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Tre punti d'oro! Meno male che Chiesa nel secondo tempo è cresciuto, centrando tra l'altro la traversa bassa. L'espulsione ha semplificato le cose.
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L'ingresso di Cuadrado ha aiutato a semplificare. Forse bisognava fare i cambi prima.
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Dybala, Chiesa e Cuadrado devono giocare sempre. Sono gli unici che possono inventarsi qualcosa. Senza quel minimo di luce la squadra si spegne e si fa una fatica bestia.
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Allegri invece di chiacchierare e puntare il dito contro i giocatori farebbe bene a svegliarsi..sbaglia sempre la formazione iniziale ed i cambi risolutivi sempre in ritardo/extremis..non è che tutte le volte chiesa quadrado Dybala possono risolvere la partita in 25/30 minuti anche perché entrano per risolvere i problemi di una squadra dove manca chiaramente il gioco..non è più come 4/5 anni fa dove entravano magari per aiutare la squadra che stava assaltando gli avversari che si mettevano in 10 dietro lalinea del pallone..ora la situazione è decisamente diversa,
Purtroppo quest'anno si sbaglia spesso e volentieri la formazione di partenza. Non capisco il motivo.
Sperimentare o ricercare è inutile, perchè la rosa è questa, la squadra è questa. Una volta distillati i migliori e trovata una quadra, bisogna andare avanti così...non siamo più nelle età delle invenzioni, quando tutto era frizzante. Bisogna fare legna e fuoco con quel che di buono c'è.
Tra l'altro devi pensare al solo campionato perchè in champions gli ottavi sono stati raggiunti. 11 giocatori, i migliori. Qualche arma da tenersi per la partita in corso e via.
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Infatti..le prove , gli esperimenti si fanno quando rosa e classifica lo permettono come negli anni buoni in passato quando chi mettevi mettevi il risultato era sempre quello..ora stiamo parlando di una squadra che ha maturato un distacco dalla vetta di 16 punti dopo 11 partite..in Champions vuoi per gli avversari o per partite particolarmente buone sono venuti buoni risultati ma se ad esempio fosse capitata in un girone come il Milan la situazione sarebbe stata di una stagione già chiusa sia in Champions che in campionato..ora almeno così si potranno giocare gli ottavi e poi si vedrà ma in campionato con i primi 3 posti già presi a meno di un suicidio collettivo di Roma Lazio e atalanta quest'anno la vedo buia
Per il quarto posto occorre fiducia. Finchè c'è calcio c'è speranza. Per questo bisogna ridurre al minimo gli errori però, compresi quelli di formazione.
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Ehhhhh se la Juve vince adesso giocando male pensate a cosa accadrà quando inizierà a giocare bene...
È già stato detto?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
L'Atalanta batte il Cagliari fuori casa e si mantiene nello slancio della quota champions.
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
La Juventus batte la Fiorentina 1-0 con un gol di Cuadrado e riprende il cammino in Serie A dopo la doppia sconfitta con Sassuolo e Verona.Non è stata la Juve che ha battuto agevolmente lo Zenit in Champions League, c’è voluta una partita intera per arrivare al gol e soprattutto che la Fiorentina restasse in dieci per tutto il finale a causa dell’espulsione di Milenkovic. Un’altra vittoria di “corto muso”, come direbbe Allegri, e faticosa, solo nel secondo tempo e con l’inserimento di Cuadrado al posto di Rabiot la Juventus ha saputo costruirsi le occasioni da gol. Chiesa, come al solito, il più attivo. E’ del tutto evidente che alla Juve manca un centravanti che faccia gol, chissà se Vlahovic sia davvero la soluzione giusta
Credo che la Juventus ormai l’abbiamo capita, non ci sorprende mai più di tanto. Oggi non è una grande squadra, per cui non va giudicata come tale, è una squadra di valore medio, ed è normale che con la buona Fiorentina di questi tempi, squadra di grande compattezza e fiducia, fatichi parecchio e riesca a farle gol soltanto quando resta in dieci per l’espulsione di Milenkovic e metta dentro Cuadrado al posto di Rabiot, dando così un po’ di imprevedibilità e anche di nerbo al gioco.
La Juventus, inguaiata anche da forfait dell’ultimo minuto in difesa (Szczesny, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro in corso di partita) è andata oltre le sconfitte subite con Sassuolo e Verona, ma in Serie A non riesce ad arrivare al livello raggiunto in Champions League. Sono un’eccezione i quattro gol fatti allo Zenit, non le stentate vittorie di “corto muso”, come direbbe Allegri, che sono le uniche che oggi riesce a raggiungere in campionato.
Non dobbiamo sforzarci nemmeno di capire troppo Allegri, che per me resta comunque un grande tecnico, ma che per non svalutare il lavoro suo e degli altri ci tiene ovviamente a passare da cinico e godere parecchio così di queste vittorie per 1-0 che reclamizza quasi più delle poche che riesce a concludere con qualche gol in più. “La difesa la stiamo sistemando, quelli davanti che s’arrangino” ha detto. In sostanza c’è anche parecchio fatalismo e non c’è da fare neanche qui troppi ragionamenti, arraffare risultati passabili in attesa di tempi migliori. Tutto qui. Che chissà se arriveranno però…
Cuadrado non si scopre ora, è un giocatore che spacca le difese, soprattutto se le squadre sono più larghe a causa dell’uomo in meno. Chiesa resta il migliore oggi nella Juve, Dybala non fa mai due belle partite una dietro l’altra, Morata resta un problema. I punti di riferimento sono troppi pochi, la Juve di oggi è un cantiere.
E’ lampante che serva un centravanti, alla Juve farebbe sicuramente comodo Vlahovic, anche se andrei a cercare più che altro un simil Mandzukic. Anche perché se si limita a una sola opzione l’astuto Rocco Commisso, il suo giovane gioiello glielo farà pagare fin troppo caro.
SERIE A 2021-2022 GIORNATA N. 12 Venerdì 5 novembre 2021 Empoli - Genoa 2-2 (13' Criscito rig. G, 62' Di Francesco E, 72' Zurkowski E, 89' Bianchi G) Sabato 6 novembre 2021 Spezia - Torino 1-0 (58' Sala S) Juventus - Fiorentina 1-0 (90'+1 Cuadrado J) Cagliari - Atalanta 1-2 (6' Pasalic A, 27' Joao Pedro C, 43' Zapata A) Domenica 7 novembre 2021 Venezia - Roma 3-2 (3' Caldara V, 43' Shomurodov R, 45'+2' Abraham R, 65' Aramu rig. V, 74' Okereke V) Sampdoria - Bologna 15.00 Udinese - Sassuolo 15.00 Lazio - Salernitana 18.00 Napoli - Verona 18.00 Milan - Inter 20.45 *** Credo che la Juventus ormai l'abbiamo capita, non ci sorprende mai più di tanto. Oggi non è una grande squadra, per cui non va giudicata come tale, è una squadra di valore medio, ed è normale che con la buona Fiorentina di questi tempi, squadra di grande compattezza e fiducia, fatichi parecchio e riesca a farle gol soltanto quando resta in dieci per l'espulsione di Milenkovic e metta dentro Cuadrado al posto di Rabiot,
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Derby Milan-Inter, Sconcerti: non decideranno i big, ma i duelli Diaz-Calhanoglu e Calabria-Perisic
Sono le seconde linee che distribuiscono il campo e creano l’equilibrio. Attenzione agli improbabili Darmian e Ballo Touré
di Mario Sconcerti
Milan e Inter sono due squadre consolidate nel tempo. È impossibile decidere a priori chi sia la migliore. Nel grande scontro si equivalgono. Daranno sempre spettacolo dove i migliori decideranno la sostanza. Alla fine troveremo Lautaro o Ibrahimovic, Dzeko o Leao, ma per arrivare a loro saranno stati fondamentali altri particolari.
Quando due squadre si equivalgono, decidono sempre i dettagli. Anche la fortuna è un dettaglio: un tiro da trenta metri sembra destino, ma doveva pur esserci uno che marcava il tiratore. È in questi angoli del campo che si decide una partita equilibrata. Gli scontri frontali, quelli tra grandi giocatori, non sono prevedibili, dipendono da loro. Sono le seconde linee che distribuiscono il campo e creano l’equilibrio.
Faccio un esempio: uno dei duelli decisivi sarà nel rendimento di Diaz e Calhanoglu. Sono i due elementi più leggeri di un centrocampo altrove strutturato. È qui che cominciano i se. Se Diaz scherma in partenza Brozovic e sta più nel gioco delle idee, diventa la differenza del Milan. Ma se Calhanoglu fa una grande partita da mezzala avanzata mette in difficoltà il centrocampo del Milan che parte comunque con i soli Tonali e Kessie, già occupati da Barella e dall’inizio del gioco di tutti gli altri.
Stessa cosa vale in un confronto non di prime luci, quello tra Calabria e Perisic. Eppure chi lo vince ha molte possibilità di vincere la partita perché crea disordine, combina un’onda che da un lato si alza a coprire tutte le altre isole. Calabria e Perisic sono tra i giocatori più sottovalutati forse d’Europa. Esagero un po’, ma non tanto. Capiremo tra cinque anni chi è stato davvero Perisic e chi è già adesso Calabria. Nella qualità e nella capacità di creare una loro profondità sul campo.
In questo derby rovesciato, l’ultimo duello marginale è quello tra Ballo-Touré e Darmian. Sono due improbabili, il primo è ancora un ragazzo; l’altro ha visto tutto e ha sempre giocato la stessa buona partita, non è mai stato travolto, è sempre stato al centro di un’idea di calcio periferico e costante. Come sull’altro lato tra Calabria e Perisic, chi porterà più palloni tra Darmian e Ballo-Touré orienterà il risultato. Una partita non è mai una Basilica, nemmeno il derby. È intelligenza, esperienza, sorpresa: diversità. Definire il resto tocca agli altri. Ma gli altri dipendono dalla base. In fondo anche questa è lotta di classe.
CorSera
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Milan-Inter, formazioni e dove vedere il derby: Rebic in panchina, Krunic-Diaz in ballottaggio; Chalanoglu favorito su Vidal
Milan determinato e senza calcoli cerca l’allungo in classifica L’Inter ha una sola idea in testa lanciare la rimonta: il primo atto è la sfida di San Siro, tutto esaurito
Qui Milan. Prove di fuga: vincendo è +10. La vendetta di Ibra e la carica di Pioli
«La strada è lunga» e «al derby non ci sono favoriti» ripete più e più volte Stefano Pioli, che di «gara decisiva» non vuol sentir parlare. Sa bene, il tecnico rossonero, come Milan-Inter sia innanzi tutto un gioco di testa, un mind game nel quale ogni minimo dettaglio può fare la differenza: da qui la scelta comunicativa improntata al basso profilo, con l’obiettivo di provare a scaricare un po’ di quella pressione che inevitabilmente finisce sulle spalle di chi parte con i favori del pronostico, come stavolta capita ai suoi ragazzi. La classifica è però lì da vedere e lo scenario che si profila non lascia molto spazio alle interpretazioni: vincendo domenica sera, i rossoneri amplierebbero il vantaggio sull’Inter a 10 punti. Un’enormità.
Vero che siamo solo a novembre e che lassù c’è sempre anche il Napoli, che non pare avere alcuna intenzione di mollare la presa, ma l’occasione è di quelle speciali: l’obiettivo dei piccoli diavoli è lo scudetto e con tre punti nel derby di stasera — in un San Siro quasi tutto colorato di rossonero, non è un dettaglio — piazzerebbero uno sprint formidabile anche sotto l’aspetto motivazionale.
Il Milan ha un vantaggio ulteriore, anche se nessuno dalle parti di Carnago ovviamente lo ammette: a differenza dell’Inter, può permettersi anche un pareggio che manterrebbe intatto il divario di 7 punti. Questo non significa che Pioli imposterà una partita conservativa, innanzi tutto perché non è nelle corde della squadra, che in questi due anni sotto la sua gestione ha dimostrato di dare il meglio quando gioca per vincere, quando fa la partita, quando non fa calcoli. «Siamo primi perché ce lo siamo conquistato, dobbiamo essere impavidi e coraggiosi» ha messo in chiaro l’allenatore di Parma, che sta iniziando a trattare col club il rinnovo del contratto in scadenza a giugno. L’intesa di massima c’è già. Ed è stato previsto anche un (meritato) aumento d’ingaggio rispetto ai 2,5 milioni attuali.
Sul derby Pioli è fiducioso: «Vincerà chi difende meglio» è convinto il tecnico, che per stasera recupera Rebic per la panchina, ma ha un dubbio sulla trequarti fra il più tecnico Diaz e il più solido Krunic. Quest’ultimo è favorito per due motivi precisi: prima di tutto lo spagnolo non sta ancora bene dopo il Covid, poi perché da quelle parti ci sarà da duellare con Brozovic, cliente complicatissimo.
Chi di certo non mancherebbe per nulla al mondo è Ibrahimovic, risparmiato in Champions — è entrato solo nel finale — per essere al meglio stasera. Il derby è per lui un questione personale, non solo per i 6 gol segnati in 6 stracittadine con la maglia rossonera, ma perché lo 0-3 dello scorso febbraio non gli è mai andato giù. Lukaku non c’è più, l’Inter è cambiata, ma Zlatan non ha dimenticato la rabbia per quella notte che ha messo fine ai sogni scudetto. Vuole la sua rivincita. E farà di tutto per averla.
Qui Inter. La grande chance di tornare in corsa. Inzaghi: «Ho visto gli occhi giusti»
Il derby della forza e della speranza. Nella cattedrale di San Siro, addobbata di rossonero per l’occasione, l’Inter ha una sola opzione, vincere. La missione inseguimento parte stasera. Si corre su un crinale scivoloso, perdere significa precipitare a 10 punti dalla vetta e complicare parecchio, se non dire addirittura addio alla corsa scudetto. «La classifica c’è e va guardata con attenzione, la partita è importantissima. Campionato aperto anche in caso di sconfitta? Sono passate solo 11 partite, bisogna ragionare di gara in gara. Abbiamo un ritardo di sette punti che vogliamo iniziare a colmare», ammette Inzaghi.
L’Inter arriva al derby spinta da 4 successi nelle ultime cinque partite, più il pari pieno di polemiche con la Juventus. Le due vittorie di Champions contro lo Sheriff Tiraspol hanno aggiustato la classifica del girone, quelle in campionato contro Udinese e Empoli non hanno ridotto le distanze dal vertice ma aumentato l’autostima sì. La formazione di Inzaghi ha finalmente trovato un equilibrio, incassato una sola rete in tre match, trovato il gol con ben 15 marcatori diversi.
Deve però dimostrare di non essere allergica agli scontri diretti. Non ne ha vinto uno in campionato: due pareggi con Atalanta e Juventus, una sconfitta con la Lazio. Dopo il Milan, al rientro dalla sosta, il calendario propone il Napoli, serve un cambio di passo. La prestazione contro le grandi c’è sempre stata, il risultato no. «Ho visto gli occhi giusti dei giocatori, molta convinzione. Sappiamo che per noi è importante. Gli scontri diretti li abbiamo fatti bene, contro il Milan abbiamo una grande occasione».
Si sfidano il miglior attacco della serie A, quello interista con 28 reti, contro la seconda miglior difesa, i rossoneri con appena 10 gol subiti. «Il Milan è una squadra che segna tanto e non concede granché, ma noi siamo in un ottimo momento», sottolinea un fiducioso Inzaghi. L’ambiente Inter è tranquillo dopo le ultime buone prestazioni, la rosa è pienamente coinvolta. I rinnovi di Lautaro e Barella hanno aggiunto una spinta in più. «L’Inter è ambiziosa. Da allenatore i rinnovi fanno piacere. Ho la fortuna di avere una proprietà e dirigenti sempre presenti. Mi fanno sempre sentire pieno sostegno. Sapevamo di dover fare uscite importanti in estate, ci sono state, ma abbiamo fatto acquisti di livello».
L’anno passato fu il derby dell’allungo, questo deve essere il derby della ripresa per l’Inter. Un match ricco di duelli, di sfide incrociate, tra i grandi vecchi Ibra e Dzeko, i rampanti Barella e Tonali. Una partita sentita soprattutto dall’ex Calhanoglu, favorito su Vidal. Il turco è stato il primo nuovo nerazzurro dell’era Inzaghi, deve ancora lasciare il segno in questa stagione, farlo nel derby sarebbe una consacrazione e rilancerebbe l’Inter, in cerca dell’accelerata giusta nella rincorsa scudetto.
CorSera
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