Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
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    • In piedi tra le rovine
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    Originariamente Scritto da sebix Visualizza Messaggio
    Il dato ad oggi è che siamo pssati da 150 mln di differenza di due anni fa a 91 di oggi. Ma continua a fare lo gnorri

    Il dato è che la Juve non sta ferma, come ho avuto già modo di ricordarti. In quetso nuovo esercizio ha già incamerato 100 milioni tondi per la maglia (i 51 di Adidas, i 47 di Jeep)...di fisso, perchè poi, dato che sei così informato, sai che dovranno esserci aggiunti i bonus e la parte-quota per la vendita delle maglie (la Juve è sulla cifra del milione di magliette vendute...l'Inter non lo so perchè non compare nelle prime 10)

    Siccome sono comunicati ufficiali, che vedrai conteggiati a giugno, i 91 puoi leggerli già adesso come 191. Devi mantenere una media doppia rispetto alla attuale andatura solo per poter fantasticare di raggiungere il fatturato della Juventue: in questo, devi anche assumere che la Juve non incassi più niente per i prossimi 2 anni.

    Pero' siamo sempre qui in attesa.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Ah, e per la letterina della Uefa magari rimandiamo a tempi migliori (per gli altri).
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      popoli studiosi scriveranno
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        Allora, nel '18 la Juve era a 411 di fatturato. Nel '19 a 495: + 84 milioni.

        Nel '18 l'Inter era a 288, nel '19 a 374: +85 milioni

        Hai rosicchiato un milione in un anno.

        Per il prossimo i cinesi dovranno inventarsi qualcosa perchè, ripeto - comunicati ufficiali - la Juve già parte con un + 100 su quei numeri lì.
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          Stiamo a parlare da mezz'ora per un milioncino. A quella media di crescita per entrambe (e facendo finta che non ci siano i rinnovi Adidas e Jeep) per colmare la differenza di 91 milioni ti serviranno 91 anni.
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            E ho anche visto che hai molto giustamente sottratto dal passivo dell'Inter di 47 milioni i costi virtuosi che non si contaggiano in ottica FPF...quando pero' si è trattato di discutere del passivo della Juve di 40 milioni non hai scontato i -27 (in ottica FPF) dei costi virtusosi (settore giovanile, infrastrutture ecc...) che anche la Juve ha.

            Se è nero è nero ma se è bianco è bianco per tutti, altrimenti ce la giriamo come ci pare.
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            • germanomosconi
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              L'hai toccata piano Sean
              Originariamente Scritto da Marco pl
              i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
              Originariamente Scritto da master wallace
              IO? Mai masturbato.
              Originariamente Scritto da master wallace
              Io sono drogato..

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              • Sean
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                Su di un fatturato di 495 milioni, la Juve ha avuto un passivo di 40 milioni e qua qualcuno evocava "le letterine della Uefa"...su di un fatturato di 374 milioni l'Inter ha avuto un passivo di 47 milioni e che succede? La letterina? No, ci si affretta a dire che pero' da lì vanno scontati i costi virtuosi...che per gli altri non esistono?

                Si vede che pure i costi virtuosi, come la virtù, abitano sotto ad un solo tetto.

                Questo per parlare dei bilanci. Perchè poi ci sarebbe da dire la cosa più importante: se i fatturati non si tramutano in una resa sportiva sono solo masturbazioni per commercialisti. Quando l'Inter avrà trasformato il fatturato in vittorie qualcuno forse ci farà un fischio, perchè qua parliamo di squadre di calcio, non del campionato del bilancio.
                Last edited by Sean; 29-10-2019, 14:34:53.
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                  Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                  L'hai toccata piano Sean
                  Ma io non sto mica qui per bermi Zhang che ci racconta che questa campagna acquisti è stata la migliore nei 110 anni di storia dell'Inter. Ho una coscienza critica. Noi siamo occidentali, veniamo dal pensiero greco e latino...le parole dei leader possono essere prese come dogma incriticabile solo in Cina e in Corea del Nord, dove ci sta il partito unico. Qua abbiamo ancora il libero arbitrio e il libero cogitare, finchè dura.
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                    Come non mi berrei Agnelli se mi raccontasse delle stronzate, questo per essere chiari. A quei livelli pero' non ci siamo ancora arrivati.
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                      C'è Zhang che racconta ai fedeli di Suning che l'Inter ha fatto la migliore campagna acquisti in 110 di storia...dall'altra parte c'è Conte che piange in tv dicendo che ha la rosa corta e che non ci si puo' aspettare di crescere solo in campo ma che la società deve crescere anche fuori dal campo...noto una certa discrasia.

                      Tra l'altro, capisco che Zhang è abituato a ricevere medaglie dal papà per aver portato un quarto posto (si sono premiati da soli l'anno scorso, come sappiamo) ma per dire che questa "è stata la migliore campagna acquisti da 110 anni a questa parte" vuoi almeno aspettare maggio? Perchè come si misura una campagna acquisti? A casa mia da quello che ti porta in termini di vittorie...invece in Cina no, si misura dal dogma di fede: devi credere che è così perchè lo dice il caro Leader. Se a maggio non vinci un cazzio non fa niente, è comunque la migliore campagna acquisti da 110 anni.

                      Nel frattempo qualcuno pero' informi Conte altrimenti quello continuerà a rendere gli studi televisivi una valle di lacrime.
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                      • robybaggio10
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                        Quand'e' che fanno le premiazioni dei Suning Awards? Secondo voi chi vince quest'anno nelle categorie miglior squadra, miglior presidente, miglior dirigente, miglior allenatore e miglior giocatore?
                        Last edited by robybaggio10; 29-10-2019, 15:03:05.
                        I SUOI goals:
                        -Serie A: 189
                        -Serie B: 6
                        -Super League: 5
                        -Coppa Italia: 13
                        -Chinese FA Cup: 1
                        -Coppa UEFA: 5
                        -Champions League: 13
                        -Nazionale Under 21: 19
                        -Nazionale: 19
                        TOTALE: 270

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                          La rivista online Contrasti neanche a farlo apposta oggi licenzia questo pezzo:

                          ___________________

                          Antonio Conte e le lamentele preventive

                          È troppo presto per iniziare a cercare alibi, e come strategia rischia di essere inefficace.

                          La conditio sine qua non per la quale Antonio Conte si è imbarcato nell’avventura nerazzurra prevedeva la seppur minima possibilità (“anche solo un 1%”) di poter spodestare la regina che lui stesso aveva portato sul trono; tuttavia, non era certo questo l’obiettivo principale nel breve termine. Lo scopo della prima stagione era al contrario la ricostruzione di una grande squadra, ecco perché le lamentele post Parma sull’inadeguatezza della rosa sono risultate un po’ fuori luogo. D’altronde se, a sentire lo stesso Conte, non è lecito paragonarsi ai campioni d’Italia, perché già tutte queste recriminazioni?

                          “A me basta sapere di avere l’1 per cento di possibilità di vincere, e per quell’1 per cento lotto”.


                          L’ingaggio di un simile allenatore d’altronde prevedeva una società padrona sul mercato, e così è stato. Lukaku, Barella, Sensi, Lazaro e Biraghi, ai quali vanno aggiunti Godin e Sanchez, arrivati sì a zero ma con un notevole peso sul monte ingaggi: sulla carta sette calciatori fondamentali nel nuovo corso nerazzurro, uniti dal comune denominatore di essere giunti a Malpensa per volontà del tecnico salentino (così come quelli che, invece, le valigie le hanno preparate per lasciare Milano).

                          Il progetto è stato pensato su Antonio Conte quasi come fosse un manager inglese, ciascun giocatore è stato vivisezionato attentamente e giudicato idoneo o meno al progetto. Quindi perdonate la franchezza ma le lamentele – per non definirle piagnistei – dopo gli ultimi e unici due stop in campionato stonano un po’ nello spartito generale.


                          Non abbiamo nulla da insegnare a Conte in termini di mentalità, ci mancherebbe, ma se la priorità stagionale era aumentare la tenuta psicologica della squadra piuttosto che alzare trofei, questo non sembra il modo più giusto. Anche perché, ammettendo pure che sia una strategia per mettere pressione alla società, nei precedenti di Juventus e Chelsea un simile atteggiamento non ha portato i frutti sperati al tecnico salentino, tutt’altro (se ricordate circolava forte la voce che Conte avesse abbandonato la Juve, corsi e ricorsi storici, per i mancati acquisti di Cuadrado, oggi bianconero, e Sanchez, ormai a sua disposizione, per non parlare del rapporto critico con Abramovich a Londra).

                          “Noi dobbiamo essere bravi a cercare di costruire qualcosa di importante in breve tempo. L’Inter per due anni di seguito ha preso la Champions League all’ultima giornata: nessuno è un mago, ma noi lavoreremo tanto per coltivare la speranza con Juventus e Napoli. Un gap che esiste, ma non dev’essere un alibi per farci arrendere alla prima difficoltà”


                          Può anche darsi che nel tecnico l’animale famelico di vittorie porti la pancia a parlare prima della testa (è lui il primo ad ammettere di non poter sostenere ontologicamente la sconfitta), ma si dovrebbe allora ipotizzare un’eccessiva emotività e una scarsa lungimiranza comunicativa. Certo, il vittimismo ha buone ragioni e si fonda su un’Inter realmente competitiva con solo tredici dei giocatori in squadra, ma tutti – compreso l’allenatore, come evidente dalle sue prime dichiarazioni – erano consci della rifondazione in atto: seppure ad altissimi livelli, pur sempre una rifondazione per cui non sarebbe bastato un solo anno.

                          Ecco perché anche le parole seguite alla sconfitta con la Juventus, e la sottolineatura di dover portare sempre la macchina sopra i giri del motore per poter vincere, rischiano di sottrarre tranquillità all’ambiente nel medio-lungo termine se non addirittura di concedere alibi agli stessi calciatori (è fisiologico che una squadra rallenti durante la stagione, e secondo il sillogismo contiano in quei momenti l’Inter sarebbe giustificata a perdere punti se non addirittura impossibilitata a vincere).

                          “Siamo stati bravi nelle partite precedenti a vincere, però non dimentichiamo che abbiamo sempre portato la macchina a 200 all’ora. Non l’abbiamo mai portata a 80, 100 in comodità, e noi sappiamo che per vincere la partita dobbiamo comunque andare a 200, e faremo questo”.


                          L’abisso tra le attuali prime e seconde del nostro campionato in effetti non è solo tecnico, e non è stato costruito in un’estate. Il primo scudetto dell’era Agnelli, con guarda caso Antonio Conte in panchina, è stato ottenuto con una squadra che si distingueva per la sua capacità di adattarsi. Se si guardano i valori di allora e li si confronta con quelli della rosa nerazzurra di oggi, non si troverà grande differenza e anzi, l’attuale Inter è probabilmente superiore alla Juventus dello scudetto 1/8 .

                          È vero, certamente il campionato era meno competitivo, ma il vittimismo del Conte contemporaneo varia troppo in base alle circostanze: gli permette di alzare i toni nel momento in cui la situazione è avversa, ed i pugni al cielo quando invece la “sorte” si dimostra favorevole. Anche le recriminazioni alla proprietà, sarebbero state più credibili in seguito a una delle tante vittorie (a Sassuolo ad esempio, in cui la squadra si era spenta fisicamente nell’ultima mezz’ora) e non dopo il mancato sorpasso con il Parma, perché ciò viene avvertito come la ricerca di un alibi.

                          L’Inter non era chiamata a vincere lo scudetto, non quest’anno, e lo sapevano tutti compresa la società, che ha profuso notevoli sforzi per poter tornare competitiva nel minor tempo possibile. L’obiettivo era invece trasformare quell’un per cento in qualcosa di più, senza scuse ma con testa bassa e pedalando. Perché tutto e subito, purtroppo, non sempre si può avere.

                          Last edited by Sean; 29-10-2019, 16:05:33.
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Non sono d'accordo su di un solo passaggio. Non credo che questa Inter sia "probabilmente superiore" alla Juventus del primo degli 8 scudetti consecutivi (quello del '12). Quella Juventus a centrocampo aveva Pirlo e Vidal...questa Inter Barella e Sensi. Insoma, nel reparto centrale non una ma "x" categorie di differenza.

                            In difesa quello che è stato per 8 anni il reparto più forte in Italia e tra i più (ri)conosciuti in Europa: Barzagli-Bonucci-Chiellini.

                            Forse davanti l'unico reparto dove l'Inter di oggi è superiore a quella Juve: lì si avevano Matri, Borriello, Vucinic...qua Lukaku, Lautaro, Sanchez.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              E del Piero

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                                • In piedi tra le rovine
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                                E comunque quello era un Conte che non aveva ancora imparato a piangere e i "mal di pancia" non sapeva nemmeno dove fossero di casa. Un Conte giovane, lucido, affamato, "nuovo" e autenticamente feroce. Era il Conte non della recriminazione televisiva ad ogni pareggio/sconfitta ma del: "se vogliono vincere lo scudetto dovranno sputare sangue" (anche se la frase reale era con un altro termine rispetto a "sputare"*).

                                Non si lamentava della rosa corta, dei gap, degli infortuni. Non faceva appello ai mercati di gennaio. Non chiedeva di spendere 80 milioni per un attaccante (anche perchè Marotta con quella cifra di campagne acquisti ce ne faceva 4, visto che quella del '12 costò 20 milioni a stare larghi). I bei tempi.

                                * in verità disse: "cagare sangue".
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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