Orsato in Juventus-Roma, per gli arbitri non ha sbagliato: non ci sarà sospensione
La questione del gol di Abraham (cancellato per dare rigore) resta incandescente. Per il designatore la decisione è giusta
Doveva aspettare a fischiare il rigore per la Roma, osservando dove sarebbe finita la palla dopo il contatto tra Szczesny e Mkhitaryan, oppure ha fatto bene a intervenire punendo il portiere della Juve? La decisione di Orsato ha sollevato il caos, anche perché poi Veretout dal dischetto ha sbagliato: se avesse segnato, l’episodio sarebbe entrato nella casistica arbitrale ma nessuno avrebbe scatenato polemiche, proteste, campagne social. Tant’è: il francese ha calciato male, i bianconeri hanno vinto 1-0, la questione del gol di Abraham (cancellato a causa del fischio che lo ha preceduto) è diventata incandescente.
I vertici arbitrali, però, faticano ad accettare questo pandemonio per un episodio che – a loro avviso – è stato gestito da Orsato in modo corretto, e che è diventato oggetto di dibattito solo per una concatenazione di eventi particolari e sfortunati.
Secondo il designatore Rocchi, Orsato ha preso la decisione giusta, seguendo l’istinto che gli deriva dal talento: ha visto il fallo, ha fischiato il rigore. È questa la filosofia che ispira gli arbitri da generazioni: se c’è un intervento irregolare in area, e viene osservato in modo certo, si sanziona con immediatezza. Da un certo punto di vista, per il direttore di gara si tratta quasi di una liberazione: nessuno può lamentarsi per un rigore evidente. Stavolta è successo qualcosa di imponderabile: dopo il fischio la palla è finita a Abraham il quale ha segnato, mentre il guardalinee segnalava un fuorigioco inesistente e dopo un tocco di mano di Mkhitaryan. Un bailamme.
Attenzione: non esiste alcuna regola secondo la quale il vantaggio non si concede in area, e da questo punto di vista stupisce il colloquio (ripreso dalle telecamere) di Orsato con Cristante nell’intervallo. In realtà il significato delle parole dell’arbitro voleva essere differente, a suo dire: intendeva spiegare quale sia la linea guida in certe situazioni.
Orsato non sarà fermato. Non sarà in campo nel prossimo fine settimana, ma solo per una normale rotazione. Rocchi ritiene che sarebbe devastante punire l’arbitro migliore per una situazione del genere. C’è anzi grande preoccupazione ai vertici dell’Aia, politici e tecnici, per le polemiche che hanno investito la categoria nell’ultimo periodo. Ci sono pochi direttori di gara d’alto livello, mancano seconde linee autorevoli, i giovani devono crescere: si avverte il rischio che diventi difficilissimo gestire un campionato così equilibrato, quindi pieno di tensioni e nervosismi. E fare fuori uno come Orsato ridurrebbe ancora di più le possibilità di scelta.
Non è stata comunque la Roma ad alimentare le tensioni. Non lo ha fatto Mourinho a fine partita, né il club il giorno successivo. Non verrà inoltrata alcuna protesta ufficiale, non ci saranno dossier. Ma la società non può fare a meno di notare come, in appena 8 partite di campionato, ce ne siano almeno tre nelle quali i giallorossi sono stati, o almeno si sono sentiti, penalizzati: contro l’Udinese per l’espulsione inesistente di Pellegrini, costretto a saltare il derby, e poi contro la stessa Lazio e la Juve. I Friedkin osservano, annotano e tacciono. Per ora.
CorSera
La questione del gol di Abraham (cancellato per dare rigore) resta incandescente. Per il designatore la decisione è giusta
Doveva aspettare a fischiare il rigore per la Roma, osservando dove sarebbe finita la palla dopo il contatto tra Szczesny e Mkhitaryan, oppure ha fatto bene a intervenire punendo il portiere della Juve? La decisione di Orsato ha sollevato il caos, anche perché poi Veretout dal dischetto ha sbagliato: se avesse segnato, l’episodio sarebbe entrato nella casistica arbitrale ma nessuno avrebbe scatenato polemiche, proteste, campagne social. Tant’è: il francese ha calciato male, i bianconeri hanno vinto 1-0, la questione del gol di Abraham (cancellato a causa del fischio che lo ha preceduto) è diventata incandescente.
I vertici arbitrali, però, faticano ad accettare questo pandemonio per un episodio che – a loro avviso – è stato gestito da Orsato in modo corretto, e che è diventato oggetto di dibattito solo per una concatenazione di eventi particolari e sfortunati.
Secondo il designatore Rocchi, Orsato ha preso la decisione giusta, seguendo l’istinto che gli deriva dal talento: ha visto il fallo, ha fischiato il rigore. È questa la filosofia che ispira gli arbitri da generazioni: se c’è un intervento irregolare in area, e viene osservato in modo certo, si sanziona con immediatezza. Da un certo punto di vista, per il direttore di gara si tratta quasi di una liberazione: nessuno può lamentarsi per un rigore evidente. Stavolta è successo qualcosa di imponderabile: dopo il fischio la palla è finita a Abraham il quale ha segnato, mentre il guardalinee segnalava un fuorigioco inesistente e dopo un tocco di mano di Mkhitaryan. Un bailamme.
Attenzione: non esiste alcuna regola secondo la quale il vantaggio non si concede in area, e da questo punto di vista stupisce il colloquio (ripreso dalle telecamere) di Orsato con Cristante nell’intervallo. In realtà il significato delle parole dell’arbitro voleva essere differente, a suo dire: intendeva spiegare quale sia la linea guida in certe situazioni.
Orsato non sarà fermato. Non sarà in campo nel prossimo fine settimana, ma solo per una normale rotazione. Rocchi ritiene che sarebbe devastante punire l’arbitro migliore per una situazione del genere. C’è anzi grande preoccupazione ai vertici dell’Aia, politici e tecnici, per le polemiche che hanno investito la categoria nell’ultimo periodo. Ci sono pochi direttori di gara d’alto livello, mancano seconde linee autorevoli, i giovani devono crescere: si avverte il rischio che diventi difficilissimo gestire un campionato così equilibrato, quindi pieno di tensioni e nervosismi. E fare fuori uno come Orsato ridurrebbe ancora di più le possibilità di scelta.
Non è stata comunque la Roma ad alimentare le tensioni. Non lo ha fatto Mourinho a fine partita, né il club il giorno successivo. Non verrà inoltrata alcuna protesta ufficiale, non ci saranno dossier. Ma la società non può fare a meno di notare come, in appena 8 partite di campionato, ce ne siano almeno tre nelle quali i giallorossi sono stati, o almeno si sono sentiti, penalizzati: contro l’Udinese per l’espulsione inesistente di Pellegrini, costretto a saltare il derby, e poi contro la stessa Lazio e la Juve. I Friedkin osservano, annotano e tacciono. Per ora.
CorSera
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