Cartellini dei giocatori e parametri zero: il problema oggi è la Buona Entrata
Si valuta un calciatore senza contratto come proprietario di se stesso. Gli devi pagare una parte congrua di quello che risparmi non pagando la società
di Mario Sconcerti
Perdere giocatori a costo zero è sempre successo da quando 40 anni fa entrò in vigore la legge 91, quella che aboliva il vincolo. Il cartellino a vita veniva sostituito da un contratto con durata massima 5 anni, il giocatore non era più di proprietà, era in affitto. Alla fine del contratto si pagava un indennizzo, che venne cancellato a fine ‘95. Per continuare a vendere e incassare, le società si inventarono la cessione prima che il contratto scadesse. Più lontana era la scadenza, più alta la cifra. Così la legge fu aggirata. Andava bene alle società. E andava bene ai giocatori, piuttosto spaventati allora dal non avere più un cartellino a vita, ma soli pochi anni di impegno scritto.
Cosa è cambiato adesso? Due cose, una di fondo, una di momento. La prima fu l’arrivo delle televisioni una ventina di anni fa i cui soldi per molto tempo servirono a pagare gli ingaggi dei giocatori saliti alle stelle per il mercato aperto. La seconda è che hanno cominciato a non rinnovare contratti anche i giocatori delle grandi squadre italiane perché squadre di campionati più ricchi fanno offerte molto più alte. La partenza a costo zero c’è sempre stata e riguarda i due terzi dei trasferimenti di ogni mercato. Sono soluzioni però da giocatori normali, non i migliori. Mentre la novità è che adesso si spostano i migliori lasciando spesso le squadre migliori. Perché? Perché i procuratori hanno avuto un’ultima idea straordinaria, la Buona Entrata. In pratica si valuta un calciatore senza contratto come proprietario di se stesso. Gli devi pagare una parte congrua di quello che risparmi non pagando la società. Esempio: sappiamo a quanto ammonta l’ingaggio di Donnarumma al Psg, ma non sappiamo quanto sia stata la Buona Entrata. Commisso a Vlahovic aveva offerto 4 milioni l’anno più 5 al momento del rinnovo più 3 al procuratore. Alaba è stato coperto d’oro. Mbappé lo sarà. In pratica il giocatore oggi va considerato come fosse una società, devi trattare il suo acquisto anche se è senza contratto. Questo è il nuovo moltiplicatore. E aumenta a dismisura l’influenza dei procuratori, veri presidenti di queste nuove aziende individuali.
CorSera
Si valuta un calciatore senza contratto come proprietario di se stesso. Gli devi pagare una parte congrua di quello che risparmi non pagando la società
di Mario Sconcerti
Perdere giocatori a costo zero è sempre successo da quando 40 anni fa entrò in vigore la legge 91, quella che aboliva il vincolo. Il cartellino a vita veniva sostituito da un contratto con durata massima 5 anni, il giocatore non era più di proprietà, era in affitto. Alla fine del contratto si pagava un indennizzo, che venne cancellato a fine ‘95. Per continuare a vendere e incassare, le società si inventarono la cessione prima che il contratto scadesse. Più lontana era la scadenza, più alta la cifra. Così la legge fu aggirata. Andava bene alle società. E andava bene ai giocatori, piuttosto spaventati allora dal non avere più un cartellino a vita, ma soli pochi anni di impegno scritto.
Cosa è cambiato adesso? Due cose, una di fondo, una di momento. La prima fu l’arrivo delle televisioni una ventina di anni fa i cui soldi per molto tempo servirono a pagare gli ingaggi dei giocatori saliti alle stelle per il mercato aperto. La seconda è che hanno cominciato a non rinnovare contratti anche i giocatori delle grandi squadre italiane perché squadre di campionati più ricchi fanno offerte molto più alte. La partenza a costo zero c’è sempre stata e riguarda i due terzi dei trasferimenti di ogni mercato. Sono soluzioni però da giocatori normali, non i migliori. Mentre la novità è che adesso si spostano i migliori lasciando spesso le squadre migliori. Perché? Perché i procuratori hanno avuto un’ultima idea straordinaria, la Buona Entrata. In pratica si valuta un calciatore senza contratto come proprietario di se stesso. Gli devi pagare una parte congrua di quello che risparmi non pagando la società. Esempio: sappiamo a quanto ammonta l’ingaggio di Donnarumma al Psg, ma non sappiamo quanto sia stata la Buona Entrata. Commisso a Vlahovic aveva offerto 4 milioni l’anno più 5 al momento del rinnovo più 3 al procuratore. Alaba è stato coperto d’oro. Mbappé lo sarà. In pratica il giocatore oggi va considerato come fosse una società, devi trattare il suo acquisto anche se è senza contratto. Questo è il nuovo moltiplicatore. E aumenta a dismisura l’influenza dei procuratori, veri presidenti di queste nuove aziende individuali.
CorSera
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