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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    C'è da dire che dietro alla cucina c'è qualcosa di ancestrale.
    Certi sapori ci ricordano l'infanzia, la mamma, la nonna e li associamo a ricordi felici
    Per cui è anche difficile dare un giudizio imparziale.
    Originariamente Scritto da BLOOD black
    per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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      Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
      C'è da dire che dietro alla cucina c'è qualcosa di ancestrale.
      Certi sapori ci ricordano l'infanzia, la mamma, la nonna e li associamo a ricordi felici
      Per cui è anche difficile dare un giudizio imparziale.
      Mah boh.
      A me le cose che mi cucinavano da piccolo mammà e nonnà, facevano abbastanza cagare eh.
      La cucina "vera" l'ho iniziata a scoprire da più grande e fuori casa...poi però ho incontrato pure il disagio e vaffancul0.

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        Ahahhaa, eppure al bolognese i tortellini in brodo o le tagliatelle col ragù dovrebbero piacere oltre per il fatto che stimolano le papille anche perché toccano la memoria.
        Stessa cosa per voi la pajata al pugliese le orecchiette ,ecc...

        A vino birra e liquori invece, visto che si inizia a bere in età adulta, si dovrebbe essere più obiettivi ma anche li il campanilismo rischia di perdere il sopravvento.
        Originariamente Scritto da BLOOD black
        per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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          Donnarumma è sempre quello che qualche mese fa è stato eletto miglior giocatore dell'Europeo

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            Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
            Donnarumma è sempre quello che qualche mese fa è stato eletto miglior giocatore dell'Europeo

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            sei off-topic ... che c'entra coi tortellini in brodo ?

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              Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
              Donnarumma è sempre quello che qualche mese fa è stato eletto miglior giocatore dell'Europeo

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              Se non se move a fasse de finasta...tra poco non sarà più lo stesso...

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                Lazio-Inter e Juventus-Roma: Sarri contro Inzaghi e Allegri contro Mourinho, sfide tra allenatori superpagati

                Inzaghi ritrova la sua ex squadra e sfida Sarri tra tattica e sentimenti. Mourinho ritrova Allegri e i bianconeri delle vecchie polemiche: con pochi campioni, le star sono in panchina

                Visto che in questo periodo storico fatichiamo a comprare campioni nel fiore degli anni, ma anzi spesso li dobbiamo cedere rimpiazzandoli con qualche vecchietto, ci consoliamo con gli allenatori. Li cambiamo (cinque delle sette sorelle hanno un tecnico nuovo), li coccoliamo, li esaltiamo. E li paghiamo — loro sì — benissimo. Così quando incrociano le armi, come accadrà nel prossimo fine settimana, la tensione cresce: sono maestri di calcio, almeno alcuni, ma sono soprattutto personaggi. Prendete Juve-Roma di domenica: Allegri costa cinque volte più di Pirlo, 9 milioni contro 1,8; Mourinho guadagna oltre il doppio di Fonseca, 7 milioni contro meno di 3. Eppure nessuno rinfaccia a Agnelli o Friedkin questi investimenti: due così in panchina non hanno prezzo, accendono i dibattiti e le folle. Perfino Lotito per rimpiazzare Inzaghi (che sabato sarà suo avversario in Lazio-Inter) ha deciso di spendere: Sarri ha un ingaggio superiore del 50 per cento rispetto a quello che aveva il predecessore l’anno scorso, ma il presidente voleva un nome pesante affinché i tifosi non rimanessero scottati dall’addio dell’adorato Simone. Il quale, in un consesso del genere, sembra il vaso d’argilla in mezzo a quelli di ferro: prende un terzo dei 12 milioni di Conte, gli hanno venduto Lukaku e Hakimi, è l’unico a non avere almeno uno scudetto nel palmares. Eppure all’Inter ha già saputo farsi apprezzare da tutti.

                Allegri contro Mourinho è una sfida più psicologica che tattica. In campo tutt’e due sono abituati ad arrangiarsi con quello che hanno — spesso hanno avuto materiale pregiatissimo, a dire il vero, e qualcuno sostiene che a volte lo abbiano un po’ sprecato in nome del risultato ad ogni costo — ma il meglio lo danno quando devono creare l’atmosfera. In questo sono davvero maestri, perché non hanno paura di niente: né dei campioni e degli spogliatoi, né dei tifosi e degli avversarii. Non è un caso che la loro prima lite risalga addirittura al 2009, quando gli allenatori di serie A assegnarono la Panchina d’oro a Max, allora al Cagliari, anziché a José, campione d’Italia con l’Inter. Che non la prese bene, ovviamente. Se lungo il loro percorso trovano nemici, entrambi sguazzano nelle polemiche; se non ne trovano, magari se li inventano perché fanno comodo.

                Sarri contro Inzaghi è una sfida più tattica che psicologica, anche se l’allenatore della Lazio ama distinguersi: «Io non sono un tattico, sono uno stratega». Fatto sta che la contrapposizione con il tecnico dell’Inter nasce proprio sui moduli. Maurizio (che sabato avrà Immobile, recuperato dopo la rinuncia alla Nazionale) vede solo la difesa a quattro, pretende la palla a terra, chiede il pressing; Simone è un devoto della retroguardia a tre. Sarri non accusa Inzaghi di essere difensivista, ma spesso conta gli attaccanti che giocavano in biancoceleste fino alla scorsa stagione (uno e mezzo, secondo lui) e quelli di oggi (tre, più due interni offensivi, più due terzini-ali).
                In questa partita i sentimenti avranno un peso, perché Inzaghi va contro la Lazio dopo 22 anni assieme. Lotito non gli ha mai perdonato l’addio, ritiene che nella famosa notte in cui ha scelto l’Inter sia venuto meno alla parola; Simone sostiene di non avergli mai dato garanzie, ma di avere preso tempo per riflettere. I tifosi, o almeno molti di loro, sembrano credere più all’allenatore di ieri che al presidente di oggi.


                CorSera
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Sorriso Lazio, contro l'Inter ci sarà anche Immobile

                  L'attaccante ha recuperato dalla lesione muscolare rimediata contro la Lokomotiv Mosca e tornerà a disposizione di Sarri



                  _________________

                  Osimhen e Lozano, il magic moment continua. Spalletti pronto a riabbracciarli

                  I due attaccanti a segno con Nigeria e Messico nelle qualificazioni mondiali. Il tecnico del Napoli li avrà con il morale a mille per la sfida di domenica contro il Torino. Pronto anche Mertens

                  I due attaccanti a segno con Nigeria e Messico nelle qualificazioni mondiali. Il tecnico del Napoli li avrà con il morale a mille per la sfida di domeni…
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Cassano risponde a Marotta: "Io un fenomeno, lui un incompetente"

                    Era solo questione di tempo: non sono passate certo inosservate le parole di Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, che al "Festival dello Sport" negli scorsi giorni aveva lanciato una frecciata al suo ex giocatore alla Sampdoria, Antonio Cassano.

                    "Nelle prossime settimane arriveremo al rinnovo. Barella è uno dei casi evidenti della differenza tra talento e campione: lui da talento è diventato campione. Cassano, ad esempio, da talento non è mai diventato campione. Non ha mai accompagnato le qualità tecniche a quelle umane".

                    Riferendosi alla crescita sportiva e umana di Nicolò Barella, Marotta aveva preso come esempio, in negativo, il caso di Cassano, che a detta sua "da talento non è mai diventato campione".

                    Non si è fatta attendere la replica del giocatore barese, che nel corso della puntata odierna della Bobo TV ha risposto, a distanza, al dirigente nerazzurro.
                    "Lui è un incompetente di calcio. Non conosce i giocatori: chiedeva a me chi erano i giocatori che lo salutavano", spiega.
                    "Non c'entra niente Barella: a livello umano non devo imparare sicuramente da Marotta, perché la differenza tra Antonio Cassano e Marotta è una sola. Io nella mia vita sono stato un fenomeno. Grande, piccolo, medio: sono stato un fenomeno. Non mi sono mai venduto, nel senso: non è che chiamo il giornalista per far parlar bene, eccetera. Marotta purtroppo col calcio non c'entra niente: lui è un grande politico del calcio", aggiunge.

                    Un fiume in piena, Cassano, che ritorna anche su un episodio avvenuto durante la sua esperienza alla Sampdoria.
                    "Prima che Marotta vuole parlare di me deve solo ringraziarmi: lui può darsi che sia ancora avvelenato, perché quando Marotta mi voleva vendere alla Fiorentina, lo ha fatto all'insaputa del presidente. Quando il presidente mi ha chiamato per dirmi "Dove vai?", dico: "Marotta mi ha dato via". Lui dice "Io non so niente", e io gli ho detto: "Presidente, se vuole che io rimanga alla Sampdoria mi deve fare un favore. Indipendentemente da dove arriveremo, devi cacciar via Marotta a giugno". E la bonanima del presidente, amato e sempre nel mio cuore, quando siamo arrivati quarti dopo poco tempo l'ha mandato via: può darsi lui è ancora avvelenato per quello".

                    "Per quel risultato alla Sampdoria deve dire grazie a me, perché ripeto: io sono stato un fenomeno a giocare a calcio. Lui non è mai stato un dirigente capace, perché non capisce di calcio e tutto il mondo del calcio lo sa: sanno solo che lui si vende bene con i giornalisti. Tutto qua", chiosa Cassano.

                    Uno scontro dialettico importante, tra due figure calcistiche che hanno lavorato insieme: una polemica destinata a far discutere.

                    Goal.com
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Te pareva che Cassano con i suoi 2 neuroni non capisse ciò che volesse dire (a ragione) Marotta.

                      Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                      Originariamente Scritto da Sean
                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                        Te pareva che Cassano con i suoi 2 neuroni non capisse ciò che volesse dire (a ragione) Marotta.

                        Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                        È pur vero che se non hai qualche pregresso, non lo tiri in ballo...poteva rimanere sul vago senza fare nomi, invece ha detto proprio "Cassano".

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                          Questo sicuramente, ma non ha detto niente di sbagliato se si ragiona un attimo.
                          È noto a tutti che Cassano avesse un talento enorme ma non avesse sfruttato quel talento per diventare un Campione che significa ben altro.

                          Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            Marotta qualche volta si incarta sui discorsi e mediaticamente risulta poco acuto, è un difetto suo annoso. Tralasciando il giudizio su Barella che viene definito "un campione" (campioni in quel ruolo sono Pirlo o Iniesta o calciatori simili di livello assoluto: Barella per ora è ottimo ma il club dei campioni è esclusivo e ci deve ancora entrare) penso che Cassano si sia risentito non tanto per i giudizi sul calciatore quanto per questo passaggio:

                            "Non ha mai accompagnato le qualità tecniche a quelle umane" - quindi si è sentito tirato in causa non come calciatore ma come uomo. Ovviamente Marotta intendeva dire: "non ha mai accompagnato le qualità tecniche a quelle di professionista del calcio" però ha usato il termine sbagliato, perchè le qualità umane sono un'altra cosa (uno può essere una pippa ma un grande uomo o si può avere un gigantesco professionista ma un uomo piccolo, mediocre, meschino).
                            Last edited by Sean; 12-10-2021, 08:11:09.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Tra l'altro è proprio Cassano, con varie uscite, ad aver dimostrato di non capire nulla di calcio
                              Originariamente Scritto da Alberto84
                              Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano


                              Originariamente Scritto da debe
                              Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
                              Originariamente Scritto da Zbigniew
                              Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
                              Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.

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                                Questo è sicuro, ma solo tiri in ballo, la risposta è scontata

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