La Juve si scopre fragile: da 29 anni non subiva tanti gol. Innegabile si paghi vecchi errori, in particolare un centrocampo non all’altezza delle ambizioni
Senza difesa. In duplice accezione. Metaforica perché questa Juventus non ha alibi e testuale perché l’imprevista fragilità diventa chiave di lettura della crisi. Cominciamo dal secondo punto, dai 12 gol incassati in 10 partite, troppi per qualsiasi squadra di prima fascia e ancora di più per chi della solidità aveva fatto una bandiera: «Vince chi subisce meno reti» il mantra di Massimiliano Allegri. Del suo bunker non c’è più traccia, il vecchio muro è caduto a pezzi: dal 1992-’93 i bianconeri non subivano tante reti nelle prime dieci giornate di Serie A. Il tema è stato affrontato ieri in una riunione tecnica senza tensioni - analisi e non resa dei conti, confronto e non processo -, insieme alla scarsa incisività, all’atteggiamento sbagliato, alle lacune riaffiorate contro il Sassuolo e, stavolta, non mascherate dal risultato. L’effetto è lampante: dopo nemmeno un terzo di campionato la distanza dalla vetta segna un record negativo - mai 13 gradini sotto nell’era dei 3 punti -, così lo scudetto diventa miraggio e anche la zona Champions, adesso lontana 4 lunghezze, comincia ad annerire i pensieri. È innegabile che la Juventus paghi antichi errori, in particolare un centrocampo non all’altezza delle ambizioni che il solo Locatelli non può trasformare (...)
La Stampa
Senza difesa. In duplice accezione. Metaforica perché questa Juventus non ha alibi e testuale perché l’imprevista fragilità diventa chiave di lettura della crisi. Cominciamo dal secondo punto, dai 12 gol incassati in 10 partite, troppi per qualsiasi squadra di prima fascia e ancora di più per chi della solidità aveva fatto una bandiera: «Vince chi subisce meno reti» il mantra di Massimiliano Allegri. Del suo bunker non c’è più traccia, il vecchio muro è caduto a pezzi: dal 1992-’93 i bianconeri non subivano tante reti nelle prime dieci giornate di Serie A. Il tema è stato affrontato ieri in una riunione tecnica senza tensioni - analisi e non resa dei conti, confronto e non processo -, insieme alla scarsa incisività, all’atteggiamento sbagliato, alle lacune riaffiorate contro il Sassuolo e, stavolta, non mascherate dal risultato. L’effetto è lampante: dopo nemmeno un terzo di campionato la distanza dalla vetta segna un record negativo - mai 13 gradini sotto nell’era dei 3 punti -, così lo scudetto diventa miraggio e anche la zona Champions, adesso lontana 4 lunghezze, comincia ad annerire i pensieri. È innegabile che la Juventus paghi antichi errori, in particolare un centrocampo non all’altezza delle ambizioni che il solo Locatelli non può trasformare (...)
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