Sarri furioso per la squalifica dopo Milan-Lazio: «Io violento? Non è vero, farò causa»
L’allenatore della Lazio se la prende con la squalifica di due giornate: «Un giocatore del Milan ha preso per i capelli uno dei nostri. E non ho bestemmiato, ho i testimoni»
A poche ore dal debutto stagionale in Europa League sulla panchina della Lazio in casa del Galatasaray, Maurizio Sarri è tornato sulle due giornate di squalifica dopo il cartellino rosso rimediato al fischio finale del match perso 2-0 contro il Milan domenica 12 settembre. E lo fa a modo suo, con parole forti.
«Ho preso una giornata di squalifica per aver avuto un comportamento violento nei confronti di un giocatore. Non mi sembra che il mio sia stato un comportamento violento, ho semplicemente detto al calciatore (era Saelemaekers, ndr) di avere maggiore rispetto. Invece, a 30 metri c’è stato un altro calciatore del Milan (Ibrahimovic, ndr) che ha preso per i capelli un nostro giocatore (Leiva, ndr). Mi sembra che questo sia un atteggiamento violento, non il mio. Ma lì non è stato preso alcun provvedimento, non capisco perché».
Ma la protesta di Sarri non termina di certo qui. Il tecnico della Lazio contesta anche la motivazione che ha fatto scattare la seconda giornata di squalifica nei suoi confronti: «Ho letto che sono stato squalificato per espressioni blasfeme. Non è vero. Nel sottopassaggio ho solo detto all’arbitro: “hai lasciato che un ragazzino mi prendesse per il c..o per un quarto d’ora senza che né tu né il quarto uomo faceste niente. E poi che fai? Cacci me”. Non ho usato alcuna espressione blasfema e ci sono almeno tre persone che possono testimoniarlo. Ho già dato mandato ai miei avvocati di verificare se ci siano le possibilità di adire le vie legali ordinarie per ristabilire la verità». La vicenda non è finita qui.
CorSera
L’allenatore della Lazio se la prende con la squalifica di due giornate: «Un giocatore del Milan ha preso per i capelli uno dei nostri. E non ho bestemmiato, ho i testimoni»
A poche ore dal debutto stagionale in Europa League sulla panchina della Lazio in casa del Galatasaray, Maurizio Sarri è tornato sulle due giornate di squalifica dopo il cartellino rosso rimediato al fischio finale del match perso 2-0 contro il Milan domenica 12 settembre. E lo fa a modo suo, con parole forti.
«Ho preso una giornata di squalifica per aver avuto un comportamento violento nei confronti di un giocatore. Non mi sembra che il mio sia stato un comportamento violento, ho semplicemente detto al calciatore (era Saelemaekers, ndr) di avere maggiore rispetto. Invece, a 30 metri c’è stato un altro calciatore del Milan (Ibrahimovic, ndr) che ha preso per i capelli un nostro giocatore (Leiva, ndr). Mi sembra che questo sia un atteggiamento violento, non il mio. Ma lì non è stato preso alcun provvedimento, non capisco perché».
Ma la protesta di Sarri non termina di certo qui. Il tecnico della Lazio contesta anche la motivazione che ha fatto scattare la seconda giornata di squalifica nei suoi confronti: «Ho letto che sono stato squalificato per espressioni blasfeme. Non è vero. Nel sottopassaggio ho solo detto all’arbitro: “hai lasciato che un ragazzino mi prendesse per il c..o per un quarto d’ora senza che né tu né il quarto uomo faceste niente. E poi che fai? Cacci me”. Non ho usato alcuna espressione blasfema e ci sono almeno tre persone che possono testimoniarlo. Ho già dato mandato ai miei avvocati di verificare se ci siano le possibilità di adire le vie legali ordinarie per ristabilire la verità». La vicenda non è finita qui.
CorSera
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