Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Steel77
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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
    Che vomito di elementi che esistono.


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    I soliti terroni

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    • marcu9
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      Allegri intercettato a bordo campo, la sfuriata per il pari col Milan: «E vogliono giocare nella Juve!» – Il video



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      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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        Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
        I soliti terroni
        Hahahahahah

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        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • Sean
          Csar
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          • In piedi tra le rovine
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          Il Napoli solo in testa al campionato a punteggio pieno: quattro vittorie su quattro, 12 punti. Davanti a Inter e Milan e addirittura a +10 sulla Juventus. La squadra di Spalletti domina a Udine, stravincendo con i gol di Osimhen, Rrahmani, Koulibaly e Lozano. Insigne comunque protagonista, praticamente è lui l’autore del primo gol che mette in discesa la partita e innalza la squadra sotto i riflettori di tutto il calcio italiano. Il Napoli ha un organico fortissimo, ma De Laurentiis non aveva convinto troppo i tifosi con un mercato molto prudente e il solo Anguissa praticamente inserito tra i titolari. Il cambio più importante è stato quello della panchina, da Gattuso a Spalletti. L’allenatore toscano ha subito preso in mano la squadra, le ha dato una fisionomia precisa, scelto il gruppo di titolari, adesso è lui il leader del Napoli. Che ovviamente è in corsa per lo scudetto, ma deve evitare i cedimenti finali del passato: insomma riuscirà stavolta a resistere sino alla fine e riportare al Maradona quello scudetto che ormai manca da 31 anni?

          Non la Juve, non l’ Inter, non il Milan, non l’ Atalanta o la Roma. C’è un imprevisto in testa alla classifica. Il Napoli a punteggio pieno non è un’anomalia stravolgente – che sia una squadra forte, ricca di talento e di genio, e che abbia un grande allenatore lo sapevamo fin dall’inizio – però a certe verità credi e ti assuefi solo quando diventano realtà, quando l’evidenza è tale che devi ammetterlo: però che Napoli, che bel calcio e quanta allegria sulle facce dei giocatori, da Insigne a Osimhen, da Koulibaly ad Anguissa. Già Anguissà, con l’accento alla francese sull’ultima a, chi era (è) costui? E’ colui attraverso cui passa il gioco della squadra prima in classifica, quello che quando è arrivato tutti hanno detto “oh ma De Laurentiis quest’anno proprio non vuol prendere nessuno”, Spalletti è riuscito a inserirlo all’interno della sua armonia di gioco. E la cosa va, funziona, il Napoli gioca sciolto, domina le partite, fa anche cose importanti, vedi la vittoria in rimonta sulla Juventus e la rimonta forse anche più bella e importante in Europa League di Leicester (2-2). Lì dove il Napoli ha dimostrato di avere cuore, forza, carattere e soprattutto di poter contare su giocatori di tutto prestigio in attacco: Insigne la mente e Osimhen il braccio, o meglio il piede.

          La vittoria di Udine è stata poderosa, il Napoli ha regolato i conti in meno di mezza partita. Lì dove ad esempio la Juventus capì che la sua stagione sarebbe stata un tormento, pareggiò e basta, emerse il problema di Szczesny e scoppiò il caso Ronaldo. Il Napoli ha una bella facilità e scioltezza ad andare in gol colpisce con più giocatori, non solo gli attaccanti: a Udine ha segnato anche con i difensori centrali, Koulibaly e Rrahmani.

          Il Napoli ha cambiato pochissimo, poco o nulla, la sua formazione è già molto stabile, la variazione più importante è stata il cambio di panchina: da Gattuso a Spalletti. Non si può ancora esprimere un giudizio completo, sbilanciarsi troppo, di certo Spalletti è un ottimo allenatore, ha esperienza, carattere, cuore, testardaggine, nessuna propensione a voler essere per forza simpatico, anzi è uno che nella zuffa polemica è perfettamente a suo agio (vedi il battibecco con Allegri) grande voglia di dimostrare a 62 anni, quello che in fin dei conti non è riuscito ad affermare fino in fondo in una vita dedicata al calcio. Vorrebbe una grande vittoria in Italia, uno scudetto che ne certifichi la sua patente di allenatore da grandi imprese. Prima o poi quel momento arriverà. Adesso gira tutto alla perfezione, arriverà il momento che la ruota girerà invece al contrario. Un momento molto delicato ad esempio sarà a gennaio quando, durante la Coppa d’Africa, il Napoli dovrà fare a meno per una manciata di partite di Osimhen, Anguissa e Koulibaly. Non sarà facile sostituire giocatori così, che adesso si portano sulle spalle la squadra, dalla difesa all’attacco.

          Il Napoli ha attraversato negli anni tanti momenti così, fosse con Mazzarri o con Sarri, poi ha dovuto sempre ripiegare all’ultimo, cedere il passo di fronte alle solite squadre. Si tratta di tenere fino alla fine, di non accontentarsi delle vittorie e delle belle nottate di questa fine estate. Magari è l’anno buono davvero, chissà.

          SERIE A 2021-2022 GIORNATA N. 4 Venerdì 17 settembre 2021 Sassuolo - Torino 0-1 (83' Pjaca T) Sabato 18 settembre 2021 Genoa - Fiorentina 1-2 (60' Saponara F, 89' Bonaventura F, 90'+8' Criscito rig. G) Inter - Bologna 6-1 (6' Lautaro Martinez I, 30' Skriniar I, 34' Barella I, 54' Vecino I, 63' Dzeko I, 68' Dzeko I, 86' Theate B) Salernitana - Atalanta 0-1 (75' Zapata) Domenica 19 settembre 2021 Empoli - Sampdoria 0-3 (31' Caputo S, 52' Caputo S, 70' Candreva S) Venezia - Spezia 1-2 (13' Bastoni S, 59' Ceccaroni V, 90'+4 Bourabaia S) Verona - Roma 3-2 (36' Pellegrini R, 46' Barak V, 54' Caprari V, 58' Ilic aut. R, 63' Faraoni V) Lazio - Cagliari 2-2 (45' Immobile L, 46' Joao Pedro, 62' Keita C, 83' Cataldi L) Juventus - Milan 1-1 (4' Morata J, 76' Rebic M) Lunedì 20 settembre 2021 Udinese - Napoli 0-4 (24' Osimhen N, 35' Rrahmani N, 52' Koulibaly, 84' Lozano N) *** Non la Juve, non l' Inter, non il Milan, non l' Atalanta o la Roma. C'è un imprevisto in testa alla classifica. Il
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Csar
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            Juve, non va: Allegri provi a cambiare modulo

            di Massimo Mauro

            Juve-Milan è stata una partita difficile per entrambe. Il Milan ha preso un gol che non si vedeva da tanto tempo: 50 metri palla al piede senza incontrare un difensore. Male, perché un conto è cercare di far gol, un altro e non curarsi di contropiede del genere ... La Juve mi è sembrata molto in palla nei primi 20’. Ha fatto cose buone pur senza creare granché, ma nel complesso ha giocato bene. Ma nel secondo tempo la Juve ha confermato di non avere la forza di chiudere la partita. Ovviamente il Milan sa palleggiare, difendere alto, gli attaccanti sono bravi anche a recuperare. Però prendere gol su angolo, e nel complesso prendere troppi gol è più di un campanello di allarme. La Juve ne potrà uscire con un filotto di vittorie che secondo Allegri prima o poi arriverà, come lui ha detto in novembre le posizioni saranno diverse. Ma è certamente un momento complicato. Secondo me dovrebbe giocare a tre dietro, utilizzando De Ligt : tre marcantoni al centro e due esterni forti ad attaccare.

            Passando alle altre, ero convinto che la Roma vincesse, ma Abraham - che a me piace molto- stavolta non ne ha beccata una. Ma la squadra di Mourinho è e resta interessante, ma è chiaro che serve continuità di risultato. La Lazio è un cantiere ancora aperto, ma pur con qualche distrazione di troppo ho visto una squadra in crescita. Mi piace molto la Fiorentina, ha un allenatore che si farà, molto bravo. Circa l'Inter, non è da tutti passeggiare, ma quando riesce... Il Bologna è rimasto sul pulmann, e Mihajlovic oltre a fare battute dovrebbe pensare a trovare soluzioni.

            Repubblica
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              Milan, è allarme infortuni: da Ibrahimovic a Messias, quante spine per Pioli

              I problemi fisici unica preoccupazione nell’inizio di stagione, possibile lesione muscolare anche per Messias. Sette indisponibili, solo Giroud può tornare in tempi rapidi

              L’allarme infortuni sembra il solo intoppo nell’inizio di stagione del Milan, ma è comunque una seria preoccupazione, anche se non ci sono conferme sulle voci di una lesione muscolare per il neoacquisto Messias. La società, dopo la partita con la Juventus, ha fatto il punto della situazione. Attualmente gli indisponibili sono sette e soltanto per Giroud si prevede il ritorno a disposizione di Pioli in tempi abbastanza rapidi.

              Il comunicato del Milan parte da Kiaer, “uscito dal campo per un risentimento ai muscoli flessori della coscia destra. Ora osserverà qualche giorno di riposo e cure. La risonanza ha comunque escluso lesioni muscolari”. Krunic con la Nazionale bosniaca ha invece “rimediato una lesione del polpaccio destro. Il processo di guarigione procede bene. La prossima settimana è previsto un nuovo controllo medico”. Bakayoko “sta smaltendo i postumi di un importante trauma contusivo, che ha comportato sofferenza del tendine achilleo sinistro. Come per Krunic, anche per Bakayoko è previsto un nuovo accertamento la settimana prossima”. Ibrahimovic soffre di “tendinopatia achillea: si sente meglio e inizia a lavorare individualmente sul campo perché ne siano valutati i progressi”. Giroud sembra il più vicino al rientro: “sta meglio e ha iniziato a correre”. Messias “procederà questa settimana con l’ultima fase del programma personalizzato di ricondizionamento atletico”. Calabria, infine, “ha riportato una elongazione ai muscoli flessori di coscia destra”.

              I problemi fisici unica preoccupazione nell’inizio di stagione, possibile lesione muscolare anche per Messias. Sette indisponibili, solo Giroud può…
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                Juve, quelle discussioni nello spogliatoio dopo il pari contro il Milan

                Szczesny contro Rabiot per il gol concesso ai rossoneri. E Allegri si presenta davanti alle tv dopo mezz’ora

                di Massimiliano Nerozzi

                Prima parte: Szczesny se la prende con Rabiot per l’angolo concesso al Milan e, subito dopo, lo spinge, fisicamente e platealmente, nella posizione che il francese dovrebbe presidiare sul corner, ovvero all’imbocco dell’area piccola. Cosa che lui non farà, lasciando libera la pista di decollo per Rebic, che pure aveva bruciato Locatelli. La parte seconda continua dopo la partita, in un rumoroso bisticcio contenuto nella norma della rabbia post-partita ma che un po’ sintetizza il senso di frustrazione della Juve. E di Allegri, per una partita pareggiata, dopo averla condotta sull’1-0. Negli spogliatoi dell’Allianz, domenica sera, ci sono state altre discussioni, tra giocatori, tanto che alla fine è stato il tecnico a troncarle (soprattutto quella tra Szczesny e Rabiot), presentandosi davanti alle tv dopo circa mezz’ora, lui che solitamente è Speedy Gonzales, in questi casi. Arrabbiato, con sé stesso («ho sbagliato i cambi») e con alcuni calciatori, per l’atteggiamento. Morale: l’1-0 andava difeso con le unghie. Anche se poi, le sue parole sul peso della maglia e del pallone (verso Chiesa), e il giorno prima sulla gioventù (De Ligt), sono condivisi da parte della squadra.

                E qui veniamo al nocciolo di quel che pare un problema su cui lavorare, per la Juve che verrà: la sensazione è che la squadra sia unita nel corpo ma non sempre nell’anima. In ciò che bisogna fare, soprattutto, per vincere. C’è la vecchia guardia, o quel che ne rimane, grandi giocatori ancora, che conosce a memoria il manuale di istruzioni allegriano: andare in vantaggio, abbassarsi a difendere e ripartire. In altre parole, gestire e faticare. Con quella sofferenza da trincea che rende epici i difensori: do you remember lo 0-0 del 2017 a casa di Messi? E poi c’è la Meglio gioventù, sbarcata a Torino da un paio di anni fa a questa parte, con il vento della rivoluzione (del gioco): dal Sarrismo al calcio liquido di Pirlo. Un discorso che riguarda pure De Ligt, comprato per alzare la linea difensiva a 40 metri dalla porta. Dopodiché, non è che la Juve ha preso il pareggio perché giocavano Bonucci e Chiellini e non De Ligt. Anche se Locatelli non sarà mai Pjanic, men che meno Khedira, e Rabiot non somiglierà mai a Matuidi, pure essendo quella la zona di terra occupata, da finto esterno sinistro di centrocampo, come gli capita anche con la Francia.

                Ma che ci sia aria di controriforma, di calcio semplice (copyright Allegri) è stato confermato anche nelle parole del dopo partita. Pure nei confronti di Chiesa, e Kulusevski: domenica sera, appena entrato, pareva uno di un’altra squadra. «Bisogna capire cosa significa giocare nella Juventus», ripete il tecnico. Già, ma cos’è la Juventus, oggi?


                CorSera
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                • Sean
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                  Massima fiducia in Allegri. Non può inventarsi punta, non può fare i goal che faceva Ronaldo salvando il chiulo a Sarri e a Pirlo. Non può rifare il centrocampo, ovvero il lavoro che il mercato ha mancato in pieno da 3 anni. Non può rifare la squadra, ma ha accettato comunque di allenarla andando a prendersi questa rischiosa patata bollente: la mia stima è tutta per lui.

                  Al banco degli imputati di solito ci va l'allenatore, perchè è il bersaglio più facile. In questo caso è da invertire l'ordine di apparizione: i primi a salire di fronte alla pubblica accusa devono essere i dirigenti, per quanto (non) fatto negli ultimi 3 anni; poi i calciatori, alcuni nettamente inadeguati; poi e solo molto poi l'allenatore.

                  E' invalsa negli anni ultimi la stralunata idea che l'allenatore sia tutto e possa tutto: lo ha fatto notare anche Van Basten recentemente: questo continuo parlare di schemi e allenatori ha fatto dimenticare i veri protagonisti (in bene ma anche in male) del gioco: i calciatori.

                  Un allenatore può incidere ma fino e non oltre un certo punto: il resto è poi tutto nella rosa e nel campo. Lo dimostra la presenza di Ronaldo: finchè ce lo hai avuto hai abbondantemente coperto le magagne, ora che non c'è sei nudo. Sarri con Ronaldo ci ha vinto un campionato, difficilmente lo vincerà con Immobile...e se a centrocampo hai Pirlo-Pogba e Vidal arrivi in finale di champions, con Rabiot e Bentancur nemmeno in quella di EL probabilmente.

                  Chiediamo a Mourinho cosa ne pensa al riguardo. Gli mancano difensori e centrocampisti, e la gente si aspetta i miracoli perchè è Mourinho: li sostituisce lui? Ci si mette lui a centrocampo e in difesa?

                  Ottavio Bianchi e Bigon hanno vinto due scudetti al Napoli, i due scudetti di Maradona: senza Maradona il Napoli non vince da 31 anni, eppure ha avuto allenatori un tantinello migliori di Bianchi e Bigon, due onesti mestieranti della panchina...e oggi Bocca (che cambia cavallo ogni domenica) su Repubblica si chiede se sarà questo l'anno buono: se ci fosse stato Maradona sì, lo sarebbe stato: se punti sul solo Spalletti, puoi aspettarne altri 31 di anni, perchè dalla panchina non segni, non pari, non difendi e non attacchi.
                  Last edited by Sean; 21-09-2021, 09:50:25.
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                  • CRI PV
                    Mufasa
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                    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
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                    Era robybaggio

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                    • Sean
                      Csar
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                      Allegri e la Juventus che non si aggiusta: i punti che ancora non tornano

                      La gestione dei giovani, la spaccatura con la vecchia guardia, i cambi, il baricentro troppo basso: la seconda esperienza di Allegri alla Juve non è partita come ci si aspettava

                      È entrato nel tunnel a fine partita imprecando e urlando: «Questi vogliono giocare nella Juve!». È riemerso dopo mezzora, facendo autocritica («Ho sbagliato i cambi»), ma anche mettendo i paletti sul cammino accidentato di una squadra che non andava così male dal 1961, con il tricolore sul petto e Sivori-Charles in campo. Massimiliano Allegri cerca la Juve di un tempo, quella dei suoi cinque scudetti consecutivi, ma per adesso ha trovato solo una Juve che dura un tempo (o al massimo un’ora) e poi finisce inghiottita in quel confine pericoloso tra il passato che non torna e il futuro che non arriva: zero gol fatti nella ripresa, zero gol dai panchinari, 3 gol subiti negli ultimi quindici minuti, 7 punti svaniti da situazioni di vantaggio, terzultimo posto con due punti e un calendario che in 33 giorni prevede dopo Spezia e Samp, le sfide con Torino, Chelsea, Roma, Zenit e Inter.

                      Il secondo atto di Allegri — tornato dopo due anni di inattività come salvatore della patria e con un contratto quadriennale da 7 milioni netti a stagione — finora è la classica minestra riscaldata.

                      Max ha lasciato una squadra adulta, che sapeva sempre a che gioco doveva giocare nell’arco dei novanta minuti e ha ritrovato una squadra adolescente, alla quale per due anni è stato chiesto di costruire qualcosa di diverso e che adesso sembra non riuscire a fare nessuna delle due cose. Per errori individuali — come quelli di Szczesny nelle prime giornate e di Rabiot che ha regalato l’angolo decisivo al Milan domenica sera — ma anche per un insostenibile arretramento del baricentro nel secondo tempo, nel quale il possesso palla bianconero si è rattrappito fino al 37%: la palla scotta insomma, sia per alcuni giocatori, che per il modo di stare in campo della squadra, fin troppo vintage. Una nemesi per l’allegrismo, che solo Allegri stesso può cancellare, con quel lavoro artigianale sui singoli che spesso lo ha esaltato.

                      «Quando c’è il momento decisivo della partita bisogna capire che la palla diventa pesante e alla Juve ha un peso diverso. L’ho spiegato mille volte — ha detto Max con tono sostenuto —. Bisogna essere responsabili, bisogna avere la cattiveria giusta. È semplice, basta complicarla con schemi, moduli e robe». Certo, i troppi minuti trascorsi nel finale contro il Milan fra l’input della panchina di passare al 4-3-3 e l’esecuzione da parte della squadra, dimostrano che anche le cose semplici sono un po’ arrugginite. E che una squadra che insegue il pallone per novanta minuti, anche con buoni risultati e movimenti ben congegnati, alla lunga, finisce per essere poco lucida in difesa.

                      L’eventualità che ci siano giocatori non adatti alla Juve è concreta perché la società ha seguito sempre più logiche finanziarie e non di campo e la squadra è male assemblata («abbiamo un centrocampo storto» ha sintetizzato Max) ma il mercato è distante e i conti sono rosso fuoco. Il risultato è quello di una potenziale spaccatura tra vecchia guardia e giovani rampanti ma ancora da forgiare. Allegri, tecnico vecchio stampo in un calcio che cambia in fretta, aveva usato bastone e carota anche con Morata e Dybala agli inizi, poi con Rugani e Kean. Certo, De Ligt e Chiesa (un po’ meno Kulusevski) sembrano già strutturati. E le parole sull’azzurro hanno un po’ sorpreso: «È un giocatore bravo, che come tutti gli altri deve crescere e acquisire autorevolezza e consapevolezza che siamo alla Juventus». Saggezza di un maestro vincente o paternalismo anacronistico di chi non sa ancora come far convivere Dybala e Chiesa? Il metro di giudizio sono i risultati, come dappertutto. Ma nel mondo dell’allegrismo lo sono un po’ di più.

                      CorSera a firma di Paolo Tomaselli
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
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                        Fiorentina-Inter, formazioni e dove vederla: Inzaghi con Dzeko-Lautaro. Italiano lancia Saponara

                        I nerazzurri sono davanti al primo vero esame della stagione, in una trasferta che nasconde insidie tecniche e ambientali. Torna Calhanoglu titolare, conferma invece per Dumfries

                        Senza tregua e senza possibilità di sbagliare. L’Inter, dentro un calendario soffocante, è davanti al primo vero esame della stagione, quello di Italiano. La trasferta di Firenze nasconde insidie tecniche e ambientali che Simone Inzaghi non trascura. L’anno scorso Conte ha battuto la Fiorentina tre volte su tre, due proprio al Franchi, compresa la Coppa Italia, ma stavolta lo spartito è diverso. Vincenzo Italiano ha portato una ventata d’aria nuova, la sua creatura è una squadra diversa nel gioco coraggioso e nello spirito. L’organizzazione si accompagna all’entusiasmo e alla convinzione che si respira nel gruppo viola e l’allenatore ha saputo rilanciare giocatori che sembravano smarriti. Inzaghi non si fida e ha lavorato sulla testa più che sulle gambe dei nerazzurri: «Dimenticate il 6-1 al Bologna», il messaggio perentorio prima di lasciare la Pinetina.

                        Stasera sarà un’altra storia. E probabilmente un’altra partita. L’Inter, senza gli infortunati Vidal e Correa, giocherà con i titolari: Calhanoglu, già 4 reti alla Fiorentina con la maglia del Milan, riprenderà il suo posto nel centrocampo con Brozovic e Barella, mentre Dzeko sarà il partner dello scatenato Lautaro, impegnato nella sfida del gol giovane con Vlahovic. Sulla fascia sinistra tornerà Perisic, mentre a destra Dumfries, tra i migliori sabato, ha sorpassato Darmian. Il piano di Inzaghi è semplice: prendersi 6 punti tra Fiorentina e Atalanta, prima dello spareggio Champions con lo Shakthar di De Zerbi. L’allenatore è fiducioso. L’Inter nel torneo domestico ha faticato solo a Genova con la Samp prima perché ha gettato via troppe occasioni e poi perché è stata costretta all’inferiorità numerica dall’infortunio di Sensi. Contro la Fiorentina, che ha perso Pulgar e non sa se potrà contare sull’acciaccato Nico Gonzalez, cercherà di colpire le debolezze viola.

                        I nerazzurri hanno l’attacco migliore del campionato, vanno a segno in serie A da 23 partite e da 9 segnano almeno due gol. La squadra di Italiano, proprio in difesa, deve ancora registrarsi: sinora ha sempre preso (almeno) una rete. «Non mi aspettavo una partenza così lanciata, ma bisogna continuare così. Dell’Inter temo tutto, ma se giocheremo come nelle ultime partite possiamo metterla in difficoltà», costringendola a non ragionare e al tempo stesso evitando le spietate verticalizzazioni che sono costare care al Bologna. Inzaghino, nel laboratorio della Pinetina, ha disegnato la strategia: sfruttare le nostre qualità tecniche e gestire il gioco per mandare in confusione i rivali.

                        Lo stadio sarà pieno (16 mila persone) e ostile ai nerazzurri e anche in tribuna, dopo le rinnovate accuse di Commisso, il clima sarà elettrico. L’italo americano ha ribadito il suo pensiero, attaccando l’Inter, ma anche la Juventus, sui conti economici. Da Milano nessuna risposta ufficiale, solo irritazione per l’uscita viola. «Non abbiamo mai violato le regole», il messaggio che filtra dai campioni d’Italia. Una partita dentro la partita.

                        Fiorentina-Inter, ore 20.45
                        Tv: Dazn
                        Fiorentina (4-3-3): Dragowski; Odriozola, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Bonaventura, Torreira, Duncan; Callejon, Vlahovic, Saponara.
                        Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.
                        Arbitro: Fabbri

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • germanomosconi
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Massima fiducia in Allegri. Non può inventarsi punta, non può fare i goal che faceva Ronaldo salvando il chiulo a Sarri e a Pirlo. Non può rifare il centrocampo, ovvero il lavoro che il mercato ha mancato in pieno da 3 anni. Non può rifare la squadra, ma ha accettato comunque di allenarla andando a prendersi questa rischiosa patata bollente: la mia stima è tutta per lui.

                          Al banco degli imputati di solito ci va l'allenatore, perchè è il bersaglio più facile. In questo caso è da invertire l'ordine di apparizione: i primi a salire di fronte alla pubblica accusa devono essere i dirigenti, per quanto (non) fatto negli ultimi 3 anni; poi i calciatori, alcuni nettamente inadeguati; poi e solo molto poi l'allenatore.

                          E' invalsa negli anni ultimi la stralunata idea che l'allenatore sia tutto e possa tutto: lo ha fatto notare anche Van Basten recentemente: questo continuo parlare di schemi e allenatori ha fatto dimenticare i veri protagonisti (in bene ma anche in male) del gioco: i calciatori.

                          Un allenatore può incidere ma fino e non oltre un certo punto: il resto è poi tutto nella rosa e nel campo. Lo dimostra la presenza di Ronaldo: finchè ce lo hai avuto hai abbondantemente coperto le magagne, ora che non c'è sei nudo. Sarri con Ronaldo ci ha vinto un campionato, difficilmente lo vincerà con Immobile...e se a centrocampo hai Pirlo-Pogba e Vidal arrivi in finale di champions, con Rabiot e Bentancur nemmeno in quella di EL probabilmente.

                          Chiediamo a Mourinho cosa ne pensa al riguardo. Gli mancano difensori e centrocampisti, e la gente si aspetta i miracoli perchè è Mourinho: li sostituisce lui? Ci si mette lui a centrocampo e in difesa?

                          Ottavio Bianchi e Bigon hanno vinto due scudetti al Napoli, i due scudetti di Maradona: senza Maradona il Napoli non vince da 31 anni, eppure ha avuto allenatori un tantinello migliori di Bianchi e Bigon, due onesti mestieranti della panchina...e oggi Bocca (che cambia cavallo ogni domenica) su Repubblica si chiede se sarà questo l'anno buono: se ci fosse stato Maradona sì, lo sarebbe stato: se punti sul solo Spalletti, puoi aspettarne altri 31 di anni, perchè dalla panchina non segni, non pari, non difendi e non attacchi.
                          3 anni di Paratici (senza Marotta) sono stati un'autentica sciagura
                          Originariamente Scritto da Marco pl
                          i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                          Originariamente Scritto da master wallace
                          IO? Mai masturbato.
                          Originariamente Scritto da master wallace
                          Io sono drogato..

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                          • marcu9
                            Bodyweb Advanced
                            • May 2009
                            • 42092
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                            • Sicilia
                            • Send PM

                            Gli errori li fanno anche i top team, pensate che il Barcellona che ora è al tracollo, negli ultimi anni ad esempio ha speso oltre 400 mln acquistando 3 fallimenti, Coutinho, Dembèlè e Griezmann..

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                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            • KURTANGLE
                              Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                              • Jun 2005
                              • 36382
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                              • Send PM

                              insomma mi volete dire che Paratici è un incapace e che Agnelli è un HANDICAPPATO BAMBINO SPECIALE che ha cacciato Marotta per tenere lui?
                              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                              Originariamente Scritto da GoodBoy!
                              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                              grazie.




                              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

                              Commenta

                              • germanomosconi
                                Bodyweb Senior
                                • Jan 2007
                                • 15408
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                                • pordenone
                                • Send PM

                                Originariamente Scritto da ANOLESO Visualizza Messaggio
                                insomma mi volete dire che Paratici è un incapace e che Agnelli è un HANDICAPPATO BAMBINO SPECIALE che ha cacciato Marotta per tenere lui?
                                tranquillo adesso si fanno la superlega juve - barcellona - real e vincerà chi prende il dirigente più handicappato!!
                                Originariamente Scritto da Marco pl
                                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                IO? Mai masturbato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                Io sono drogato..

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