e se ne può usufruire comunque in maniera ridotta. Il periodo più importante e brillante del calcio moderno - mi riferisco agli anni 80 - è stato attraversato con una enorme passione popolare, senza vedere tutte le partite del campionato in diretta TV. Anzi, nemmeno una. Non è una notazione nostalgica è semplicemente un dato di fatto ancora molto attuale. Le ricerche fatte negli ultimi anni hanno evidenziato come i giovani non si sentano particolarmente attratti in TV da spettacoli di calcio lunghi 90', ma preferiscano magari ampie sintesi. E se è vero che DAZN ha circa 2 milioni di abbonati, vuol dire che ce ne è almeno il quintuplo o anche molto di più, che di tutto il campionato in diretta TV fa già a meno. A me non stupisce molto che DAZN faccia
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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Pioli e il Milan, il rinnovo: due anni (più uno), stipendio raddoppiato
Firmerà un biennale fino a 4 milioni. Al tecnico il premio Liedholm: «Voglio restare a lungo, cresciamo insieme»
La strada sterrata che conduce a Villa Boemia, dove mercoledì a un emozionatissimo Stefano Pioli è stato meritatamente assegnato il premio dedicato alla memoria del grande Niels Liedholm, è in salita e piena di buche esattamente come quella per lo scudetto. In campionato il sentiero è quello giusto e il derby è stato solo l’ennesima dimostrazione del fatto che il Milan ha tutto per arrivare fino in fondo, ma per stappare le bottiglie che aspettano ormai dal 2011, anno dell’ultimo tricolore, è ancora presto. E il primo a saperlo è proprio il tecnico rossonero, che anche nel corso della cerimonia di premiazione andata in scena nella tenuta in mezzo ai vigneti di Barbera e Grignolino in cui il Barone si spense il 5 novembre del 2007, ha voluto ribadire il concetto: «Possiamo crescere tanto, siamo più consapevoli e maturi, ma dobbiamo essere ancora più squadra nelle difficoltà e nel saper chiudere le partite quando c’è occasione. Il nostro è un percorso iniziato due anni fa, speriamo dia presto i suoi frutti. Ma ci vogliono tempo e cura».
Esattamente come per il vino, anche le squadre di calcio — specie quelle più giovani — hanno bisogno di lavoro e pazienza, ma soprattutto di progettualità. Ragione per la quale il Milan ha scelto senza indugi di accordare una fiducia a lungo termine a Pioli, il cui contratto scade a giugno. Sono giorni caldissimi per il rinnovo, di fatto siamo ai dettagli: l’allenatore di Parma firmerà un biennale — con un’opzione per un terzo anno — fino al 2024 e avrà un netto aumento di stipendio rispetto ai 2,5 milioni di euro attuali. Con i premi arriverebbe a guadagnarne fra i 3,5 e i 4, una crescita sostanziosa che però tutti all’interno di proprietà e dirigenza ritengono più che corretta: nei suoi due anni da rossonero Pioli ha conquistato tutti col suo lavoro ma anche col suo garbo, dimostrando di essere perfettamente all’altezza di un incarico per niente semplice. Anche se in molti se ne sono scordati o fanno finta, all’inizio della sua avventura sui social i «#pioliout» abbondavano. Arrivando a riportare il Milan in Champions a distanza di sette anni aveva tutto il diritto di levarsi qualche sassolino, ma non l’ha fatto: l’ennesima prova di signorilità dell’ex Normal One che ha conquistato tutti, dall’a.d. Gazidis ai tifosi che prima di ogni partita a San Siro cantano in coro il suo nome sulle note della canzone Freed from Desire.
«C’è piena sintonia con il club, una sinergia perfetta per fare un grande lavoro condividendo le stesse ambizioni e motivazioni, c’è la volontà di continuare insieme, io spero di restare a lungo» ha ammesso Pioli, che dopo aver ricevuto il premio dalle mani del nipote di Liedholm ha ricambiato con una maglia rossonera, la 11 di Ibrahimovic. Lo svedese è stato convocato dalla sua Nazionale, ma il tecnico non è preoccupato dall’ulteriore carico di lavoro: «Sono contento che sia in Nazionale perché sta bene, non temo la sua stanchezza, è un campione e la gara con la Spagna è lontana dalla nostra prossima gara. Le esperienze con Zlatan sono positive e hanno fatto crescere tutta la squadra».
Per Pioli anche i video-messaggi di Ancelotti, Del Bosque, Ranieri, tre grandi colleghi che hanno sottolineato le sue qualità e i risultati del suo lavoro. Non poteva ovviamente mancare poi un paragone con Liedholm, che in una statistica Pioli ha superato proprio col pari nel derby: questo è l’avvio migliore della storia del Milan, 10 vittorie e 2 pareggi, meglio anche di Ancelotti 2003, Capello ’92 e Liedholm ’64. «Il Barone era passione, saggezza ed eleganza, cerco nel mio piccolo di portare avanti gli stessi valori — le parole dell’allenatore di Parma —. Cerco di essere me stesso, dando tutto, ho l’equilibrio necessario in un ambiente in cui si è spesso troppo bravi o troppo scarsi».
Le affinità non sono però solo caratteriali: come il grande svedese, anche il suo attuale erede sulla panchina del Diavolo cerca un calcio elegante, propositivo e vincente. Liedholm conquistò lo scudetto della stella, nel ’79, ora tocca a Pioli. La strada, come detto, somiglia a questi sentieri del Monferrato: suggestivi, incantevoli, ma anche lunghi e a volte scomodi. Il prossimo mese sarà già uno snodo chiave: Fiorentina, Sassuolo, Genoa, Salernitana e Udinese prima dello scontro diretto col Napoli di Spalletti il 19 dicembre a San Siro. Sterrati o no, è l’ora di accelerare.
CorSera
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Italia-Svizzera, qualificazioni Mondiali: il discorso di Mancini e Vialli, oltre il ko di Chiellini
Chiellini è ko dopo il forfait di Immobile, ma il ct ha già pronto il piano per andare ai Mondiali: pressing alto, inserimenti di Barella e Locatelli, cambi di gioco e (forse) Belotti. Altrimenti c’è il tridente leggero
Senza Immobile e adesso anche senza Chiellini, il capitano della squadra, il leader dello spogliatoio. L’avvicinamento alla partita con la Svizzera, decisiva per prenotare il viaggio in Qatar tra dodici mesi, è una strada piena di trappole. L’ultimo allenamento a Coverciano, prima del trasferimento a Roma, ha rovesciato un’altra volta i pensieri e le idee di Roberto Mancini che, a conti fatti, dovrà fare a meno di quattro titolari (Spinazzola e Verratti non sono stati neppure convocati).
Ma non è il momento di piangersi addosso. Il c.t. e Vialli hanno parlato alla squadra, ricordando che l’Italia non è diventata campione d’Europa per caso e che il gruppo deve essere più forte delle disavventure. Siamo padroni del nostro destino. Anche la Svizzera, peraltro, è condizionata dagli infortuni. Il piano per vincere all’Olimpico, stavolta quasi pieno con 52 mila spettatori, è pronto. L’ultima volta è stato 3-0. Mancini vuole rinverdire quella notte indimenticabile e in questa tormentata vigilia ha lavorato sulla tattica, ma anche sulla testa dei giocatori. Bisognerà avere coraggio senza perdere equilibrio. Mancini ha rivisto tutte le partite da settembre in avanti, soprattutto lo 0-0 a Basilea contro gli avversari di venerdì sera e ha capito che per mettere in difficoltà la solida formazione di Murat Yakin serviranno ritmo e precisione tecnica.
L’idea di partenza è pressare alto e soprattutto essere lesti a riconquistare il pallone nella metà campo svizzera. All’Europeo abbiamo fatto bene entrambe le cose e i risultati si sono visti. Il baricentro della difesa, guidata da Bonucci, dovrà essere alto. Il centrocampo, anima del gioco, dovrà dettare i tempi. Gli inserimenti di Barella, che sta recuperando dopo l’infortunio nel derby, saranno preziosi, ma anche quelli di Locatelli che, proprio all’Olimpico contro la Nati, aveva messo a segno una strepitosa doppietta. In queste partite si è sentita l’assenza di Spinazzola, che all’Europeo ha spesso mandato in tilt le difese avversarie. Lo sostituirà Emerson Palmieri a cui Mancio ha chiesto di spingere il più possibile, a costo di prendersi qualche rischio. Ampiezza e cambi di gioco saranno determinanti per mandare in confusione la Svizzera. A parole è facile. Mettere tutto in pratica più complesso.
Mancini però ha fiducia. E se Immobile (con Chiellini) sarà all’Olimpico ma solo per tifare dalla tribuna, il c.t. si rifiuta di considerare la fase d’attacco un problema anche perché, dati alla mano, la sua Nazionale segna 2,29 gol a partita. Nessun c.t., neppure Pozzo e Bearzot, è arrivato a tanto. Venerdì sera il centravanti dovrebbe essere Belotti. Al momento il Gallo è più di una tentazione ed è in vantaggio sul tridentino leggero, che contro la Spagna non ha fatto faville. Belotti ha vissuto un Europeo da comprimario e va a caccia della consacrazione azzurra dopo mesi complicati prima dal Covid e poi da un infortunio. È tornato da meno di un mese, ha giocato cinque partite per 202 minuti e segnato un gol. Non ha incantato, ma è pronto. Altrimenti, insieme a Chiesa e Insigne, giocherà Berardi. A centrocampo, con Jorginho e Locatelli, Mancio confida nel recupero di Barella, che a Coverciano ha fatto le prove tattiche con i titolari.
L’infortunio di Chiellini è un colpo basso. Il c.t. era convinto che il capitano ce l’avrebbe fatta e invece mercoledì mattina ha dato forfait: colpa di un’infiammazione al tendine, che lo ha costretto a rientrare a Torino. Al suo posto, accanto a Bonucci, ci sarà Acerbi perché neppure Bastoni sta benissimo. Schemi e uomini. L’Italia è fatta. Serve un’altra notte magica, come quelle di giugno, per traghettare il sogno azzurro dall’Europeo sino al Mondiale.
CorSera
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LEGGO (F. BALZANI) - Il recupero di Zaniolo, Vina e Pellegrini in vista del Genoa, un Tapiro d'oro rimandato al mittente e ovviamente il mercato. Durante la sosta Mourinho non può certo rilassarsi e sta forzando la mano per i rinforzi che si aspetta a gennaio e che anche i senatori richiedono. Il tecnico, se potesse, cambierebbe almeno metà rosa. I Friedkin faranno il possibile e sono disposti a spendere più di 40 milioni a patto che qualcosa torni pure dalle cessioni. In queste ore a Pinto è stato proposto Ramsey a prezzo di saldo. La Juve vuole liberarsi del gallese (impiegato appena 112') e lo cede in prestito gratuito con lo stipendio semestrale rimanente corrisposto al 60%. Quasi gratis quindi. Il centrocampista 30enne piaceva molto a Mou ai tempi dell'Arsenal, ma le incognite legate alle sue condizioni fisiche fanno riflettere. Non ci sono dubbi, invece, su Zakaria che domani con la Svizzera affronterà l'Italia proprio all'Olimpico. Il mediano del Borussia M'gladbach è in scadenza a giugno ed è nel mirino da mesi, ma ora piace pure a Juve e Dortmund. Pinto deve muoversi in fretta ma ha già un accordo di massima per un quadriennale da 2,5 milioni a stagione. Altro obiettivo a buon mercato (5 milioni) è Bereszynski che può dare il cambio a Karsdorp.
LEGGO (F. BALZANI) - Il recupero di Zaniolo, Vina e Pellegrini in vista del Genoa , un Tapiro d'oro rimandato al mittente e ovviamente il mercato. Durante la sosta Mourinho non può certo rilassarsi e sta forzando la mano per i rinforzi che si aspetta a gennaio e che anche i senatori richied...
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Inter, bond con Rothschild da 400 mln per evitare problemi di liquidità
Non solo Goldman Sachs: come riporta la Gazzetta dello Sport, l’Inter sta portando avanti un’operazione con Rothschild & Co per l’emissione di un bond unico da 400 milioni di euro, con scadenza probabilmente quinquennale.
Mancano ancora i dettagli tecnici da sistemare, ma l’operazione è avviata da tempo, e come sottolinea il quotidiano garantirà all’Inter una tranquillità in termini di liquidità per i prossimi mesi. I nerazzurri hanno chiuso il 2020-21 con un rosso record di 245,6 milioni di euro, e l’obiettivo per la prossima stagione è quello di chiudere a -100 milioni. Il tavolo con Rothschild si aggiunge quindi a quello aperto con Goldman Sachs per l’emissione di due bond da 375 milioni complessivi, con scadenza a dicembre 2022: la trattativa in questione dovrebbe concludersi entro l’anno in corso. Attraverso questo nuovo finanziamento, le rate per le cessioni di Lukaku e Hakimi e le diverse tranche del prestito da parte di Oaktree, l’Inter riuscirà ad arrivare fino a fine stagione garantendosi l’assenza di problemi di liquidità.
Gazzetta
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Avete visto quel caso di aggressione nel calcio femminile?
Provate per un solo istante a immaginare l'episodio con colori della pelle invertiti...
E peggio ancora tra uomini...
Non si parlerebbe d'altro
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
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